La notte passò tranquilla. Al mattino mi svegliai con la luce e con delle voci che parlavano. Allungai le braccia sul letto per capire chi c’era, ma ben presto realizzai di essere sola. Le voci provenivano da fuori il letto ed erano Daniele e mio marito Marco che parlavano in modo molto confidenziale.



- Tu fai come ti dico e vedrai-


- Ma sei sicuro che obbedisce?-


-Assolutamente sì, vedrai che cagnetta-


-mmm se lo dici tu...-


 Poi si accorsero che ero sveglia.



-Si è svegliata.Chiamiamo i ragazzi-


-Ragazzi, potete portare la colazione.-



Era mio marito e aveva un tono amorevole. Lo avevo lasciato come piaceva a me, umiliato e sottomesso, ma adesso sembrava tranquillo nella sua condizione di cornuto. Non riuscivo a decifrare questo cambiamento, ma non ebbi il tempo a pensarci perché dalla porta entrarono Luca e Massimo tutti nudi con il vassoio della colazione: succo d’arancia, cornetto, su cui non feci neanche la battuta scontata, cappuccino con tanto di schiuma e altri pasticcini chiaramente presi freschi al bar.


-Ma allora volete viziarmi…- dissi


-Siamo qui per questo no?- rispose mio marito con un tono ancora un po’ troppo sicuro di sé.


Era tutto perfetto, mi riempivano di attenzioni, come una regina, ma c’era qualcosa di strano, anche Daniele, che di solito era molto dominante rispetto agli altri maschi, se ne stava sul loro livello, come se all’improvviso fossimo entrati in un regime democratico.


-Mangia tesoro- disse Massimo- che devi stare in forma per fare l’amore.


Mangiai tutto di gusto e mentre mangiavo guardavo Massimo e Luca che si toccavano vicino a me. 


Quando ebbi finito appoggiai il vassoio, guardai in direzione di mio marito e poi di Daniele cui accennai uno sguardo complice che non fu ricambiato. Presi in mano i cazzi dei miei amanti nel letto e iniziai  a succhiarli con passione. Me li stavo proprio godendo, come una vera troia. Mi scoparono. Prima uno, poi l'altro, poi insieme… e mentre mi prendevano in doppia rivolta verso l’alto si avvicinò anche Daniele a darmi il suo cazzo da mettere in bocca per farmi sentire veramente piena.


Godemmo tantissimo e alla fine come di consueto mi riempirono di sborra, tutti e tre, incluso Daniele che volle darmi l’ultima scopata e riempirmi la fica.


Quando si tolse guardai mio marito, stavo per chiedergli di leccarmi ma lui mi anticipò:


-Eccomi amore- disse sempre con questo nuovo tono che un po’ mi spiazzava, però poi leccò accuratamente, come le altre volte e questo momento come al solito fu quello in cui godetti di più. Lo segai come sempre fino a farlo venire e poi caddi sul letto appagata e stanca: ero soddisfatta, come ogni donna meriterebbe di essere.


La mattinata volgeva al termine e dovevamo pur tornare alle nostre vite, così finalmente dopo oltre 36 ore da quando mio marito mi aveva allacciato la cavigliera me la tolsi, glie la consegnai e con un tono dolcissimo lo abbracciai dicendogli:


-Grazie, ti amo-


Lo baciai appassionatamente e mi rivestii, senza più degnare gli altri della minima confidenza.Avevo tolto la cavigliera, ero tornata la moglie fedele e speravo che questo colpisse in positivo anche Daniele, visto che la sera prima avevo avuto quell’uscita infelice sul lasciare mio marito che lo aveva fatto arrabbiare tanto.


-Che brava - disse - sei una donna meravigliosa-


Luca e Massimo andarono via salutandoci con un bacio sulla guancia. Anche Daniele stava per andare ma poi si fermò sulla porta:


-Ah che stupido stavo dimenticando l’altra cosa- disse rivolto a mio marito che lo ammiccò


-Eh… che vuoi farci quando uno gode così finisce per dimenticarsi tutto-


Rientrò, prese una borsa che aveva con sé ed estrasse un altro gioiello che riconobbi immediatamente essere un collare.


-Dunque, disse rivolto ad entrambi. Il gioco evolve e da oggi abbiamo un nuovo elemento. La cavigliera come sapete da il potere a Caterina che decide autonomamente quando toglierla, ma non può decidere quando metterla. Questo collarino d’oro massiccio invece funziona al contrario della cavigliera. Sarai tu a mettertelo, mentre Marco deciderà quando sarà ora di toglierlo. Come potrai intuire lui avrà la catena d’oro che si aggancia al collare e ai braccialetti abbinati quindi, quando indosserai il collare, tu sarai la sua cagnetta. Tutto chiaro?-


Ero perplessa, questo fatto di mio marito che mi avrebbe dominato mi spiazzava un po’. <Non lo indosserò mai pensavo tra me>, ma Daniele era come se mi leggesse la mente perché immediatamente disse:


-Mi pare chiaro che Marco non potrà metterti la cavigliera se la volta precedente tu non ti sarai messa il collare.


-Vorrà dire che non si giocherà più perché io quel coso non lo metto- chiusi.


-Fidati di me disse Daniele con tono rassicurante, ma al tempo stesso autoritario-


Quel figlio di puttana sapeva sempre dire o fare la cosa giusta. Feci per indossare il collare, ma mi fermò:


-Che fai? Adesso no, hai appena goduto, per un po’ sei a posto. Ne parliamo tra qualche settimana.- e detto questo se ne andò.


La vita quotidiana riprese con il lavoro e la routine finché un venerdì sera come tanti, presa dalla curiosità, decisi di prendere l’ iniziativa.


Mio marito tornò a casa dal lavoro e mi trovò seduta sul divano, con indosso soltanto un perizoma, le scarpe col tacco alto da gran troia, i due bracciali ai polsi e il collare.


-Bentornato amore mio...o dovrei dire padrone?-


La sua espressione stupita e soddisfatta piano piano divenne un ghigno e ammetto che un po’ mi faceva paura.


-Ma guarda la mia cagnetta come è bella- disse 


-Ci vuole subito qualche foto, dammi il tuo telefono.


Stavo per obiettare ma lo ripeté con voce forte e autoritaria:


-Dammi il tuo telefono-


Obbedii


-Ora fammi vedere quanto sei troia-


Iniziai a posare nei modi più osceni e lui mi faceva delle foto. Poi iniziò ad armeggiare nel telefono, mi prese il dito per sbloccare whatsapp e si mise a cercare qualcosa, pensavo cercasse Daniele. Lo vedevo scrivere, poi mi diede il telefono e mi disse:


-Invia il messaggio e poi le foto-


Testo del messaggio:


<Mio marito vuole che sia la tua cagnetta, vieni a trattarmi come merito> 


Quando lessi il destinatario sbiancai…Era la mia amica Elena.


Inviai il messaggio e le foto perché sapevo di dover obbedire, ma la cosa non mi piaceva affatto.


Dopo un po’ squillò il mio telefono e Marco rispose.


-Si, sono Marco...hai capito bene…. esatto Daniele….sì tutto, certo che è una stronza lo è sempre stata….lo so, lo so… vieni che ci divertiamo e mi raccomando porta Lucia… ciao.-


- Lucia? Ma dai mi odia!-


-Lo so, l’hai anche fatta litigare col fidanzato perché facevi la gatta morta col suo ragazzo… chissà quanto sarà felice quando ti avrà a sua disposizione-


-No, ti prego-


-Ma cosa preghi TROIA, devi solo pregare che non ti prendo a cintate, ora vai a prendermi i vestiti e portameli che devo farmi bello per le tue amiche.


Mi alzai, ma mi stoppò:


-No puttana, le cagne camminano a quattro zampe, vai!


Mi misi gattoni e mi avviai in camera. Mi stavo bagnando, non sapevo perché ma mi stavo bagnando da morire.


Diedi i vestiti a mio marito che volle anche un pompino, poi rimanemmo in attesa, io per terra e lui sul divano. Finalmente dopo un’ora suonò il campanello.


Mi vergognavo da morire quando Elena entrò e mi vide.


-Vieni Lucia, ecco Caterina come l’hai sempre voluta-


Lucia si avvicinò con uno sguardo pieno di rancore.


-Ma dai, la santarellina carina perfettina da ammirare… la fidanzata perfetta che tutti vorrebbero avere è una cagnetta?- e nel dire questo mi aveva già preso per i capelli.


Lucia è una mora riccia, tipo mediterranea, molto gelosa del suo ragazzo e molto vendicativa. Una donna molto bella ma anche molto invidiosa. Mi ha sempre odiato dicendo che facevo la gatta morta anche quando eravamo più giovani e non eravamo fidanzate.


Poggiò il piede con la scarpa col tacco sul divano di casa mia in segno di sfregio e tenendomi per i capelli con una mano si alzò la gonna portando il mio viso a ridosso della sua fica che era in bella vista, senza intimo.


-Lecca brutta troia, che ho appena pisciato e mi devo pulire-


Ora sono cosa orribili da raccontare, ma in quel momento ero eccitata e mentre leccavo sentivo realmente un residuo odore di pipì, appena percettibile e la cosa mi faceva bagnare, giuro che non so perché.


intanto Elena segava mio marito e questo mi infastidiva, stavano usando me e le mie cose senza grazia a loro piacimento.


-Tranquilla puttanella non te lo scopo, un cornuto è sempre un cornuto e ti deve essere fedele, ma una seghetta glie la faccio per sfregio nei tuoi confronti.


Intanto Lucia iniziò a godere forte e si struffava la mia faccia sul clitoride mentre gemeva. Per me era un’esperienza mai vissuta da quella prospettiva e non passò molto che sentii come uno scroscio di liquido caldo colarmi sul viso e poi sul corpo: mi aveva squirtato addosso.


-Lecca bene finché non è tutto pulito-ordinò


Leccai con avidità perché ero così arrapata che mi sarei scopata chiunque.Mi girai verso Marco:


-Voglio scopare ti prego-


-Scordatelo. Andate a vestirla che usciamo- rispose lui con tono autoritario.


Le due donne mi portarono in camera sempre camminando a quattro zampe e tenendomi per i capelli. ogni tanto mi arrivava una sculacciata e anche dei calci nel sedere sempre accompagnati da epiteti quali: falsa, santarellina del cazzo, puttanella,arrizzacazzi.


tutte cose che sentivo di essere e per questo mi eccitavano da morire. Nei loro panni me le sarei dette anche io perché era tutto vero.


Una volta in camera aprirono l'armadio per cercare i vestiti:


-Ti ricordi questo? E’ firmato, la puttanella lo mette di solito per farci sentire inferiori-


-E questo? Lo indossava quando faceva la troia col mio ragazzo… ma sempre ingenuamente eh… TROIA SCHIFOSA!!


E nel dire questo mi sculacciò forte ed io non riuscii a trattenere un gemito.


-Guarda che cagna come la tocchi gode-


-Si, fammi godere ti prego Lucia- la implorai


- Brava cagnetta implora. Mettiti questo!-


E mi lanciò un vestito corto ma di classe sexy al punto giusto ma non volgare, come solo il gusto di una donna avrebbe potuto scegliere. Apprezzai questa delicatezza..


Elena mi prese per mano e mi fece alzare in piedi. Mi accarezzò i capelli e mi guardò con dolcezza poi avvicinò le sue labbra alle mie e mi baciò teneramente. Mi prese la mano e mi condusse di nuovo nella sala dove ci attendeva Marco, questa volta almeno camminando in piedi.


-Coraggio porgi i polsi a tuo marito-


Lo feci e lui agganciò la catena ai polsi e al collo, poi uscimmo in strada, camminando tra gli sguardi incuriositi di chi, andandosene per i fatti suoi, si imbatteva in un uomo e due donne che tenevano al guinzaglio una terza donna vestita a festa e con l’ espressione visibilmente preoccupata.


Finimmo per attrarre anche l’attenzione di un poliziotto che si avvicinò e mi chiese se c’erano problemi.


-Nessun problema, lui è mio marito e loro sono due amiche stiamo solo facendo un gioco-


-Mi perdoni, ma ho il ragionevole dubbio che lei possa essere vittima di una violenza e non posso lasciarvi andare così, quindi tanto per cominciare favorite documenti e generalità e poi vedremo.-


-Nessuna violenza davvero, stiamo facendo un gioco erotico ed io sono assolutamente consenziente.Il gioco consiste nell’essere totalmente schiava e quindi ho il guinzaglio.


-Mi scusi se insisto, ma esiste il rischio concreto che lei sia stata plagiata, come facciamo?-


-Senta- iniziò a parlare Elena- Questa puttanella è la nostra cagnetta, non la tratti come una persona. Se deve chiedere si rivolga a noi. Siamo solo tre amici che portano una cagnetta a fare i suoi bisognini, solo che questa troia ha bisognini particolari vero?


-Sì- risposi imbarazzata, ma tanto eccitata.


-E perché non dici a questo signore quale bisognino avresti?-


-Vorrei scopare - ormai ero talmente calata nella parte che le parole mi uscivano da sole. Per un attimo mi domandai se davvero non fossi stata plagiata.


-Ecco ha visto?È proprio eccitata…scommetto che da come guarda la sua pistola sta pensando a quanto sarebbe bello struffarsela sul clitoride-


Il poliziotto era tutto rosso e visibilmente imbarazzato, guardò verso Marco ma Lucia lo rassicurò subito:


-No, lui è cornuto e innocuo, non ti preoccupare.-


Questa frase e il silenzio assenso di mio marito mi fecero bagnare ancora di più, ero un lago.


Il poliziotto disse: -Ho capito, siete fuori di testa. Venite con me in questura che facciamo qualche accertamento-


Le cose si stavano mettendo male. Aprì la portiera della macchina e ci fece salire, noi ragazze ci sedemmo dietro e mio marito davanti.


Entrò, fece per mettere in moto poi si arrestò e si rivolse a mio marito guardandolo negli occhi:


-Ma davvero ti fai scopare la moglie? E ti piace?-


lui stava zitto e io mi bagnavo.


-E voi che fate le tutrici?-


-Noi ci vendichiamo per come è di solito- disse Elena accarezzandomi il ginocchio dalla sua parte


-Perché, come’è?-


-E’ molto più troia di come la vedi, perché è una grandissima falsa, che vuole anche passare per la perfettina del gruppo, sempre a modo sempre brava e gentile mai un capello fuori posto. Ma intanto fa addrizzare i cazzi a tutti, in primis ai nostri ragazzi, che per anni ce l’hanno portata ad esempio di grande carattere e virtù.-


Mi allargarono le gambe come avevano fatto a suo tempo Luca e Massimo e iniziarono a toccarmi l’ interno coscia offrendo al poliziotto che apprendemmo chiamarsi Mario la vista della mia fica bagnata.


-Mamma mia che troia- esclamò- questa qui ha proprio bisogno di una lezione come si deve se davvero è come dite voi. Sei così? Disse rivolto a me-


Non risposi, ma lo fece Marco; - Sì amico è una grandissima troia e una grandissima stronza, che quando può si eccita a trattarmi male e a vedermi umiliato. 


Mario tirò fuori la pistola e tolse il caricatore, poi me la porse:


-Tieni!-


La prese Lucia e iniziò a torturarmi il clitoride facendomi gemere dal piacere.


-Allora cosa le facciamo?Se non mi aveste incontrato cosa avreste fatto?-


- Non so, rispose mio marito, avremmo continuato a camminare in giro umiliandola. Forse l’avremmo fatta scopare, chissà...


- Io se volete un’idea per darle una lezione l’avrei ma devi decidere tu, che sei il suo padrone…


-Ti ascolto-


-Qui vicino c’è un night club di quelli con la lap dance...scommetto che se entriamo tenendola al guinzaglio il proprietario del locale la farà diventare la star della serata. Oltretutto il tipo mi teme perché sa che posso anche farlo chiudere se voglio, quindi..._


- Ma loro? - disse mio marito indicando le mie amiche


- Faranno come credono, se desiderano restare da una parte diranno di essere le sue agenti e se invece vorranno partecipare ci faranno un gradito regalo.-


Elena lo fermò subito:


-No guarda per noi basta così, abbiamo dei fidanzati che ci aspettano. Ve la lasciamo io sono contenta così.- Poi si girò verso di me e disse - Ti aspetta una lunga notte, ci vediamo nella vita normale.- Mi diede un bacio dolce sulle labbra e aprì la portiera della macchina. Mi aspettavo che Lucia avrebbe fatto lo stesso, magari con meno affetto ma invece disse:


-Per me non basta neanche per niente, io con questa puttana non ho finito, quindi per favore scendete e lasciatemi da sola con lei-


Scesero tutti tranne noi, lei prese la borsa e tirò fuori una cintura strap on, la indossò, mi allargò le gambe e mi salì sopra iniziando a scoparmi. Ero bagnata e godevo mentre lei mi diceva: - Brutta cagna, se una sola volta ti azzardi ancora a fare la troia col mio ragazzo la prossima volta che Marco ti mette il collare e mi fa il regalo di chiamarmi in questa fica rotta ti ci infilo un estintore, hai capito bene?-


-Sì, sì … Giuro che non ci parlo neanche col tuo ragazzo!- urlavo e godevo- 


-E adesso godi che la notte è lunga e non si sa ancora cosa ti aspetta-


Si tolse lo strap on e si sfilò da me che non ero ancora venuta-. 


- Continua- la implorai -Ti prego- 


-Aspetta- disse con un tono più amichevole -Fammi godere anche a me no?- aggiunse sorridendo. Mise una mano nella borsa e tirò fuori un cazzo di quelli a due estremità che usano le lesbiche, se lo infilò e poi riprese a penetrarmi, questa volta con più dolcezza, con quella femminilità che aveva represso fino a quel momento e di cui sentivo tanto il bisogno soprattutto pensando a quello che sarebbe accaduto più tardi nel night. Ci baciammo tanto sui seni e sulla bocca. Aveva dei seni bellissimi, lo sapevo perché li avevo visti tante volte ma mai avevo pensato a una cosa del genere. Scopammo credo per mezz’ora, poi venimmo quasi insieme. 


-Sei bellissima- le dissi  guardandola negli occhi con le labbra appoggiate alle sue


Mi abbracciò per alcuni minuti che mi sembrarono un’eternità, poi mi salutò con un bacio, abbassò la gonna scese dall’auto e salì in quella di Elena


Ero sfinita e molto preoccupata. Mario e Marco aprirono la porta.


-Senti cagnetta- disse Mario - Stavamo pensando che forse sei troppo stanca per il night stasera… facciamo un altra volta magari.- Sorrise.


Scesi dall’auto e sentii le mani di Michele su di me: mi stava togliendo il collare.


Mi abbracciò con amore, mi venne da piangere lo picchiai con un pugno sulla spalla, poi con le lacrime che ancora scendevano, sorrisi e lo baciai: -Grazie amore mio che mi fai sentire viva-


Mario aveva già messo in moto. Mio marito lo salutò:


-Ciao Mario, ringrazia Daniele, digli che è un genio…-


-Presenterò!-


-Ma allora…-


-Si cara, va tutto bene. Andiamo a casa, per la prossima volta prima di giocare è meglio se facciamo passare un po’ di tempo-


-Sì-risposi rassicurata-



Camminammo come due fidanzatini ridendo e scherzando come se non fosse successo niente. Pensavo: <Siamo dei depravati? Sono una troia, una cagnetta? Lui è un cornuto, un maniaco? Non lo so ma ci sentiamo vivi, forse un tantino fuori dalle righe ma io quella sensazione di essere sporca, sbagliata,disonesta non la sento quasi più>



Arrivammo a casa e facemmo l’amore.


 

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