Finito di elencarmi le regole, Alessia si riveste, mi sorride.
La bacio, ricambia con passione, poi mi abbraccia e poggia la mia testa al suo seno. Mi rendo conto che quello è il mio ultimo momento per dire qualcosa, dopodiché il gioco diverrà ufficiale. Sono preso da mille insicurezze, credo le stesse per ogni cuckold che inizia questa nuova avventura, faccio qualche domanda alla mia ragazza, ma niente che valga la pena raccontare, "pretendo" però una cosa: "Amore, però questa cosa, questo nuovo gioco... Che rimanga tra di noi e i tuoi amanti... Se puoi, ecco... Non spargiamo la voce". Il mio è un lavoro importante, in un certo senso d'immagine,  quel che accade in camera da letto, deve rimanere in camera da letto, Alessia lo sa e mi sorride: fortunatamente viviamo in una città grande, "basta trovare un bull in un altro quartiere per star tranquilli" penso. Quanto ero ingenuo all'epoca. 


Inizia la ricerca del bull, chi non fa parte del nostro mondo non lo sa, ma trovare un bull è davvero difficile. Sembra sempre che siano tutti disposti a una scopata senza impegno, poi quando si tratta di arrivare al sodo si tirano indietro. Tra annunci, chat su internet e delusioni non riusciamo mezza volta a concordare niente, questo finché un giorno, ricordo fosse una domenica, andiamo a fare una passeggiata al parco. Avrei dovuto capire che Alessia aveva voglie strane, mi aveva chiesto di accompagnarla in un parco a più di due ore da casa nostra. 


Camminiamo mano per la mano, non devo neanche dirlo, Alessia non ha il reggiseno. Ci fermiamo a riposare sotto un albero, tra le urla dei bambini e l'abbaiare dei cani non si riesce a fare una chiacchierata decente. Ad un certo punto vedo Alessia guardare un punto fisso dietro di me, è completamente distratta. "Tutto bene?" le chiedo, lei non mi risponde, continua a guardare dietro di me, si morde il labbro inferiore. Mi giro, c'è un uomo sulla quarantina che legge sotto un albero. È abbronzatissimo, come piace ad Alessia, indossa una camicia azzurro chiaro e un paio di pantaloncini corti.
La mia fidanzata mi sorride, ma non è il suo solito sorriso dolce. Vado in ansia, capisco la situazione, sento la gelosia avvamparmi lo stomaco. 


Si alza, cammina verso l'uomo, lo saluta. Non so cosa dice, ma subito si siede accanto lui.
Lo vedo, diamine! Lo vedo lo sguardo dell'uomo cadere sul seno della mia fidanzata, d'altronde indossa un prendisole azzurro che fa pendant con gli occhi e con i suoi lunghissimi biondi, è irresistibile. Mi mordo le labbra, lei inizia a carezzargli il braccio. Io sono solo lì, sotto l'albero, e sento quei due ridere e scherzare. Lei gli si fa sempre più vicina, poggia le gambe sulle sue. Non so cosa chiede lui, ma sento lei urlare: "Chi quello? Ma no! È un mio amico!". Lo urla apposta, vuole farmelo sentire. Dopo quella dichiarazione vedo lui diventare meno teso, adesso il suo braccio è attorno il collo della mia lei.


Mi viene mal di stomaco, li guardo con furore, ma sento anche la reazione del mio cazzo, ormai durissimo. Ad un certo punto lei gli carezza la guancia.
Poi lo bacia.
Impazzisco, sento davvero di impazzire. Mi aggrappo all'albero dietro di me.
La mia ragazza prende la mano di quell'uomo e la porta al suo seno, lo convince a massaggiarglielo. Vedo le sue mani rudi sul seno della mia donna, ho la nausea, ma sento anche che sarebbe bastata una toccatina per farmi venire. 


Non so per quanto tempo si baciano, sembrano due ragazzini. Lui la esplora, la tocca in ogni punto, vedo la sua mano iniziarle a toccare la figa, lei allora gli mette una mano sulla patta del pantalone. Lui inizia a tirarle via le mutande, ma lei lo ferma, si stacca dalla sua bocca. Non so cosa le dice, ma sento Alessia urlare: "Gianluca, mi porti la borsa?". Prendo la borsa, me l'aveva lasciata, e gliela porto. Lui mi sorride, non so se abbia capito il nostro gioco: "Piacere, Daniele". "Gianluca" rispondo, ometto ovviamente il "Piacere mio".
"Allora Daniele, quando posso rivederti?" chiede Alessia.
"Quando vuoi" risponde lui, sorridendo.
"Stasera ci sei?"
"Certo! Ora di cena?" 
"No, dopo cena" risponde Alessia, coronando il tutto con un occhiolino. 
"Per le dieci?"
"Va bene, poi mi mandi l'indirizzo su whatsapp".
Si scambiano i numeri di telefono, poi si salutano con un bacio a stampo.

Io sono furente, non so cosa dire. Provo un'eccitazione che non riesco a spiegarmi, amo e odio la mia ragazza allo stesso. Sento una morsa allo stomaco, stringo i pugni, aspetto che sia lei a parlare. Spezza il silenzio dicendo: "Devi accompagnarmi a comprare qualcosa di nuovo da mettere per stasera, voglio un bel vestito rosso e sandali col tacco, di quelli che ti piacciono tanto. Voglio che me li pulisci appena torno a casa". La immagino vestita di rosso tra le mani di un altro uomo, non so per quale magia passa ogni tipo gelosia, rimane solo una forte eccitazione e un senso di sottomissione per la mia fidanzata, la mia dea. Riesco solo a dire, sussurrando: "Non si può fare da noi?".
Lei ride: "Secondo te gli ho raccontato del nostro gioco? Prima di trovare un vero bull passeranno mesi. Non vorrai che in questi mesi io mi accontenti solo del tuo cazzo".
Non era così che mi ero figurato il "gioco", ma non riesco a rispondere altro che un semplice: "No, Padrona". Sapevo bene già all'epoca quando chiamarla Alessia e quando Padrona.
"Bravo. Se oggi pomeriggio farai il bravo magari stasera ti manderò qualche foto. Ora andiamo a fare shopping, ho proprio voglia di farmi bella per quel Daniele". Ubbidisco: "Sì padrona".

Avevo visto per la prima volta la mia ragazza all'opera.
Incredibile quanto sia stato facile per lei rimorchiare un uomo, ma d'altronde lo capisco, era (ed è) veramente bellissima. Ciò che mi stupì all'epoca è quanto poco funzionassero le cose su internet, pensavo veramente, stupido io, che bastasse mettere un annuncio "cerco bull" con la mezza foto della propria ragazza, ma no, proprio non vanno così le cose (o forse siamo stati sfortuntati noi, chi può dirlo). Lo ripeto, chi non è in questo mondo non può sapere quanto sia difficile trovare un bull, però vi tranquillizzo, non ci abbiamo messo mesi a trovarne uno; abbiamo avuto fortuna ed è arrivato subito. Anzi, sono arrivati subito, ma non affrettiamoci, come vedete sto andando per gradi, voglio raccontare ogni passo importante della mia storia per quanto piccolo esso sia.  


Chi non l'ha mai provato non sa quanto è bello guardare impotenti la propria fidanzata baciare da un altro.


 


 

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Categorie: Racconti Cuckold