Che la mia ragazza sia stupenda, forse troppo bella per me, me l'hanno sempre detto tutti. Amici di sempre, conoscenti, ve lo assicuro, tutti. Come si chiama non posso dirvelo, però di un nome ha bisogno, quindi diciamo che si chiama Alessia.
Alessia è piccola, non arriva al metro e sessanta, e graziosa. Ha un seno piuttosto abbondante per la sua statura e un culo che ha semplicemente dell'incredibile, poi due occhi azzurissimi che cambiano colore in base alla luce del sole. Me ne sono innamorato appena l'ho vista e ho pensato "deve diventare la mia ragazza".
Signori, non potete immaginare la mia gioia durante il nostro primo bacio! Ma se siete qui, se avete cliccato su questo racconto, non vi interesse sapere del mio essere innamorato, quindi andiamo direttamente a quando la nostra coppia ha compiuto cinque anni.


Le cose non sarebbero potute andare meglio di così, eravamo al settimo cielo, ma soprattutto ero sorpreso nell'aver trovato una ragazza che potesse soddisfare a tutte le mie "esigenze" sessuali. Da che ho memoria sono sempre stato eccitato dal femdom e dallo schiavismo sessuale in generale. Fidanzandomi con Alessia, con quella sua aria da ragazza casa e chiesa, mai avrei potuto immaginare la rabbia con cui m'avrebbe calpestato, costretto a leccarle i piedi e le scarpe o "peggato" col suo bello strap-on (comprato ovviamente con i miei soldi).
Dopo quei cinque anni mai avrei pensato che le cose sarebbero potute andare addirittura meglio.


La mia ragazza ha sempre avuto l'abitudine di girare senza reggiseno: "Sono convinta che il reggiseno faccia cascare il seno" (se questo sia vero o meno non lo so, fatto sta che a 35 anni il suo seno sembra averne 22), questo ovviamente ha spesso attirato l'attenzione degli altri maschietti che incrociavano la sua strada, cui poco importava del fatto che Alessia stesse mano nella mano con me.


"Una cosa che amo di te..." mi dice un giorno lei "è che non ti sei mai ingelosito quando gli altri mi guardano. Coi miei ex era terribile, mi obbligavano sempre a coprirmi". Le sorrido, le faccio intendere che non ci sono problemi, le confesso: "Devo dirti, in realtà un po' mi eccita". Al ché lei mi guarda perplessa, quindi cerco subito di rettificare: "Aspetta, non mi sono spiegato, mi eccita pensare che sei così bella". Con senno di poi mi rendo conto quanto il cuckolding sia un tabù, non riuscivo a essere onesto neanche con la donna cui la sera prima avevo pulito le scarpe con la lingua, ma d'altronde a quel tempo non riuscivo ad essere onesto neanche con me stesso.


Un giorno Alessia cammina, come al solito, senza reggiseno. È piena estate, indossa un vestitino giallo canarino da cui s'intravedono i capezzoli (ma non l'aureola). Un uomo le passa vicino e le sorride, Alessia ricambia il sorriso.
Io guardo la scena e sgrano gli occhi, devo dire che mi ingelosisco. La mia ragazza se ne accorge, prova a giustificarsi: "è stato istintivo", ma sono troppo concentrato sui miei pantaloni per ascoltarla. Quel sorriso mi ha eccitato a dismisura. Non era la prima volta che accadeva, ma stavolta inizio ad intuirne il motivo. La mia mente viaggia, la immagino a letto con un altro, esploro quel senso di umiliazione che non so perché mi eccita così tanto. Mi sento nervoso, ma più la rabbia cresce più cresce l'erezione che ho nei pantaloni. Tocco il sedere di Alessia e così la tranquillizzo. Sussurro: "Sei bellissima, ovvio che tutti ti guardano".
Lei s'imbarazza un po' e mi dà un bacio sulla guancia.
"Però quel sorriso è chiaro, con quel tipo ci saresti stata" aggiungo io.
Lei non capisce, si morde il labbro: "Amore, che dici!".
"Dai, ammettilo, non c'è niente di male... La carne è carne".
"Uffa, che palle, sì, lo sai che mi fanno impazzire quelli così abbronzati".
"E che gli avresti fatto?" domando io.
Ora lei è allibita sul serio, non sa cosa dire.
"Dai amore, che gli avresti fatto?". Immagino la sua risposta: "Ma che dici, amore! Non avrei fatto nulla!", ma non lei è l'amore della mia vita, addirittura oggi credo che avrei dovuto confidarmi prima con lei.
Capisce al volo, sussurra: "L'avrei preso per mano e portato nel primo vicolo. L'avrei iniziato a baciare, gli avrei slacciato la cintura e gli avrei leccato il collo fino a farglielo venire duro. Poi mi sarei inginocchiata e gli avrei leccato il glande, come piace a te, fino a mettere tutto il suo cazzo in bocca e soffocarmici. L'avrei lasciato venire nella mia bocca, cosa che a te non lascio mai fare, poi l'avrei pulito e l'avrei ringraziato".
Torniamo a casa, scopiamo come mai prima d'ora.
Chiedo di venire con una semplice sega mentre continua a raccontarmi cosa avrebbe fatto al tipo di prima. Lei è divertita, lo è sempre quando è la mia padrona, mi fa scendere dal letto e dice: "Ora ti racconto, ma il tuo cazzo non lo voglio toccare, soprattutto se penso a quello degli altri...". Inizio a segarmi velocemente e vengo in un niente, nel racconto della mia fidanzata i due amanti ancora non s'erano spogliati. La ringrazio baciandole i piedi, come ogni volta che vengo da schiavo, poi Alessia mi ordina di pulire tutto lo "schifo che ho fatto", lecco le lenzuola fino a renderle cristalline, è una cosa che adoro.


"Amore" mi dice lei "Te lo chiedo ora che sei appena venuto, a mente fresca... Ti eccitano solo i racconti o... Anche la pratica?".
Ho paura, capisco che quella potrebbe essere una di quelle conversazioni che ti cambia la vita per sempre. Rifletto, ma non riesco a non dire: "Amore... Credo mi ecciti anche la pratica, sai?".
Alessia è contenta come non lo era da tanto. Una ragazza nata per farmi da padrona e io da schiavo.
"Sei sicuro, Gianluca?" mi chiede lei "Se si inizia è difficile tornare indietro... Forse è impossibile. Non posso smettere con uno schiocco di dita, ti rendi conto?".
Sì, eccome se me ne rendevo conto, ma non ho esitato a rispondere: "Va bene".
Il sorriso di Alessia, così bello e dolce, diventa quasi maligno. Glielo vedo spesso indossare, quel sorriso, quando mi fa da padrona: "Bene, allora è arrivato il momento di cercarsi un bel bull...".
Conosce tutti i termini, che abbia già avuto questa fantasia prima?
"Leccami i piedi mentre ti dico le regole". Sono ancora a terra, accanto al letto. Eseguo. "Allora, da oggi io posso scoparmi chi mi pare, mentre tu non devi neanche permetterti di guardare le altre ragazze. Devi sempre essere felice di me che scopo gli altri, devi sempre chiedermi come è andata. Devi aiutarmi a trovare i bull...".


Scusate signori se sono stato prolisso, però vi assicuro il prologo era necessario. Questa è la mia storia e vorrei raccontarvela per intero, vi dico solo che per amor di sintesi anche qui, in questo lunghissimo prologo, ho tralasciato numerosi dettagli. In verità ne abbiamo parlato più a lungo, la domanda "Non posso smettere con uno schiocco di dita, ti rendi conto?" mi ha fatto riflettere molto più del previsto. Ero molto insicuro, ma ad oggi fortunatamente tutte quelle insicurezze sono svanite, infatti sono qui, a parlarne apertamente con tutti voi.

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