Ormai da oltre un anno ricevo continuamente mail e contatti da parte di moltissimi feticisti di piedi e soprattutto di scarpe femminili calzate da maschi, e infatti nell’arco del tempo ho ricevuto in regalo una quantità di scarpe femminili di tutti i tipi: tacco 12, tacco 15, ballerine, decolleté, sandali… La maggior parte di loro mi chiede poi foto o video con ai piedi le scarpe regalatemi, cosa che mi piace fare e mi eccita. Pochi arrivano a un incontro, anche se effettivamente è accaduto ed è stato molto lussurioso sentirmi leccare e baciare i piedi mentre mi tolgono le scarpe con la bocca. Fatta questa premessa, tra le tante mail ne arriva una scritta molto bene, con fare gentile e compìto, segno di una buona cultura generale: mi piace confrontarmi con persone che abbiano padronanza della lingua italiana e che non si limitino a sciorinare unicamente le fantasie perverse delle quali vorrebbero farmi oggetto, in un italiano stentoreo e approssimativo.


Sostanzialmente, dopo essersi presentato come un professionista maturo e amante del fetish, mi propone un incontro meramente conoscitivo nel quale eventualmente decidere se passare alla fase successiva che comunque non lesina nel descrivere: ama scattare fotografie ai piedi calzati da scarpe eleganti, sexy, con tacco alto ma senza disdegnare le ballerine o le zeppe. Le scarpe le comprerebbe lui, a suo gusto, e io dovrei prestarmi a indossarle e farmi fotografare gambe e piedi per qualche ora. Nella mia risposta alla sua mail, gli chiedo se prevede una qualche implicazione sessuale e la risposta, molto esauriente sulle sue fantasie, mi mette al corrente che in effetti avrebbe piacere di strofinarmelo tra i piedi e di venirmi nelle scarpe che poi dovrei re indossare con il suo sperma all’interno. Ma questa è solo una delle fantasie, visto che sarebbe interessato anche a leccarmi scarpe e piedi mentre si masturba, per poi mettermelo in bocca e venirci dentro. Non fa alcun accenno a bondage, corde, bavagli o sevizie… semplicemente fetish e rapporti orali. Ne segue un fitto scambio di mail, nelle quali si discute di tutte queste fantasie e, visto che mi propone di incontrarci susseguentemente presso la sua abitazione, cerco di avere assicurazioni e certezze sulle solite problematiche di questo “mondo”, ossia serietà, fiducia e privacy, argomenti sui quali sembriamo essere sulla stessa linea.


Mi invia diverse foto delle scarpe che vorrebbe comprare e che poi mi regalerebbe, e devo dire che ha molto gusto e sicuramente anche soldi da spendere, visto che alcune sono Louboutin e costano un occhio della testa. Lascio a lui la scelta, anche se ribadisco che è fondamentale prima conoscerci di persona… così arriviamo a concordare un incontro per un aperitivo presso un centro commerciale.


Ci incontriamo verso le 12 presso EUROMA2, centro commerciale di Roma, in zona Laurentina: sui 60, un po’ di pancetta, ben vestito anzi direi elegante, visto che si presenta in giacca e cravatta, molto curato. Colto, livello economico elevato, ottimo conversatore ed estremamente spigliato nel parlare di determinate “fantasie”, e la cosa mi piace. Non emerge molto di più rispetto a ciò di cui abbiamo parlato via mail, ossia scarpe, piedi, feticismo e rapporti orali… Dopo un’ora buona di piacevole conversazione, e dopo avermi illustrato ampiamente che tipo di fotografie intende scattare, concordiamo di incontrarci a casa sua in data da decidere, comunque entro la settimana successiva. Abita in un condominio in zona Torrino, in un attico per la precisione, dove vive solo essendo divorziato da anni e del quale mi fornisce l’indirizzo; ci salutiamo con l’intesa di sentirci via mail per organizzare la cosa.


Mentre sono in macchina per tornare a casa, devo dire che il pensiero di questo prossimo incontro mi stuzzica parecchio… tra l’altro nel mio decorso “foot fetish” non avrei mai immaginato di indossare delle Louboutin. La cosa sembra eccitante.


Nei giorni seguenti scambiamo diverse altre mail per concordare l’appuntamento, finché la scelta converge su un sabato pomeriggio, intorno alle 17. Mi invita ad andare vestito comodo, in quanto vorrebbe che indossassi solo un accappatoio e le scarpe che mi prenderà, specificando che ne sta comprando tre paia del mio numero! In pratica sta spendendo oltre 1.500 euro in Louboutin e la cosa mi compiace alquanto, anche se mi sembra una vera esagerazione solo per fotografarle mentre le indosso e leccarmi i piedi quando me le sfila… ma ogni fantasia fetish è personale, e se genera il proprio piacere potendoselo permettere, ben venga.


Arriva il sabato… decido di mettere una tuta e un paio di Hogan, quindi mi metto in macchina verso le 16 e inizio questa avventura fetish inaspettata. Arrivo puntualissimo intorno alle 16:45… la zona e il palazzo sono molto eleganti, uno di quei condomini dove l’attico è dotato anche di piscina privata, abitato da molti calciatori e da gente evidentemente danarosa. Parcheggiata la macchina gli mando una mail per avvertirlo di essere arrivato e sapere a chi citofonare: risponde quasi istantaneamente dandomi il codice del citofono elettronico… compongo la chiamata, alquanto eccitato e, non appena il portoncino si apre entro e cerco l’ascensore nell’enorme atrio di ingresso. Spingo il tasto dell’ultimo piano e aspetto che l’ascensore salga, sentendo l’eccitazione scendere tra le gambe a rendermelo alquanto duro.


Ci siamo. Esco dall’ascensore e nel “pianerottolo” grande come il mio appartamento, c’è una sola porta! Mentre mi avvio si socchiude per poi aprirsi: mi accoglie in maniera molto affabile, stavolta vestito in modo molto più sportivo: “Ciao. Benvenuto… vieni, accomodati…” – “Grazie. Come stai?” – “Non ti nascondo di essere molto eccitato”, mi dice mentre mi fa strada nell’appartamento… enorme! Arredato con molto gusto, parquet in ciliegio nel salone, libreria a tutto muro, due corridoi di servizio e delle vetrate enormi che lasciano intravedere il terrazzo con, ovviamente come immaginavo, la piscina. Tre divani in alcantara costituiscono una sorta di ferro di cavallo di fronte ad un tavolo basso, mentre un televisore modello cinema fa bella mostra su una parete laterale. “Complimenti, bellissima casa da quello che vedo…”, frase scontatissima ma inevitabile.


“Sarebbe anche troppo grande essendo solo, ma sono abituato ai miei spazi. Vedo che mi hai dato retta e sei venuto comodo. Hai fatto bene…” – “Si, in effetti ho pensato che tanto non avrebbe avuto senso mettere altro, considerando come intendiamo passare il pomeriggio” – “Giusto… Infatti ho preparato un accappatoio bianco, uno blu e uno arancio, ovviamente nuovi” – “Come mai questa fantasia dell’accappatoio?” – “Non saprei esattamente, ma nel mio immaginario è sempre stato presente, così avendone l’occasione l’ho colta” – “Non fa una piega. Se ti eccita…” – “Sarò anche io in accappatoio, ti dispiace?” – “No, assolutamente, perché mai?” – “Chiedo per correttezza” – “Lo apprezzo. Ma tanto, accappatoio o altro, me lo farai comunque succhiare, quindi l’abbigliamento è relativo. Se ti piace così non c’è problema”… C’è un attimo di silenzio poi, mentre mi invita a uscire in terrazzo per bere qualcosa e rompere il ghiaccio, mi chiede: “Hai problemi, nel caso, a ingoiare? Ho anche la certificazione, essendo donatore AVIS…” – “Vuoi che ingoi?” – “Si, mi ha sempre eccitato vederlo fare e mettere insieme queste due fantasie mi aggrada molto… Ma se non vuoi non c’è problema” – “Tu fai ciò che ti senti, senza impedimenti. Nel caso non abbia voglia di ingoiare lo toglierò dalla bocca. Se mi eccito abbastanza sarai soddisfatto, vedrai…” – “Mi sembra equo. Ok. Sediamoci, beviamo qualcosa prima. Poi non so, vuoi fare una doccia?” – “L’ho fatta prima di uscire di casa, magari mi do una rinfrescata prima di mettere l’accappatoio. Ma vuoi che resti nudo sotto?” – “Si, lo preferirei…” – “Bene, non c’è problema”.


Ci sediamo in terrazzo, a bordo piscina, ad un tavolo in legno massiccio sul quale c’è un vassoio con degli aperitivi ancora da aprire e dei bicchieri. Mentre beviamo parlando del più e del meno, lo sguardo mi cade sulla sua patta, che mostra un enorme rigonfiamento: ce l’ha già duro come una pietra e, sinceramente, anche io continuo ad avercelo duro. “Allora… le scarpe sono arrivate?” – “Oh, sì! Tre paia di favolose Louboutin… Non ho ancora aperto le scatole. Aspetta, vado a prenderle così le apriamo”. Si alza e rientra in casa, dirigendosi verso il corridoio di disimpegno, per tornarne pochi istanti dopo con tre scatole: mentre le poggia sul tavolo gli brillano gli occhi di eccitazione e questo mi fa riflettere sul potere delle fantasie sessuali sui comportamenti di una persona...


Apre la prima scatola e ne tira fuori il modello “Iriza” (per gli amici fetish che conoscono), nere… bellissime. Poi è la volta del modello “So Kate”, bianche ed estremamente sexy; finale con il modello “Arkendisc”, sandali aperti grigi, molto particolari. Avrà speso almeno 1600 euro! Da matti. “Sono veramente bellissime e sexy, conosco bene Louboutin e avrai speso un occhio della testa!” – “I soldi non sono un problema per me, faccio una vita molto semplice e non ho vizi dispendiosi. Questo me lo posso concedere, mi mancava la complicità di chi mi assecondasse in questi giochi…” – “Non credo sia difficile trovare una donna che si presti a questo livello…” – “Ma io non cercavo una donna, cercavo un uomo, la mia fantasia è questa” – “Ah, capisco…” – “E trovare già un uomo che si presti a questo non è proprio semplice, trovarlo poi con piedi adatti è quasi impossibile. Per questo ti ho contattato dopo aver visto le foto e i vari video”.


Dopo aver ammirato e commentato la manifattura delle scarpe, è tempo di iniziare i “giochi”… “Che dici, vogliamo procedere? Mentre ti prepari io porto le scarpe in sala. Vorrei riprendere la cosa, ti dispiace?” – “No, fai pure. Dov’è che mi posso spogliare?” – “In fondo al corridoio di sinistra c’è il bagno. Ti ho lasciato l’occorrente. Metti l’accappatoio bianco” – “Va bene. Vado”.


Si comincia!

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