Questo è il mio nuovo racconto. È completamente diverso dai precedenti (che prima o poi ricaricherò, dato che si sono perse alcune parti), infatti è una storia non solo inventata, ma irreale e surreale. L’ho scritto pensando a voi. Voi che mandate piselli per messaggio credendo che ci piacciano, vi sentite forti, autoritari. E magari avete mogli e fidanzate a cui piacerebbe rivivere le calde esperienze passate e che sono ormai costrette alla castità, povere loro. Buona lettura.


 


Stavamo scopando sul suo letto e, come da due mesi a questa parte, io stavo a pecorina con la faccia premuta sul cuscino, le braccia dietro la schiena mentre lui mi teneva stretti i polsi. Il sesso con Luca era esaltante. Anzi, è esaltante, dato che lo facciamo ancora, ma in un modo diverso. Ci siamo conosciuti per caso, non vi racconterò tutta la storia, ma vi basti sapere che poco dopo averci scambiato i numeri di cellulare, abbiamo fatto l’amore. E poi ancora e ancora. Ormai sono due anni che ci frequentiamo e io ho sempre desiderato di impegnarmi con lui più seriamente. Siamo in sintonia, viaggiamo sulla stessa lunghezza d’onda, dopo tutto questo tempo la passione non è svanita, ma, non so perché, ci consideriamo ancora amici. Per essere più chiari, diciamo trombamici. Stiamo spesso insieme e facciamo sesso anche tre volte a settimana. Quello che mi fa impazzire è che Luca non cade mai nel banale. Possiamo fare l’amore per settimane in una posizione, perché magari la troviamo comoda e stimolante, e quando meno me lo aspetto, ecco che le sue mani mi srotolano letteralmente sul letto e ci ritroviamo, selvaggi e sudati a regalarci altro piacere. Mi piacerebbe molto averlo tutto per me, devo solo trovare il coraggio di parlarci chiaramente.


Come vi dicevo, era ormai un po’ di tempo che lo facevamo così: io completamente a pancia in giù, mentre lui mi sbatteva da dietro. A Luca sono sempre piaciute le posizioni che gli conferivano padronanza e a me sicuramente non dispiaceva. Luca è ben dotato, ha un pene, secondo me, perfetto. Non troppo grosso che faccia fatica a entrare, ma quanto basta per dare farti mordere il labbro mentre lo senti dentro. Ovviamente ormai mi sono abituata, ma vi giuro che è sempre come la prima volta. Forse perché nutro forti sentimenti verso di lui.


Ero prossima all’orgasmo, avrei voluto distendere le braccia e stringere coperte e cuscini, ma erano bloccate dalla sua forte stretta. Si accorse che stavo tendendo le braccia, lui le strinse più forte e prese a sbattermi con foga.


- AH! AH! AH! AH! - Urlavo con voce acuta. Le mie piccole grida di piacere si intervallavano ai colpi sordi delle sue anche con le mie natiche.


Ero nella parte dell’universo dove si trovano tutti quelli che stanno avendo un orgasmo, non sentivo più neanche i suoni che mi uscivano dalla bocca, ma captai chiaramente la voce di Luca: - Te lo metto nel culo. –


“Cosa?” Pensai. “Lui sa che non mi piace. Sa che mi fa male da matti.”


Non ho mai avuto problemi con il sesso anale, lo avevamo fatto più volte, ma aveva capito che a me non piace farlo. Non ci provo piacere. Inoltre, come vi ho detto, il suo pene non è piccolo, certo, non è Rocco Siffredi, rientra sicuramente nella media, ma già lo sento bene nella passera, figuriamoci nel sedere.


Mi colse di sorpresa. Riuscii solo a emettere un flebile: - Noooh… -


Sentii sfilare il pisello da dentro di me, mi tremarono le gambe, probabilmente era un altro orgasmo, ma non me lo godei come avrei voluto. Tornai di botto nella realtà. Di notte, sul letto del mio trombamico.


“Mi sta per inculare”


Cercai di stendere le braccia, mi divincolai, ondeggiavo a destra e sinistra per cercare di perdere l’equilibrio e rovesciarci sul letto. Fu inutile. Non avevo forza. Probabilmente lui neanche si accorse di ciò. Invece di rilassare l’ano e tentare di soffrire il meno possibile, feci un errore. Cominciai a scalciare. Non so cosa mi prese. Sollevai prima il polpaccio sinistro, poi quello destro, sempre più velocemente. Di questo Luca si accorse, ne sono sicura. E, conoscendolo, un gesto del genere lo fece eccitare da matti.


Pagai l’errore a caro prezzo, quella a perdere l’equilibrio fui io, e finii completamente prona sul letto. Ora avevo Luca ben adagiato sopra le mie cosce, praticamente seduto, e continuava a stringermi i polsi, che iniziavano a dolermi.


- Luca, dai non mi va… - Dissi a voce bassa.


- Piccola, ci sono quasi, vedrai che non senti niente. – Cercò di rassicurarmi.


Vedevo nella mia testa il pisello di Luca, gonfio, grosso, già dopo aver scopato per mezz’ora, pronto a entrare dalla parte sbagliata.


Sentii prima tastarmi il sedere con la mano, poi divaricarmi leggermente le natiche.


“Eccolo” mi preoccupai. Cercai di rilassarmi il più possibile.


Il pisello cominciò a farsi strada tra la pelle delle chiappe e centrò l’obiettivo praticamente nell’immediato. Lo sentii premermi contro. Iniziò ad allargare l’ano e faceva un male tremendo. Morsi il cuscino sotto di me e soffocai un urlo: - MMMMMMM!!!!! –


Bruciava tutto. Ovviamente senza preservativo e senza lubrificante.


“Che cogliona che sono” rimuginai.


- La punta è entrata. – Mi avvisò.


Non ci feci nemmeno caso. Ti rispondo ora Luca: che cazzo vuoi che me ne freghi? Mi stavi allargando il culo fino a spezzarlo.


Ormai era tutto dentro e Luca aveva cominciato a fare avanti e indietro. La pelle del pisello strusciava contro la carne dell’ano, il dolore partiva da lì e mi rimbalzava nelle tempie. Non ce la feci più. Iniziai a scalciare con i polpacci, che erano gli unici organi liberi di movimento. Smisi di mordere il cuscino e liberai urla liberatorie: - AHIA!! BASTA! BASTA! –


Continuai a urlare mentre Luca mi scopava il culo allo stesso ritmo di come mi sbatteva la passera fino a un attimo prima. Non saprei dire quanto tempo durò quello strazio. Distinguevo solo i grugniti e l’affanno di Luca, che erano diventati più forti. Il suo ventre colpiva le mie natiche - CIAF, CIAF, CIAF, CIAF -  il letto cigolava e la spalliera sbatteva sul muro – TUM, TUM, TUM, TUM


Ogni volta che sembrava rallentare, Luca mi assestava un sonoro schiaffo su una chiappa, per poi riprendere il ritmo iniziale. Questo mi eccitava da matti. Dopo la terza o forse la quarta sculacciata, un brivido di adrenalina mi attraversò la colonna vertebrale.


- Sculacciami ancora! – Squittii tra un gemito e l’altro.


CIAF!


- AH -


Sentii l’ano dilatare e il pisello farsi forza con più facilità.


CIAF! CIAF! CIAF!


Mi assestò tre sculacciate.


Il senso di sottomissione che mi circondava sparì, il dolore tacque. Mi sentii donna come poche volta prima d’allora.


Luca mollò dalla presa i miei polsi. Ci spostammo leggermente come un tutt’uno. Con le braccia libere potei cambiare quella ormai scomoda posizione, allungai gli avambracci e mi sollevai a pecorina. Iniziai a muovermi ritmicamente insieme a luca, schiaffeggiando il suo ventre col mio culo. Mi spostai i capelli leggermente.


- Scopami più forte. – Ordinai


Luca non se lo fece ripetere, mi afferrò per i fianchi e aumentò il ritmo. Ripensandoci ora, i vicini devono aver assistito a un vero film porno. Il letto restava in piedi per miracolo, lui grugniva come un maiale e io squittivo, miagolavo, ululavo e gridavo come probabilmente non avevo mai fatto.


- Ti piace essere inculata, allora. – Ansimò.


- Oooh! Ah! Ah! Ah! Sì! Sì! Sfondami il culo! – Gridavo.


Sentivo i nostri corpi schioccare. La spalliera del letto colpiva il muro, probabilmetne rovinandolo. Le cambe del letto cigolavano. Quello era il rumore del sesso.


Sembrava impossibile, ma Luca prese ad aumentare ancora il ritmo. Il cazzo usciva e rientrava dal mio ano, che si chiudeva leggermente ogni secondo per riaprirsi subito dopo ed essere riempito.


Capii quelli erano gli ultimi colpi.


- Oh sì! Sì! Vengooooh!! – Esclamò Luca.


 Sentii quella sensazione di caldo. Quella che provi qunado il suo pisello è nella tua bocca, o nella tua vagina, o, come in questo caso, nel tuo culo e i primi raggi di sperma riempono le tue cavità corporee.


Mi aveva sborrato nel culo.


 Luca, evidentemente non contento, mi sculacciò una volta prima di sfilare l’uccello. Crollai sul letto a quattro di spade e adagiai la testa sul cuscino fradicio di sudore che stavo mordendo fino a un attimo prima.


- Stanotte dormo qui. Portami una tachipirina, che se no non chiudo occhio. - Ordinai a Luca. Il culo mi bruciava come mai prima d’allora. Sentivo l’ano richiudersi piano piano, con calma, e lo sperma caldo e bagnato che scendeva fuori, accarezzandomi la passera e le cosce.


Il mattino dopo mi svegliai non troppo presto. Probabilmente se Luca non ci fosse andato giù così pesante, avremmo rifatto sesso. Mi destai con un certo malumore, non andava per niente bene che lui facesse il suo comodo come e quando gli pareva, ma forse dentro di me (molto dentro di me) mi piaceva la sua arroganza e la sua intraprendenza. Dopotutto è proprio quello di cui parlavo all’inizio. Tutto sembra come sempre e poi Luca fa qualcosa di inaspettato che mi fa dire “chi altro al mondo può fare cose del genere?”. Con lui non sai mai se, una volta tornata casa, dovrai metterti la borsa del ghiaccio in mezzo alle gambe o se dovrai stare sotto la doccia venti minuti a toglierti lo sperma dai capelli.


In ogni caso, da quel giorno il mio didietro venne richiesto più volte. Non so come mai, in due anni aveva toccato pochissimo l’argomento, mentre ora sembrava essere necessario ogni volta. La cosa stava diventando insostenibile. Non ce la facevo proprio più. Mi mancava il classico sesso.


Finché un giorno toccai veramente il fondo e decisi dentro di me, che quella storia non poteva continuare ad andare avanti.


Il prologo è esattamente come quello che vi ho raccontato poco fa. Luca prese a scoparmi violentemente il culo mentre mi stuzzicava la passera con una dito. Colsi l’affanno e l’aumento della frequenza dei colpi contro il mio sedere e mi preparavo a raccogliere per l’ennesima volta il suo sperma dentro di me. Ma non fu così. Sentii afferrarmi i capelli, capii che voleva finirmi in bocca. Eccola, di nuovo la novità. Ma non era una novità, l’avevo fatto un sacco di volte. Ci piaceva molto il sesso orale. Riuscivo a prenderglielo tutto in bocca, il glande mi sfiorava la trachea e l’esofago.


Cominciai a succhiargli il pisello che era grosso e gonfio, mi aspettavo un’inondazione di sperma da un momento all’altro. Non realizzai subito. Il pene, fino a un attimo prima, era stato nel mio sedere e non glie l’avevo mai preso in bocca dopo il sesso anale. Nei film porno probabilmente non ci sono problemi, le attrici si svuotano ben bene. Ma noi non siamo attori. Sentii in bocca un forte sapore di m***a. Mi vennero i conati. Mi allontanai di colpo, ma, ovviamente, la sua mano era lì, pronta a bloccarmi la testa.


- AAAaaah…. OOoooh… - Sentii bene il godimento di Luca mentre mi sborrava in bocca. L’unica cosa che potevo fare era spalancare la bocca per evitare di toccare il pisello con le papille gustative. Chiusi gli occhi. La saliva e lo sperma mi colarono per tutto il mento, fino ad arrivare al seno. Per fortuna durò poco.


Mi detti giusto una sciacquata veloce al viso, dopodiché raccolsi le mie cose e me ne tornai a casa senza salutare. Era troppo.


Quella notte dormii male. Sognai cose strane, Mi ricordo che mi svegliai piena di brividi, come se avessi avuto la febbre. Decisi, durante uno dei tanti risvegli notturni, che la mattina non sarei andata al lavoro. Alle sette suonò comunque la sveglia e io ero distrutta. Pensavo di essermi ammalata, probabilmente avevo preso freddo, ma non mi importava capire, l’unica cosa importante era rimanere a letto. In più, ancora mi bruciava la vagina dal giorno precedente. Era strano, perché Luca non ci aveva insistito troppo in quel punto. Anzi, quasi per niente.


Mi alzai, barcollavo, non riuscivo a camminare dritta. Dovetti appoggiarmi ogni due passi a una sedia o a un mobile. Riuscii ad arrivare al bagno sana e salva. Entrai, non avevo bisogno di accendere la luce, il sole illuminava bene tutta la stanza, arrivai al lavandino, alzai gli occhi allo specchio e schizzai all’indietro, sbattendo contro il muro. Allo specchio non c’ero io. I capelli slegati erano come il giorno precedente, ma il viso no. Mi toccai il viso, tastai il naso, le orecchie, le labbra. Mi fissai allo specchio per quasi un’ora, non capivo. I lineamenti non erano più i miei. Poco dopo notai anche che il mio specchio era più basso rispetto al solito. Tutti i movimenti che facevo, nella mia casa, erano completamente scoordinati e questo era privo di senso. Corsi nella mia stanza, dove ho uno specchio intero. Rimasi a bocca aperta. Il pigiama che indossavo mi arrivava a metà degli avambracci e dei polpacci. Anche lo specchio a muro mi sembrava più piccolo, dato che la mia immagine non ci entrava quasi più. Ma la cosa più spaventosa era che quella allo specchio non ero io.


Da più di un’ora mi stavo massacrando di pizzichi, morsi e altre piccole torture per cercare di svegliarmi. Ma niente, quello era il mondo reale. Mi tolsi il sopra del pigiama. Mi venne da piangere. Il seno non c’era più. Al suo posto due capezzoli normalissimi erano incollati su un piatto petto. Tolsi, con le lacrime agli occhi, anche i pantaloncini da notte. Le mutandine rosa che avevo indosso erano deformate e tirate, dallo specchio si vedeva un bozzo dentro di esse. Andai al bagno e vomitai. Quello che si potrebbe leggere solo in un libro o vedere al cinema, era successo a me nella vita reale.


Mi ero trasformata in un uomo.

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