Per diverso tempo proseguono con le sevizie, avendo riacceso lo stimolatore elettrico mi arrivano scosse intervallate a caso, bacchettate sulle piante dei piedi e sui capezzoli morsettati, pratica che eccita molto lei, mentre lui credo che non veda l’ora di mettermelo dentro la bocca, a giudicare da come si masturba.
Poi si fermano, al comando di lei… “Prendi il narcotico, addormentiamolo ora…” Lui apre un cassetto e ne estrae una boccetta con un panno bianco che imbeve per bene: “Ti leghiamo in un altro modo caro, se ora dormi è meglio… al risveglio ci divertiremo molto”. Mi preme il panno sulla bocca serrata dal bavaglio e sul naso: l’odore intenso del narcotico mi stordisce subito e in pochi istanti perdo conoscenza.
Non so quanto tempo sia passato, ma quando riprendo lentamente i sensi mi rendo pian piano conto della situazione: i polsi sono legati uniti e tirati verso la base del letto e anche le braccia sono ben legate, unite sopra e sotto i gomiti; sono praticamente sulle ginocchia, le gambe larghe con l’addome rialzato da una sorta di cuscino a cubo e le braccia che mi passano sotto la pancia; le caviglie sono legate ai lati del letto, mentre le gambe, sopra le ginocchia, sono tirate verso la testiera. Ho un cappio attorno al collo, ancora non fissato, e ovviamente un dildo ben piantato nel culo, con testicoli e pene legati molto strettamente, coadiuvati da un vibrostimolatore applicato alla sacca scrotale e alla base del pene. Mi hanno messo un bavaglio ad anello molto grande, ho la bocca spalancate da non poter articolare suoni, nonché una quantità di saliva che ne fuoriesce copiosamente.
Con la coda dell’occhio vedo lei che indossa un dildo, uno strap-on, di dimensioni ragguardevoli e inizio ad immaginare cosa mi aspetta: “Caro, ora ti scopo per bene, mentre mio marito si soddisfa con la tua bocca… non agitarti troppo, perché ora ti blocco il collo e se ti muovi troppo potresti strangolarti. Fai il bravo e andrà tutto bene…” Sento la corda intorno al collo stringersi mentre la tira indietro per bloccarla alle corde che mi avvolgono il petto e scendono tra le gambe: sono costretto ad alzare la testa e inarcarmi all’indietro. Lei si posiziona sul letto dietro di me, mentre il marito si siede proprio davanti al mio viso, con il pene eretto in mano… mi infila due dita in bocca, attraverso l’anello, mi palpa la lingua mentre sento che lei mi sfila il plug anale e con le dita mi allarga le natiche. Sono praticamente incaprettato e a bocca spalancata. Il dildo dello strap-on inizia a farsi strada e a penetrarmi mentre guardo lui che si scopre il glande, con uno sguardo infoiato di chi sta facendo qualcosa che ha sempre desiderato… me lo spinge dentro la bocca attraverso l’anello e al contempo lo sento emettere un respiro eccitato di piacere. A questo punto lei spinge il dildo dentro con forza, avrei voluto urlare ma il bavaglio e il pene del marito che ho in bocca me lo impediscono: “Stai riprendendo vero?” dice lui alla moglie… “Certo… così potremo rivedere tutto”, risponde lei mentre mi scopa sempre con più forza. Lui alterna la penetrazione profonda fino alla mia gola allo strofinarmelo sulle labbra, ricoperto della mia saliva e dei suoi umori spermatici…
“Quando ti avrò ben riempito la bocca di sperma, te la tapperò, così potrai ingoiare e assaporare tutto, senza perderne una goccia…” Lei mi prende in mano il pene da sotto le gambe, sempre continuando a scoparmi, e me lo strizza con sadicità estrema, essendo anche legato e con i testicoli tirati dalle corde. Il dolore si fonde con il piacere mentre mi strofina il glande con le dita guantate di raso. Il cappio intorno al collo si tende sempre di più e inizia a togliermi il respiro.
“Non sarà legato troppo stretto?” domanda lui… “No, anzi… io lo legherei ancora più stretto” risponde lei mentre mi porta a un passo dall’orgasmo, per poi negarmelo.
“Sto per venirgli in bocca…” – “Di già? Ma dai resisti, goditi la sua bocca ancora un po’, no? Vuoi già venire?” – “Sono troppo eccitato, non so per quanto resisterò…” – “Allora levaglielo dalla bocca e frustalo… gambe, schiena, piedi…” – “Giusto… buona idea”. La situazione è irreale, continuo a pensare che è un incubo e che prima o poi mi sveglierò… ma arriva la prima frustata sulle piante dei piedi: il cappio mi stringe il collo, cerco quindi di ripiegarmi ancora di più all’indietro, quando arriva la seconda frustata, sulla schiena… poi una terza, poi nuovamente sui piedi… Il dolore mi fa diventare il pene di marmo e lei ne approfitta subito per tirarlo verso il ventre e prendermi il glande tra le dita.
“Cazzo a guardarlo così legato mentre tu lo inculi e io lo frusto, rischio di venire ugualmente…” – “Allora continua a scopartelo in bocca e affogalo di sperma, non sprecarlo”. Si siede di nuovo davanti alla mia faccia e me lo infila tutto dentro la bocca, fino alla gola. Emetto dei conati, ma lui continua… il suono della mia bocca piena del suo membro lo gratifica… “Quando stai per venire dimmelo, voglio vedere mentre gli riempi la bocca…” Il piacere di lei sta tutto nel torturarmi e nel vedere il marito scoparmi in bocca, la cosa strana è che non cerca appagamento sessuale se non nel guardarmi subire le sevizie.
“Vieni, sto per venire…” le dice lui, iniziando ad affondare e mantenere il pene nella mia bocca con forza: lei prende una videocamera staccandola dal cavalletto e si avvicina al letto, riprendendo in primo piano il mio viso e la mia bocca riempita dal pene del marito. Lo vedo inarcarsi e sento il suo pene fiottarmi in bocca, ha un orgasmo incontenibile che la dice lunga su quanto avesse fantasticato questa situazione. Lo sperma che mi invade il palato e la gola è talmente tanto da fuoriuscire dal bavaglio e colarmi sul mento da entrambi i lati… “Ingoia… ingoia tutto” come se potessi fare altrimenti, visto che il pene è ancora tutto nella mia bocca. Lo sento lentamente diminuire di turgidità… me lo sfila dal bavaglio ma lei non mi da tempo neanche di prendere fiato che mi riempie la bocca con una palla di spugna, attraverso l’anello del bavaglio, per poi sigillarmela con del nastro adesivo.
“Molto bene caro… così devi ingoiare per forza…” Mi lasciano legato sul letto mentre si allontanano dalla camera, chiudendo la porta.
Ritornano dopo una mezzora… lui prende nuovamente il panno e lo bagna con il narcotico: “Ti addormento, così ti prepariamo per la notte” – “Ti legheremo di sotto, c’è una bella sedia preparata apposta per te, dotata di tutti i comfort… ti piacerà, vedrai” Mi preme il panno sul viso, con forza… pochi istanti e si fa tutto buio.