Dopo lo stupro dell’imprenditore serbo Francesca ricevette un cospicuo assegno sul conto corrente, segno che Monica era a conoscenza di quello che sarebbe avvenuto quella sera.
Francesca era stata parecchio traumatizzata dalla violenza che aveva subito, infatt quel fatto come uno stupro vero e proprio, come una violazione della sua sfera intima, senza nessun rispetto dei suoi sentimenti e delle sue emozioni, era stata trattata solo come una bestia che serviva a dare piacere.
Nei giorni seguenti i suoi amici la vedevano sempre più strana, triste, taciturna e cominciarono a capire che qualcosa non andava, dopo un po’ riuscì ad aprirsi raccontando quello che era successo. Venne così a sapere che Monica era figlia di un grosso imprenditore romano, che gestiva un grosso giro di escort per clienti con gusti particolari e adescava soprattutto ingenue ragazze della provincia, che vedeva non essere a suo agio nella grande città e che quindi risultavano essere facili prede per i suoi loschi fini. Venne sconsigliata dal denunciarla, dato che la pletora di avvocati che avrebbe potuto mettere in campo erano in grado di distruggerla moralmente, nell’immagine pubblica e nella carriera universitaria.
Francesca si sentiva sempre più devastata, decise quindi di ricorrere a uno psicologo, ma neanche questo ebbe grandi effetti e soprattutto provava un eccitazione sessuale ogni volta che vedeva il collare con cui il serbo l’aveva violentata.
Incuriosita di queste cose inizia a navigare in siti bdsm, a leggere racconti erotici di dominazione e sottomissione e capisce piano piano quella che è sua la vera natura, la sua vera indole, la sua vera identità quella della sottomessa.
Decide quindi di ricontattare Monica, dicendole che era devastata da quanto era successo quella sera, ma dopo lunga riflessione aveva capito quella che era la sua natura: quella di essere una schiava e soprattutto non voleva continuare a pesare sui suoi genitori per continuare a mantenersi gli studi.
Le dice di essere stata molto scioccata dopo quello che era successo quella sera con l’imprenditore serbo, ma dopo attenta e ponderata riflessione aveva capito quella che era la sua vera natura quella della schiava e sottomessa, oltre al fatto che aveva bisogno di soldi per non pesare sulla famiglia.
Monica affermò che sapeva che sarebbe tornata, che la sua natura di sottomessa l’aveva vista fin da subito, le disse anche che aveva una grossa opportunità che faceva al suo scopo. Un grosso miliardario voleva una nuova schiava inesperta, giovane, con grande indole di schiava e sottomessa ed era disposto a pagarla molto bene, se fosse stata d’accordo avrebbe organizzato un incontro.
Monica le ordinò di venire con una minigonna sopra le ginocchia e che l’incontro sarebbe avvenuto il pomeriggio del giorno dopo all’ora dell’aperitivo in un famoso locale milanese.
Il giorno dopo Francesca arrivò nel locale, Marco l’uomo che Monica le aveva proposto come padrone si sedette di fronte a lei, mentre Monica si sedette in fianco.
Marco disse:” è questa la candidata a diventare una mia schiava?”
Monica rispose:” si è lei”
Marco:” alza la gonna e allarga le gambe.”
Francesca:” Va bene, lo faccio subito.” Prontamente Francesca allargò le cosce
Marco allora chiamò il cameriere e disse:” tre spritz con il campari.”
Francesca si sentì terribilmente imbarazzata dal fatto che il cameriere vedeva che aveva la gonna alzata e le gambe aperte, anche se probabilmente Marco era un abituale frequentatore del locale ed era abituato a dare di questi spettacoli.
Marco:” togliti le mutandine!”
Francesca era visibilmente imbarazzata, non riusciva a trovare il coraggio per farlo e fissò sia Marco che Monica negli occhi.
Marco:” togliti me mutandine!”
Francesca vistasi con le spalle al muro disse:” va bene”. Piano piano cominciò a togliersi le mutandine fino a prenderle in mano.
Marco:” metti le mutandine sopra il tavolo.”
Francesca:” va bene.” Molto lentamente mise le mutandine sopra il tavolo.
Marco annusò le mutandine e disse:” allarga le gambe.”
Anche questa volta Francesca titubò un po’, ma poi allargò le cosce, nel momento esatto in cui il cameriere stava portando gli aperitivi.
Marco disse a Monica:” metti una mano in mezzo alle cosce di Francesca!”
Francesca era visibilmente imbarazzata e mentre Monica le stava mettendo le mani in mezzo alle cosce chiuse le gambe.
Marco allora disse di nuovo:” allarga le cosce.”
Francesca allora allargò le cosce e Monica le mise una mano tra le gambe titillandole energicamente il clitoride.
Marco disse allora:” Monica fammi sentire l’odore degli umori di Francesca.”
Monica:” va bene subito.” Monica sporse allora la mano a Marco per fargli sentire l’odore degli umori di Francesca.
Marco:” Francesca mostrami le tette.”
Francesca:” va bene.” Francesca si tolse la camicetta fino a rimanere in reggiseno.
Marco:” mostrami le tette, non il reggiseno ho detto.”
Francesca.” Va bene.” Allora Francesca si tolse il reggiseno mostrando le tette a Marco e Monica.
Marcò chiamò allora il cameriere e gli chiese.” Ti piacciono le tette di Francesca?”
“Si sono bellissime.” Disse il ragazzo
Marco:” e come fai a dirlo, toccagli le tette e poi dai un giudizio.”
Il ragazzo allora palpò timidamente le tette di Francesca, ma anche questo all’uomo non bastò.
Marco:” sei timido, tocca, più energicamente.”
Il ragazzo allora palpò le tette più energicamente e Francesca si eccitò visibilmente dando spettacolo e i suoi capezzoli diventarono dritti.
Monica allora disse:” hai passato l’esame sei la nuova schiava di Marco, da oggi la tua vità cambierà.”
Marco disse:” certo che si, avrai un appartamento tutto per te in centro a Milano, ma dovrai essere completamente a mia disposizione.”
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