I giorni passavano apparentemente come se nulla fosse, ma sia io che mio marito sapevamo di avere una scadenza.
Se entro 30 giorni lui non mi avesse messo al piede la cavigliera, consegnadomi di fatto al suo amico sarebbe scattata una modalità di gioco che Daniele aveva sconsigliato di sperimentare. Quella minaccia velata sapeva di cose molto porche e umiliazioni forse irreversibili per mio marito. Da parte mia non dicevo niente, ma questo pensiero mi faceva bagnare di continuo la fica. Un paio di volte mio marito aveva provato ad avvicinarsi, ma lo avevo respinto dicendo che non mi andava, mostrandomi seccata e delusa. Il cornuto fingeva indifferenza ma dentro di sé conosceva benissimo sia il motivo del mio rifiuto che quello della mia delusione. Sapeva anche che era meglio non disobbedire a Daniele e con l’ avvicinarsi della data fatidica era diventato nervoso e sempre meno sicuro di sé.
Era il ventottesimo giorno da quella famosa notte e dopo la mia prima richiesta del giorno dopo non mi ero mai azzardata a domandare della cavigliera. Sotto sotto una parte di me avrebbe desiderato che i fatidici trenta giorni passassero, per vedere cosa mi avrebbe fatto Daniele, ma ero sicura che Marco avrebbe fatto qualcosa prima.
E infatti non mi sbagliavo, proprio quella sera a cena mi guardò e disse:
- Amore ricordi la cosa della cavigliera
- Certo- risposi
- Ho pensato che chiamerò Daniele e gli dirò che non vogliamo più giocare! Questa cosa rischia di rovinare il nostro rapporto.
- Non vuoi più giocare? Chiamalo e diglielo...
- Bene lo farò subito.
Prese il telefono e chiamò Daniele:
- Ciao Daniele, senti a proposito del tuo gioco depravato, noi non vogliamo farlo più. Anzi io credo che a questo punto è meglio se per un po’ non ci sentiamo..
Senza attendere una replica attaccò.
Passarono pochi minuti e il mio telefono squillò:
Eccolo che prova a chiamare te quello stronzo… digli di andare al diavolo e basta!- tuonò mio marito infuriato.
Feci un bel respiro e risposi. Mio marito sentiva solo le mie frasi, ma la conversazione gli fu sempre più chiara:
- Ciao, si ho sentito… no, è lui… si ha fatto tutto da solo….ma certo che ti amo, è solo un cornuto…. certo padrone, provvedo subito non ti arrabbiare con me… sì poi dormiamo insieme.... si una lezione di quelle che ricorderà...certo padrone, farò tutto quello che mi ordinerai...se vuoi lo lascio anche adesso...sì te lo passo.
E nel dire questo porsi la cornetta a mio marito che aveva un'espressione incredula, molto preoccupata. Sapeva di non avere alcun potere su di me e così, dopo aver attaccato, per evitare guai ulteriori andò a prendere la cavigliera e me la allacciò. Mi trasformai all’istante:
- Brutto cornuto del cazzo, mi hai fatto litigare con il mio padrone! Adesso questa cavigliera la tengo una settimana, ti faccio diventare il cornuto del paese!
Ero arrabbiata soprattutto perché aveva fatto passare così tanti giorni prima di rimetterla e volevo fargliela pagare. Poi mi calmai e mi resi conto di essere finalmente nella condizione che desideravo segretamente da quasi un mese, così divenni più dolce e tranquilla.
- Ecco il mio bel cornutello- dissi a mio marito toccandogli il cazzo che iniziò ad induirsi nella mia mano.
- Sei pronto a vedermi fare la maialina?
Non disse niente, aveva il cazzo durissimo ma una espressione rassegnata.
Bene aggiunsi, ora vestiti che andiamo a cena fuori, te lo ha detto Daniele al telefono?
-Ssì- rispose poco convinto.
Arrivò Daniele, allegro e tranquillo come di consueto e poi si mise a parlare con mio marito.
- Dunque Marco, il mese non sarebbe passato...ma il tuo tentativo di interrompere il gioco senza il consenso di Caterina richiede come punizione il passaggio alla modalità più hard di questo gioco…
- Ma io a Caterina lo avevo detto - protestò
- Appunto vigliacco - intervenni - me lo hai detto, non mi hai chiesto cosa volessi io! Fammi godere Daniele ti prego amore mio.
- Sì cagnetta, godrai tanto. Intanto prendi il cuscino e inginocchiati, mi farai un pompino mentre finisco di parlare con tuo marito.-
Eseguii con grande impegno.Intanto lui continuava a parlare con Marco
- Bene ora ti dico cosa faremo. Usciremo tutti e tre con la tua macchina. Tu guiderai e noi staremo dietro a fare le nostre cose. Ci accompagnerai al ristorante del centro e aspetterai fuori che finiamo di mangiare. Poi quando Caterina ti scriverà entrerai per pagare indicando il nostro tavolo.
- Ma li ci conoscono tutti- protestò
- Lo so benissimo, ci andiamo proprio per questo.- rispose. Il mio pompino divenne più appassionato perché mi stavo bagnando tutta sentendo queste cose e la cosa non sfuggì a Daniele.
- Lo vedi?- disse- Anche alla tua signora piace il mio programma, su andiamo!-
In macchina Danele fu molto dolce, mi baciava e mi coccolava. Era davvero bravo perché sapeva creare quella complicità che sta alla base di una trasgressione mentale prima ancora che fisica. La gelosia di mio marito era evidente e la sua espressione umiliata mi faceva letteralmente colare umori dalla fica..
Arrivammo al ristorante e scendemmo, proprio nel momento in cui stavano arrivando Luca e Massimo, due nostri amici che erano anche alla festa di Marco, che evidentemente avevano deciso di cenare nello stesso ristorante.
Quando ci videro insieme nel parcheggio, me e Daniele furoni inizialmente sorpresi, poi vedendo che c’era anche Marco il loro stupore sparì. Pensarono che probabilmente la nostra era una uscita tra amici, così Luca propose:
.- Ma scusate, allora perché non stiamo tutti insieme?
- Ottima Idea, disse Daniele. Entrate e prendete un tavolo da quattro che noi arriviamo.
- Vorrai dire da cinque - ribatté lui
- No no, da quattro. Marco aspetta in macchina, vero?- disse rivolto verso Marco
Lui non rispose e Luca e Massimo entrarono senza aver capito bene se dovevano prenotare per quattro o per cinque. Intanto Daniele tirò fuori una bustina dove aveva dei piccoli ciondoli.
-Prendi mi disse dalli a Marco e digli di agganciarli alla cavigliera
Eseguii l’ordine e mi resi conto che erano dei piccoli pendenti a forma dei simboli di maschio e femmina, anzi tre erano col simbolo del maschio e uno col simbolo della femmina. Appena realizzai questa cosa e senza bisogno di spiegazioni mi salì una eccitazione fortissima.
Mio marito era incapace di reagire, eseguiva l’ordine lentamente probabilmente pensando a cosa significava tutto questo.
Daniele lo salutò e gli ricordò che lo avremmo chiamato al momento di pagare.
- Pagherai per tutti e quattro.- Specificò- non farmi fare figuracce intesi?-
Entrammo ed io ero già eccitatissima. Avevo un vestito corto che lasciava scoperte tutte le cosce e una scarpa con il tacco a spillo molto sexy corredata dalla cavigliera sulla quale non poteva non cadere l’occhio.
Ci sedemmo con gli altri e iniziammo a cenare, dapprima dribblando le domande su Marco e perché non fosse con noi. Quando l’ alcool iniziò a fare effetto Luca si fece coraggio:
- Una domanda Cate, ma la cavigliera con quei ciondoli che cosa è?
- Una cavigliera da hotwife- Rispose Daniele per me
- E infatti mi sembrava…- ribatté lui- Ma quindi Marco….?
- Eh sì - risposi decisa-: è un CORNUTO! . E giù tutti a ridere di gusto.
- Io lì sulla cavigliera vedo tre maschi e una femmina- riprese Luca senza più freni- vuoi scoparci tutti e tre?
- Chiedi a Daniele- risposi- è lui il mio padrone, faccio tutto quello che vuole lui.-
- Ti piacerebbe farlo? - Mi chiese
Lo baciai con la lingua in modo così appassionato che tutto il ristorante si girò a guardare…
- Sembra un sì- disse rivolto agli altri due
- E il cornuto ?Come dobbiamo comportarci?- chiese Massimo
- Umiliatelo vi prego, mi eccita da morire.- risposi ormai completamente calata nella parte- ora gli scrivo di andare a pagare così poi ci facciamo portare a casa e mi scopate sul nostro letto matrimoniale.
Gli scrissi. Lui entrò poco dopo dalla porta e si diresse alla cassa. Salutò il proprietario che conosceva benissimo e che pochi minuti prima mi aveva vista mentre baciavo appassionatamente Daniele e indicò il nostro tavolo. Pagò con l’imbarazzo che si può immaginare e poi tornò in macchina.
Noi continuammo a parlare e a scherzare ancora per una ventina di minuti con l'intento preciso di prolungare il suo disagio, poi ci vide uscire dal ristorante. Luca e Massimo davanti che chiacchieravano e io abbracciata a Daniele dietro di loro come fossimo due fidanzatini.
Arrivammo alla macchina e Daniele aprì la porta rivolgendosi a Marco:
- Ora andiamo tutti a casa vostra. - Entrò e si sedette davanti, poi rivolto ai due amici:
- Fatela sedere in mezzo così iniziate a fare conoscenza durante il tragitto.
Per me si prospettava una nuova prima volta e ovviamente ero eccitatissima.
Mi sedetti nel mezzo inizialmente con le gambe chiuse e partimmo.
- Sei bellissima- mi sussurrò Luca all’orecchio iniziando a passarci la lingua.
Ricambiai con un bacio appassionato e subito iniziai a sentire la mano di Massimo che mi allargava le gambe mettendone una sul suo gionocchio. Iniziò ad accarezzarla fino a sentire la cavigliera con la mano, cosa che evidentemente diede il via alla sua porcaggine.
- Ma guarda che porca che sei Caterina- disse
- Tanti anni a fare la santarellina a tirarsela e poi ti sei messa co ‘sto cornuto che ci guarda sempre dall’alto in basso per poi scoprire che sei una grandissima troia
Nel dire questo mi stava già toccando la fica e io iniziai letteralmente a gemere
- Senti il verso della vacca.- rincarò la dose
Nello specchietto vedevo Daniele che rideva e Marco zitto ma evidentemente eccitato.
- Dicci cosa ci farai Cate-
- Tutto- risposi- fatemi tutto
-Vuoi la doppia penetrazione?
- Oh sì vi prego
Avevo i loro cazzi nelle mani e li segavo piano. La mie gambe appoggiate rispettivamente sul ginocchio destro di Luca e su quello sinistro di Massimo offrivano a Daniele la visione della mia fica spalancate nello specchietto retrovisore con lo sguardo di sfida facevo arrapare quel cornuto di mio marito. I miei due cavalieri mi toccavano l'interno delle cosce e massimo si soffermava sulla cavigliera non mancando di ripetere quanto questa mi qualificasse come grandissima troia con una grande voglia di cazzo aggravata dal mio atteggiamento da santarellina tenuto per anni.
Arrivammo a casa e ci dirigemmo in camera da letto. Ero già fradicia e i loro cazzi erano di marmo, quindi non vedevo motivo di fare troppi preliminari così li feci venire sul letto e dissi:
- Posso?-
- Ma amore, ti rendi conto? Sono in tre- rispose Marco
- Guarda coglione che non parlo con te ma col mio padrone.-
- Certo che puoi- mi rassicurò Daniele- per tuo marito e per me sarà un piacere guardarti
- Così presi a me Luca, lo baciai con passione e mi feci infilare il coso nella fica. Il viso di Luca, l'espressione di mio marito ormai disperato, le mani di massimo che mi toccavano dalla schiena fino al fatidico momento della doppia. Neanche un mese e mezzo prima ero stata solo con mio marito e ora stavo per provare una cosa che avevo sempre sognato. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare al godimento. Sentivo dentro di me i due cazzi separati da una membrana sottilissima che si muovevano ritmicamente. Erano bravissimi e molto rassicuranti ebbi un orgasmo lunghissimo e molto intenso, poi a turno mi scaricarono tantissima sborra nella fica e sulla pancia.
Mio marito si teneva il cazzo e stava per finire la sua sega quando Marco lo fermò e gli ordinò di leccarmi bene la fica e anche la pancia.Gli prese la testa con una certa decisione e lo invitò a leccarmi tutta. Questo gesto di sottomissione che il mio amante faceva a quel cornuto debole di mio marito mi fece eccitare da morire e non seppi più tenermi.
- Lecca cornuto lecca pulisci tutto che poi devo farmi scopare dal mio amante.
In sottofondo i commenti di Luca e Massimo lo umiliavano ancora di più, ma quando ero io a dirgli certe cose il suo ritmo aumentava tradendo la sua eccitazione.
- Guarda come piace al cornuto leccare la sborra dei miei amanti, chi lo avrebbe detto. Ora vieni qua che ti faccio una sega.
Venne quasi subito.
Poi lo informai che era mia intenzione tenere la cavigliera fino al mattino seguente e lo invitai ad andare a dormire sul divano, dopo aver fatto accomodare Luca e Massimo nella stanza degli ospiti, dato che l'indomani mattina avrei gradito scoparmeli di nuovo, poi mi chiusi a chiave in camera con Daniele che vedevo sempre più come il mio uomo e mi feci scopare forte come solo lui sa fare. Mi scopava e mi ricordava quanto fossi stata troia a scopare i due amici di Marco. Sembra incredibile ma il modo con cui Daniele mi parlava mentre mi scopava mi dava orgasmi che superavano quelli che avevo provato prendendo i due cazzi.
Dopo avermi scopata mi abbracciò e mi disse:
- Hai capito vero che avevo preparato tutto?
- In realtà no, se non me lo avessi detto avrei creduto che Luca e Massimo fossero lì per caso.
- No piccola, io non lascio mai niente al caso, ricordatelo.
Mi stava scopando nella mente e ormai ero completamente sua. Di Marco, di cosa provasse non mi importava più niente.
- Lo voglio lasciare- dissi all'improvviso
- Non dirlo neanche per scherzo mi rispose arrabbiato. Marco è un cornuto. Ma è il tuo uomo e ti tratterà come una regina. Sto lavorando per educarlo. Non ti azzardare a lasciarlo
- Si padrone
- Per quello che hai detto domani dovrò punirti come si deve, adesso dormiamo.
Dal tono e dai modi si capiva che non scherzava e adesso non sapevo davvero cosa aspettarmi.
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giovanna-per-voi-anche-su-raccontierotici-eu
«Appena posso scrivo un capitolo di questa storia»
«Che racconto triste... , se tuo marito non conta piu nulla che senso ha continuare il matrimonio? Solo per la telecronaca degli amplessi? Fossi in lui ti lascerei su due piedi!»