Himari Kimura è dottoressa ricercatrice presso l’ospedale universitario Ronald Regan a Los Angeles. Ha appena trentadue anni; ma è già molto nota nel mondo medico per le sue ricerche e relative cure delle disfunzioni dell’apparato erettile.


Presso l’ospedale universitario dell’UCLA, Himari è direttrice del reparto delle malattie veneree ed è molto ricercata a livello nazionale per le sue prestazioni mediche. Nel corso dei suoi relativamente pochi anni di carriera è riuscita a imporsi in questo settore grazie alla sua intelligenza e capacità eccezionali.


Himari è molto orgogliosa dei risultati conseguiti, ha già curato con successo migliaia di pazienti malati o impotenti e le sue ricerche al riguardo hanno portato allo sviluppo di una nuova generazione di farmaci molto più efficaci di quelli precedenti.


Il suo unico rammarico è che per ottenere questi risultati ha dovuto trascurare la sua vita sentimentale per dedicarsi anima e corpo alla medicina. 


Ora è poco più che trentenne, alta un metro e settanta, capelli lunghi e neri che porta sbrigativamente legati come una semplice coda di cavallo. Il suo volto mostra i caratteristici tratti orientali ereditati da suo padre giapponese; ma con gli occhi azzurri ereditati dalla madre americana. Indossa gli occhiali da vista.


Il suo corpo è un po’ trascurato a causa della vita sedentaria e mancanza di esercizio; ha un po’ di pancetta e maniglie dell’amore ma nel complesso è magra. I suoi seni sono piccoli e il culo ha un po’ di cellulite. Nel complesso Himari è una donna bella con appena qualche chilo di troppo; ma lei non se ne cura molto. Nella sua testa c’è solo la carriera.


Un giorno si presenta, nello studio medico della dottoressa, una nota star hollywoodiana che per mantenere riservata la sua privacy si fa chiamare con un altro nome; Al Pancino. I due si presentano e Himari chiede allo “sconosciuto” di spiegargli i suoi sintomi che l’hanno condotto da lei.


Il povero Al spiega, che dopo aver preso una misteriosa medicina naturale, ogni volta che fa sesso con una donna quest’ultima manifesta chiari squilibri emotivi che la portano a renderla quasi una stalker. Le donne in questione, sono rimaste incinte e il suo pene è diventato molto più grosso.


Purtroppo la medicina è finita e non è stato possibile recuperarla attraverso i canali alternativi dove lui se l’è procurata.


Il paziente spiega anche che ha sostenuto decine di esami e consultato diversi dottori senza venir a capo di nulla e la dottoressa è la sua ultima speranza.


Himari è sorpresa dei sintomi descritti.


- E’ un vero peccato non poter esaminare la “medicina” utilizzata; inoltre sarebbe anche opportuno visitare le donne in questione. -


- Dottoressa, purtroppo ci sono delle vertenze legali in corso; addirittura una di quelle donne pretende che io la sposi o mi farà causa per decine di milioni di dollari. -


- Sembra un caso difficile; ma non disperi, intanto inizi a togliersi i pantaloni che la visito subito. -


La dottoressa si mette i guanti in lattice e prende alcuni strumenti del mestiere; quando si volta in direzione del paziente, le viene un colpo. Quello è un pene?


Himari ha già avuto modo di conoscere diversi casi di pazienti affetti da priapismo; ma quello li batte tutti quanti.


C’è una verga tra le gambe che arriva al ginocchio del signor Al Pancino. Con un po’ di esitazione la dottoressa inizia a visitarlo esaminandogli il membro. Ne prende le dimensioni ed esamina con una lente e le luci adatte, la presenza di eventuali patologie visibile sulla pelle del pene. Finita l’analisi all’asta del pene, passa allo scroto, dove riscontra un paio di testicoli grandi quanto uova.


Per la prima volta nella sua vita Himari si sente imbarazzata. C’è un qualcosa in quel cazzo che la disturba, le impedisce di concentrarsi sul problema. Le riesce persino difficile stare con le gambe ferme mentre visita il paziente. E’ come se ci fosse qualcosa che le dà fastidio; forse le sue mutandine si sono infilate tra le parti intime o qualcosa del genere? Se le dovrebbe risistemare alla prima occasione.


- Signor Pancino, le fa male se la tocco qui? - Chiede la dottoressa tastando lo scroto.


- No. -


- E qui? - Gli tocca uno dei testicoli strizzandolo leggermente per testare le reazioni.


- Ahi, un po’ -


Il pene del paziente, dopo quelle stimolazioni allo scroto inizia a inturgidirsi rapidamente. In pochi secondi si erige completamente e nel farlo “schiaffeggia” la dottoressa sulla guancia.


- Mi scusi, sono mortificato veramente. - Dice Al.


Himari è un po’ sorpresa e basita; mai in tanti anni le era capitata una cosa simile. Farsi colpire dal pene di un paziente. E’ stato un colpo potente, con un’accelerazione e una massa notevole. Duro, grosso, caldo e morbido allo stesso tempo nota mentalmente la professoressa, mentre si massaggia la guancia.


- Fa niente. In fondo avrei dovuto controllarle il membro anche da eretto. -


Ritrovarsi quel mostro di pene a così pochi centimetri dalla faccia è stata una cosa così improvvisa che si sente veramente imbarazzata la dottoressa. Non le era mai capito, se non agli inizi della carriera, di provare vergona per quello che fa. 


Il pene di Al è così vicino che ne riesce ad avvertire il calore sulla sua pelle.


Il suo volto è tutto arrossato e le mutandine le stanno dando veramente un sacco di fastidio lì in basso. E’ l’ultima volta che le compra al supermercato, probabilmente ne deve aver prese di troppo piccole.


Probabilmente passa qualche secondo di troppo mentre la dottoressa pensa davanti a quel pene senza far nulla, con lo sguardo perso in chissà quali pensieri.


- Dottoressa? -


- Cosa? -


- E’ quasi un minuto che pensa. - Dice Pancino imbarazzato.


Cosa, un minuto? La dottoressa ora si che è imbarazzata al massimo. 


- No, stavo soltanto riflettendo su altri casi simili che ho riscontrato in passato. -


Era una bugia; ma Himari sperava proprio che il signor Pancino se la bevesse.


La dottoressa prende le misure del membro del paziente è si sorprende dei numeri che trova. Da eretto il pene è ancor più grosso che a riposo; cinquantadue centimetri di lunghezza, ventisei di circonferenza. Com’è solo possibile che un coso del genere si possa infilare nella vagina di una donna? Se fosse la sua, Himari, pensa che si spaccherebbe in due.


Himari scuote la testa; perché farsi venire in mente, immagini di lei che si fa penetrare dal signor Pancino? Deve restare concentrata su quel pene; cioè si deve occupare di esaminare il pene per trovare eventuali anomalie.


- Ancora un attimo di pazienza Signor Pancino, abbiamo quasi finito. -


Himari esamina accuratamente la pelle del pene del paziente per individuarne eventuali patologie. A un certo punto la dottoressa si sorprende. Di solito per esaminare il pene di un paziente lei usa un bastoncino per smuoverlo e osservarlo con la lente; oggi invece usa le sue mani. 


Che le prende? Non è professionale; e poi stringere con entrambe le mani quel pene e tenerselo di fronte alla faccia, cosa può mai servire?


Come conseguenza delle attenzioni della dottoressa; il pene del signor Pancino inizia a sgocciolare, diverse gocce di presperma escono inumidendo il glande e cadendo per terra.


Il paziente si sta eccitando a causa di Himari. A volte succede, sono reazioni del tutto naturali pensa tra se la dottoressa. E’ più strano che lei stia continuando a strofinarglielo senza alcun motivo.


Comunque quelle gocce che stanno uscendo dal pene del paziente hanno veramente un intenso aroma muschiato. L'odore è talmente intenso che per un attimo la dottoressa si sente soffocata, come quando esageri mettendoti addosso del profumo e la sua concentrazione è talmente elevata da farti quasi male.


Himari è veramente a disagio. Quell’odore ha quel non so che le fa agitare le farfalle nello stomaco; inoltre, oggi le mutandine non le danno tregua; o forse sarà colpa dei collant? Eppure è sicura di indossare dei collant a otto denari, quindi leggeri. Che si sia sbagliata e abbia dei collant più pesanti che la fanno sudare? In fondo incomincia a sentirsi accaldata sotto la minigonna.


Senza accorgersene, la dottoressa tocca la punta del pene del paziente e inizia a sfiorarne il glande per spargere quel liquido su tutta la cappella, per tastarne la consistenza e per …


Himari si sorprende del gesto; non serve a nulla è solo inappropriato che si metta a giocare con il pene di un suo paziente. Che cosa siamo ancora all’università?


- Ho finito. A vista non sono emerse patologie visibili. - Dice Himari alzandosi.


- Allora cosa può essere dottoressa? -


- Dovremo fare un esame del suo sperma, oltre che i soliti esami di routine, Signor Pancino. -


- Capito, funziona come nei film? Mi darete la famosa rivista? - Scherza il paziente.


- In effetti, è abbastanza veritiera la cosa. La mia assistente la porterà in una stanza, dove potrà avere della privacy. -


Himari sta per dire al paziente di rivestirsi, quando pensa per un attimo alla sua giovane assistente che accompagnerà il signor Pancino nella stanzetta predisposta al caso. Per un attimo si sente invidiosa della fortuna che le toccherà. Magari flirteranno tra di loro! Non è giusto. Non sa ancora cosa non è giusto; ma non vuole che quei due si parlino.


Senza neanche rendersene conto Himari propone al paziente un massaggio prostatico. Così potrà stare in sua compagnia per un altro po’.


- E’ una tecnica piuttosto antica. Ha anche qualche piccolo beneficio sulla salute; nel suo caso la sento di consigliarglielo. - Dice la dottoresa.


E’ una menzogna. Il signor Pancino non sembra mostrare problemi alla prostata. E’ un’operazione inutile; ma Himari si sente stranamente eccitata all’idea di farglielo.


Himari continua a sorprendersi di se stessa. Oggi non è per nulla professionale. Forse sarà colpa di quell’odore così intenso del liquido seminale del paziente da darle quasi il mal di testa.


- Si stenda sul lettino a gambe divaricate, inizierò il massaggio. -


Dopo qualche minuto, Himari è già all’opera. Prima lei inizia a massaggiare l’osso pubico e la pancia del paziente, poi passa a massaggiare il peritoneo tra l’ano e i testicoli, alternando diversi tipi di movimento circolare, per stimolare la sensibilità del paziente.


Il signor Pancino inizia ad ansimare. I movimenti della dottoressa sono lenti e sensuali; gli accarezzano parti del corpo intime e questo lo eccita. Il suo pene ora è più turgido che mai e continua a sgocciolare liquido seminale, che ricade lungo l’asta del pene.


- Non si trattenga, provare del piacere è naturale in questi casi. -


Nel frattempo Himari si avvicina leggermente alle zone erogene del paziente con il volto. Normalmente non sarebbe necessario, ma c’è qualcosa di così affascinante nel vedere un uomo così esposto che mostra un’erezione che svetta come un vulcano in procinto di eruttare.


- Se sente fastidio me lo dica. -


- Sono nelle sue mani dottoressa. -


Himari decide di soffiare delicatamente sulle parti intime del signor Pancino. Neanche questa cosa fa parte della procedura medica; ma la dottoressa pensa sia opportuna per mettere più a suo agio il paziente.


Nel frattempo la dottoressa continua a sistemarsi nervosamente sullo sgabello di fronte al lettino del paziente perché quelle maledette mutandine gli continuano a dar fastidio. Nel tentativo di far passare il prurito continua a strusciarsi l’interno delle cosce tra loro; ma sembra quasi sortire l’effetto opposto.


- Adeso passerò al massaggio della ghiandola prostatica, la dovrò penetrare con un dito. -


- Se lo dice lei. -


Il signor Pancino stringe i denti non per il dolore, ma per tentare di resistere e non cedere all’impulso di mettersi a gemere. Essere masturbato da una dottoressa così carina non era di certo il primo dei suoi pensieri quando è venuto in ospedale stamattina.


Lentamente, e dopo esserselo lubrificato, la dottoressa infila l’indice nell’ano del paziente e dopo averglielo spinto per circa cinque centimetri, trova la ghiandola e inizia a premerla delicatamente e poi la massaggia ritmicamente.


Himari sorride quando sente il paziente che inizia a gemere. Le piace sentire di avere il controllo della situazione e sapere che un uomo sta godendo a causa sua. Dopo un paio di minuti di massaggio la dottoressa prende l’asta del pene con l’altra mano e inizia a segarglielo. Anche questo non è proprio necessario dal punto di vista medico; ma arrivati a questo punto Himari non se la sente più di controbattere se stesa.


- La prego di lasciarsi andare signor Pancino. Non si contragga. -


- E’ che è tutto così imbarazzante. -


- Non si preoccupi, è il mio lavoro quello di farla sentire a suo agio, lei pensi soltanto a godere. -


Godere, non è propriamente il termine tecnico che la dottoressa avrebbe dovuto usare.


Per la prima volta Himari può sentire l’incontenibile desiderio che pulsa attraverso il pene del paziente che sta segando. Himari avvicina ancor di più il suo volto tra le gambe del paziente. Il presperma ormai le è colato sulla mano e sta facendo un mezzo laghetto sul lettino d’ospedale.


Lei è lì sopra quel laghetto con la testa e le nuove ondate di odore che sente sono ancor più intense. Inconsciamente si morde un labbro con i denti; il continuo strusciare delle sue gambe per contenere il fastidio delle mutandine troppo strette la sta facendo ansimare.  Non può assolutamente permettere che il paziente la veda in uno stato così poco professionale.


Ormai Himari sta massaggiando la prostata del signor Pancino da più di cinque minuti. I segni premonitori del rilascio del liquido prostatico sono tutti evidenti. Gli ansimi, i movimenti sempre più frenetici del bacino del paziente.


- Dottoressa, sto per venire. -


- Ottimo. - Himari smette di segare il paziente ma continua il massaggio prostatico. C’è un barattolo per la raccolta del campione di sperma preparato prima del massaggio; lei lo prende e si prepara a raccogliere il getto dello sperma.


L’unico problema è che lei ha fatto sdraiare il signor Pancino a gambe divaricate verso l’alto. Non è proprio la miglior posizione per la raccolta dello sperma. Avrebbe fatto meglio a coricare il paziente dalla parte opposta; ma chissà dove aveva la testa si domanda.


- Ecco, sono pronta, può darmi il suo sperma quando vuole. -


Suona molto erotico sia agli orecchi di Himari sia di Al; tant’è vero che queste ultime grida di piacere e inizia a eiaculare.


Himari vede l’uomo contorcersi e inizia a dirigere il getto dello sperma nell’apposito contenitore. Si trova molto vicina all’azione e lo trova molto gradevole se non eccitante.


In un paio di secondi il signor Pancino riempie il barattolo. Himari non crede ai suoi occhi. Anche nel migliore dei casi nessuno riempie più di un decimo quel contenitore e quel cazzo sta continuando ad eiaculare senza sosta. Sta per avvenire un disastro.


Himari deve prendere una decisione immediata o il contenitore tracimerà. Toglie il dito con cui sta massaggiando la prostata del paziente e mette la mano tra lei e il cazzo per proteggersi il volto visto che è vicinissima. Poi appoggia velocemente il barattolo e ne afferra un altro.


In quella manciata di secondi, però, lei è totalmente indifesa. Per l’effetto della fuoriuscita del dito dall’ano, il signor Pancino smuove il bacino cambiando la direzione della sua erezione e Himari ne viene completamente investita.


Un getto continuo di sperma la colpisce dall’ombelico dirigendosi velocemente in su, tagliandole in due la maglietta e poi rilasciando tutto il suo carico sulla sua faccia. Per lo stupore Himari sta per dire qualcosa; ma proprio in quel momento il getto di sperma la investe in pieno e le entra in bocca in quantità e le impiastriccia tutta la faccia ricoprendola di uno spesso strato di liquido seminale.


Alla fine il signor Pancino ha alcune altre violente contrazioni e altri schizzi partono colpendo la povera professoressa sempre in faccia.


Himari è totalmente ricoperta di sperma su tutto il volto. Persino i capelli ne sono impiastricciati. Per fortuna porta gli occhiali, ma sono talmente ricoperti di liquido denso che vede soltanto un bagliore bianco attraverso di essi. La cosa peggiore è che sa che ha ingoiato per sbaglio lo sperma e altro le sta colando sulle labbra. Una secchiata ecco cosa è stata.


- Mi scusi, non volevo - Esclama il signor Pancino che si sente in colpa come un criminale.


Himari vorrebbe far qualcosa ma è stordita, quasi in stato confusionale.


Dopo qualche secondo il signor Pancino la scuote.


- Dottoressa, va tutto bene? -


Himari fa per risponderle, ma aprendo la bocca altro sperma vi s’infila dentro. Come potrebbe andare tutto bene? Poi si fa coraggio e deglutendo altro sperma gli risponde.


- Nella mia scrivania. Fazzoletti. -


Himari si toglie gli occhiali, così può tornare a vedere. La dottoressa non riesce a credere ai suoi occhi. C’è uno strato di sperma denso su tutte le lenti. 


Si porta le mani al volto, ma tutto quello che riesce a combinare e di sporcarsi anche le mani. Semplicemente c’è tropo sperma che le sta colando dalla faccia sui vestiti.


- Ecco i fazzoletti. - Il signor Pancino ritorna di corsa consegnandoglieli.


- Grazie. -


Himari prova darsi una ripulita. Ci vogliono due pacchetti solo per raccogliere lo sperma in eccesso che cocciola, c’è né ancora molto tutto adeso alla sua pelle, capelli e vestiti che non è raccolto facilmente.


Un disastro, Himari si guarda attorno per terra. Una distesa di fazzoletti impiastricciati e lei si sente ancora così sporca. Meccanicamente si toglie il camice e la camicetta. E’ incredibile, lo sperma si è infilato persino sotto i vestiti e le ha raggiunto il seno. 


Quello che più la stordisce è l’odore onnipresente e più potente come mai. Si sente inebriata e quasi ubriaca; quell’aroma che la pervade tutta andandole direttamente nel cervello. Come se non bastasse, si sente un disastro persino tra le gambe. Non ne può davvero più di quelle maledette mutandine strette.


Himari si alza dallo sgabello e slacciatasi la gonna, la fa ricadere per terra. I suoi collant sono un disastro; sono tutti bagnati dall’inguine fino al ginocchio. Infilato un dito sotto il loro bordo, lo solleva per vedere le mutandine che sono nelle stesse condizioni; tutte fradice.


Lei si rende conto, traumatizzandosi ancor di più, che si è bagnata di eccitazione fin da quando ha visto il cazzo del signor Pancino. E’ da mezz’ora che il suo sesso sta grondando umori senza sosta. La dottoressa si passa una mano sotto le mutandine e poi le annusa. Quello non è di certo lo sperma del paziente, sono i suoi stessi umori corporei.


Il signor Pancino, dopo aver aiutato la dottoressa a pulirsi, non sa bene che pesci pigliare. E’ Tutto nudo nell’ufficio della dottoressa e non sa se rivestirsi e andarsene o se stare lì e aiutare la poveretta. 


Incredibilmente la dottoressa, senza dire una parola, ha iniziato a spogliarsi sotto i suoi occhi.


Prima si è tolta il camice e la camicetta. Si è controllata il reggiseno e le tette tastandosele, poi si è tolta la gonna ed ha iniziato a toccarsi sotto i collant e le mutandine con le sue mani. Ogni tanto si porta le mani umidicce davanti alla faccia, le osservava e le annusa.


Cazzo se la dottoressa è carina e sexy nel suo intimo. Oltretutto vederla che si tocca in quei posti intimi lo fa eccitare di nuovo come prima. Senza che possa farci nulla al Signor Pacino rimonta su un’erezione. 


Himari non sa cosa fare; si sente uno schifo. E’ ricoperta del seme del suo paziente, è lorda tra le gambe dei suoi stessi umori e tutti i suoi abiti sono fuori uso. Quel che è peggio, è che si sente così confusa al riguardo. Il suo cuore sta battendo forte, si sente inebriata come se avesse bevuto vino o fumata della marijuana e il suo corpo le sta facendo provare una strana voglia repressa. 


Sono due anni che lei non scopa con un uomo. Forse alla mente della dottoressa questo può andare bene perché presa dalla sua carriera; ma sembra che il suo corpo abbia altre necessità. Infatti, le sue mani si muovono da sole mentre strappano il cavallo dei collant e s’insinuano nel suo sesso iniziando a liberarlo dal suo tormento.


- Dottoressa? -


Himari sobbalza sul posto. Si rende conto che lei non è sola nella stanza e guarda nella direzione del signor Pancino.


Cazzo lei si è spogliata di fronte a lui e si sta per masturbare; ma quanto si può cadere in basso?


Sempre parlando di caduta in basso il suo sguardo si sofferma nuovamente sul membro eretto del paziente.


Cazzo, finalmente la dottoressa capisce che lei è drogata. Chissà cosa ci dev’essere nello sperma del suo paziente, fin dal primo momento in cui ne ha sentito l’odore, è come se fosse impazzita. Persino adesso le sue gambe si stanno muovendo nella direzione di Al e il suo sguardo non si distoglie da quel suo enorme cazzone.


La sua testa non fa altro che ripeterle “Voglio rimanere incinta di quel cazzo”. Lei non riesce a opporsi.


Himari prende la rincorsa e salta addosso al signor Pancino e inizia strusciarsi sul suo corpo leccandolo tutto, mentre tenta freneticamente di mettersi quel suo cazzo nella figa. Quando ci riesce urla d’entusiasmo e inizia a cavalcarlo.


La dottoressa si sente rompere in due, quel cazzo è decisamente troppo grosso per la sua vagina, ma la sua mente non vuol sentire ragioni e obbliga il suo corpo a cavalcare quel cazzo nel modo più selvaggio e inteso possibile. Lei si sente sfondare anche l’utero; ma va bene così finche lei sa che la ricompensa sarà un altro carico dello sperma del signor Pancino è disposta a tutto.


I due vanno avanti a scopare per un’ora. Cambiando tutte le posizioni che gli vengono in mente e devastano mezzo ufficio nella foga sessuale di Himari. Alla fine persino il signor Pancino; con quelle palle enormi che si ritrova, è costretto a dare il forfait.


Himari, invece, non ne vuole sapere nulla e continua a succhiargli il cazzo per farglielo tornare turgido e a montarlo per spremergli ogni singola goccia di sperma rimanente.


Alla fine, persino lei in preda a quel raptus violentatore sviene distrutta sul pavimento.


TRE SETIMANE DOPO.


Sempre nello steso studio della professoressa Himari; quest’ultima sta elencando i risultati degli esami al signor Pancino che è appena entrato. Lei lo sta aspettando con impazienza seduta dietro la sua scrivania.


- Ci dispiace che ci sia voluto tutto questo tempo, ma nel suo sperma, sono state trovate molecole mai viste dalla scienza medica prima d’oggi… - Esordisce la dottoressa.


- … primo sembra che il suo sperma evapori a una temperatura più bassa rispetto al normale, questo fa si che un alcaloide leggermente allucinogeno e afrodisiaco si diffonda nell’aria mandando in tilt i recettori olfattivi delle donne provocando in loro aumenti spropositati di endorfine … -


- … secondo, nel suo sperma c’è una molecola simile all’acido folico che produce un’immediata ovulazione in entrambe le ovaie delle donne, se viene assunta oralmente ... -


- … terzo, sempre nel suo sperma c’è uno speciale ormone della crescita in grado di accelerare lo sviluppo del feto a ritmi mai visti… -


- Scusi se la interrompo, ma come fate a sapere queste cose solo dai miei esami? Sono cose che riguardano anche il corpo femminile. - Domanda il signor Pancino confuso.


- … quarto e ultima cosa più importante… - La dottoressa si alza togliendosi il camice e va a sedersi sulle gambe  del signor Pancino. Quest’ultimo segue tutta la scena senza obiettare; c’è un non so cosa nei movimenti della dottoressa che lo ipnotizza. Sembra più bella che mai.


- … sappiamo queste cose perché sono rimasta incinta dopo che abbiamo fatto sesso. Benché siano passate solo tre settimane da allora, sono incinta di ben quattro bambini e sembra, dai loro sviluppi fetali, che io sia quasi al nono mese di gravidanza. Presto partorirò i nostri bambini. -


Il signor Pancino non riesce a credere ai suoi occhi, mentre la dottoressa gli prende la mano e la poggia sul suo pancione enorme.


Himari, poi gli sussurra all’orecchio:


- Ti puoi scordare che io ti guarisca. Tra neanche un mese, dopo aver partorito, sarò di nuovo fertile e mi aspetto che tu mi sposi e mi scopi senza tregua mettendomi in cinta di nuovo. -


 

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