Mi chiamo Laura e le superiori sono finite! Sono appena uscita dall’aula, dove ho sostenuto la prova orale, ho richiuso la porta alle mie spalle, e levato un pugno al cielo, ho esultato.


Attorno a me, ci sono alcuni dei miei compagni di classe che vogliono sapere com’è andata, l’umore dei professori e via dicendo; ma per qualche secondo li ignoro. Sono troppo intenta a esultare anche perché sono andata bene e penso che prenderò il massimo previsto per la prova.


Quando ritorno alla realtà, rispondo alle domande dei miei compagni e li incoraggio; ma per quanto riguarda la sottoscritta, il discorso è finito. Niente più libri e compiti cui pensare per qualche mese. Liberta! Ho anche in mente una mezza idea folle su come festeggiare subito la cosa. Così dopo di un’ultima mezz’oretta trascorsa con i miei compagni di classe in cui li aiuto con l’imminente prova orale, ci organizziamo per i prossimi week-end per fare qualcosa insieme; poi saluto tutti quanti e me ne vado.


L’idea che accennavo prima, è da un pezzo che mi è venuta; ma non mi è mai capitata l’occasione (o il coraggio) per metterla in pratica. Voglio andare al mare e prendere il sole in topless. In questi ultimi giorni di prove e test, passati a studiare in continuazione, ho accumulato un bel po’ di stress e penso proprio che fare questa cosa sarà liberatoria (e forse anche un po’ eccitante).


Ho già preparato tutto quanto la sera prima. Nella borsa della scuola, oltre agli appunti da ripassare fino all’ultimo minuto prima dell’orale, ho messo il telo e tutto quanto il necessario per andare al mare. Così adesso, uscita da scuola, sono già pronta e salita sulla bicicletta mi dirigo in spiaggia libera.


Nella mia città, dove finiscono gli stabilimenti balneari, inizia una distesa di spiaggia con sabbia frammista a pietraie dove spesso la boscaglia arriva quasi verso la riva e la spiaggia si allunga o si accorcia anche di decine di metri. E’ una zona dove noi abitanti del posto ci rifugiamo durante l’alta stagione per evitare la ressa dei turisti e adesso che è la fine di giugno è ancora quasi deserta e dovrebbe andare bene per i miei piani.


Non ho voglia di farmi vedere in topless dalla gente. Ho un po’ di complessi (ma tanti) sul mio corpo che ha smesso di crescere sin dalle Medie che m’imbarazzano in continuazione. 


In pratica sono una tappa alta un metro e cinquantacinque; piatta come un’asse da stiro e questa cosa mi brucia. Cazzo persino certi maschi della mia classe hanno più petto di me. 


Meno male che posso contare su un bel culetto sodo e gambe toniche, frutto di una costante dedizione al nuoto. Anche il mio viso mi piace, ho grandi occhi azzurri di un colore molto intenso, una spruzzatina di lentiggini, labbra carnose e denti bianchissimi che risaltano quando sorrido. I capelli sono castani e li tengo molto lunghi che arrivano alla vita.


Tuttavia è l’altezza e la piattezza che mi affliggono. Se almeno avessi solo uno di questi difetti. Potrei sopportare di essere alta e piatta o bassa e dotata; ma non tutte e due le cose. Non ne posso più di essere scambiata per una bambina e dover sempre mettere un cuscino sul sedile della macchina per guidare.


Premesso questo, almeno sto pedalando per andare là, dove nessuno può criticare il mio aspetto fisico.


Dopo un po’, finalmente, arrivo alla mia meta. Sono distante circa tre chilometri dalla citta, in piena campagna, in un punto dove la spiaggia fa un’ansa e si accorcia ad appena una decina di metri; ma è sabbiosa e pulita come quella di fronte la città. Una folta boscaglia la protegge dalla non troppo distante strada statale.


Il clima è perfetto, non fa ancora troppo caldo e c’è una piacevole brezza. Per il momento mi piazzo in riva al mare; se poi il sole inizierà a picchiare troppo forte, mi basterà spostarmi di qualche metro verso la pineta per godere della sua ombra.


Mi guardo intorno e vedo che non c’è anima viva all’orizzonte; perfetto. Butto il telo sulla sabbia e tirato fuori il pezzo sotto del mio bikini bianco, mi spoglio e lo indosso. Tutta l’operazione non porta via neanche un minuto; ma mi fa un certo effetto essere nuda o seminuda in quel posto deserto. Perfetto, è quel pizzico di brivido che andavo cercando stamattina; l’ideale per distrarre la mia testa dai problemi degli ultimi giorni.


Dopo essermi data un po’ di crema su tutto il corpo, mi metto ad ascoltare della musica con le cuffie del cellulare e infine mi abbandono all’abbraccio del sole caldo e della brezza fresca. Che pace, che serenità, sento già tutto lo stress dei giorni passati che va scomparendo all’orizzonte come una tempesta che velocemente si allontana dalla tua posizione. Tutto il resto non conta più; ci sei solo tu e la natura che ti culla. Probabilmente mi addormento o ci vado vicino, chiudo gli occhi e mi appisolo.


Non so quanto tempo passi, se minuti o ore; ma a un certo punto mi sveglio di soprassalto. Forse un rumore o più semplicemente un sesto senso mi costringe a destarmi dalla mia pennichella. Mi guardo attorno di sfuggita e mi accorgo che non sono più sola.


Cazzo; c’è una piccola folla lungo tutto il tratto di spiaggia dove mi trovo. Cos’è successo? C’è persino un grosso tizio, a neanche un paio di metri da me, disteso su di un telo che mi fissa. Inizio a non sentirmi più a mio agio come poco fa. Cosa ci fa qui tutta questa gente? Saranno circa una ventina di persone intente a fare cose diverse sotto il sole.


Con la coda dell’occhio, la mia attenzione torna a posarsi di nuovo sul tipo che mi sta vicino. Non sembra molto alto; ma è grasso oltre modo, con i rotoli di ciccia che gli pendono flaccidi dalla pancia. Lui è moro, una folta capigliatura e la barba incolta gli circondano il volto dalla pelle butterata e gli occhi porcini. Per il resto è molto villoso, quasi un orsetto. Non è di certo un adone, anzi è proprio l’opposto.


Cazzo, non mi leva gli occhi di dosso, poi mi viene in mente che sono in topless e presa dalla vergogna, imbarazzata, mi copro il seno. Distolgo il mio sguardo dal suo per un istante e di sfuggita mi cadono gli occhi sulle sue parti basse. Non riesco a credere al mio stupore, sotto i suoi boxer c’è un’erezione che svetta. Che razza di pervertito.


Al principio non riesco a credere alla situazione in cui mi trovo, poi riordinando le idee prendo coraggio e mi rivolgo al tipo.


- Le dispiace? - Dico con tono secco.


- Che cosa c’è bambina? -


Cazzo, quanto mi fanno incazzare le persone che mi chiamano ancora così per via del mio aspetto. Sono adulta adesso.


- La può smettere di fissarmi è disgustoso. -


- E’ una spiaggia libera e faccio quello che voglio e poi tu sei così bella… -


Che razza di sfacciato. E’ talmente sfrontato che non credo alle mie orecchie.


- … quanti anni hai? Dieci, undici? -


Gli piaccio perché sembro piccola? Questo è un fottuto maniaco.


- Ma sei scemo? Guarda che sono maggiorenne, ho pure la patente. -


- Nah, non ci credo, non hai un briciolo di tette; cos’è, succhi ancora il latte dal capezzolo di tua mamma? -


Porca puttana al mio seno piatto; ora mi crea pure dei problemi con i pervertiti.


- Ti puoi almeno coprire il pacco? Sei osceno. -


- Non fare la timida è una cosa naturale. -


Mi viene il ribrezzo solo all’idea di cosa gli può passare nella testa mentre mi fissa con quegli occhi laidi da pesce.


- Non è naturale per niente! E’ solo da maleducati! - Rincaro la dose.


- Cosa? Questo? … - Risponde il tipo toccandosi l’erezione sotto i boxer e stringendosela.


- Ma se è da quando ti sei svegliata che non smetti di guardarla. -


- Non è vero? - O forse si?


 


Con sorpresa poi il tipo si alza e facendo qualche passo verso di me si stende quasi al mio fianco.


- Ma che cazzo fai? - Gli dico mentre mi copro meglio il seno.


- Così lo puoi guardare meglio bimba. E’ merito tuo.  -


Questo è un pervertito, un maniaco. Come si permette di rivolgersi cosi a una donna?


- Guarda che se ti avvicini ancora chiedo aiuto agli altri bagnanti. -


- Ma cosa dici; se sono anche loro qui per questo. -


Cosa?


- Non è vero. - Mi volto verso gli altri bagnanti per capire di cosa sita parlando.


Ci sono due tipi, che prima erano seduti poco distante, mentre ora sono in piedi a un paio di metri di distanza che osservano la situazione. Con orrore noto che uno è vecchio, è tutto nudo e l’altro, anche se indossa i boxer, si tiene una mano sulla patta.


Che cazzo sta succedendo? Oltre quei due c’è un gruppetto di una decina di persone che sembra intenta a osservare una coppietta sdraiata ai loro piedi in atteggiamenti sospetti. Anche tra di loro c’è qualcuno nudo.


Chi è tutta questa gente?


- Sei stata veramente birichina a venire qua da sola ... - Mi dice il tipo alle spalle mentre sto tentando di capire che cavolo succede tutto intorno a me.


- … ci possiamo divertire molto tu ed io. -


Mi volto di nuovo verso di lui per mandarlo a quel paese.


- Io non fac … - poi mi accorgo che si è tolto i boxer e si tiene in mano l’uccello menandoselo ritmicamente.


 


Ho perso la pazienza; faccio per andarmene. M’inginocchio sul telo per raccogliere di fretta le mie cose quando sento che qualcosa mi tocca sui fianchi. Sto per cacciare un urlo quando mi accorgo che il nodo che tiene fermo il pezzo sotto del mio bikini viene sciolto. Lo stronzo si è avvicinato quando gli ho dato le spalle e ne ha profittato.


Mi alzo per tentare di fermarlo; ma lui è veloce e anche l’altro nodo cede e mi cade il costume sul telo, lasciando le mie parti intime nude ed esposte.


- Che cazzo fai? Smettila! -


- Volevo solo guardarti meglio, hai veramente un culetto fantastico. - Me lo palpa con la mano ed io rabbrividisco.


Provo a spintonarlo via di dosso, ma anche se lo scalcio via probabilmente peserà un quintale e mezzo, così finisco solo per perdere l’equilibrio e ricadere sul mio telo.


Lui, con una velocita che tradisce la sua stazza, mi viene sopra bloccandomi a terra con il suo peso. Cazzo, che disgusto quel suo uccello che mi tocca la pancia lasciando un residuo viscido sul mio corpo.


Lo spingo via, punto le mani sulla sua testa e spingo con tutte le mie forze, questo è un po’ più facile che sollevarmelo di dosso.


Per un attimo spero di riuscire a respingerlo, poi si afferra ai miei fianchi e affonda la testa tra le mie gambe. Sento il suo naso che si struscia sulla pelle, poi è la volta di qualcosa di bagnato e morbido che s’insinua tra le labbra del mio sesso.


Che schifo mi sta leccando la figa.


- Fate qualcosa! - Imploro la gente attorno a me; ma con orrore scopro che i due che erano accanto a me si sono fatti ancor più vicini e si stanno menando l’uccello. C’è anche altra gente ma anche loro sono nudi con i cazzi in erezione. Tra loro c’è anche una donna ma è tutta intenta a farsi sgrillettare da un altro tipo.


Sono al centro della loro attenzione, e sembra che non ci sia una sola persona disposta ad aiutarmi. Sono tutti lì per godersi la scenetta. Si eccitano nel vedermi nuda, mentre c’è quel lardoso che mi tormenta la figa con la lingua.


Cazzo, non lo riesco più a respingere via; si è ancorato con le braccia al mio bacino e mi slinguazza di brutto; poi in mezzo a tutto quel movimento mi scappa un gemito. Non è un urlo di dolore o di panico, è dovuto al piacere e dopo qualche secondo me ne scappa un altro. Il tipo mi sta tormentando il clitoride senza pietà e inizio a eccitarmi.


Istintivamente mi porto una mano alla bocca; non voglio che tutta quella gente pensi che mi stia eccitando in questa situazione. Sono loro i pervertiti. Io non ho nulla da spartire con loro. Questa situazione è allucinante, il cuore mi batte a mille e non riesco a trovare un modo per togliermi d’impiccio. Lentamente, mentre il cuore mi batte all’impazzata, mi scappa un gemito più forte che non riesco a trattenere.


Un calore mi divampa tra le gambe percorrendo tutto il mio corpo facendomi urlare in modo vergognoso. 


Cazzo sono venuta. Quel maiale è riuscito a farmi eccitare nonostante tutta la mia ferma opposizione. Non riesco a credere che il mio corpo mi abbia tradito in quel modo. Oltretutto non si ferma neanche per un secondo; ora mi sento molto più sensibile nel sesso e lui continua a tormentarmelo senza sosta.


Smetto di tapparmi la bocca e afferro il telo da mare per cercare di resistere all’irrefrenabile piacere che mi sta montando in tutto il corpo. Il mio petto sia alza e si abbassa, ho i capezzoli turgidi e mi sembra d’impazzire.


Tutt’a un tratto, cala un’ombra sulla mia testa. Un tipo, tra quelli che si stanno godendo la scena, si siede su di me; o meglio si sdraia in modo strano su di me. Il suo pene eretto si fa sempre più vicino al mio volto fino a quando non mi punta sulla bocca. Provo a stringere i denti per non farlo entrare; ma quando mi scappa l’ennesimo gemito, il suo membro si fa strada nella mia bocca e vi sprofonda tutto quanto.


Quest’ultimo tizio inizia a scoparmi la testa senza pieta. Alza il bacino il tanto necessario e poi me lo sbatte addosso. Il suo scroto mi colpisce ritmicamente gli occhi, tant’è vero che li devo chiudere. Ora sono in due a tormentarmi. E’ un supplizio e faccio anche fatica a respirare.


Dopo qualche minuto sento nuovamente avvamparmi di piacere quando il tipo lardoso che mi sta slinguazzando la figa mi regala un nuovo e intenso orgasmo. Quasi nello stesso momento anche il tipo che mi scopa la faccia viene e mi rilascia il suo carico di sborra direttamente in gola facendomelo direttamente ingoiare.


Per fortuna ho un attimo di tregua e ne profitto per distendermi su di un fianco per tentare di riprendermi mentre sto tossendo saliva mista a sperma. Il ciccione ne profitta costringendomi a pecorina e senza tante parole con le sue mani sempre sui miei fianchi mi penetra e mi scopa. Nel frattempo un altro della folla inginocchiandosi di fronte, mi prende la faccia tra le mani e poi spinge con forza il suo cazzo sulle mie labbra fino a quando non lo ingoio ed anche lui inizia a scoparmi.


Così inizia il mio calvario di piacere oltre ogni limite. Perdo semplicemente la cognizione del tempo in quel turbinio di orgasmi senza fine che mi tormentano il corpo. Ogni volta che uno mi viene dentro; non importa se nella figa, in bocca o nel culo; un altro gli da subito il cambio e prende a fottermi senza sosta.


Nel frattempo la folla incita i due di turno a scoparmi senza pietà come se fossero due famosi calciatori allo stadio da sostenere con il tifo. A me, invece, sono rivolti solo insulti e offese di ogni tipo. Troia, cagna, puttana, sono i più gettonati e devo dire che mi fa pure piacere sentirli, riescono a darmi quell’ulteriore carica per affrontare tutti quei cazzi.


L’unica eccezione a questo continuo alternarsi di perfetti estranei che abusano del mio corpo è quando davanti alla mia faccia capolinea un folto cespuglietto di peli e una mano spinge la mia testa verso di esso. Per un primo momento non capisco cosa sta succedendo poi realizzo che c’è una donna che mi sta sbattendo il suo sesso in bocca, io senza neanche a pensarci tiro fuori la lingua e inizio a leccare i suoi umori. Poi riprendono i cazzi in bocca come prima.


Alla fine, dopo non so quanti orgasmi o carichi di sperma, l’ultimo uccello abbandona il mio corpo. Non c’è più nessuno che mi tiene saldamente per i fianchi o la testa. Io cado distesa sulla sabbia esausta. Il telo è finito chissà dove in tutto questo casino. Per la prima volta (da ore?) nessuno mi scopa.


Mi guardo attorno stremata; pure questo gesto mi affatica.


Non ci riesco a credere; conto ventiquattro persone, quasi tutti maschi. Loro devono avermi scopata in ogni mio orifizio più e più volte dandosi il cambio in una sorta di staffetta sessuale. Ora si riposano sulla spiaggia. Stanno chiacchierando tra loro o mi fissano divertiti, qualcuno si sta menando l’uccello spompato. Sembrano stanchi; ma compiaciuti. Qualcuno sta pure riprendendomi con il cellulare! Io devo essere un disastro. Sono ricoperta di uno strato alquanto umidiccio di sudore, liquidi seminali impiastricciati di sabbia. I miei capelli devono essere uno schifo. Qualcuno mi ha ripreso mentre ero scopata brutalmente ed io mi preoccupo del mio aspetto. Spero solo che mi condividano il video.


Io sono stata lì, unico oggetto del loro piacere, a totale loro disposizione. Cazzo quando sperma ho dovuto ingoiare e quante volte ho avuto un orgasmo. Ho il corpo distrutto, non sono più in grado di muovere un muscolo. Tuttavia mi sento appagata, ebbra del mio stesso piacere, conscia di aver partecipato a un evento unico, la cui vera protagonista sono stata io. Con uno sforzo titanico levo un pugno al cielo.


Quel mio gesto, come se fosse una campanella, scuote la gente introno, dopo qualche secondo, qualcuno torna verso di me e inizia nuovamente a scoparmi. Questa volta la storia è diversa. Non c’è più la stessa frenesia di prima. Non è più una gara a chi svuota più sperma dentro la povera e indifesa Laura. La gente mi viene sopra e mi scopa con più calma, ma forse con più passione, potendo disporre del mio corpo senza la concorrenza degli altri.


Piano, piano tutto quel gruppetto di persone si fa almeno un altro paio di giri su di me, scaricandomi tutto il loro ultimo sperma dentro il mio corpo. A mano a mano che la gente finisce di abusarmi, si prende qualche ricordo sotto forma di foto e di video e se ne va. Qualche stronzo mi frega pure il costume e l’intimo dicendomi che tanto non mi sarebbe più servito.


Alla fine, il sole è quasi tramontato quando l’ultima persona mi viene dentro e mi abbandona come fossi un rifiuto qualsiasi da abbandonare sulla spiaggia dopo una giornata di sollazzi sotto il sole.

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