1. Premessa.
La serata con Adele era stata assolutamente indimenticabile per me, prima il disboscamento di una fica bella e pelosa, quasi più bella di quella di Giorgia, poi la grande inculata…
Credevo di non poter chiedere altro in quei momenti, e invece quel diavolo di sorella stava per prodursi nell’ennesima sensazionale “invenzione”…
2. La “ricompensa” per Giorgia.
E così, quando la mattina dopo squillò il telefono, mi colse che me ne stavo solo soletto a crogiolarmi ancora tra le lenzuola, completamente nudo come al solito, e a meditare su quanto fossi un uomo fortunato ad avere una sorella-amante come Giorgia, quasi una “moglie”, dato il rapporto complice che da ormai molto tempo si è stabilito tra di noi…
Annoiato e un pò innervosito da questa improvvisa interruzione dei miei pensieri, presi il cellulare domandandomi chi potesse essere lo scocciatore di turno.
Premetti il tasto per rispondere e… Era lei!, la mia unica e vera femmina…
Ne fui rallegrato, in fondo così la giornata stava cominciando decisamente bene…
- “Ciao maialino mio… ti sei ripreso?”
disse Giorgia ridacchiando nel mio orecchio.
Ed io:
- “Certo troietta… Non so se riuscirò mai a sdebitarmi abbastanza… Lo sai che senza di te starei sempre a cazzo duro e palle gonfie… Tu, invece, sai come farmi scaricare… E ieri ti sei proprio superata!”.
- “Appunto”, riprese lei facendosi seria, “e adesso tocca a te ricambiare…”.
Mi resi conto che stava riflettendo… non dissi nulla… Poi, fu lei a riprendere il discorso:
- “Dobbiamo vederci… subito!, non ce la faccio più… sei la mia linfa vitale, il sangue che scorre dentro di me”…
- “Ehi, troietta, che succede? Tra poco dentro di te scorrerà qualcosa di ben più grosso e consistente…”.
- “Evvai… era proprio quello che volevo sentirti dire! Ieri, mi sono smanettata furiosamente dietro la porta della stanza… Ti ho lasciato fare… Non immagini che sofferenza, fisica e mentale! Oggi, però, voglio il mio premio!”.
- “Giusto”, dissi io… “ti ho un pò trascurata, scusami… Ho pensato a godere e non a far godere anche te… Dimmi: hai qualcosa di particolare in mente? Qualcosa delle tue?”.
- “Eh no, caro il mio bel nodoso cazzone, ti piacerebbe sapere tutto e subito… Ma che sorpresa sarebbe? Così, invece, mentre mi raggiungi a casa mia, il pisello ti diventerà di marmo, e la mia micetta si divertirà di più…”.
Chiuse la telefonata, lasciandomi sospeso nell’incertezza… Ma siccome mia sorella non mi aveva mai deluso sessualmente, saltai giù dal letto, mi feci una bella doccia rigeneratrice, e mi preparai in un niente…
Uscii di casa, mi infilai nella mia auto, e dopo un numero incalcolabile di infrazioni al codice della strada raggiunsi la mia agognata destinazione…
Come quella sera da favola, mi venne incontro Giorgia… Aveva gli occhi scintillanti che testimoniavano una grande eccitazione… Ci baciammo sulla bocca lungamente…
Adesso eravamo soli, e le sue labbra esprimevano una gran voglia di sesso… era di nuovo “carica”, e la sua lingua si intrecciò alla mia in men che non si dica…
Restammo così, a pomiciare, come due ragazzini che stavano scoprendo il primo innamoramento…
Non saprei dire esattamente quanto tempo passammo così, ma all’improvviso Giorgia mise fine a tutto e mi prese per mano conducendomi nella stanza da letto che già conoscevo.
In un lampo, rivissi tutte le emozioni della sera precedente… Ma la sua voce roca dall’eccitazione mi riportò all’attualità…
Era fasciata in una bellissima vestaglia di seta rosa, che le lasciava scoperte solamente le caviglie…
Sopra, due bottoni non serrati all’altezza dell’ombelico, e una sottile fascia in vita mi impedivano di ammirare le perfette nudità di mia sorella…
Quella fascia, però, cadde immediatamente per sua volontà, ed io rimasi nell’incertezza se seguire il percorso di quella cintura fino a terra o fissare i lembi della vestaglia che aprendosi stava per dare inizio al mio spettacolo…
Alla fine i miei occhi rimasero bloccati all’altezza dei fianchi, e quando anche la vestaglia precipitò a terra, scoprii che sotto non c’era nulla… proprio nulla!
In fondo, perché meravigliarmi? Mia sorella mi si offriva sempre nella sua disarmante nudità…
Benchè conoscessi praticamente da sempre quel corpo, rimasi anche stavolta a bocca aperta: un paio di stivaletti neri erano l’unico accessorio che l’ornava…
Che effetto mi fece!
Giorgia se ne rese conto ben prima che potessi cercare di nasconderlo: si avventò sui miei pantaloni, e in un sol colpo li abbassò insieme ai miei slip… tastò con energia il mio arnese ormai assolutamente in tiro, e disse:
- “Fratellino, che bel cazzo duro che hai! Bene… molto bene, perché ti servirà in tutto il suo splendore per sventrarmi come desidero…”.
Con i pantaloni a mezza gamba ero praticamente impossibilitato a muovermi… Lei mi tolse anche la camicia e finì di sfilarmi lo slip, dopo di che ci adagiammo languidamente sul letto…
Riprendemmo a baciarci, ma all’improvviso lei mi afferrò saldamente il pene, stringendolo forte fino a farmi male, e perentoria mi ribadì:
- “Ti ho ceduto ad Adele per una volta, per divertirci insieme in maniera insolita, ma ora basta, da adesso sarai di nuovo tutto mio, perché non immagini quanto per me sia stato un inferno”…
E mi rimise la lingua in bocca, più giù che poteva…
Capii che dovevo dimostrale con i fatti che tra noi non era cambiato nulla, non poteva essere cambiato nulla per “colpa” di quella troia, ma che anzi la volevo sempre di più, con tutto me stesso.
Restando in quella posizione non troppo comoda per me, appoggiai una mano sulla sua pancia, ed esplorando alla cieca sentii al tatto il suo profondo ombelico… Scavallai, e il monte di venere mi si “annunciò” con una folta peluria…
Riconobbi il luogo di mille “giochi”, di infiniti piaceri… Pochi centimetri ancora, e capii di essere giunto sulla soglia del Paradiso…
Con due dita iniziai risolutamente a farmi strada tra boscaglia… Separai le labbra, che cedettero senza far troppa resistenza e… Era fradicia!, come sempre quando le praticavo questo tipo di “esplorazione”…
Il gioco si faceva interessante… mi divincolai dalla presa con la lingua e, lasciandola in preda ai suoi crescenti spasmi, scesi giù lungo il suo corpo strusciandovi sopra la mia faccia…
Giunto dove erano già arrivate le mie dita, aprii la bocca… tirai fuori un poco la lingua e la appoggiai su quella viscida mucosa, riconoscendo tutti i “sapori” di mia sorella, i suoi caldi umori che già si facevano sentire…
Percorsi molte volte, su e giù, quel viottolo di piacere, e ad ogni passata, potevo constatare che il grilletto era sempre più grande e duro…
Scesi, e scesi ancora… fino all’ingresso di quella lussuriosa patatina… Stavolta, spinsi a fondo la lingua, cercando di spingermi in profondità…
Mi sollevai “dal fiero pasto”, e rimasi ad osservare il lavoro fatto… Sicuramente Giorgia stava apprezzando…
Schiusi senza fretta le grandi labbra che nel frattempo si erano ricomposte, e mi ritrovai al cospetto di un bellissimo laghetto salato… Mi ci tuffai e rituffai dentro, e tenendola aperta al massimo provai un’esperienza a dir poco “mistica”: spinsi indietro il suo prepuzio più che potevo, e vidi che il clitoride era diventato così grosso che sembrava un piccolo cazzo…
Iniziai a colpirlo con la lingua, come a dargli delle piccole martellate… Non le davo tregua… Mi spostai sulla soglia dell’orifizio, e mi inserii di nuovo dentro il più che potevo, schiacciando le mie labbra su quelle della sua fica…
Intanto, mettendole l’altra mano sulla pancia ed esercitando una leggera pressione, iniziai a percepire delle contrazioni… Alzai di poco lo sguardo: i miei occhi incrociarono i suoi… era l’ora!
Aveva il pelo impiastricciato del suo stesso succo… mi feci una breve sega tanto per riportare l’erezione al punto giusto… poi, vedendola ancora ben dilatata, non persi tempo e puntai la cappella verso quell’antro godurioso…
Spinsi, ma non ce n’era fu assolutamente bisogno… L’asta venne fagocitata da senza indugio da quella splendida “macchina da sesso”, mentre i testicoli finirono a cozzare contro le sue cosce.
La stantuffai finchè lei non ebbe una lunga serie di scuotimenti…
Venimmo insieme, ed io le feci il “regalino” che ogni volta attendeva da me: una abbondante e bollente sborrata che riempì la sua deliziosa “sacca”…
Crollai sul suo corpo, ma restammo ancora per alcuni istanti l’uno dentro l’altra… Una emozione infinita…
Infine, sollevandomi, la baciai ancora, mentre Giorgia – con un flebile filo di voce – bisbigliò:
- “Sei il mio scopatore… se non fosse per il fatto che non sono più fertile, oggi mi avresti ingravidata… Ti amo… proprio perché sai esattamente come amo essere presa…”.
E i nostri sguardi si tuffarono gli uni negli altri per un lasso di tempo che mi sembrò non terminare mai…
Ero convinto che per oggi sarebbe finita qui, ma mi stavo sbagliando…
Il sangue del mio sangue mi riprese il cazzo in mano… Anche lui era esausto, tutto intriso di sperma e umori della sua vagina…
Mia sorella ricominciò quei movimenti sapienti e irripetibili che solo lei sapeva compiere, e in breve l’uccello mi tornò duro e pronto…
Allora, Giorgia mi disse:
- “Adesso, devi farmi il culo... e farmi urlare!”.
Così, si voltò, si mise a pecora con le tette schiacciate sulle lenzuola e l’ano a pochi centimetri dalla mia faccia, ed io mi alzai posando un ginocchio sul letto…
Sarà stato che ormai il suo sfintere era oscenamente dilatato dalle molte volte che l’avevo inculata, sarà stato che io ero al massimo dell’eccitazione, ma glielo infilai tutto dentro in un solo colpo senza che lei emettesse un fiato.
Poi, glielo tolsi completamente, per rimetterlo di nuovo fino alle palle…
Sentimmo entrambi fica e palle collidere violentemente:
- “Dio che inculata, fratellino mio… cazzo che bello…”.
Allungando le mani sul suo ventre, le toccai la fica da davanti: stava ancora sbrodolando, e sentire quel fluido viscido scivolare sulle mie mani mi fece impazzire…
La schizzai nel culo… un getto impressionante di sborra da cui svuotai completamente i miei testicoli che quel giorno avevano lavorato davvero tanto…
Al sentire quel calore tutto dentro il retto, Giorgia esplose anch’essa del suo ennesimo orgasmo:
- “Oh cazzooooooooooooo… che bello il tuo cazzo duro nel culo…”.
Poi, disse qualcosa, ma non compresi bene le parole che le si strozzarono in gola… E capii che questa volta era venuta con grande passione…
- “Giorgia, sei proprio una troia…”, non riuscii a trattenermi dal dirle.
E mi sfilai…
Mentre stavo ancora nei pressi del suo culo, vidi che assieme alla mia sborra colava sulle sue cosce anche un rivolo di sangue…
Mi prese una stretta al cuore… Giorgia era quanto avevo di più caro, e mai e poi mai le avrei voluto far male…
Anche lei se ne accorse, assieme al mio stato d’animo, e disse:
- “Mi hai rotto di nuovo il culo, stronzo!!!”.
- “Ti è dispiaciuto?”, replicai io con un sorrisino…
E lei:
- “Se non fosse che ora ho il culo che mi va a fuoco, ti farei passare la notte dentro le mie chiappe…”.
E ci addormentammo, felici e sempre più padroni dei nostri corpi…
FINE.