Come ricorderete, mia sorella, presentandomi Adele – la commessa del sexy shop – a casa sua mi disse: 
- “Questo è il mio regalino per te…”.


Ebbene, ora la porcellina era stata tutta depilata, e Giorgia era uscita dalla stanza portando via con se tutta l’attrezzatura che era servita per l’operazione: eravamo rimasti, quindi, faccia a faccia, io e Adele… 
E fu proprio lei, che nel frattempo si era collocata al centro del letto e con il busto eretto, a rompere il ghiaccio, togliendomi d’imbarazzo… 
Disse:
- “Devo farti due volte i complimenti… per due motivi…  anzitutto per come mi hai rasato la farfallina”…
Ci fu un nuovo silenzio… credo che lo avesse “creato” lei appositamente, ed io ci cascai… le chiesi, maliziosamente:
- “E l’altro motivo?”
Mi guardò fisso, e dopo un altro lungo silenzio, disse: 
- “Per quello che hai in mezzo alle gambe! Peccato che tua sorella mi ha avvertito che non devo farci nessun pensiero serio, che è tutto suo…”.


Lo disse con un incredibile sorrisino che mi chiamava alla disobbedienza… e lo accompagnò con un gesto che non dimenticherò mai: quasi pigramente, spalancò e richiuse le cosce, come a mostrarmi la “cosa” che lei metteva sul piatto…


Fu allora che abbandonai ogni indecisione; gattonando come un bebè, mi avvicinai e mi sistemai al suo fianco… la baciai, e lei mi piazzò tutta la lingua dentro la bocca… mi prese la mano e me la adagiò aperta a coprire la sua enorme tetta (una quinta piena e naturalissima)… 
Incoraggiato dal suo gesto, cominciai a stringerla per saggiarne delicatamente la consistenza, mentre con il pollice iniziai a girare attorno al capezzolo carnoso e ben pronunciato, che grazie ai miei massaggi si indurì sempre di più… 
La sentii ansimare, e strinsi ancora di più la tetta… 
Passai poi, di mia iniziativa, all’altra mammella, ripetendo lo stesso giochino…
Lei, inarcò la schiena, ed io ne approfittai per metterle la mia mano nel solco della spina dorsale e scendere giù fino a trovare la spacca tra le chiappe…


Sentii il glande pulsare furiosamente, schiacciato sulla sua coscia… ma prima che potei realizzare il da farsi, Adele si svincolò, sgusciò via dalla mia presa come un’anguilla, e me la trovai tra le gambe… 
Afferrò il mio cazzo (che si era ricoperto) con quanta forza aveva, con qualche difficoltà me lo scappellò di nuovo (la cappella ingrossata rendeva difficoltoso abbassare il prepuzio), e infine lo ingoiò fino ad andare a sbattere con le gote sui miei testicoli…
Iniziò a farmi un bocchino meraviglioso, che nemmeno mia sorella era mai stata capace di farmi… non so quanto durò, ma a me parve un’eternità, tanto stavo bene…
Si fermò al momento giusto, non facendomi venire… Lo cacciò fuori dalla bocca, con tutte e cinque dita della mano aperta mi diede una leggera spinta all’indietro facendomi mettere supino, mi saltò sopra e se lo infilò dentro iniziando un formidabile smorzacandela… 
Siccome eravamo faccia a faccia, potevo al contempo ammirare il dondolare armonioso delle due mammellone. 
La presi per le mani, la tirai a me e me le feci sbattere sulla faccia: Dio che goduria, Adele era una vera macchina da sesso e non si fermava più… 
Si sollevò, ma non si allontanò da me più di tanto… questa volta, mi fece un pompino servendosi dei suoi magnifici piedini, dotati di una pelle vellutata, liscia, al punto che ci mancò davvero poco questa volta che venissi… 
Ma come al solito, lei la sapeva lunga, e si fermò al momento giusto…


Il mio cazzo era durissimo… Con un gesto da acrobata la ragazza si voltò, mi diede le spalle posizionandosi a misura, e poi – girando la testa ad incontrare il mio sguardo – mi disse:
- “Adesso inculami, ti prego!”.


Mi porse il culo, aprendosi le chiappe a sufficienza perché potessi ammirare un’altra stupefacente meraviglia: uno sfintere pulsante, che denotava la sua gran voglia di ricevermi nelle viscere… 
Non me lo feci ripetere oltre, la afferrai per i fianchi belli rotondi, e bagnai con la saliva il suo buchetto e la punta della mia cappella… 
Poi, Giudicandolo un pò strettino, ci infilai dentro due dita iniziando a ruotarle prima lentamente e quindi aumentando sempre più il ritmo… 


Nell’istante in cui le introdussi, le si spezzò il respiro… Quindi, riprese ad ansimare, ed io estrassi le mie dita e venne naturale di leccarle: uhm, che meraviglia!, un sapore inaspettatamente delicato che mi gustai fino in fondo…


Adesso, vedevo bene il suo buco… centrai il glande, e lentamente ma senza più fermarmi la penetrai…
Intuii subito che Adele mi stava facendo uno dei regali più grandi che una donna potesse fare a un uomo: la sua verginità anale…


Mi fermai un istante per far adattare bene il suo intestino alla mia misura… tornai indietro, lo estrassi quasi tutto, e iniziai nuovamente a scendere in profondità… 
Ogni volta che ripetevo quel procedimento, vedevo che faticavo sempre di meno, e lei si scioglieva in un’espressione che dal dolore stava mutando in autentico godimento…
A quella vista non riuscii più a trattenermi, e le sborrai dentro tutto ciò che avevo… 
Mi accasciai sulla sua schiena, risalii il torace, e afferrandola per le tette le sussurrai: 
- “Che puttanella che sei Adele!”.
Alla fine, le estrassi il cazzo moscio dal culo… Si voltò nuovamente e mi disse: 
- “Mi hai spaccato il culo, ma non ho mai goduto di fica così tanto come nel culo!”.  


Proprio in quel momento, non sentendo più i nostri gemiti, mia sorella ricomparve sulla porta della stanza… Lo spettacolo che vide dovette essere a lei soddisfacente, perché, con tono scherzoso, mi ammonì: 
- “Bravo fratellino, hai inseminato pure questa troia… ora dovrò pensarci io a “purificarti” il cazzo con gli umori della mia fica…”.


Io, tra il soddisfatto e il terrorizzato, sapevo bene cosa significassero quelle parole: e cioè che – dopo avermi concesso una meritata pausa – Giorgia avrebbe preteso di essere scopata da me, come ricompensa per tutta quella “organizzazione” che solo la sua vulcanica mente perversa poteva mettere in piedi… 


FINE.

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