Simona: agosto 2000


Metto l’ultimo cucchiaino, poi chiudo la caffettiera e accendo il fornello. Ho proprio bisogno di un buon caffè, ieri sera siamo tornati tardi e per di più, poi, abbiamo fatto le 4 passate. E adesso, con meno di quattro ore di sonno, non sono certo sveglia e mi aspettano in palestra. Mi sono alzata dal letto e mi sono trascinata qui in cucina così com’ero, nuda, così quando esce Ste dalla doccia posso entrare subito io. Una volta pronta, mi farò riaccompagnare dove ieri ho lasciato il motorino prima di cena, altrimenti arriverò troppo tardi e devo trovare anche il tempo per un saluto al telefono a Massimo, che sarà già sveglio. Massimo vive a 140 km dalla mia città, stiamo insieme da 10 mesi e a settembre lo sposerò, già, lo sposerò. Mi chiederà come sia andata la serata, il mio secondo addio al nubilato, dopo quello che ho fatto con amiche e colleghe, la mia serata con Stefano. Siamo figli di due cugini, sempre insieme fin da piccoli, soprattutto nelle feste di famiglia e durante l'estate. Quando ho annunciato la serata esclusiva tra noi due, nessuno ha pensato a qualcosa di strano, insieme andiamo al cinema, siamo stati alla settimana bianca quando ancora stava con Irene, si va insieme a ballare e ai concerti, a volte a vedere la Samp. Del resto nemmeno io mi sarei aspettata di fare quello che abbiamo fatto stanotte, una scintilla di pazzia dalle 2 in poi, il resto della serata era stata regolare, come sempre, ma non mi pento, è successo perché l'ho lasciato succedere, mi è piaciuto davvero, tanto, e non credo che ricapiterà. Sarà una cosa che rimarrà tra noi, una cosa che mi porterà eccitazione quando tornerò a pensarci. Il rumore dell’acqua nella doccia smette di colpo. Sento la porta che si apre, è finalmente uscito e appena questo caffè verrà su potrò andare anche io che ne ho proprio bisogno. Stefano entra in cucina e mi guarda. E’ rimasto nudo anche lui, chissà perché. Mi squadra da capo a piedi e poi ride, mostrandomi il pene eretto. Spengo la caffettiera che ha iniziato a brontolare, mi riempio una tazzina e bevo di fretta. E’ caldissimo e scotta da morire, ma non ho tempo di aspettare che si raffreddi. Metto la tazzina sotto l’acqua e mi avvio verso il corridoio. Appena passo a fianco alla porta lui allunga il braccio e mi prende per la vita, mi tira con forza a sé e mi sorride nuovamente. Cerco di dire qualcosa ma lui mi bacia subito, lasciandomi le parole in bocca. Con una mano inizia a masturbarsi, con l’altra entra dentro di me con due dita. Ho un sussulto, non sono pronta per fare sesso e non ho né tempo né voglia di farlo ora qui, nella cucina del suo appartamento. Lui però non la pensa alla stessa maniera, continua a muovere quelle sue dita che mi frugano dentro come se fossi una borsetta in cui deve trovare qualcosa e quando ha deciso che è sufficiente, mi penetra così com’è, in piedi. La posizione è scomodissima ma continuo a non poter dire niente perché la sua lingua è costantemente nella mia bocca a cercare la mia. Inizia a darmi colpi forti, chiaro segno che vuole solo una sveltina. Mi stringe i seni l’uno contro l’altro e dopo neanche tre minuti mi viene dentro, ansimando come se avesse corso per mille metri. Quando esce da me ho un altro sussulto, mi ha fatto decisamente male e non credo che se ne sia reso conto. Barcolla fino a una sedia e ci si siede pesantemente mentre con le mani cerca di raggiungere il rotolo di scottex che ho lasciato vicino alla caffettiera. Lo guardo, ma lui ha già perso interesse per me. Quello che voleva se l’è preso e ora per lui posso fare quello che voglio. Adesso si che mi sento troia, con la lucidità del mattino e la voglia che mi attorciglia la pancia mi sento troia. Mi sento colare, appiccicata dentro e usata ma non mi dispiace. Mi rimane dentro già il ricordo della sua carne dentro me, ma decido che tutto finirà qui. Mi lavo, mi vesto velocemente e gli chiedo se mi può riaccompagnare alla moto. Mi risponde da cavaliere e mi passa la giacca di jeans che porto solo quando prevedo di uscire in motorino di sera. Parliamo di impegni e progetti della giornata durante il tragitto, scendo , mi dice "ciao Simo, ci sentiamo, salutami i tuoi" . Sono sicura che quando mi vede slacciare il lucchetto e prendere il casco dalla sella mi guarda il sedere. Non so se l'abbia mai fatto in quel modo, non so se in futuro penserà alle mie chiappe in quel modo ancora, ma adesso sento davvero i suoi occhi sopra e intorno ai miei short.


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Stefano : agosto 2000 


Che grande e lunga scopata stanotte! Non riesco a non pensarci, ho pure messo più acqua fredda che calda in questa doccia ma il mio uccello si sta risvegliando ugualmente. Inizio a toccarmelo, magari potrei chiamare Simo per farmi dare una mano in quest’opera. Vabbè lasciamo stare. Finisco di sciacquarmi velocemente, chiudo il rubinetto ed esco. Entro in camera da letto ma lei non c’è. Per terra ci sono le sue mutandine e sul bordo del letto i suoi vestiti. Vuol dire che sta girando per casa nuda?  Sono evidenti i segni della nostra nottata in camera mia. Passare dal chiacchierare fitti fitti alla danza e al sesso è stato davvero bello e naturale. Certo è una bella ragazza, 26 anni come me, mi è anche capitato di farmi una sega fantasticando su lei e improbabili altre faccende, ma prima di ieri sera non pensavo potesse accadere né mai ci avrei provato. Sarà l'agosto, sarà il caldo o il fatto che sono single da maggio, ma certo la situazione che si era creata, il suo vestitino, la sua pelle e il suo profumo, il suo corpo erano davvero irresistibili, è stata come una bella bevuta voluta, goduta e apprezzata da viverne ora i residui benefici. Nemmeno quando abbiamo deciso che avrebbe dormito da me avevo in testa l'idea di farmela così. Guardo l’ora, 8 e un quarto. Alle nove devo andare a prendere Roman e passare dal piastrellista, quindi ovunque Simona sia ora, bisogna che le dica di spicciarsi a prepararsi. Un caffè, ecco cosa ci vuole. Entro in cucina e la vedo lì, in piedi davanti ai fornelli. E’ completamente nuda e mi guarda un po’ stupita, forse si è accorta della mia erezione. Fa subito finta di niente e riporta lo sguardo sulla caffettiera, come se non volesse farmi capire che se ne è accorta. Mi viene da sorridere, è evidente che la visione del mio corpo nudo l’ha eccitata. Magari vorrebbe farlo ancora, mi dà l'aria di essere insaziabile, pensare che tra meno di sei giorni sarà moglie. Mi siedo un attimo e faccio finta di accendere la radio mentre lei aspetta che il caffè sia pronto. Guardo verso la sala ma con la coda dell’occhio seguo i suoi movimenti. Liscia, abbronzata con piccoli segni bianchi che evidenziano che non è abituata a portare reggiseno in spiaggia né slip ascellari. Immagino che in palestra abbia altra "uniforme" attillata quando insegna, chissà se per questo avrà lunghe file di richiste per lezioni private. Si gira appena e vedo alla luce il ciuffo davanti, stanotte mi sembrava più scuro, un ciuffetto intorno alle labbra marcate, una bella fichetta pronunciata e matura ma ancora in ordine, ben fatta. Appena è pronto lo beve subito velocemente. Finora nemmeno una parola tra noi, appoggia la tazzina e si avvia verso di me a sguardo basso. Forse vuole fare sesso crudo e veloce? Ho già capito cosa vuole e ora ci penso io. Appena mi passa vicino la afferro subito e poi la bacio in bocca. Sta per dire qualcosa ma io la subito. Tanto qualsiasi cosa volesse dire sarebbe superflua. Mi eccitano da morire il suo fiato caldo e la sua pelle pronta. Le ficco dentro subito due dita, giusto per sentire quanto sia pronta. Voglio possederla , sicuro che ora lei voglia una ripassata energica e potente. Intanto con l’altra mano comincio a masturbarmi, sono sicuro non lascerà insoddisfatto né me né lei. Continuo così per forse un minuto, poi sento che il mio uccello ancora più duro e può quindi iniziare a fare il suo mestiere. La prendo lì com’è, in piedi davanti a me, non ho voglia di portarla di là in camera da letto. Stretta così è una meraviglia fotterla, mi sa che non duro mica tanto. Esco e entro da lei velocissimo mentre continuo a baciarla fino a quando non ce la faccio più e vengo. Sono talmente tanto preso che le vengo dentro, ma anche stanotte è successo una volta, comunque prende la pillola da quando sta con Massimo. Rimango dentro ancora un momento con le mie palle che appoggiano contro l'interno del suo ventre, poi mi divincolo appena giusto per farlo uscire da lei. Mi avvicino alla prima sedia che trovo e mi lascio cadere. Fra le scopate di stanotte e questa di adesso sono in riserva, mi ci vuole aria per riprendermi e apro la finestra in cucina mentre lei entra in bagno con la mano davanti al ventre per non gocciolare a terra. Mi eccita e mi intenerisce constatare che tiene la mia sborra tra dita e palmo per non macchiare il pavimento e i tappetini in bagno. Chissà cosa pensa mentre se la sciacqua e rinfresca il suo nido di piacere. E' fatta bene davvero sotto, chissà perché mi dà l'idea che sarà più volte mamma; la vedo, florida, da fertilizzare, un terreno dove il seme attecchisce con facilità. Se non ci mette troppo in bagno riesco a darmi una sciacquata anche io prima di uscire. Dopo pochi minuti mi si ripresenta davanti vestita e cambiata, t shirt e calzoncini,mette la roba di ieri sera in uno zaino insieme al resto, spazzolino dentifricio, salvaslip e gomme da masticare. Sono le prime parole che ci diciamo e mi chiede se la riaccompagno alla moto. Le faccio un piccolo inchino e le sorrido, sono un po' imbarazzato ora che si torna alla normalità, vestiti e pronti alla vita fuori senza porci il problema né dire parola su quello che avverrà dopo la scorsa notte e stamattina. In auto diciamo cose stupide, rimanderemo la cosa o forse non ne parleremo mai più, alzo il cd di Fossati e lo canticchiamo insieme, poi arrivo in piazza Mille, scende e prende il motorino, ciao, con la mano e sorriso, bella ragazza, belle chiappe, ..... chissà.


P.S. La vedrò tra 5 giorni al suo matrimonio

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