Dopo esserci “ricomposti” entrambi dopo la lunga e intensa seduta, ci sediamo sui divani… Sono sempre in gonna e tacchi, con evidenti segni delle corde su polsi, gambe, caviglie e collo. Ho ancora il sapore del suo sperma che mi pervade il palato, considerando anche che la bocca è alquanto indolenzita per la lunghissima penetrazione.


“È stato veramente molto intenso… devo dire che raramente mi sono eccitato in questo modo” – “L’ho notato… Hai avuto altre esperienze di questo tipo? Ormai possiamo parlare liberamente, credo” – “Solo nelle mie fantasie, ma non ho mai sperimentato. Mi hai detto che avevi immaginato potesse succedere questo, i segnali erano così evidenti?” – “Beh… se parlando e guardando le foto che ti avevo portato si vedeva il tuo pene esploderti nei pantaloni, mi sembrava alquanto chiaro…” – “E non hai pensato di tirarti indietro?” – “Veramente no. La cosa mi stuzzicava molto… Eccitare qualcuno con i miei piedi è una cosa abbastanza normale ormai per me, ma farlo in abiti femminili, con tutta la parte bondage a seguire è stato eccitante. Sai legare bene ho visto…” – “Diciamo che mi ha guidato l’eccitazione. Poi ho seguito quello che mi hai descritto piacerti, ossia essere incaprettato…” – “Già. E mi hai incaprettato stretto. Volevi fare altro, oltre che scoparmi in bocca e leccarmi i piedi?” – “Ho avuto la tentazione di prendertelo in bocca, ma non credo di essere ancora pronto a questo. Però penso di averti appagato lo stesso a giudicare da come hai schizzato” – “Non lo nego…” – “Ho immaginato anche di legarti con le caviglie incrociate e le gambe divaricate, per penetrarti dietro, ma non volevo esagerare…” – “E hai fatto bene a non esagerare…”.


Vedo che ricomincia a guardarmi con insistenza i piedi, e ne approfitto per provocarlo un po’, muovendoli e arcuandoli dentro le scarpe, facendo finta di niente… il pene gli sta tornando duro e già si vede il rigonfiamento nei pantaloni: è un porcello questo psicologo! Si alza e viene a sedersi accanto a me, così accavallo la gamba in modo da avvicinare il piede alle sue… Quasi immediatamente la sua mano scende sulla mia caviglia e inizia ad accarezzarmi l’arco del piede, infilando le dita dentro la scarpa: “Allora… vorrei che questi incontri speciali continuino… ti stuzzica la cosa?” – “Le “sedute” sul genere di quella di oggi intendi?” – “Certo. Quelle professionali possiamo senz’altro proseguirle, ma quelle come oggi sarebbero un extra piacevole credo…” – “E vorresti proseguirle comunque qui?” – “Certo che no. Qui è limitativo, ma ho una seconda casa a Fregene che sarebbe ideale” – “Interessante… e cosa vorresti fare?” – “Beh, tu potresti dare seguito alle tue fantasie, vestendoti e mettendo i tacchi, e io alle mie… Ogni volta un gioco diverso, man mano che prendiamo confidenza”… Mentre dice queste parole la mano me la infila sotto la gonna e la spinge sulle cosce fino ad arrivare agli slip e, senza fermarsi, entrarvi all’interno e prendermi il pene: accenna una masturbazione lenta che mi porta ad aprire le gambe… mi eccita molto.


“Vedi… ce l’hai già duro, e anche io. Se non fosse tardi ormai potremmo ricominciare, ma magari ti faccio venire e basta, così rifletti sulla mia proposta…” così continua a masturbarmi sotto la gonna, ormai lo ha completamente in mano e lo lavora, devo dire, ad arte. Abbassandosi, con l’altra mano cerca i miei piedi e sfila entrambe le scarpe per poterli toccare, poi ne prende una e, senza interrompere la masturbazione, se la porta alla bocca per poi leccarne l’interno: la sua indole fetish sta venendo fuori completamente. Lecca entrambe le scarpe, passandomele poi sul viso e premendone una sulla bocca: “Lecca… lecca l’interno dove c’erano i tuoi piedi” mi esorta… Lo faccio, la cosa lo eccita ancora di più, tanto da aprirsi di nuovo i pantaloni e tirarlo fuori, lasciando le scarpe sul divano. “Sdraiati, vediamo se riusciamo a fare una cosa veloce…” Mi sdraio mentre lui poggia un ginocchio vicino alla mia testa, sempre toccandomi con la mano infilata sotto la gonna: ora la posizione gli consente di masturbarmi con la sinistra e mettermelo in bocca tenendolo con la destra… e lo fa, avvicinando la punta alle labbra per poi spingerlo dentro. “Succhialo dai, voglio venirti di nuovo in bocca mentre schizzi…” Non passa molto tempo prima il mio orgasmo si presenti, più intenso di prima: gli fiotto sulla mano senza che accenni a fermarsi, finché anche lui si lascia andare: “Ingoia ora, come prima…” e mi allaga nuovamente il palato e la gola per istanti interminabili. È la prima volta che qualcuno mi viene in bocca senza che io sia ben legato e la cosa evidenzia l’eccitazione molto particolare dovuta alla situazione.


Ancora una volta ci ricomponiamo, ma stavolta torno nella stanza dove mi ero cambiato per rimettere i miei vestiti “normali” e riporre il resto nello zaino, visto che sono le 21 passate. Torno nello studio e subito esordisce: “Allora… pensi che potremo incontrarci nella mia casa di Fregene qualche volta?” – “Si, penso di sì… ma facciamo passare qualche settimana e qualche altra seduta “normale”, se per te va bene” – “Certo… ci vediamo settimana prossima allora. È stato molto eccitante quello che è accaduto stasera…” – “Si, anche se non è propriamente “accaduto”, diciamo che lo hai fatto accadere…” – “Non posso negarlo”.


Mi avvio verso la porta, lui mi accompagna… ci salutiamo nel disimpegno e, mentre ci stringiamo la mano destra, la sinistra gliela metto sulla patta dei pantaloni: ce l’ha di nuovo duro!


“Vado, meglio… vedo che sei di nuovo eccitato e la cosa mi lusinga, ma dovresti porti qualche domanda professionale sulla tua reale natura bisessuale e feticista Doc. Buona serata…”


Ci sarà molto di cui parlare nella prossima seduta.

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