Prima di leggere questo capitolo consiglio la lettura dei capitoli precedenti altrimenti si fa fatica a comprenderne la trama.


 


La mattina ci svegliamo ancora abbracciati, è ancora presto, ma i primi raggi di sole, dalla finestra che abbiamo lasciato spalancata, sono come lame sui nostri visi e non ci danno scampo. Guardo l’orologio, le 5 e mezza, cazzo, avrei dormito volentieri ancora un po' e non solo 3 ore. Mi stiracchio e anche Milly apre gli occhi, gli do un lieve bacio sul collo e mi riempio le narici del suo odore, profuma di donna, di sonno e di sesso, è un mix bellissimo. In camera è fresco e mi avvicino alla sua schiena per ricevere un po’ di tepore, lei accompagna il mio movimento e si stringe a me miagolando come una gattina, restiamo così per un po’, godendo del contatto dei nostri corpi incollati. Come ogni mattina mi sveglio con il pene in tiro, succede ancora, anche se adesso ho 60 anni, ma allora da adolescente era veramente impressionante, duro che neppure dopo la pipì si afflosciava.


Distesi sul fianco, Milly ne sente la presenza e si stringe di più, si muove per permettergli di accomodarsi nel solco tra i glutei ed inizia un lento su e giù col bacino.


Io da dietro gli accarezzo i seni e tormento un po’ i capezzoli, lei mugola, con la mano scendo giù accarezzando il ventre e arrivo all’inizio della peluria. Mi fermo e ci gioco un po’, apro le dita della mano e vado a cercare la fessura della vagina, la trovo e sento subito il clitoride, ha già iniziato a bagnarsi. Tengo il piccolo clitoride tra pollice e indice e lo tormento, infilo il medio dentro, è bagnatissima, lei geme, ansima e, allungando il braccio destro, con la mano stringe il mio bacino per incollarsi di più a lei.


Sento che cerca di spostarsi più in su, capisco cosa vuole fare e mi spingo un po’ più giù, il pene adesso è proprio in mezzo le sue cosce, all’altezza della vagina, lei alza la gamba e l’appoggia sulla mia coscia, scende e con la mano dirige il membro, entro dolcemente, i movimenti sono volutamente lenti, vogliamo assaporare ogni momento di piacere di questo incredibile risveglio, l’abbraccio e la stringo, la mia testa tra l’incavo della sua spalla ed il collo, gli bacio le orecchie, lei si gira e riusciamo a unire le nostre lingue. L’azione continua per diversi minuti finché la sento vibrare tutta, espira e respira velocemente, si aggrappa alla mia schiena e mi ferma, ha l’orgasmo esplosivo che ormai ho iniziato a conoscere, con lunghi e continui fremiti. Anch’io voglio venire e riprendo a muovermi dentro di lei, dopo che è venuta la sento caldissima e bagnata, mi lascio andare e con pochi colpi e gli vengo dentro, i fiotti sono lunghi, lei li sente e mi sente gemere, mi stringe ancora di più per non fami uscire.


A distanza di anni, un risveglio così me lo sogno ancora oggi.


Guardo ancora l’orologio ….. cazzo, fra mezz’ora devo iniziare a lavorare.


Mi stacco dolcemente da lei, un bacio veloce e mi fiondo in doccia. Esco dopo dieci minuti con i capelli ancora bagnati, mi vesto e la saluto con un bacio. Lei mi ferma, mi abbraccia e mi dice: “ci vediamo stasera”.


“Ok, va bene” rispondo, “domani partite e tua sorella Nina vuole che vada con lei, ma non ho capito bene come dovrà svolgersi la serata. Ci sarai anche tu? E se ci sarà anche Michael, che ruolo avrà? Sono un po’ in ansia”.


“Non preoccuparti, ti ho già detto che loro due sono una coppia molto aperta e tra le cose che amano fare a Berlino è la frequentazione di un club privato di scambio coppie. A Michael piace molto guardare mentre Nina si fa montare da un altro e stasera è quello che succederà, lui si metterà in disparte sulla poltroncina in camera, vi guarderà e si masturberà. Devi solo far finta che lui non ci sia e goderti la scopata con Nina”.


“Ma tu non ci sarai?”.


“No, io non voglio esserci, stamattina io e te abbiamo fatto l’amore per l’ultima volta”.


Mi guarda in modo strano, non capisco. Mi rendo conto che ha detto che abbiamo fatto all’amore, non che abbiamo scopato ed inizio ad intuire qualcosa.


“Non sono obbligato a scopare con Nina stasera” gli dico, “se vuoi ritorno qui da te”.


“No, è meglio di no, Nina non me lo perdonerebbe ed io non posso permettermi di prendere una sbandata per un ragazzino di 16 anni, meglio chiudere qui, anche se so che questo mi farà soffrire”.


L’abbraccio e gli do un bacio. Esco dalla sua camera col magone, anch’io mi stavo affezionando, ma mi rendo conto che è meglio così e scendo a lavorare.


La giornata scorre tranquilla, e per tutta la giornata non incontro Milly, in compenso la Sig.ra Luisa continua a puntarmi e guardarmi con uno sguardo altero, di sfida. Quando mi fa cenno e chiede da bere, volutamente faccio finta d’essere indaffarato e mando un collega più giovane appena arrivato, non la prende bene e mi guarda inviperita. Faccio finta di niente e dentro di me la mando a fanculo.


Il pomeriggio, in spiaggia, incontro Salvo e gli racconto la mia nottata.


“Stai in campana” mi dice “non innamorarti delle clienti chi ti porti a letto, dai loro il tuo affetto, ma non innamorarti, sarebbe un disastro che ti distrugge dentro. A me è successo una sola volta, alcuni anni fa, e ne sono uscito distrutto, troppa differenza sociale e culturale, un rapporto impossibile, ma non lo capivo e mi sono fatto male da solo. Da allora ho chiuso il mio cuore, scopo e basta, scopo a sangue quelle che vogliono ciò e scopo con “amore” quelle che cercano dolcezza, ma non mi affeziono mai”.


“Non credo di poter diventare così cinico” rispondo.


“Vedrai che lo diventerai. Arriverai a capire che quando ti porti a letto una cliente, tu sei convinto d’averla conquistata, mentre invece è lei che ti ha scelto e ti sta usando come suo toy personale.”


“Beh, se consideriamo le due sorelle e la Sig.ra Luisa, non posso che darti ragione”.


Salvo mi dà una pacca sulla spalla: “coraggio, non sei più vergine, adesso la strada è tutta in discesa. Piuttosto, se stasera devi incontrare la sorella più grande, ti conviene tornare su dalla spiaggia e andare a dormire un’oretta, si vede che sei stanco, hai le occhiaie”.


Il servizio serale mi vede bello riposato, ho dormito quasi un’ora e mezza, ed inizio già a pregustare la nottata che verrà. Sono anche un po’ teso perché l’assaggio della sera prima con Nina mi ha fatto capire che sarà una battaglia che mi prosciugherà, speriamo d’essere all’altezza con una tigre come quella e che il mio fratellino in mezzo le gambe non mi giochi brutti scherzi.


Mi avvicino a loro tavolo con la scusa di vedere se hanno bisogno da bere. Milly mi saluta, ma vedo che non è la solita, sembra triste, Nina al contrario è euforica: “Milly è un po’ triste perché domani mattina partiamo”.


Che sorella troia, penso, sa tutto e fa finta di niente.


Mi vengono in mente le parole di Salvo in spiaggia e mi rendo conto che questa se ne frega dei sentimenti altrui, sorella inclusa. Merita solo d’essere scopata a sangue, in modalità martello pneumatico, culo compreso.


Michael mi guarda, sorride e mi dice: “Milly oggi è stata un po’ avara nel raccontarci di ieri sera, ma abbiamo capito che, come toro da monta, te la cavi bene. Ti aspettiamo da noi alla 305 quando finisci il servizio, verso le 22:00”.


Il tono era deciso, quasi un comando e non mi sentivo a mio agio, ho un carattere che si concilia a fatica con chi vuole comandare, da un crucco poi!


Reagisco per non subire passivamente: “tu che ruolo avrai Michael? Non vorrei che mentre sono girato di spalle sopra tua moglie mi arrivi da dietro cercando il mio culo”.


“No, no, non preoccuparti, a me piacciono solo le donne, ma sono anche un voyeur e un cuckold”.


“Non so cosa significhi, ma se vuol dire che ti metti in disparte a guardare, a me sta bene”.


“Ok allora, siamo intesi, ci vediamo più tardi”.


Mi allontano e sento che lo sguardo di Milly mi segue. Ricaccio indietro il magone che sta ritornando e continuo ad ignorare i segnali della Sig.ra Luisa che mi fa cenno di andare al suo tavolo, insisto per mandare il ragazzino nuovo, oggi non ho voglia di ascoltare le sue battutine del cazzo.


Alla fine del servizio faccio tutto come la sera precedente e, senza che nessuno mi veda, salgo di corsa per le scale. Arrivo davanti la porta della 305 e la trovo socchiusa, entro. La stanza è abbastanza ampia, con un letto matrimoniale al centro, sono accese solo le luci sui comodini, la finestra è aperta, ma la persiana è giù per tre quarti, un ventilatore sulla cassettiera è in funzione e punta verso il letto a mitigare un po’ il caldo afoso di luglio. Michael è seduto sulla poltroncina, in un angolo della stanza, con addosso solo le mutande e si sta tormentando i capezzoli. Sul petto un ciuffo biondiccio, il fisico è piuttosto flaccido e la grossa pancia da birra mi sembra enorme. Fortunatamente l’abbronzatura della riviera lo ha un po’ migliorato, ma immagino come deve essere altrimenti, inizio a capire la ricerca d’evasione di sua moglie.


Nina esce dal bagno, indossa una vestaglietta nera senza maniche assolutamente trasparente che arriva appena sotto gli slip, anche quelli neri, niente reggiseno, calze nere tenute su dal reggicalze allacciato al ventre e scarpe rosso fuoco con un tacco altissimo.


Una visione mozzafiato, vista solo sulle foto delle riviste porno e che stasera invece mi ritrovo davanti in carne ed ossa. Stasera mi scopo gratis una puttana strafiga d’alto bordo, penso.


Si avvicina, con quelle scarpe mi sovrasta in altezza di parecchi centimetri, mi annusa come una gatta: “farmi una doccia prima, neanche parlane vero?” gli chiedo.


“Ormai mi conosci, il maschio mi piace che odori da maschio, odore di sudore, odore di sporco, soprattutto il culo. Dopo che Michael ha defecato, il bidet glielo faccio io con la mia lingua”.


Mi giro e lo guardo, lui di rimando mi sorride ed annuisce: “e vedessi come mi pulisce per bene”.


Che perversi, penso dentro di me, la cosa mi fa parecchio schifo.


Nina avvicina la sua bocca alla mia, fortunatamente non sento odori strani, percepisco quello del dentifricio. Evidentemente Michael non ha cagato recentemente.


Mi artiglia la testa con le mani e mi infila subito la lingua in bocca, mi stringe forte a sé con una mano sulla nuca e la sento saettare in cerca della mia, si attacca e si impasta in un groviglio furioso. Comanda lei. Si stacca, mi toglie la camicia facendomela scivolare dall’alto alzandomi le braccia, l’odore acre di sudore che esce dalle ascelle la fa andare via di testa, mi alza il braccio destro, annusa, mugola e lecca a fondo l’incavo dell’ascella, poi fa la stessa cosa anche col braccio sinistro. Riesco con una mano a sbottonarmi i pantaloni e farli scivolare a terra.


“Fermo – mi dice – stasera il gioco lo conduco io”.


Sono un po’ frastornato, per me è tutto nuovo e non so cosa fare con una pantera del genere, penso sia meglio così e lascio che sia lei a dominare.


Si china, mi sfila i pantaloni dalle caviglie e mi spinge a sedermi sul letto, con un’altra spinta mi fa stendere supino. Mi toglie le scarpe e calzini, prende i piedi ed inizia a leccarli, uno alla volta, passa la lingua sulla pianta, mi fa un po’ il solletico e cerco di ritrarre il piede ma lei lo afferra saldamente e mi dà un leggero schiaffo sul polpaccio a mo’ di ordine di stare fermo. Mi sollevo sui gomiti e la guardo, lei senza staccare gli occhi dai miei passa la lingua in mezzo ad ogni dito del piede, rabbrividisco e il mio fratellino reagisce prepotentemente, non sta più dentro le mutande ed esce per metà, Nina lo vede e sorride, ma sembra quasi un ghigno, mi spaventa questa donna.


Continua con le dita dei piedi, adesso le infila uno alla volta in bocca e le ciuccia insalivandole abbondantemente, al pollice riserva un trattamento speciale, sembra un pompino. È brava, mi sto eccitando sempre più e vorrei tanto fare qualcosa anch’io, cerco di rialzarmi per avvicinarmi, ma mi fulmina con uno sguardo e allora torno a stendermi sul letto. Cazzo, penso, non mi piace la piega che sta prendendo la serata.


Michael continua a godersi lo spettacolo, ha tirato fuori il suo membro e si masturba lentamente. Evidentemente è un copione già rodato perché vedo che si alza, va dietro la moglie, gli toglie la vestaglietta da sopra, si inginocchia e gli toglie gli slip, lasciandola solo con reggicalze e calze, ha la vagina rasata, ma ha lasciato un triangolino di peli neri sopra di essa. Nina sale sul letto in ginocchio, Michael gli toglie le scarpe e poi infila la faccia tra le sue natiche, sento che slappa come un forsennato, lei geme, si aggrappa alle mie mutande e me le toglie, quasi le strappa. In quel momento mi viene da pensare che non potrò leccare la sua bella figa depilata, dopo la slappata di Michael, io proprio non ci metto la bocca se prima non si lava.


Da supino mi fa alzare le ginocchia, si appoggia con le mani dietro le mie cosce e spinge forte, costringendomi così ad alzare anche i talloni liberando alla vista l’ano. Nina è esperta, si vede da come conduce un uomo a fargli fare quello che vuole, adesso sembra non capire più nulla ed è travolta dalla libidine, un gemito e si tuffa col viso tra i miei glutei. Annusa, lecca tutto intorno, ciuccia i peli, infila la lingua nello sfintere, sento che quasi mi penetra con la lingua, poi sale a leccare sotto lo scroto e poi prende le palle in bocca, una alla volta. Il mio cazzo è già abbondantemente bagnato e gocce trasparenti di piacere continuano ad uscire dall’orifizio sul glande, la sua bocca ci arriva sopra, non usa le mani, che continuano a spingere le cosce per farmi mantenere la posizione, ma la punta della lingua si insinua sul buchetto, poi ci chiude sopra le labbra a ventosa e succhia, succhia tutto quello che c’è dentro, mi sta facendo morire e la passività alla quale sono obbligato non fa altro che aumentare l’eccitazione.


Michal ha finito il suo compito da cagnolino leccaculo, si è riaccomodato sulla poltroncina e finalmente Nina mi prende il cazzo a due mani e se lo infila in bocca; inizia un sontuoso pompino come mai prima avevo provato. Milly è brava, ma la sorella è pazzesca, lavora il pene in modo incredibile, da professionista, fa roteare la lingua, va su e giù con la bocca stringendo e lasciando, una mano continua a massaggiare le palle, lecca tutta l’asta, si incunea tra lo scroto e l’interno coscia, sale con la lingua fino all’ombelico e di colpo ritorna ad ingoiare l’asta utilizzando tantissima saliva. Più volte mi sembra di scoppiare, ma lei, da consumata esperta, riesce sempre a fermarsi in tempo senza farmi venire, è una tortura di piacere indescrivibile che però inizia a non piacermi più. Non mi sento a mio agio, o meglio, non mi piace il ruolo del passivo, dello schiavo.


Penso alle parole di Michael che a tavola mi ha definito un toro da monta, voglio comportarmi di conseguenza e non me ne frega un cazzo se stasera rovino i piani di Nina su di me.


“Fuck it”, lo dico con voce decisa e mi rialzo, Nina mi guarda sorpresa e non capisce, è pronta a redarguirmi, non gliene lascio il tempo, giro intorno il letto e la prendo saldamente per i fianchi, mi posiziono dietro, gli alzo il culo e la metto a pecorina, lei protesta e cerca di divincolarsi, ma io la tengo ancora più forte, punto alla vagina ed infilo il cazzo di colpo fino in fondo, un’unica spinta di reni micidiale, non è stato difficile perché già abbondantemente lubrificata dei suoi umori e della saliva di Michael, lei non se lo aspettava, inarca la schiena e lancia un urlo forte, un misto di sorpresa e di piacere.


Con la coda dell’occhio vedo che Michael si è alzato di scatto, è sorpreso, ma sembra approvare, ghignando, torna a sedersi.


Nina cerca ancora di divincolarsi, ma è meno convinta di prima, la tengo ferma, inizio a pompare come un martello pneumatico, da incazzato, voglio vendicarmi di quella sensazione di umiliazione che mi stava facendo provare, il cazzo è durissimo e il glande ha perso sensibilità, posso pomparla così per un’ora senza venire e ci do dentro di brutto. La sento cedere, geme e si gira a guardarmi, gli occhi sembra implorino di non fermarmi, mi rendo conto che gli piace il maschio alfa, un po’ brutale, una cosa che, probabilmente, con suo marito non aveva mai provato. Accompagna il mio ritmo col bacino, i colpi sono forti, si sente lo schiaffo delle palle ogni volta che sbattono contro di lei, mi giro e guardo Michael, si sta masturbando furiosamente, mi accorgo che si è infilato un vibratore in culo e gode come un matto.


Sto scopando Nina da dietro e vedo bene il suo culo, è rotondo e perfetto, perfettamente depilato e un po’ scuro, ci sputo sopra. Senza riguardo infilo il pollice dentro e inizio a muoverlo su e giù, è stretto, lei inarca la schiena e grida “Langsam bitte – fai piano”.


Continuo a martellare senza sosta e finalmente cede di schianto, si attacca con la bocca al cuscino e ci grida dentro, vibra e trema tutta, ha un orgasmo violento che mi inonda, rivoli scendono sulle nostre cosce, sono tutto bagnato e voglio approfittare di questo lubrificante naturale, lo tiro fuori e punto il culo, lei è ancora in preda agli spasmi dell’orgasmo e non capisce cosa succede, se ne rende conto quando la cappella preme sull’orifizio anale, ma ormai è tardi, la sto artigliando con forza e non sento troppa resistenza, la cappella inizia ad entrare.


“Warte, bitte, warte – aspetta, ti prego” mi dice ansimando, mi fermo e la guardo, vedo che si stende e apre il cassetto del comodino, prende un preservativo. Non capisco, perché vuole che usi il preservativo adesso?


Apre la confezione, se lo mette in bocca e subito ingoia il mio membro facendoselo scorrere fino in gola, una tecnica da professionista per infilare il goldone ad un uomo.


Mi guarda e spiega: “il preservativo serve se per caso dentro non sono ben pulita, non vorrai sporcarti il cazzo di cacca”, e mi bacia. Il bacio stavolta non è furioso come prima, è diverso, più trasportato e dolce, si avvicina al mio orecchio e sussurra: “sfondami tutta, fai di me quello che vuoi” e si rimette col culo per aria.


A furia di sfregare sul lenzuolo mi bruciano le ginocchia e allora mi metto in piedi davanti il letto, il ventilatore sulla cassettiera punta diritto sulla mia schiena e mi dà un incredibile sollievo, sono sudatissimo. La prendo per i fianchi a l’avvicino al bordo del letto, il suo culetto è proprio all’altezza giusta, ci sputo sopra, ma prima la penetro in vagina un paio volte per lubrificarmi un po’. Questa pausa mi ha calmato e sono meno infoiato di prima, mi rendo conto che potrei fargli male, inizio a spingere e vedo che la cappella entra un poco, lei geme e, stendendosi con la faccia sul cuscino riesce a mettere la braccia dietro e, con le mani sui glutei, allarga il buchetto. Continuo a spingere piano finché la cappella è dentro completamente, sento che i suoi lamenti diventano più deboli e si sostituiscono a gemiti di piacere sommessi, spingo ancora e vedo che l’asta sembra quasi venire risucchiata, sto entrando completamente, arrivo in fondo.


Nina mi ferma: “adesso aspetta un po’ che mi abitui” dice, e si muove piano di lato e in tondo come per far adattare il corpo estraneo dentro di lei. Inizia a muoversi su e giù e la seguo, prima piano, poi più velocemente, il suo respiro si fa via via fa più affannoso e ogni volta che espira l’aria l’accompagna da un gemito sempre più forte, continua a dirmi di fare piano che gli fa ancora un po’ male, non mi interessa e pompo sempre più forte, lei ansima e respira gemendo forte. Gli metto una mano sulla spalla e la tiro verso di me, la rialzo, passo un braccio davanti e la stringo, il mio petto incollato alla sua schiena. Lei è inginocchiata sul letto col busto eretto, io in piedi dietro con la mia verga ben piantata dentro che la riempie e la sconquassa. Con la mano destra arrivo a toccarla davanti, il palmo si riempie dei suoi umori, trovo il clitoride e inizio a martoriarlo con le dita, lei geme, si lamenta, “cosa mi stai facendo, così vengo di nuovo, mein Gott, mein Gott, haaaaaaa”.


Anch’io sono al limite e sento che mi sale l’orgasmo. Nina butta la testa indietro e l’appoggia alla mia spalla, un urlo fortissimo gli esce dalla gola.


Cazzo, questo l’hanno sentito fino in strada, penso, speriamo che i vicini nelle altre camere non comincino a rompere le palle.


Nina ha un orgasmo dirompente, ha squirtato sulla mia mano e bagnato tutto il letto. Io ansimo e respiro forte, continuo a pompare a fondo, lei sente che sto venendo e stringe i muscoli del culo, è qualcosa di indescrivibile e con un lungo gemito esplodo dentro il preservativo.


Restiamo attaccati così il tempo per riprendere fiato, faccio per uscire da lei, ma Nina rallenta il mio movimento: “piano – mi dice – quando esci, se è ancora in erezione, fa male quasi come quando entri”. Ubbidisco, in effetti è ancora piuttosto duro (beata gioventù), lei si china a guardare la punta del preservativo, come previsto è un po’ sporco, lo prende dalla base e lo toglie rovesciandolo, però prima di gettarlo nel cestino rovescia sul pene tutto lo sperma dentro di esso.


Mi sono quasi dimenticato di Michael, mi giro e guardo cosa sta facendo, è stravolto, non so quante volte abbia sborrato: “che serata memorabile, non me la dimenticherò facilmente” dice, e va direttamente in bagno.


Sono sfinito, le gambe mi fanno male come dopo un pesante allenamento, mi stendo supino sul letto, il pene è tutto imbrattato di sperma, Nina si avvicina dolcemente, non ha nulla della pantera di prima, è tutta miele e coccole, mi bacia dolcemente e poi scende con la bocca a gustarsi lo sperma. Lecca, succhia e ingoia ciò che trova, ma facendo così il fratellino riprende vita, alza il viso e mi guarda divertita: “ma non ne ha mai abbastanza!”. Non attende risposta e si tuffa su questo regalo inatteso, pompa facendoselo arrivare in gola e massaggiando continuamente i testicoli, arriva con un dito al mio sedere dove riesce ad infilarlo per metà, io mi rilasso al massimo, non devo più trattenermi e lei è bravissima, si vede che gli piace proprio. Ci metto poco, vengo mentre mi sta segando e la colgo di sorpresa, si tuffa con la bocca e beve tutto ciò che esce, continua con la lingua lungo l’asta e sulla pancia dove erano cadute alcune gocce.


La guardo mentre assapora ciò che gli rimane in bocca: “cosa hai bevuto stasera? Hai un buon sapore, dolciastro, ma non riesco a definirlo” mi chiede, “con Michael faccio presto a capire, il suo sperma sa sempre e solo di birra”.


“Ho bevuto un’abbondante Sambuca con due granelli di caffè, ma davvero si sente cosa si beve dallo sperma?”.


“Se lo trattieni sulla lingua e lo gusti come piace a me, certo che si sente”.


Ormai si è fatto tardissimo e non posso certo dormire con loro, e poi ho davvero bisogno di una lunga doccia. Studiando bene il da farsi sono riuscito a trovare una soluzione per uscire dall’albergo senza farmi vedere dal portiere di notte, la porta d’uscita posteriore che dà sul parcheggio si trova defilata e al buio rispetto il banco del ricevimento e ha sempre la chiave appesa ad un gancetto nascosto dietro il suo pesante tendaggio, se quando esco faccio piano non si accorgerà di nulla. Saluto Michael con una stretta di mano e Nina con un bacio sulla guancia. Lei mi guarda con occhi languidi e mi dice: “stai attento tu, non far troppo soffrire le donne che incontrerai lungo la tua strada”.


“Cioè? Non capisco”.


“Tu sei un meraviglioso bastardo, di quelli fanno innamorare le donne, adesso ancora non lo sai, ma stai attento, è un’arma a doppio taglio”.


Esco dalla camera 305 e mi avvio silenziosamente lungo il corridoio, i passi sono smorzati dalla moquette, arrivo alle scale e mi fermo.


No, non posso andarmene e far finire tutto così, faccio retromarcia e mi fermo davanti la 304, la camera di Milly, busso piano e attendo, con tutto il casino che abbiamo fatto è probabile che ancora non stia dormendo. La porta si socchiude e ci guardiamo, mi apre, non dice nulla e mi fa entrare.


Ha il viso tirato, gli occhi lucidi: “ho sentito che vi siete divertiti parecchio di là”.


Cerca di fare la cinica, ma capisco che gli costa, non dico nulla e continuo solo a guardarla negli occhi. Abbassa lo sguardo: “non guardarmi così, mi metti a disagio”.


Voglio allentare la tensione che si è creata e cerco di scherzare: “mi sono fermato per farmi una doccia, non ce la faccio più a sentirmi in queste condizioni, posso?”.


“Tu e le tue docce! Sei venuto solo per questo?”.


“No, mi voglio risvegliare domani mattina come abbiamo fatto stamattina, con te accanto e noi due abbracciati”.


Milly mi guarda e i suoi occhi si riempiono di lacrime, mi butta le braccia al collo e stringe forte: “lo voglio tanto anch’io” mi sussurra.


Mi spoglio e vado verso la doccia, vedo che anche lei fa lo stesso: “non voglio fare l’amore, so che mia sorella ti ha prosciugato, la conosco bene e so che riesce ad estrarre fino all’ultima goccia di energia ad un uomo, voglio solo stringermi a te”.


Restiamo sotto l’acqua calda della doccia per mezz’ora, ci laviamo a vicenda, ci abbracciamo ci stringiamo, ci baciamo. È proprio vero, il fratellino non si rialza più, Nina mi ha strizzato fino in fondo.


Mi sento bene, rilassato, ma comunque stanchissimo, ci asciughiamo e ci stendiamo a letto, lei rannicchiata ed io dietro a cucchiaio, con le braccia davanti che la stringono. Lei se le porta al petto e appoggia la guancia sul palmo della mia mano. Bacio lievemente la sua spalla e sento che il respiro si fa più regolare e profondo, attendo che abbia preso sonno, annuso a fondo il suo buon odore e anch’io mi addormento.


  


Continua

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