Mi chiamo Sandro, ho quarantacinque anni e di professione sono un autista di bus turistici. Nella mia professione di gente se ne incontra tanta e di avventure ce ne capitano spesso: si trova la signora annoiata che vuole divertirsi, la ragazza in cerca di esperienze, la guida a cui piace il conducente e così via. Ho incontrato anche dei gay, ma sono sempre riuscito a evitare di avere dei rapporti con loro, tranne alcune volte in cui io mi scopavo la signora e il lui mi succhiava o leccava il cazzo, dopo aver goduto con la moglie.
Una sera, sono andato a fare due passi in una cittadina del nord, quando, in un bar, incontro una ragazza bellissima: era stupenda, perfetta, un po’ troppo, e questo mi ha insospettito un poco. L’ho osservata attentamente, parlava e scherzava con due ragazzi e mi son reso conto che si trattava di un trans. Era perfetta, mi ha affascinato la disinvoltura con cui lei si muoveva in mezzo a loro, la padronanza dei movimenti, nonostante indossasse di tacchi altissimi, era fantastica. Mi son reso conto che, nonostante tutte le mie esperienze, non conoscevo nulla di questo aspetto dell’eros, di questo tipo di trasgressione. Me ne ero sempre chiamato fuori, ed ora volevo colmare questa lacuna. Con l’aiuto del mio netbook, prima, e del tablet, poi, ho cominciato a cercare nei siti specifici un contatto: volevo saperne di più. Lentamente ho cominciato a scambiare messaggi con gente che amava travestirsi, trans e gay più o meno convinti. Dopo un certo dialogare, ho cominciato a stringere amicizia con una trav del nord, del Veneto in particolare. Con Jolanda, questo il suo nome, mi sono subito trovato a mio agio, bellissima, attenta nei dettagli e nei particolari, ha suscitato subito la mia curiosità. Le foto postate sul suo profilo mi hanno eccitato e più di una volta le ho dedicato delle seghe monumentali; mi faceva impazzire vederla scopare con altri maschi o mostrare le sue forme sconvolgenti. Tre giorni fa mi chiama il mio capo, mi dice che dovrò portare un gruppo di persone a vedere le ville palladiane, lungo il Brenta.  Mi è sembrato un regalo del destino. Ho contattato la mia amica e ci siamo scambiati i numeri di cellulare: le ho detto che appena avrei avuto un momento libero, avrei voluto vederla, e questa era anche la sua intenzione. Parto la domenica mattina, arriviamo a Mila, albergo e via per le ville. La chiamo, ho il programma in mano, la sera io sono libero, lei pure, ci vedremo alle otto e trenta davanti al mio albergo. Rientro in camera dopo aver cenato, mi faccio una doccia, mi vesto e m’incammino verso il luogo dell’appuntamento. Sono emozionato come un sedicenne alla prima cotta, la vedo arrivare con la sua auto, scende, ci stringiamo la mano, io resto colpito dalla bellezza e disinvoltura con cui mi parla. Salgo in macchina con lei.



«Hai qualche idea?»


 


 Mi chiede, mentre io sono così eccitato che non riesco nemmeno a ragionare. La guardo e subito il cazzo mi si gonfia nei pantaloni.



«Trova un posto tranquillo, che ti voglio!»



Mi sorride, s’incammina verso la periferia, la guardo sono sempre più eccitato.
Le sue mani, dita lunghe e unghie laccate di rosso, la mini che le sale scoprendo delle cosce stupende, fasciate da autoreggenti con pizzo, la sua bocca ampia e labbra che promettono fuoco! Arriviamo in un residence, lei prende una camera a ore, è solo un letto con bagno, ma non siamo venuti per ammirare il mobilio. Appena dentro, s’inginocchia e mi tira fuori il cazzo: se lo infila in bocca senza dire una parola.



«…Umhmumummmmm…»



Un lungo gemito esce dalla mia bocca, è sconvolgente come se lo infila fin dentro la gola, lo lecca, succhia abilmente la cappella, lo ingoia tutto, ed io non ho proprio un grissino: son più di venti cm e di buona circonferenza, ma non ho mai avuto tanto piacere nel sentirmi succhiare. Mi spoglia, lei mi denuda in un attimo, mi distende sul letto e riprende a leccarmi, è tremenda, sono vicinissimo a sborrarle in gola, ma non voglio. Dopo un leggero disorientamento, decido di riprendere le redini del gioco, mi rigiro, bagno due dita e incomincio a massaggiarle il culetto. Lei sente la carezza e si rilassa.



«humuhmmmum… Si dai, preparami il culo che lo voglio!»



Riprende a leccare e sputa saliva sul cazzo, lubrificandolo per bene. Le infilo un dito dentro, poi due e tre, geme, la sento dilatarsi, si eccita, mi supplica.



«Dai toro…sì … montami … sono la tua vacca... pronta!»



Non resisto, la voglio! In un attimo m’infila un preservativo e lo srotola con la bocca: questo mi eccita ancora di più. La rigiro, prendo le sue caviglie e le porto in alto oltre le mie spalle, appoggio la cappella al suo buchetto, lei si apre, l’infilo in un colpo.



«aahhhhiiii … Piano! Mi spacchi! … sì … spingi ... sì …mi piace dai, più forte!»



La prendo per le gambe e la sbatto di gusto. Le infilo quasi tutto il palo dentro, ma quando sono quasi in fondo, do un colpo secco e lei impazzisce:



«Sì…che toro! … sì, sfondami, dai … mi piace…più forte!»



Geme, si masturba e gode senza ritegno. La pompo di buona lena, sento la sborrata imminente, lei se ne rende conto e mi dice:



«Sborrami in faccia, in bocca!»



La pompo ancora un po', poi esco, strappo letteralmente il preservativo e mi presento davanti al suo viso; mi sego, ma lei infila la cappella dentro la bocca e la stringe fra le labbra, è troppo, le metto una mano sulla testa e la scopo in bocca. Mi bastano pochi colpi e schizzo dentro la sua gola tutta la mia sborra.



«Sì …vacca … sborro …Sì ... bevi!»



I primi due schizzi le inondano la gola, poi lo sfila e si lascia schizzare il resto sul viso. La sborra le copre un occhio, lei la raccoglie con le dita e se la porta alla bocca, prende il cazzo e lo pulisce senza sprecare nemmeno una goccia del prezioso seme, è fantastica!
Restiamo un momento distesi, l’uno accanto all’altra, il respiro è corto, lei si sposta in basso e riprende il mio cazzo in bocca; è ancora turgido, lei lo succhia con estrema maestria, mi succhia le palle, lecca il mio culo, insinua la lingua dentro, mi provoca emozioni e piaceri mai provati. Ben presto mi rendo conto che non mi sta solo facendo un pompino: la sua è dedizione totale al cazzo, lei lo adora, lo succhia come se fosse la vita, lo venera, la sua esperienza va ben oltre il semplice atto sessuale, se lo strofina sul viso, raccoglie le ultime gocce di sborra e se le porta alla bocca. Deve trovare fantastico sentirlo crescere e indurirsi di nuovo fra le sue labbra; deve darle una carica erotica sconvolgente. Molte donne l’hanno succhiato, ma non come lei, mi eccito di nuovo, la rigiro, infilo un nuovo preservativo e la faccio salire su di me. S’impala su di me, inizia un sali/scendi che presto la fa godere di nuovo:


 


 «…ti sento! … godo! … sei tremendo …..mi sfondi!»



Si masturba lentamente, sembra attendere il momento giusto per godere, la rigiro di lato con la coscia alzata sopra la mia spalla, la sbatto con impeto e forza, gode e aumenta il ritmo della masturbazione, è decisamente pronta a godere:



«…. Sì…toro! …dai che … VENGO! …Sì …VENGO!»



Incomincia a schizzare. Mi rendo conto che pure io sono di nuovo pronto a regalarle l’ennesima sborrata, ma sfilo il cazzo, tolgo il preservativo e lo presento davanti alla sua bocca,



«Dai, vacca… Ingoiami il cazzo!»



Le ordino in tono deciso e duro.
Afferro la testa con entrambe le mani, infilo il cazzo dentro la sua calda bocca e comincio a scoparla velocemente, spingo sempre più in fondo nella sua gola il mio palo, lei cerca di assecondare la mia furia, ma sono preso da un momento di pura follia erotica.



«Succhia, dai ... ingoiami, anche le palle!»



Lei apre ulteriormente la bocca, cerca di dare un seguito a quanto richiesto, non so come ci riesce, ma la punta della sua lingua lambisce il mio scroto. Per rendere ancora più perversa la mia richiesta e la sua totale sottomissione, le chiudo il naso impedendole di respirare. Ha tutto il cazzo in gola, resiste un po', poi m’intima di togliermi, ma io esito solo un momento in più. Sputa coniati di vomito e mi sorride.



«Sì, mio toro, dai... fai impazzire la tua vacca schiava!»



Senza aggiungere altro si rimette il cazzo in fondo alla gola, torno a chiuderle il naso, la sento succhiarmi e quando m’intima di uscire esito ancora un momento in più. Sono al limite, ho voglia di sborrare, le libero il naso ma non la bocca, le spruzzo il primo schizzo direttamente in gola, poi la lascio di colpo, uscendo: il resto della sborrata le finisce sul viso.
«humumhmumuhm… sì … troia…ti copro di sborra!»


 



Lei è in estasi, si prende ogni spruzzo sul viso, poi, con estrema golosità, raccoglie fino all’ultima goccia, pulisce perfettamente ogni minimo residuo e sfinita si distende accanto a me. Restiamo qualche minuto in silenzio, lei mi ha sempre tenuto il cazzo in mano, quasi avesse paura che le potesse sfuggire. In silenzio, non servivano parole, i nostri corpi si erano detti tutto quello che c’era da dire. Ci rivestiamo e lei mi riaccompagna all’albergo; non so se la sera dopo avrò tempo, ma ci diamo appuntamento per pranzare insieme il giorno dopo: il mio gruppo è impegnato in una mini crociera con pranzo, su di un burchiello, quindi io sono libero. L’indomani si presenta nei panni di un normalissimo uomo, pranziamo insieme, parliamo di mogli (lui, come me è sposato), di figli, crisi, calcio, politica, come due amici, senza mai una parola o un riferimento alla sera prima e questo mi ha fatto tantissimo piacere. La sera avevo da lavorare e non siamo stati insieme, ma sono tornato a trovarla e lei è venuta a trovare me, le ho organizzato un bellissimo bukkake, con sei maschi belli pieni. E' stato fantastico vederla appoggiare la testa su una sedia, mentre era seduta in terra e ricevere tutta la sborra sul viso. Si è masturbata ed ha goduto moltissimo. Poi, per ringraziarmi, mi ha preso per mano ed è entrata, con me solo, in bagno e appoggiato il capo alla vasca mi ha chiesto:



«Pisciami sul viso, è una cosa che lascio fare solo a chi ha un posto speciale nel mio cuore».



Le ho letteralmente innaffiato tutta la faccia, i capelli.
Cosi la mia sessualità ha scoperto altre frontiere, si è ampliata ed è cambiata in una sera per caso.

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