Galeotto fu De Andrè
Dopo le varie vicissitudini del ritorno a casa, tutto tornò come sempre: di giorno ci sentivamo in ufficio di sera chiacchieravamo in cam, poi finiva come sempre a tarallucci e vino, ovvero con le mani o altri giocattoli che trastullavano i nostri sessi. A me piaceva vederla per intero, mentre il suo viso mostrava tutti i segni del godimento, mentre si toccava le tette e il grilletto o si penetrava profondamente con il suo amichetto che entrava e usciva madido del suo miele. Era bellissima così, la adoravo mentre godeva, il suo piacere era il mio piacere. La fregna aperta, il grilletto titillato dalle sue mani o dalla punta del cazzo finto, l’altra mano che strizzava forte i capezzoli, e io con l’uccello durissimo in mano che godevo di questo spettacolo menandomelo piano per non venire troppo in fretta. Quando le sue urla sommesse raggiungevano l’apice, anche io arrivavo all’orgasmo e spesso schizzavo sullo schermo sperando quasi che la mia sborra passasse di là a lei che si leccava le labbra pensando quasi di assaporarla.
Era palese che non avrebbe potuto continuare così, infatti decidemmo di vederci, dovevamo organizzare il futuro visto che la distanza che ci separava era davvero tanta e non era per niente facile incontrarci per stare insieme. Decidemmo si provare a metà strada, era estate e non sarebbe stato facile trovare un hotel che ci ospitasse in una città importante, ma a forza di dai e dai, trovai un tre stelle in riviera lontano dal mare che aveva una stanza libera solo per il giorno che ci interessava, mi raccomandai di far trovare pronta la stanza per le dieci raccontando che ero in giro per affari e molto stanco (una balla qualunque, chissà perché poi mi sono creato tanti problemi). Arrivai ovviamente per primo essendo in auto e la andai a prendere in stazione, quando scese dal treno mi corse incontro e mi baciò con foga i suoi occhi come braci ardenti, dimostravano tutta la passione e il desiderio, le infilai la lingua in bocca e incurante degli sguardi le palpai profondamente il culo e nel sottopassaggio della stazione feci altrettanto con il monte di venere e strizzai le tette facendola grufolare di piacere. Lei mi palpava il cazzo da sopra i pantaloni facendomelo tirare allo spasimo e meno male che avevo una cartella per nasconderlo se no vi lascio immaginare il mio imbarazzo per le strade! Arriviamo in hotel e ci dicono che la stanza sarebbe stata pronta nel pomeriggio, imbufalito rispondo che ero stato chiaro nella prenotazione, la stanza mi sarebbe servita di giorno e non di notte! Mi chiesero gentilmente di tornare tra mezzora e ce ne andammo contrariati. Le proposi un giro in auto , ma non feci neanche in tempo a mettere in moto che lei cercò di aprirmi i pantaloni; la fermai subito perché era giorno e avrebbero potuto vederci, così mi dedicai io allo strofinamento della sua fica e delle sue tette che dimostrò di gradire moltissimo visto che se ne venne gridando mentre aveva un dito nella fica che la stava ravanando (si era messa l’asciugamano da mare in grembo per non farsi vedere). Tirai fuori il mio dito impregnato del suo liquido e me lo portai alle labbra succhiandomelo lascivamente per poi passarlo a lei che lo spompinò come un cazzo, facendomi pregustare ciò che sarebbe accaduto da lì a poco dopo. Inutile dirvi il gradi di eccitazione che avevamo raggiunto, tremavamo dalla voglia , non ce la facevamo più! Torniamo all’hotel una quarantina di minuti dopo, la stanza era quasi pronta e nell’attesa ci offrirono un caffè. Saliamo in camera pomiciando nell’ascensore come due adolescenti, sento le punte dei suoi capezzoli che quasi perforano il reggi mentre la stringo e le palpo le natiche.
Entriamo in camera, peraltro neanche bellissima…e ci sediamo un attimo per calmarci , anche perché se continuo così io vengo in 10 secondi netti, tipo Mennea! Lei resta vestita e lentamente mi toglie i pantaloni, mi accarezza il membro con le mani e gli da una leccatina ogni tanto , alternandola a una strizzata di palle. Mi squilla il cellulare, è mio fratello che mi deve chiedere cose importanti riguardo al lavoro. L’uccello un po si ammoscia, ma proprio mentre sono al telefono la troia me lo prende in bocca e mi tira un pompino da urlo, ben sapendo che avrei resistito poco. Io parlo e ansimo , cerco di mascherare ma ci riesco poco , lei mi guarda e ride come una matta e ce la mette tutta per farmi impazzire. Biascico qualcosa e tiro un enorme sospiro mentre le sborro in gola e sulla faccia e la guardo mentre se la spalma sul viso usando la mia cappella violacea. Al telefono mi chiedono se va tutto bene, ovviamente rispondo di si….chissà come mai….mentre mi cedono le gambe. Chiudo la telefonata e la copro di epiteti: troia , puttanella , stronza , zoccola mentre lei se la ride di gusto ancora con la bocca impiastricciata di sperma, anzi sapete che fa? Si alza e mi bacia! Io non capisco più un cazzo , ho i pantaloni alle caviglie camicia e cravatta ancora addosso e mi levo tutto di corsa , lei è ferma seduta sul letto e ride. Sono nudo , il cazzo è per ora soddisfatto, ma la mente no, così le sollevo le gambe e le sfilo scarpe e pantaloni, lasciandole di proposito la camicetta, e all’inizio le lascio anche le mutandine. Mi catapulto sulla sua fica che gronda piacere e le do una ripassata di lingua che la fa sborrare tre volte nel giro di 5 minuti, tanto per ricambiare il favore e, caso strano mentre sta per venire la terza volta anche lei riceve una telefonata. Ah Si? Adesso tocca a te sussurro. Mi ri-immergo tra le sue cosce e prendo il grilletto tra le labbra e le faccio una pompa , si vede che lei ce la mette tutta a non grufolare ma ci riesce in parte e anche dal suo telefono esce la frase ‘tutto bene…..? e lei….si….ahhhhhhh…benissimo! Dopo la terza sua goduta mi alzo e con le labbra gocciolanti la bacio, lei salata del mio e io dolce due suo , che bel miscuglio! Chi era? Le chiedo. Era S…. mi risponde e ha perfettamente capito cosa stava succedendo, sei un porco, un depravato, uno stronzo, mi hai fatto fare una figura! Che figura, ribatto io, ti stavo leccando la figa mica ti stavo picchiando e se poi te la sei goduta perché ti lamenti?
Finisco di spogliarla e ci accoccoliamo un po sul letto, si mette nel suo posticino caldo, nell’incavo della mia spalla destra, con la sua gamba sopra la mia e il ginocchio che si appoggia delicatamente sul mio uccello; sento i capezzoli tesi contro il mio petto, stanco della strada e appagato dal pompino mi appisolo qualche minuto.
Mi risveglio sentendo un gradevole calore nella zona pelvica, lei si era di nuovo attaccata alla mia cappella per spompinarmi ancora, giocando con il mio glande, stuzzicando le palle e cercando di infilarmi un dito nel culo (devo dire che la cosa non mi dispiaceva affatto), feci finta di dormire perché volevo vedere dove sarebbe arrivata. Infatti, quasi incavolata si dava da fare come una matta! Senza darle un minimo di preavviso la presi peso, la sbatto sul letto di schiena e la trombo di brutto, chiavandola come un forsennato, lei dapprima sorpresa rideva e gode, gode e ride mentre la sbatto forte. Colpi di cazzo da sventrarla, si strizza le tette, mi diceva ‘si porco sbattimi, chiavami non smettere, fammi venire’ ; sei una troia la rispondevo, e le troie come te vanno sbattute così, senza ritegno, puttana! Godeva la mia donna, sbavava e godeva come una matta. La misi poi a pecorina e continuai a pomparla forte in quel modo mettendole anche il pollice nel culo, mi inondava il cazzo con il suo miele, gridava forte e più forte urlava più la fottevo. Mi venne in mente una idea! Abbassandomi su di lei le diedi in bocca il pollice con cui stavo inculandola e me lo feci succhiare e bagnare più volte e le lubrificai il buchetto mentre la tiravo indietro per farla arrivare al bordo del letto. Uscii dalla figa e glielo sbattei di colpo nel culo! Urlò parecchio ma non desistetti continuando a spingere finchè l’uccello non sparì dentro il suo intestino e le palle toccarono la sua fica gocciolante, restai fermo qualche istante per farla abituare alla circonferenza piuttosto abbondante del mio cazzo e cominciai a incularla piano piano. Girò la testa è mi guardò dicendomi BASTARDO , mi hai rotto il culo! Le risposi che era già abbastanza rotto senza che ci pensassi io, visto che non era la prima volta neanche per noi. La pompai per bene, stantuffandola lentamente quasi uscendo e arrivando poi fino in fondo, le piaceva! La troia! Mi dice bastardo e poi gode mentre la chiavo nel culo. Che porca! Infatti pochi istanti dopo la sento miagola ‘godo, godo porco continua a incularmi non ti fermare!’ ‘E chi si ferma?’ le rispondo. Toccati il grilletto e toccami il cazzo mentre ce l’hai nel culo, fammi sentire che ti piace , fammi sentire quanto sei porca, dimmi quanto godi con il culo pieno di uccello! Si sditalinava furiosamente e colava miele dalla fregna mentre il mio membro durissimo continuava a vagabondare nel suo sfintere oramai dilatato: ero fuori di me dal piacere e dalla eccitazione ma resistevo eroicamente evitando di venire, adoravo i suoi orgasmi impazzivo per la sua troiaggine. Mi fermò e volle cambiare posizione, mi fece stendere sul letto e si sedette sul mio cazzo guardandomi in viso mentre lentamente le scivolava tra le chiappette sode inculandola a fondo. Vedevo la figa vuota ma gocciolante goduria, i capezzoli tesi , gli occhi iniettati di sangue e di porcaggine pura, cominciò a muoversi lei facendo andare su è giù il palo e spalancando le labbra della fregna per farmela vedere bagnata fradicia o toccandosi le zinne strizzandole con forza, ogni discesa era accompagnata da un sospiro o un urletto di piacere mentre la lingua leccava lascivamente le labbra sensuali socchiuse per il piacere.
Le dissi che la prossima volta le avrei portato qualcosa per riempire il buco vuoto, mi risposte ‘qualcosa o qualcuno?’.
Rimasi interdetto per un momento e incamerai quella informazione per il futuro.
L’inculata proseguiva lenta ma si approssimava il mio piacere, il cazzo durissimo mi pulsava e lei se ne accorge, si leva e me lo prende in bocca, provo a fermarla, ma senza riuscirci! Sa che ho la sborra sulla punta e succhia piano, soffermandosi sul filetto, sulle palle e tralasciando apposta la cappella violacea, in punta di lingua ripassa tutta l’asta facendomi vibrare di piacere, vorrei venire ma lei ogni volta si ferma e mi guarda ridendo la zoccola! La prendo per i capelli e glielo caccio in gola, lei non si oppone , voleva questo la porcona! Le scarico un fiume salato in gola mentre il cazzo è tutto dentro la sua bocca, tossisce ma ingoia tutto senza fiatare. Mi accascio sul letto, stanco e sfatto, lei si accoccola sull’incavo della spalla destra mi bacia e mi fa vedere la bocca vuota, la sua lingua è salata e appiccicosa e il mio sapore mi eccita ma davvero non ce la faccio più e ci addormentiamo abbracciati.
Ci svegliamo che è pomeriggio, affamati ma felici , ho portato qualcosa da stuzzicare e mangiamo nudi e accaldati tra un bacio e un sorriso, poi doccia insieme ed è il momento dei saluti, momento triste ma oramai la storia è rodata, sappiamo che ci rivedremo presto. La accompagno in stazione e aspettiamo il treno, ci baciamo e la saluto mentre il treno parte, vado verso la macchina e mi accingo al lungo viaggio verso casa con i pensieri che turbinano in testa e qualche idea per il futuro.
Ah già : che c’entra de Andrè? C’entra perché eravamo in una città da lui cantata e perché piace a tutti e due
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«Tutto d'un fiato... Spettacolo!»