Seconda puntata, continuo con i racconti della prima volta che sono stato lontano da casa per l’intera estate per la mia prima stagione di lavoro in albergo, avevo 16 anni ed era il 1976. Sono racconti legati ad esperienze di vita vissuta e romanzati dalla mia fantasia. I luoghi ed i nomi dei protagonisti potrebbero non essere tutti corrispondenti per ovvi motivi di privacy. Capire ciò che è reale e ciò che è fantasia, lo lascio all’interpretazione del lettore.


 


Cameriere in estate


Capitolo 2 – La conoscenza della Sig.ra Luisa


Prima di leggere questo capitolo consiglio la lettura del capitolo 1 altrimenti non si riesce a comprenderne la trama.


Arrivato in camera mia tutti gli altri già dormivano, ma io, anche se tardi, non avevo ancora sonno, troppa eccitazione ancora in circolo e troppo caldo in quella cameretta divisa in quattro, decido allora di farmi una bella doccia fredda per calmarmi. Quando esco dalle docce comuni trovo Salvo che mi aspetta:


“Allora, com’è andata?” mi chiede.


“Credo bene, sono riuscito a non venir subito come mi avevi raccomandato, ma poi mi ha fatto un pompino incredibile giù in spiaggia e gli ho riempito la bocca”.


“Ma te la sei scopata oppure no?”.


“Non ancora, ma conto di farlo domani …. speriamo bene”.


Gli racconto per filo e per segno come si è svolta la serata e vedo che un po’ si eccita.


“Cazzo - mi dice -, una ragazza così ancora mi manca. Sapevo che le tedesche sono delle grandi troie, ma non credevo fino a questo punto. Quanto hai detto che si fermano?”.


“Solo una settimana, fra quattro giorni tornano a casa”.


“Peccato, ci avevo fatto un pensierino anch’io, anche se secondo me la più porcella è la sorella sposata. Stai in campana perché non è detto che anche lei ti voglia fare la festa e quella quando succhia, succhia anche l’anima”.


Il giorno dopo sono di riposo per la prima colazione, così riesco a dormire fino a tardi.


Vado a lavorare per il servizio del pranzo, ma loro sono in mezza pensione e non sono a tavola, li avrei ritrovati a cena. Lavoro tranquillo, ma il caldo dentro il ristorante è insopportabile, in quegli anni l’aria condizionata non ce l’aveva quasi nessuno e noi camerieri eravamo vestiti come dei pinguini: camicia bianca (la mia in poliestere), papillon e giacchino bianco maniche lunghe. Il caldo mi fa sudare un casino e vedere i clienti che per il pranzo possono venire in ristorante mezzi svestiti me li fa quasi odiare.


La solita tardona bionda continua a puntarmi, ma dopo la serata precedente, sento d’aver acquisito una sicurezza e consapevolezza a me prima sconosciute. Guardo meglio questa signora avvolta in un semplice pareo semitrasparente, dove sotto si intravede un costume due pezzi nero, bionda, credo sui 50 anni ma portati bene, viso non bello, ma intrigante, particolare, occhi grigio-azzurri. Uno sguardo sicuro, di una abituata a comandare, che quando vuole qualcosa se lo prende e basta (sguardo da sborona); fino a ieri sera il suo sguardo mi metteva in soggezione, oggi non più. Più o meno della mia stessa altezza, snella, ma rotonda, il classico fisico mediterraneo, fianchi un po’ larghi e gambe slanciate, un seno prosperoso tenuto su dal reggiseno del costume a balconcino. La tipica signora annoiata e mantenuta da un ricco marito e che non ha mai lavorato in vita sua. Oggi una così viene definita una gran bella Milf.


Vedo il marito che si alza per andare al buffet delle insalate e allora mi avvicino con la scusa di chiedere se sono a posto o vogliono altro vino. Lei mi guarda con uno sguardo indecifrabile, poi: “Come è andata ieri sera, ti sei divertito?”.


“Si, grazie - rispondo -, siamo andati in discoteca, nulla di che”.


“Nulla di che? Sei sicuro? Stamattina a colazione ho visto la tedeschina particolarmente raggiante. È chiaro che vi siete divertiti”.


Ormai la mia timidezza è scomparsa e la mia inesperienza e la giovane età mi fa credere di poter fare il gradasso e dico una grande cazzata: “Signora, vedo che voi vi fermate ancora due settimane. Fra pochi giorni i tedeschi partono, poi, se vuole, sono a sua disposizione”.


Mi guarda come se mi volesse fulminare e stritola in mano il tovagliolo cercando di trattenere la sua ira. Non alza la voce, il tono è piatto e gelido: “Come ti permetti piccola testa di cazzo, chi credi io sia, una puttana? Il fatto che ti abbia rivolto la parola non ti autorizza questa inopportuna confidenza e neppure mancarmi di rispetto”.


Mi rendo subito conto della gaffe, ho fatto il passo più lungo della gamba….. coglione che sono!


“Scusi tanto signora, non volevo mancarle di rispetto e la prego di non fraintendere ciò che ho detto. Mi scusi ancora, non succederà più”. Così dicendo mi allontano dal tavolo proprio mentre il marito ci sta tornando.


Stronze di italiane, vecchie o giovani sono tutte uguali, classiste e con la merda sotto il naso, spero solo che non lo vada a riferire al direttore dell’albergo altrimenti quello mi licenzia.


Finito il servizio vado in camera, mi metto il costume e scendo in spiaggia. Trovo Salvo già disteso a prendere il sole, stendo il mio asciugamano vicino e gli racconto della mia gaffe in ristorante.


“Ricordati sempre che sei uno squattrinato cameriere del cazzo e loro sono quelli con i soldi che si sentono in diritto di trattarti come un servo. Non cadere nella trappola e, soprattutto con le donne italiane più grandi di te, mantieni le distanze, aspetta di crescere e fare un po’ più d’esperienza. Stai diventando un bel figo, vedrai che poi le potrai gestire a tuo piacimento”.


“Ok, grazie per il figo. Ma se quella si è offesa e va dal direttore?”.


“Ma va là, quella è una dominatrice a caccia, vuole essere lei a condurre il gioco e decidere. Tu con la tua proposta l’hai prevaricata e si è incazzata, fai finta di niente, fatti vedere umile e dopo che saranno partiti i tedeschi vedrai che sarà lei a cercarti, fidati”.


“Bene, così sarò io a mandarla a fanculo”.


“Bravo scemo, non hai capito niente, se la mandi a fanculo allora sì che si incazza e va dal direttore per fartela pagare. Non c’è nulla di peggio e più vendicativo di una donna che si sente presa per i fondelli da un ragazzino che la rifiuta, senza considerare poi che così rinunci a una probabile scopata imperiale”.


“Va bene, come il solito mi conviene ascoltarti. Intanto prendiamo il moscone e andiamo a farci un bagno un po’ al largo”.


“Ok, lo pago e remo io, così risparmi le forze per questa sera. Te lo ricordi?” mi chiede Salvo.


“Porco boia, certo che me lo ricordo. E ricordo anche che mi devo organizzare per riuscire ad intrufolarmi su ai piani senza essere visto e poi ….. Ma poi come faccio ad andare via?”


“Cavoli tuoi, certo è che non puoi uscire passando davanti il portiere di notte come nulla fosse, secondo me ti conviene dormire da lei e scendere direttamente domani mattina per le colazioni. Portati dietro una camicia e la biancheria intima di ricambio, tra l’altro così avrai modo di scopartela per bene senza fretta e fare l’ultima appena vi svegliate domani mattina”.


Salvo mi prende per i fondelli, ma i suoi consigli sono sempre preziosi e so che mi invidia e vorrebbe essere al mio posto, se non altro come alternativa a Evelyne, la sua fiamma attuale, e sospetto che quello che mi ha suggerito di fare è ciò che lui ha già fatto spesso.


Evelyne è una stupenda fiammingo/belga di 1 metro e 80, biondissima, capelli lisci lunghi fino a metà schiena, bellissima e inarrivabile ai comuni mortali, sembra arrivare dalle sfilate di alta moda. Uno spettacolo per gli occhi quando va al buffet in ristorante, il passo elegante, portamento altero, testa alta, camminata controllata. Vista da dietro si muove in modo sensualissimo e si fermano tutti ad ammirarla, ma lei ha occhi solo per Salvo, si è innamorata di lui, e questo per il cinico Salvo è un problema. Lui vuole solo scopare e rifugge qualsiasi legame sentimentale, ma Evelyne si ferma ancora un’intera settimana e lui si sente in gabbia, ci sono parecchie ragazze interessanti in albergo e non può sfarfallare a piacimento per evitare che la fiamminga faccia casino.


 


 Continua

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