Poi mi disse di sdraiarmi sul divano, avevo il cazzo durissimo, mi alzai e lo vide, wow sei ben dotato il suo commento, comunque mi sdraiai e mi mise la figa in faccia e il succhiavo e leccavo, venne ancora a lungo, aveva un sapore buonissimo, io mi stavo segando, venni con uno schizzo che le arrivò alla schiena bagnando la camicetta, che porco che sei mi disse.
Dai andiamo a farci la doccia, andammo nel bagno del piano terra, si spogliò nuda e anche io, le iniziai a succhiare le tette ah che bella che sei le dicevo, aprì la doccia, il getto caldo e corroborante, poi si sedette sulla sedia e mi disse di inginocchiarmi, iniziai a leccare ma lei mi pisciò in faccia, bevvi quel nettare con gusto, calda ma non acida, poi continuai a leccarla ma dopo mi alzai e le misi il cazzo duro in faccia, succhiami ti prego le dissi, iniziò così un lento pompino, passava la lingua sulla cappella, poi lo faceva entrare fino in gola, poi mi prese in bocca anche le palle mi sembrava di impazzire, stavo per venire ma lei ricominciò a passarmi la lingua sulla cappella, ero pieno di brividi volevo venire, la pregavo dai fammi venire ti prego, ma lei rideva guardandomi negli occhi, mi piace torturarti porcellino disse.
Alla fine iniziò a succhiarlo e in un attimo le sborrai in gola, bevve tutto con piacere, sarai contento mi disse, si si sei un sogno risposi.
Dopo pranzo arrivò una telefonata di mio padre, sarebbe rientrato in serata, il contratto non era stato sottoscritto, urlavano tutte e due, sei il solito incapace diceva mia madre.
Poi mi disse che doveva andare a prenderlo all'aeroporto, che l'imbecille si era fatto fregare da una ditta concorrente che sicuramente aveva pagato per avere il contratto.
Era molto nervosa, fuori pioveva, mi disse di rilassarla con una bella leccata, mi misi in ginocchio e ubbidii, la feci venire due volte, poi si fece una doccia e andò all'aeroporto.
Arrivò sera, ma non tornarono, mangiai svogliatamente un panino, ero preoccupato, guardai la televisione, stavo per andare a dormire, quando si fermò un'auto della polizia, suonarono alla
porta, aprii e iniziò un incubo, mi fecero sedere e mi dissero che nel tornare dall'aeroporto l'auto era uscita di strada e i miei genitori erano morti sul colpo.
«Non mi sento di votarlo, troppo tragico!»