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Capitolo 1: Catia la troia


La famiglia di Catia poteva sembrare, a prima vista, un nucleo familiare perfetto: mai un comportamento fuori dalle righe, mai scenate esagerate, nessun litigo, zero problemi e rapporti più che cordiali con i vicini. Il marito di Catia, Marco, ha 46 anni; impiegato in una multinazionale specializzata in progettazione e costruzione di capannoni industriali, è il classico impiegato, ne bello ne brutto, un metro e 72, un po’ di pancetta, un po’ stempiato, minidotato, tutto casa e lavoro. Catia invece ha 43 anni portati alla grande, è impiegata part time in una ditta di trasporti ed è considerata da tutti una donna molto attraente,alta un metro e 60, capelli lisci e neri portati a caschetto lungo, terza di seno, viso dai tratti orientali, non magra ma neanche in sovrappeso, con un culo a mandolino che non passa mai inosservato. Loro figlio, Luca, ha 20 anni ed è uno studente universitario al primo anno, sempre stato fra i primi della classe: il classico secchione alto e mingherlino, dall’aria un po’ sfigata e sicuramente ancora vergine.


Anche se vista da fuori poteva appunto sembrare una famiglia modello, in realtà le cose non stavano esattamente così. Il loro matrimonio era basato su un delicatissimo equilibrio sessuale: infatti fin da fidanzati Catia non aveva mai provato per Marco del vero amore. Lui invece era da sempre stato innamoratissimo; l’aveva corteggiata a lungo dopo che lei era uscita da una storia burrascosa con un altro ragazzo, che era arrivato addirittura ad accusarla di essere una troia che aveva scopato con mezzo quartiere, cosa tra l’altro vera e risaputa da tutti, anche dallo stesso Marco. Ma a lui, innamorato com’era, sembrava non importare nulla: la adorava e la ricopriva di attenzionie e questo, a Catia, faceva tenerezza. Inoltre Marco, che in quel periodo era un neo laureato di belle speranze, appena assunto con uno stipendio da capogiro nella grossa ditta in cui tuttora lavora e oltrettutto di ottima famiglia, rappresentava per Catia la possibilità di sistemarsi definitivamente, visto che lei al contrario era disoccupata e senza amici ne amiche. Essendo lei parecchio navigata nonostante la giovane età e lui invece alle prime armi in fatto di sesso, non le fu difficile incastrarlo rimanendo incinta dopo pochi mesi di fidanzamento.


Subito dopo il concepimento si sposarono, e per i primi anni fu effettivamente un bel matrimonio, ma Catia ben presto non fece mistero col marito di essere insoddisfatta sessualmente: trovava quasi anche un sadico piacere ad umiliarlo durante le loro rare scopate, con frasi del tipo: “Dai su fattelo venire più grosso che con questo cazzetto non sento niente!” o con altri comportamenti sconvenienti come quando durante una serata a casa di amici paragonò i genitali di un bambolotto a quelli di Marco davanti a tutti, iniziando poi a deriderlo per tutto il resto della serata. Spesso lo minacciava anche di fargli le corna, facendo nomi e fantasticando su persone a loro conosciute oppure indicando, specie in vacanza, uomini per lei particolarmente attraenti ed elencando una serie di porcate che sarebbe stata felice di fare con loro. Quando però durante la prima notte di una vacanza a Marco, stanco per il viaggio e un po’ febbricitante, non venne minimamente duro, Catia prima lo costrinse a farsi una sega da moscio e poi sadicamente gli spalmò lo sperma sul viso dicendogli: “La prossima volta se non riesci neanche ad avere un’erezione mi porterò a letto un vero uomo con un bel cazzo grosso e duro, e la sborra che ti finirà in faccia sarà la sua!”. Questi episodi si fecero sempre più frequenti, finché lei un giorno, esasperara per il fatto di  essere perennemente insoddisfatta e ripensando a tutti i bei cazzi presi da giovane, disse a Marco che voleva ancora divertirsi e che quindi lo avrebbe lasciato. Ma Marco nonostante le continue umiliazioni era ancora innamoratissimo, e terrorizzato dall’idea di poterla perde per sempre acconsentì al fatto che lei di tanto in tanto si potesse fare qualche storia, occasionale o di qualche mese, ad iniziare proprio da quelle vacanze estive. Catia inizialmente intenerita dal comportamento remissivo del marito non si diede totalmente alla pazza gioia come da lei sognato, ma si fece solo un amante col quale scopò un paio di volte durante il soggiorno vacanziero con l’approvazione di Marco. Tornati a casa decisero di comune accordo di continuare con quello stile di vita evitando solo di non compromettersi con gente conosciuta. Catia quindi consapevole della totale approvazione di Marco si adattò velocemente a questa nuova situazione: si fece alcuni amanti stabili e diversi rapporti occasionali, arrivando anche ad avere rapporti a tre, quando l’amante di turno voleva portare un amico. Concedeva sempre meno al marito arrivando in un certo periodo solo a fargli baciare la figa appena usata o costringendolo a farsi da solo una sega mentre lei gli raccontava le prodezze sessuali vissute. Una volta arrivò addirittura ad obbligarlo a fargli leccare lo sperma dell’amante essiccato tra le sue cosce.


La forza di Catia stava nel fatto che mai si era sentita sentimentalmente attratta da qualcuno, voleva solo scopare e sentirsi troia. Non aveva nemmeno un grande istinto materno, anzi, fu molto felice quando il figlio, finito il semestre universitario andò un mese in montagna dalla nonna togliendosi dalle palle, così lei avrebbe potuto darsi alla pazza gioia con i suoi vari amanti.


Passati alcuni mesi di sesso intenso in cui aveva dato sfogo alle sue voglie Catia si era però data una calmata: aveva smesso di frequentare altri uomini, sembrava non più interessata al sesso ed era persino diventata più dolce col marito.


La diminuita “attività fisica” e il ricominciare della monotonia le avevano però fatto mettere su qualche chiletto in più e questo le dava assai fastidio: essendo alta solo un metro e sessanta i chili si notavano. Il dottore e il dietologo allora le consigliarono di iniziare a svolgere attività fisica in palestra o in alternativa in piscina. Lei allora scelse il nuoto visto che le era sempre piaciuto nuotare. Decise quindi di iscriversi ad una piscina vicino al suo luogo di lavoro. E qui incontrò Roberto.


Roberto era un ex compagno di classe delle superiori di suo figlio Luca, con il quale, assieme ad altri due della stessa classe uscivano ancora una o due volte al mese. Roberto era un bel ragazzo, alto con un bel viso e fisico palestrato, ma spaccone quanto basta per allontanare le ragazze che lo vedevano solo come un bullo di periferia.


I due ovviamente si conoscevano già, Roberto aveva anche cenato alcune volte a casa di Catia, ma il loro era sempre stato un rapporto distaccato, formale. I rapporti tra di loro si fecero però sempre più personali man mano che si trovavano giorno dopo giorno in piscina più o meno agli stessi orari. Roberto era sempre allegro, e riempiva Catia con un sacco di complimenti; gli nuotava spesso spalla a spalla, gli dava consigli sullo stile avendo lui, tra l’altro, fatto anche nuoto a livello agonistico prima di darsi al ciclismo. A Catia poi un giorno era parso normale dargli un passaggio fino casa dal momento che lui abitava a due isolati da lei. Per tutto il tragitto risero e scherzarono su vari argomenti, ma quel piacevole scambio di battute le sembrava del tutto innocente. Il loro rapporto prese però con il tempo una piega imprevedibile. Lui, in acqua le stava sempre più addosso e lei non poteva non accorgersi delle sue prepotenti erezioni. Roberto poi continuava a fare battute sempre più spinte, con evidenti doppi sensi, e lei anziché mettere un freno all’evolversi della situazione lo incoraggiava dicendogli che se non fosse stato per la differenza d’età o per il fatto di essere un amico di suo figlio, un pensierino ce l’avrebbe fatto eccome. Lo diceva con tono scherzoso, ma in realtà lo pensava veramente.


Una sera però mentre erano in acqua, all’ennesimo scambio di battute a sfondo sessuale, Roberto si lasciò andare e cercò di infilare una mano nel costume intero di lei toccandole un seno. Lei rimase per qualche secondo interdetta da tale comportamento, poi lo respinse scioccata, si allontanò senza dire una parola e iniziò a fare vasche in solitudine, cercando di evitarlo per tutto il resto dell’allenamento. Come ogni sera poi si ritrovarono al parcheggio, perché ormai era abitudine che lei lo riaccompagnasse a casa la sera. Catia lo fece salire e iniziò a guidare senza mai dire una parola, ma ad un certo punto si fermò con la macchina nel parcheggio di una fabbrica abbandonata non lontano da casa loro. L’idea era quella di parlare e di chiarirsi, per far comprendere a Roberto che si stava spingendo troppo oltre e per ristabilire le opportune distanze tra di loro. Tutto però prese una svolta inaspettata.


Quando Roberto sentì tutto quello che Catia aveva da dirgli, temendo di aver rovinato tutto si scusò, e le mostrò un lato di lui che fino a quel momento era rimasto nascosto, un lato tenero e fragile che sembrava renderlo un cucciolo indifeso. Catia, che al contrario si aspettava una reazione completamente diversa, rimase inizialmente disorientata e poi, dopo avere preso un bel respiro, lo tirò a se e lo baciò con foga. Successe di tutto in pochi minuti: limonarono intrecciando vorticosamente le lingue tra di loro, le mani si infilarono dappertutto, e lei sbottonandogli i pantaloni e calandogli le mutande tirò fuori un cazzo che le sembrò veramente enorme, tra i più grossi che avesse mai visto, bello lungo e molto grosso di circonferenza. Dopo averlo osservato per alcuni secondi come fosse un’opera d’arte si lanciò su quel membro cercando di prenderlo tutto in bocca, mentre lui gli infilò una mano da dietro nei pantaloni accarezzandole il culo e stuzzicando la figa già bagnatissima. Sembrava che Catia non ne avesse mai visto uno prima da quanto era eccitata e vogliosa: lo succhiò, lo lecco, lo annusò, lo accarezzo e alla fine, quando lui venne con un urlo primitivo, lei da brava troia  bevve tutto lo sperma con gusto passandoselo in bocca con la lingua. Era la prima volta per Roberto, mentre Catia aveva già preso in bocca decine e decine di cazzi nella sua vita, ma tra i due quella che rimase più coinvolta da quel fatto fu proprio lei.


Il giorno dopo nel parcheggio della piscina dove si trovavano sempre prima di entrare insieme, Roberto era evidentemente imbarazzato, mentre Catia era allegra e spigliata. Fu lei a fare la prima mossa, proponendogli di non entrare in piscina ma di recarsi direttamente in un monolocale di sua proprietà, ereditato dai suoi genitori, tenuto appositamente sfitto per portare e poter scopare in totale tranquillità i suoi amanti occasionali.


Giunti nell’appartamento Catia si lanciò su di lui con foga animalesca, praticamente quasi stuprandolo. E quello fu solo il primo di una lunga serie di appuntamenti che da quel giorno diventarono un rituale fisso a cui nessuno dei due voleva rinunciare.


Catia si rendeva perfettamente conto che quello che faceva era sbagliato, che Roberto era un amico di suo figlio e che sarebbe stata totalmente  sputtanata se lo fosse venuto a sapere qualcuno nel quartiere, ma poi la lucidità lasciava spazio all’eccitazione e bastava solo un suo messaggio per farle venire voglia, per farla bagnare  come una ragazzina in calore; ma oltre a quell’insana eccitazione c’era molto di più: provava un sentimento che andava al di là del sesso, per la prima volta nella sua vita si sentiva veramente innamorata di qualcuno.


Dopo un periodo di svariati appuntamenti e tante scopate, decise di mettere al corrente anche il marito, la cui complicità in passato era stata a volte più che utile. Ma stavolta lui sembrò da subito irritato, molto contrariato: sapendo già di essere ampiamente cornuto, pensava però soprattutto a Luca e a cosa sarebbe successo se lui lo avesse scoperto. Ma Catia ormai se ne fregava delle conseguenze, non faceva altro che rivelargli che non aveva mia provato orgasmi simili, che scopavano in continuazione arrivando a farlo anche due o tre volte di seguito e che una volta Roberto si era spaventato perché lei dopo una serie di orgasmi multipli  era quasi svenuta.


Nonostante il marito la implorasse di interrompere al più presto quella relazione, lei aveva veramente perso la testa: arrivò addirittura a regalargli un cellulare ultimo modello da oltre mille euro, e per il suo ventunesimo compleanno non badò a spese, facendogli trovare sotto casa una bicicletta da corsa costosissima.


Roberto al contrario, con il passare del tempo sentiva un po’ calare l’euforia dei primi appuntamenti, e più lei lo pressava, più lui si sentiva soffocato. Catia lo inondava di messaggi su WhatsApp ad ogni ora del giorno e della notte, e se non rispondeva capitava che iniziasse a chiamarlo con il numero sconosciuto per capire se cercava di evitarla o meno. Arrivò addirittura a fargli una violenta scenata di gelosia, quando suo figlio Luca, all’oscuro ovviamente di tutto, gli raccontò che avevano abbordato delle ragazze il sabato sera in un locale e che Roberto aveva fatto colpo su una di queste.


Lei allora disse al suo giovane amante che non voleva che frequentasse altre ragazze, che avrebbe cercato di essere ancora più presente per lui, e decise di spingersi oltre dicendogli che gli avrebbe concesso di fare tutte le porcate che voleva, compreso dargli anche il culo che lei aveva concesso raramente in passato e sempre mal volentieri, e comunque a suo marito mai. Dopo la scenata, si fecero una bella scopata, dove Roberto la prese con foga in ogni posizione, scopandole anche il culo praticamente vergine.


Pensava che i problemi fossero risolti, ma poi lei sempre più gelosa gli disse che non voleva più che lui uscisse con i suoi amici, che gli bastava solo lei, che innamorata com’era di lui avrebbe fatto qualsiasi cosa, persino lasciare il marito e il figlio per poter cominciare una nuova vita insieme. Per risultare ancora più convincente disse che era disposta persino a farsi pisciare in bocca, cosa che Roberto, attratto da questo genere di perversioni, le aveva più volte chiesto di fare ricevendo sempre un no deciso come risposta. Ma Catia era disposta a tutto per convincerlo del suo amore, e dopo avergli sbottonato i pantaloni, gli tirò fuori il cazzo e si fece pisciare addosso. Lei ingoiò tutto, come fosse birra, e al termine lo abbraccio dicendogli “Ti amo, voglio che tu sia mio e di nessun altro”. Era la prima volta che lei ammetteva di essersi innamorata di lui. Ma Roberto nei giorni successivi, rendengosi conto della reale situazione, capì che quella richiesta era inaccettabile. Lui non l’amava, ma non voleva rinunciare neanche alle fantastiche scopate e a tutte le porcate che lei le stava pian piano concedendo. Ma d’altra parte non voleva neanche rinunciare ai suoi amici, e alla possibilità di rimorchiare altre fighe della sua età. Quindi durante un successivo incontro, lui deciso esordì dicendo: “Per quanto possa piacermi stare con te non intendo assolutamente rinunciare ai miei amici e alla mia vita così com’è, quindi per come la vedo io rimane un’unica soluzione per continuare ad uscire insieme: ti presenterò ai miei amici e tu dovrai fare sesso anche con loro; insomma, per fartela breve dovrai diventare l’amante del gruppo. Se accetterai questa condizione stai sicura che non andremo più in giro a rimorchiare, e sarò solo tuo”. Lei subito lo prese come uno scherzo, ma poi quando vide che lui era serio si incazzò a morte: “Ma come ti permetti?? Come puoi chiedermi di scopare anche con i tuoi amici, che oltretutto sono anche ex compagni di classe di mio figlio?? E oltrettutto anche con Simone!  Conosco sua madre da oltre vent’anni, che abita nella casa affianco alla mia! E se venisse a scoprirlo? E se venisse a saperlo anche Luca?? Di mio marito non me ne frega niente, tanto è sempre via per lavoro e comunque sa delle mie scappatelle, sa di essere cornuto e lo ha accettato, ma cosa racconterò a mio figlio se venisse a sapere che mi scopo tre dei suoi amici? Questo mi dispiace ma è inaccettabile! E tu sei solo un porco!” Roberto fu gelido e inamovibile e colse l’occasione per rompere definitivamente il rapporto con lei.


Per Catia iniziarono quindi delle settimane terribili. Ne parlò anche col marito, che ovviamente, facendola incazzare ulteriormente, le disse che era meglio così. Andò in crisi per quella rottura, non mangiava e nemmeno cucinava per la famiglia, divenne scontrosa e in casa iniziò a tirare un’aria pesantissima. Cercò più volte di mettersi in contatto con Roberto che però restava fermo sulla sua posizione e si negava, fino a che lei come una drogata in astinenza, si appostò in auto sotto casa sua. Appena lui uscì dal portone lei lo affrontò a viso aperto, lo supplicò di concederle dieci minuti per cercare di farlo ragionare. Lui allora la seguì in auto e si diressero al solito posto in cui erano soliti scopare. Qui lei cercò di sedurlo iniziando a toccargli il pacco, gli disse che se lo desiderava poteva anche pisciarle in bocca e scoparla nel culo, ma lui rifiutò e fu qui che lei disperata, sentendosi senza via d’uscita, gli disse con le lacrime agli occhi che cedeva alla sua richiesta, che sarebbe diventata la puttana del gruppo. Roberto convinto di averla definitivamente in pugno la guardò come un predatore guarda la sua preda ormai in trappola e, con un sorriso malizioso, gli comunicò che i termini erano un po’ cambiati: “Ci ho pensato molto, e come hai detto tu non è giusto fare le cose alle spalle di Luca. Io sono un suo grande amico, e non vorrei mai tenergli nascosta questa cosa! Quindi, se sei veramente convinta di diventare la nostra troia, dovrai prima chiedere il permesso a tuo figlio!” Catia era sconcertata, lo guardava come se fosse un pazzo, e non sapeva più cosa dire. Roberto allora scese dalla macchina, si girò e gli disse che sabato sera lui aveva un appuntamento. La ragazza per cui Catia aveva fatto la scenata di gelosia si era invaghita di lui e gli aveva chiesto di uscire, e sabato sera avrebbe portato anche due amiche per i suoi amici. “Se vuoi io sono disposto a rifiutare ed essere solo tuo, ma tu devi assolutamente dire tutto a Luca. E per essere sicuro che non farai la stronza, quando gli avrai raccontato la storia, devi anche convincerlo a telefonarmi e lui dovrà dirmi che sa che sua madre è una gran porca e che ci da il consenso di sbatterti alla grande come meriti! E visto che ci hai messo tanto a darmi una risposta, dovrai anche farti fare da lui delle foto in intimo, così io e i miei amici potremmo avere un’anteprima della nostra puttana personale. Dovrà anche accompagnarti personalmente al nostro appuntamento sabato sera nel solito locale e presentarti a tutti come la mammina troia. Se poi vorrà potrà anche rimanere, basta che non rompa i coglioni”. Catia piangendo fece di no con la testa: “Non…non puoi chiedermi questo!!”. Ma Roberto salì sulla sua auto la salutò dicendole: “Aspetto una telefonata da Luca, altrimenti non farti più vedere né sentire, sennò ti denuncio per stalking!” Lei allora, completamente vinta, gli disse che avrebbe convinto il figlio e che sarebbe diventata la troia del gruppo.


Continua….

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