Non scrivo solo delle mie amiche come mi viene rimproverato, scrivo anche di me, e successe nei primi anni del 2000, per me era un periodo difficile, con mio marito le cose non andavano bene, i litigi era continui, ero assorbita dal mio lavoro, avevo uomini che mi facevano il filo, ma sapevo che una relazione extraconiugale, avrebbe influito negativamente e peggiorato ancor di più le cose.Poi un giorno eccomi  in pausa pranzo, e di avvicina un tipo, non era bello, o almeno non era il mio tipo, un tipo come ce ne sono tanti.


Lui: Posso sedermi qui...siamo tristi, con una bella giornata, e questo buon cibo..


Io: Sorrido...e dico può sedersi, ma non sono di compagnia.


Lui: Mi faccia decidere a me...e si presentò ( non dirò il suo nome)


Cosi inizio tutto, cominciammo a incontrarci inizialmente perchè lavoravamo vicino  e spesso pranzavamo  insieme, e poi per prendere  il caffè, pian piano senza rendermene conto gli raccontai tutto di me, della mia vita, il mio matrimonio, i figli, i problemi della vita di coppia, e lui ascoltava in silenzio, non mi interrompeva, non faceva avance, mi sentivo stranamente serena con lui, al contrario dei miei colleghi che ci provavano continuamente , lui ascoltava, e mi dava risposte vere mai banali o di circostanza,i nostri incontri era solo a pranzo, poi qualche volta anche dopo il lavoro, ma per pochi minuti, i suoi silenzi erano dolci, non nascondo che più volte mi chiesi se era gay, o se era impotente, o se avesse qualche problema sessuale,perche mai una parola fuori posto un atteggiamento equivoco,io più di qualche volta avevo fantasticato su di lui, toccandomi  la fica. Poi quel pomeriggio, mi chiese di portarlo alla stazione di Porta Garibaldi, era la classica giornata di Novembre a Milano, piovosa e fredda, e parcheggiai la macchina vicino la stazione, pioveva sempre piu' forte, rimanemmo, qualche minuto a parlare, i lampi squarciavano il cielo, eravano soli, in macchina, poi provo ad avvicinarsi, ma la figura di un uomo, che apparve tra pioggia, con l'ombrello, ed il cane, lo fermò, rimanemmo in silenzio, ma poi le nostre labbra si avvicinarono e cominciammo a baciarci, la mia ligua, toccava la sua, sentivo la sua stretta, sul mio corpo, limonavamo come adolescienti, abbassò all'indietro il sedile di poco, le sue mani cominciarono a toccare il mio corpo, poi vidi una sua mano, sbottonare i suoi pantaloni, e tiro fuori, il suo pisello, non era enorme, ma di una normalità che piace, era duro, ed eretto, non feci resistenza alcuna, presi il suo arnese in bocca e mi dedicai al pompino, succhiai il suo pisello, come non facevo più con mio marito, la sua cappella era gonfia, dettava il ritmo con dei movimenti metodici che accompagnavano la  mia testa, mi impegnai al massimo per soddisfarlo, poi alzo la mia testa e mi bacio in bocca, avevo il sapore del suo pisello, e sentivo la sua lingua nella mia bocca, poi ricominciai a succhiarlo, ero incredula aveva una resistenza incredibile, sentivo i suoi gemiti, e la pioggia torrenziale, abbattersi sulla mia automobile, ma poi come natura vuole cedette, mi spinse, la testa, e sentii, il suo liquido caldo, invadere la mia bocca, non opposi  resistenza, ed ingoiai tutto, e pulii il suo pisello, bene, bene, volevo ripagarlo di tutto il tempo che era rimasto ad ascoltarmi...quando alzai la testa mi accarezzo il viso, e li raggiunsi l'orgasmo, si cari amici, una carezza, sul viso, mi fece venire, tutto assolutamente vero. Il tempo di pulirci e sistemarsi, la pioggia era cessata, era arrivato il tempo di lasciarsi, mi baciò in bocca e si diresse speditamente verso la stazione di Porta Garibaldi.Io rimasi a guardarlo, poi mi avviai, ero nel traffico, di Milano, e pensavo, ero insolitamente felice, ritornai a casa e a cena guardavo Stefano mio marito, e non avevo nessun rimorso o senso di colpa. Il giorno seguente mi rincontrai con lui, eravamo seduti uno dinanzi all'altro e la cosa e cominciammo a parlare come se la sera prima non fosse accaduto nulla, quando uscimmo, mi prese per un braccio e mi disse che voleva passare un pomeriggio solo con me, io annui, e cosi la settimana dopo eccoci, in una stanza d'albergo vicino alla stazione centrale, ci consegno le chiave un vecchio portiere con sguardo malizioso, e una volta soli in stanza mi assali come un lupo, in breve eravamo nudi, gli concessi il mio culo per troppo tempo trascurato, la mia fica che accolse il suo membro duro e voglioso, ingoiai ogni sua goccia del suo sperma, era veramente bravo, passava dalla fica, al culo, io a pecorina dinanzi lo specchio, potevo vedere riflettere il suo corpo, i suoi movimenti che martellavano prima la mia fica poi il mio culo,in modo deciso ero dominata, era terribilmente resistente e duro a raggiungere il suo orgasmo, poi mi schizzo sul viso e mi fece sedere e mentre mi accarezzava le spalle, vedevamo lo sperma attraversare il mio viso, e cadere sul mio seno, con i miei capezzoli duri ed eretti. Pensai che avevo sbagliato stupidamente quando avevo dubitato della sua virilita, o del suo orientamento sessuale, era uomo, veramente uomo, anche piacevolmente perverso,diventammo ufficialmente amanti, ogni settimana prendevamo una stanza in albergo dove soddisfavamo le nostre voglie e perversioni, la mattina quando potevo, prima del lavoro, gli facevo un pompino, nascosti tra i parcheggi, e andavo al lavoro con il sapore del suo pisello, e del suo sperma che avevo ingoiato, aveva le nostre vite, ma io con lui stavo bene.


Ma come in tutte le cose la vita riserva delle sorprese e mi raccontò una cosa che mi sconvolse, si lui mi conosceva dall'infanzia  , mi racconto e mi disse il nome di tante persone che conoscevo, di luoghi che avevo frequentato, mi confido senza vergogna alcuna di come si fosse segato su di me, durante l'adolescienza, era innamorato di me, io non l'avevo mai cagato, come mi disse lui, ora dopo trent'anni aveva coronato il suo sogno, io facevo fatica a ricordarlo, anzi non lo ricordavo proprio, ma conta il presente, ed era un presente che a me piaceva.


 


 

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Categorie: Confessioni Tradimenti