Una volta qualcuno mi ha detto:
"Non vi é cosa piú divina, che scoparsi la cugina", una frase che ancora adesso mi sembra valida. Non so per quale motivo mi sono ricordato proprio oggi quella specie di proverbio, forse perché il Natale si avvicina e proprio alla vigilia di diversi anni fa io e mia cugina Samanta abbiamo diviso lo stesso letto.
Però che strana cosa i ricordi. Alcuni ci rimangono piú impressi, altri no. Come scritto nel racconto "Le Mie Prime Masturbazioni", di cui questo é (piú o meno) il naturale seguito, é difficile collocare alcuni eventi prima di altri. I racconti si mescolano ed un episodio accaduto in un anno, si confonde con quello accaduto l'anno prima.
Ad esempio, appunto, proprio in questi giorni mi é tornato in mente la prima volta che mia cugina Samantha mi ha masturbato e come scoprirete leggendo, era una grande porca per la sua età e questo nome di fantasia usato per questa storia gli si addice, perché tutte le Samantha che ho conosciuto erano delle grandi zozze (lo so... ho appena scritto un luogo comune, ma chi di voi non lo pensa?). Ma adesso che ci penso bene e con l'esperienza in fatto di sesso che ho ora, piú che fatto una sega, devo dire che mi ha letteralmente masturbato con i piedi, un footjob!
Tutto é iniziato sotto Natale come già detto, di molti, molti anni fa, i miei genitori sono di due cittá differenti e per le feste comandate dovevamo dividerci tra i parenti del Sud e quelli della nostra cittá Laziale in cui avevano deciso di vivere. Ed anche se Samantha viveva a soli 40 KM da noi, la sera di Natale i suoi genitori ci chiesero di dormire da loro, visto che avevamo bevuto e mangiato a volontá. A me toccó dormire con mia cugina nello stesso letto, che non era a due piazze, bensí ad una. A quei tempi si usava dormire nello stesso letto ma messi uno opposto all'altro. Nel senso che la mia testa vedeva i suoi piedi e la sua i miei. Praticamente una sorta di 69, ma sdraiati uno affiancato all'altro. Tutto é iniziato così.
Andiamo in camera sua e non avendo un pigiama con me, mi tolgo tutti i vestiti e rimango solo con i boxer, di quelli senza mutanda interna, ed una magliettina bianca. Lei dopo fa altrettanto e si cambia per mettersi il solito pigiama con colori vivaci. Alla fine ci infiliamo sotto le coperte pronti per riposarci dalla lunga giornata di festa, o almeno cosí doveva essere.
Dopo poco tempo, chiacchierando del piú e del meno, ridendo per stupidaggini, sento la coperta ritirarsi un pó. Era Samantha che aveva piegato una gamba, provando a mettere la stessa in mezzo alle mie. Con decisione il suo piede cercava di farsi strada nei boxer, arrivando a sfiorare il mio pisello.
«Che fai Sam?» domando facendo un lieve balzo all'indietro.
«Gioco cuginetto caro».
«Si lo vedo, anzi lo sento, ma... non possiamo giocare ad altro?».
«Perché ti dispiace questo di gioco?».
«No, no, anzi... ma é pericoloso, forse non conosci noi maschietti, ma se continui a giocare, come dici tu, tra non molto potresti avere una calda sorpresa».
E mentre dico quelle parole, lei continua a cercare di entrare con i suoi soffici piedi nei miei boxer, arrivando ormai a toccare il mio pisello che stava gonfiandosi velocemente.
«Conosco voi maschietti meglio di quanto tu creda...» ed in aggiunta a quelle parole continua a strofinare il suo piede sul mio cazzo che ormai era diventato dritto come un palo di ferro. Con la pianta del piede faceva su e giú, fino a quando non riuscí con il "pollicione" ed il resto delle dita, a tirare giú la pelle del mio cazzo facendo fuoriuscire la mia gonfiatissima cappella e qualche goccia di sperma. Era in gamba la porcona. Chissá quanti ne aveva giá svuotati di cazzi.
«Smettila Sam, dai... mi farai venire, non ho il cambio qui...» ma lei dispettosa come sempre, non smette ed aggiunge «Problemi tuoi» conclude accennando una risatina e contiunuando a masturbarmi.
Sentivo le palle pulsare e percepivo che altre gocce di sperma uscivano, ero quasi al limite.
«Se vuoi alzati e vattene...» aggiunge senza smettere di segarmi.
Piú facile a dirsi che a farsi. Ormai sono nelle sue mani, anzi, nei suoi piedi. Sono completamente in suo potere. E lei lo sa... continuando a sfregare il suo piede sul mio pisello ormai in pienissima erezione e riuscendo persino con il pollice a strofinare la punta della cappella. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, anzi, che fece esplodere il vulcano. Sborro improvvisamente e non ricordo quante volte, ma avverto il mio cazzo pulsare e schizzare piú volte, ed il boxer fortunatamente impedisce che sporchi le lenzuola, ma la grossa quantitá di sperma sbatte prima sul tessuto per poi colare lungo l'asta del mio cazzo ed infine sulle palle e poi sotto di esse. Sento alla fine lei togliere il piede dai miei boxer e prima di ritirarlo del tutto, si pulisce su di essi dal caldo sperma.
«Sei venuto senza un gemito Chase.. se non fosse per la calda sborra che ho sentito sui mie piedi, non me ne sarei nemmeno accorta... sei allenato, chissá quante seghe ti fai a casa tua sotto le coperte e per non farti scoprire dai tuoi hai imparato a godere in silenzio».
La puttanella non aveva tutti i torti. Quante sborrate mi ero fatto sotto le coperte e quanti calzini avevo impregnato di sperma per non sporcare le lenzuola.
«Ma stai zitta, io non mi faccio le seghe da un bel pezzo, io scopo bella mia...».
E contemporaneamente a quelle parole, mi alzo dal letto, non potevo dormire cosí bagnato, mi tolgo i boxer, mi pulisco il pisello ancora in erezione alla meglio e li metto vicino alla finestra sperando che si asciughino per la mattina dopo (sempre che qualcuno non fosse entrato anche solo per dirci buonanotte e mi trovasse, ci trovasse, in quelle condizioni nel letto). Quindi torno a dormire e dico a Samantha buonanotte.
Pensavo fosse finita lí, ma dopo qualche ora di sonno, mi sveglio nuovamente sentendo qualcosa in mezzo alle gambe. Era mia cugina che tornava all'attacco.
«Sam finiscila... basta... sono nudo, se sborro di nuovo sporcheremo tutto e domani cosa raccontiamo a tua madre?».
«Il letto lo faccio io, me la caveró in qualche modo, non preoccuparti» mi risponde continuando di nuovo a masturbarmi con il suo piede.
Come ho scritto, la zoccoletta ci sapeva fare, ed il cazzo mi diventa immediatamente duro dopo pochi minuti. Poi sposta piú giú il suo piede, dando un piccolo colpo alle palle che mi regala un mix di dolore e godimento, ed infine ci poggia con vigore il piede sopra, quasi a schiacciarle. Con una lieve pressione spinge le palle verso il basso, quasi a tirarle e con il cazzo in tiro che piú non si poteva, ottiene il risultato di abbassare la pelle e far venire fuori nuovamente la cappella.
Non lo volevo ammettere o forse non volevo dargli soddisfazione, ma mia cugina era davvero brava ed era anche una gran fica, alta per la sua etá, tette grosse giá sviluppate e si... farebbe drizzare il cazzo a chiunque solo a vederla!
Poggia di nuovo la pianta del piede sul mio pisello e stavolta il movimento é piú lento: su e giú, su e giú delicatamente. Non mancava poco per un'altra sborrata, ma decido che anche io dovevo dimostrarle che ci sapevo fare e non passare per una matricola del sesso. Invece dei piedi uso la mia mano destra. Gliela metto sulla gamba sinistra, vicino alla sua fica e con il pollice mi appoggio sulle sue grandi labbra. Non si aspettava tanta intrapendenza, pensava che ormai a cazzo dritto, per la seconda volta, non vedessi l'ora di sborrare. Ma trattengo lo sperma, le palle gonfie iniziano a farmi male, ma quella stronzetta doveva gemere. Inizio a strofinare il mio pollice sul suo pigiama, cercando lo spacco della sua fica. Tovato!
Così inizio a strusciarlo contro, con forza, ma senza esagerare. Sento che posso spingere dentro le sue mutandine, il cotone che accarezzava le sue labbra l'avrebbe fatta impazzire. Cosi é. Sento un gemito, un "mmmmm" e poi "ah..." e successivamente lei tremare leggermente ed il suo pigiama bagnarsi!
Finalmente é venuta la stronza. Ma lo spasmo le fa premere di riflesso con forza il suo piede sul mio cazzo e le mie palle. A cavallo di nuovo tra godimento e dolore, ma ormai carico di sperma con due palle gonfie come due palloni, non riesco a trattenermi, sborro di nuovo non só quante volte... forse tre, quattro, cinque lunghe ed intense schizzate.
Ricordo che lo spasmo del mio pisello duró anche dopo essere venuto, ma ormai svuotate completamente le palle, rimane solo il movimento condizionato. Di sperma non se ne vede nemmeno l'ombra.
«Sei contenta Sam? Abbiamo fatto un bel casino in questo letto. Il tuo pigiama é completamente bagnato ed il letto é pieno di sborra» gli dico.
«Io si... sono contenta palle mosce! E tu? Ti é piaciuto il mio regalo di Natale?».
E nel dire quelle parole, allunga la sua mano sul mio cazzo ormai sfinito e flaccido, la fa scivolare sulle mie palle effettivamente mosce e svuotate, ed entrambi ci mettiamo a ridere... e come regalo di Natale, non potevo lamentarmi!


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