La dolce e meraviglia Sara ha trascorso una giornata difficile e impegnativa, ora ha bisogno solo di una doccia e tante coccole dal suo uomo. 


Bellissima, slanciata, soda, occhioni color nocciola, questo seno immenso e i suoi capezzoli sempre turgidi la mettono al centro dell’attenzione in qualunque circostanza, a lei piace, tantissimo. 


Sara ama essere oggetto dell’attenzione degli uomini e sa che molti di loro si segheranno pensando a lei e al suo culo tonico e sodo.


Sara fa l’amore col marito quasi tutti i giorni ma, anche se non lo dice, desidera altro, desidera vera libidine e perversione.


Sente di essere diventata una puttana ma ha paura a manifestarlo. 


Ultimamente durante il giorno si rende conto di avere la figa bagnata anche solo guardando il pacco di un collega, scappa in bagno, si tocca il clitoride fino all’orgasmo e si pulisce le dita bagnate dei suoi umori nella bocca, con le sue stucchevoli labbra perfette pulisce tutto bene; torna alla scrivania facendo finta di nulla.


Sara è diventata una troia libidinosa.


“Amore sono a casa; amore….???”


Nessuna risposta, un biglietto sopra il ripiano nell’atrio d’ingresso dice “amore sono dovuto andare a Milano, starò fuori fino a domani sera. Ti amo”.


“Uffa, un altra volta… proprio questa sera che ho voglia di libidine e lussuria !!! Va bè aspetterò domani sera”


Ordina una cena giapponese che arriverà alle ventidue e visto che c’è un ora di tempo va in doccia.


L’acqua scivola sulla sua pelle come olio sul burro, si riempie la mano di doccia-schiuma e inizia ad insaponarsi la coscia; lentamente si massaggia l’interno e l’esterno della gamba abbronzata, accarezza la sua pelle e piano piano si avvicina alle grandi labbra della figa; come già sapeva è fradicia di umori, un vero lago. Resiste, non si tocca con delicatezza ma si limita ad insaponarsi bene le labbra e le grandi labbra; passa appena appena il dito sul clitoride per insaponare anche quella parte ma non lo stuzzica. Insapona l’altra coscia e si accorge di come il contrasto bolle bianche - abbronzatura la stimoli un pò; i capezzoli sono turgidi, due chiodi, non resiste e se li strizza, prima uno poi l’altro; esce un filo di latte che si mescola al sapone. Si china in avanti tenendo le ginocchia rigide e passa la mano fra le natiche per insaponarsi bene il culetto e il buchino. Esegue la manovra con dolcezza e libidine, per un istante ripensa al cazzo del Dottor Malone che la penetrò lì qualche settimana prima. Tutta insaponata si guarda allo specchio attraverso il vetro della doccia, si fissa negli occhi e vede un lampo di lussuria li attraversa. Si sciacqua.


La cena arriverà fra una ventina di minuti quindi Sara ha tempo per mettersi della crema per il corpo. Si spalma prima il seno grosso, i capezzoli, le areole, sotto; massaggia lentamente con entrambe le mani.


S’infila un top elasticizzato blu che le copre a mala pena il seno e inizia a spalmarsi la cremina sulle gambe. Dalla caviglia lentamente sale fino alle grandi labbra, interno ed esterno. Ora tocca al culo, non vedeva l’ora; da questa mattina ha voglia di massaggiarsi il buchino. 


Strizza per bene il barattolo della crema sul palmo della sua mano, l’appoggia a terra e infila la mano fra le sue natiche iniziando da lì il massaggio al culetto. Si spalma bene tutta la cremina bianca dentro e fuori le sue meravigliose chiappe e si rende conto di quanto le piaccia il suo culo. Stringe bene prima una poi l’altra natica fino al completo assorbimento della cremina bianca. Adesso vuole un pò di olio alla menta, Sara adora il profumo di menta sul suo corpo. 


Si unge le natiche e se lo spalma divaricandole un pò; si accorge che una candela di umori penzolante dalla figa ha quasi toccato terra e a quella visone non resiste e tira un urletto di piacere.


Suonano alla porta, indossa l’accappatoio e corre al citofono.


“Si?”


“Buona sera Signora, sono del ristorante giapponese, a che piano ?”


“All’ultimo, le apro”


Sara cerca i soldi per il garzone, si assicura di avere l’accappatoio chiuso e con i suoi lunghi e brillanti capelli mori si accinge ad accogliere il fattorino.


“Buona sera, ecco qui; sono trentotto Euro”


“Salve, eccone cinquanta, il resto è per lei”


“Caspita, grazie lei molto generosa” 


Sara era rimasta sconvolta dal fattorino, un ragazzo sui ventidue anni, media altezza, molto muscoloso, nero.


“Si accomodi, le offro una cosa da bere, sarà stanco”


“Signora dovrei scappare perché al ristorante mi aspettano ma lei è così bella che non posso dirle di no, accetto volentieri”


Il fattorino si accomoda e chiude la porta dando le spalle a Sara quindi non si accorge che la donna si è slegata l’accappatoio lasciandolo cadere a terra e sedendosi sull’isola del divano nel soggiorno dando il culo al ragazzo. Tiene le gambe accavallate e sia loro che il busto poggiano sul divano lasciando fuori dal bordo il culo.


Il ragazzo è di sasso, non è abituato a tanta bellezza ed eleganza, fissa il culo di Sara ed è ipnotizzato. L’olio appena spalmato evidenza l’abbronzatura e le forme delle natiche fanno subito eccitare il nero che si strofina una mano sul pacco.


“Spogliati, voglio vederti nudo”


“Si Signora, subito”


“Mmmmmm che bel pene che hai, complimenti; avvicinati, fammelo toccare”


Il ragazzo si avvicina e sara gli prende il cazzo in mano soppesandolo un pò; è bello grosso, largo e le sue palle grosse penzolano e solo guardandole si rende conto di quanta seme può esserci dentro.


“Adesso voglio che mi scopi il culo, mi piace tanto in questa posizione, dai”


Il ragazzo esterrefatto sorride a Sara e il viso gli si riempie di gioia. Si inginocchia per leccarlo un pò ma si rende conto di una cosa;


“Signora ma lei ha il culetto sfondato, si nota che prende tanto cazzo fin da sopra le natiche senza bisogno nemmeno di toccarle; ci sono due mezze lune per natiche che lasciano intravedere il suo buchino.


“Mio marito ha un pene molto grosso e io gli do il mio culetto spesso; adesso taci e scopami il culo oliato”


“Si Signora”


Il fattorino appoggia la cappella sulle due mezze lune nelle natiche e spinge forte senza trovare ostruzione alcuna. In un lampo ficca la cappella ad un centimetro dell’intestino di Sara. Lascia un attimo il cazzo lì dopo di che lo estrae completamente e ripete l’atto.


“Ahhhhhhhhhhhhh porco maiale schifoso !!!! Mi vuoi sfondare il culo brutto stronzo bastardo”


Il garzone non sente nulla e ficca la minchia di nuovo nel culo di Sara che geme e gode come una puledra in accoppiamento.


Le scopa il culo per venti minuti circa senza mai fermarsi, glielo allarga, glielo fa diventare tutto rosso;


“Sento che stai per venire, sborsami dentro”


“Siiiiiiiiiiii eccola Signora…. Ahhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiiiii che bello”


Si accascia su Sara un attimo;


“Bravo porcellino, adesso vestiti e vai via che voglio cenare”.


 



   


 



 


 

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