Sono rimasto incaprettato sul letto almeno per mezzora. Il dottore è uscito dalla stanza, al suo ritorno mi slega completamente e mi toglie il doppio bavaglio… devo sgranchirmi un po’, sono stato legato per parecchio tempo.


“Allora, lo sperma ha il sapore che immaginavi? Ti ha dato fastidio ingoiare?” – “No, ma pensavo di affogare” – “Eh, sì… mi hai fatto eccitare molto…” – “È stato eccitante, stavo per venire diverse volte…” – “Abbiamo tempo per quello, non preoccuparti… Come eri legato andava bene?” – “Oltre ogni aspettativa, lei sa legare molto bene…” – “Mi fa piacere che ti sia soddisfatto… Ora sdraiati sul letto e allarga gambe e braccia” – “Mi vuole legare subito?” – “Certo, siamo qui apposta, no?” Mi sdraio al centro del letto, già predisposto con tutte le corde del caso: allargo gambe e braccia come mi ha detto di fare. Mi lega i polsi alle gambe del letto, nella parte alta, poi i piedi alla parte bassa, divaricando ancora di più le gambe e serrando molto stretto. Sono già immobilizzato, ma non è abbastanza: mi lega sopra le ginocchia, tirando le gambe verso l’alto e bloccandole ai lati del letto, poi mi collega le ginocchia ai gomiti che invece tira verso il basso, mettendomi in tensione. Per completare l’opera un’altra corda che va da una caviglia all’altra, serrata tramite un cappio, che mi immobilizza ancora più strettamente, per essere poi collegata e tirata centralmente verso la parte bassa del letto. Per finire il collo, bloccato da dietro alla rete sotto il materasso.


“Ora ti metto un bavaglio particolare, dalla parte interna ha un fallo in gomma, gonfiabile, poi ti bendo gli occhi e dovrai lasciarti andare completamente a quello che ti farò, ok?” – “Va bene…” Mi spinge il bavaglio bene in bocca, il fallo è abbastanza lungo, lo serra con le fibbie: la maschera di cuoio davanti mi tappa completamente la bocca e il fallo interno me la riempie. Poi lo gonfia, applicando una pompetta ad una valvola anteriore. “Fai cenno con la testa quando senti che è troppo gonfio…” Una, due, tre, quattro, cinque pompate e muovo la testa per dirgli che sono arrivato, ma lui ne dà una sesta, poi una settima e un’altra ancora. Non posso più muovere la lingua e i mugolii escono più che altro dal petto. Lascia la pompetta attaccata. Vorrei fargli capire che mi ha imbavagliato troppo stretto, ma per tutta risposta mi benda gli occhi con il nastro adesivo, due giri sovrapposti. Tutto si fa buio.


Sento le sue mani toccarmi tra le gambe, prendere lo scroto e con due dita risalire sul pene, stringendolo fino al glande… lo prende in bocca e inizia a leccarmelo… io inizio a mugolare di piacere e a respirare profondamente dal naso… mi masturba con una mano, mentre con l’altra mi stimola i testicoli, poi lo riprende in bocca… lo lecca sulla punta spingendo la lingua nel prepuzio… “Ora vengo”, penso… ma lui si ferma, rallenta il ritmo… mi lascia il pene e inizia a leccarmi tra le gambe… scende sulle cosce, arriva al piede sinistro, lecca le caviglie, poi passa alle dita, che morde delicatamente per poi passare all’altro piede e risalire fino al pene che prende nuovamente in bocca.


Sento qualcosa avvolgermi lo scroto, credo sia una cordicella fina, mi lega i testicoli, spingendoli verso il basso, poi passa al pene, che lega alla base e poi all’inizio del glande… ce l’ho talmente duro e sono talmente eccitato che penso di svenire. Mi infila tra le cordicelle qualcosa di cilindrico… non immagino cosa sia finché non lo sento vibrare, una volta acceso. Mi lascia per qualche minuto in balia di questo vibrostimolatore, alternando sul prepuzio un dito o la lingua, picchiettando ritmicamente… L’eccitazione che mi fa provare non è descrivibile. Mi lecca i capezzoli, li succhia per evidenziarli… poi sento una specie di fitta… mi ha messo due mollette: sussulto… inarco la schiena, ma sono legato troppo stretto… piacere e dolore si fondono, poi pian piano mi abituo alle mollette, mentre lui continua a leccarmi il pene.


“Vorrei infilarti un dildo nel culo, ma forse è troppo presto… magari la prossima volta, anche se sono tentato” Non ero affatto pronto ad essere penetrato dietro e fortunatamente la cosa sembra non avere seguito.


Dopo un’ora buona di sevizie, decide di prendersi una pausa, ma mi lascia legato al letto: l’unica concessione è un piccolo sgonfiamento del fallo di gomma che avevo dentro la bocca… una controllatina ai nodi, serrandone qualcuno e poi silenzio. Il pene resta sotto la stimolazione del vibratore, di cui però ha aumentato la velocità. Il tempo passa, finché lo sento vicino al letto… si mette a cavalcioni sopra di me, all’altezza del petto… mi tocca il pene, gonfio per l’eccitazione e per la legatura in cui è costretto da parecchio tempo… Mi slaccia il bavaglio dopo aver sgonfiato il fallo interno e me lo toglie… finalmente prendo fiato. Lui continua a lavorare con la mano e stavolta spero vivamente che mi faccia venire perché sono troppo carico. Mi toglie le mollette dai capezzoli doloranti e me li lecca lentamente, avendo però cura di tapparmi la bocca con la mano.


Si prende il pene in mano e si masturba, sempre tenendomi la bocca tappata… diventa sempre più grosso e duro, finché mi apre la bocca con le dita: “È ora di riprovare… te lo metto bene in bocca, se fai un buon lavoro anche stavolta ti faccio venire…” Il pene mi entra in bocca nuovamente e da quella posizione può spingere bene a fondo e scoparmi fino alla gola… Va avanti diversi minuti, finché lo sento inarcare la schiena e spingere il pene ancora più a fondo nella mia bocca mentre mi tiene ferma la testa: inizia a fiottare sperma che, per quanto me lo ha spinto dentro, mi scende direttamente in gola… spruzza diverse volte sempre tenendomi ferma la testa e obbligandomi a ingoiare il liquido caldo. Alla fine respira, sfila il pene dalla bocca e me la tiene aperta, per vedere se ho ingoiato tutto, penso, invece mi mette di nuovo il bavaglio con il fallo gonfiabile, lo serra molto stretto e lo gonfia a fondo. Durante tutto il frangente non mi ha mai tolto il nastro dagli occhi, quindi sono sempre bendato, e ora nuovamente imbavagliato.


Mi prende il pene in bocca, dopo aver aumentato la frequenza del vibrostimolatore… lo lecca e lo succhia per un po’, poi inizia a masturbarmi lentamente ma senza fermarsi… “Non durerò molto” penso.


“Lasciati andare, rilassa tutti i muscoli, affidati alle corde che ti legano, lasciati tenere… resta morbido…” mi dice… e io lo faccio… sento l’eccitazione salire pian piano verso il prepuzio, non faccio opposizione e lui non ferma la mano… pochi secondi ancora e letteralmente esplodo sperma, spruzzo come non credo di aver mai fatto, sento il liquido caldo arrivare sul ventre, copioso… lui continua con la sollecitazione, passando le dita sul prepuzio che fiotta mentre con l’altra mano mi accarezza i testicoli. Mi ha provocato un orgasmo talmente intenso e lungo da non avere forza nei muscoli per diversi istanti e, se non fossi stato imbavagliato, probabilmente avrei gridato. L’orgasmo si affievolisce, ma lui non si ferma, continua a masturbarmi abilmente fino quasi a farmi credere di avere subito un secondo orgasmo, cosa impossibile per un uomo, ma la sollecitazione anche dopo l’eiaculazione, genera una reazione quasi di godimento finale.


Si ferma: “Sei bendato, ma non puoi immaginare quanto sperma tu abbia schizzato ovunque…” Imbavagliato rispondo con un sospiro. Mi toglie il bavaglio e libera gli occhi… poi mi slega dal letto. “Vai a rinfrescarti, hai il tuo sperma ovunque sull’inguine, fatti una doccia, c’è tutto l’occorrente…” Vado in bagno e mi godo una bella doccia calda: è stata una mattinata intensa, ormai credo sia primo pomeriggio. Mi asciugo bene, poi esco dal bagno e rientro nella stanza… continuo a ricordare con piacere il tocco della moquette sui piedi nudi.


Pensavo di trovarlo vestito, credendo che l’incontro terminasse, invece è ancora in maglietta con il pene tra le mani, di nuovo duro. Io sono ovviamente nudo, ma non eccitato dopo l’orgasmo di poco prima. Lui invece ha altri programmi: “Girati e metti i polsi dietro la schiena” – “Vuole legarmi di nuovo?” chiedo sorpreso… “Si, girati dai…” Lo dice in modo abbastanza autoritario, io mi giro, mi prende i polsi e li lega stretti nuovamente, poi mi avvolge le braccia e tira i gomiti verso l’interno, quasi ad unirli. “Siediti sul letto” Obbedisco, mi lega i piedi e poi le ginocchia: “Ora inginocchiati davanti al letto” Mi aiuta a farlo per poi collegare le caviglie ai polsi e tirare quanto basta per limitarmi i movimenti. Si siede davanti a me, il suo pene eretto e duro è proprio davanti alla mia bocca… “Prendilo in bocca, non ti metto l’anello, ma se non lavori bene te lo metto e ti scopo come prima…” Lo prendo in bocca e inizio a leccare… mi sta facendo prendere molta dimestichezza con questa pratica orale, e stavolta avevo ben chiaro che lo stava facendo per suo piacere personale e non per farmi da mentore. “Continua… lecca la punta e poi succhia…” mi dice mentre lo spompino, legato mani e piedi, cosa che evidentemente lo aggrada molto.


“Cerca di capire come dosare la lingua, la bocca, devi capire fin dove puoi spingerti per controllare l’orgasmo di chi ti penetra…” Continuo a succhiare e leccare per diversi minuti, poi lui mi ferma, prende il nastro adesivo e mi imbavaglia strettissimo con molti giri avvolgenti. Mi stende sul letto a pancia in sotto e mi scioglie dall’incaprettamento, seppur lungo, in cui mi aveva posto prima. Mi fa distendere le gambe, si mette sopra e mi poggia il pene sul culo… “Mi hai fatto venire voglia di incularti… vuoi che lo faccia?” Quello no, sinceramente al momento non lo volevo, così faccio cenno di no con la testa e il mio respiro si fa più affannoso. Sento la punta del suo pene farsi strada tra le natiche e poggiarsi sul buco… poi inizia a spingere, ma con delicatezza, anche perché con le gambe e i piedi legati non credo fosse molto agevole. Si ferma, mi fa voltare e mi slega le caviglie e le ginocchia, per poi legarmi le caviglie strette alle gambe piegate: ora sono completamente esposto, gli basta tenermi le gambe divaricate. Cerco di dire qualcosa, ma il bavaglio è talmente stretto da non poter fare altro che mugolare. Mi mette al centro del letto, poi con due corde mi tira su le gambe divaricate e le fissa alla spalliera. Di nuovo davanti a me, sento il suo pene poggiarsi sul buco, ora più accessibile… inizia a spingere… me lo allarga con le dita… poi spinge ancora… per una piccola parte il pene inizia ad entrare, ma giusto quel poco… si muove un po’ su di me, spinge ancora un po’… poi si toglie, si mette a cavalcioni sul mio petto e con il pene in mano me lo strofina sul bavaglio, sul viso… mi rendo conto che sta per avere un altro orgasmo quando mi libera dal nastro adesivo, molto velocemente e, non appena la bocca è scoperta me lo poggia sulle labbra e schizza… mi apre la bocca e lo infila a forza dentro mentre spruzza, obbligandomi a ingoiare di nuovo.


Finalmente si rilassa e me lo toglie dalla bocca, ho sperma su tutto il viso… “Non volevo incularti se non volevi, ma l’atto mi ha eccitato nuovamente da matti…” – “Ho pensato che volesse obbligarmi, soprattutto quando mi ha legato così” Era incredibile che dopo tutto quello che era successo, ancora gli dessi del lei. “È troppo presto per quello, per oggi direi che possiamo accontentarci, che dici? Credo ti sia piaciuto molto quello che ti ho fatto…”  - “Molto… e non speravo tanto a dire la verità”.


“La prossima volta, se ci sarà, e dipende solo da te, potremo spingerci ancora un po’ oltre” – “Si, ci sarà una prossima volta… presto”.


Da quel giorno il rapporto con il dottore è diventato molto particolare: mi ha insegnato tante cose e, al contempo, ha soddisfatto il suo piacere personale nel seviziarmi in tanti modi e situazioni per diversi anni. Ricordo quando, ormai ventenne, lo andai a “trovare” a casa per un weekend, visto che la moglie era fuori Italia per un convegno… ma questo è un altro racconto.

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