“Metti le mani dietro lo schienale…” Lo faccio e lui mi incrocia i polsi per poi iniziare a legarli con una corda di iuta: fa diversi giri e poi sento che passa tra i polsi incrociando le corde e serrando nel mezzo… “Per iniziare ti lego in maniera semplice, poi se la cosa ti soddisfa possiamo andare oltre e provare qualche posizione più eccitante, ok?” – “Va bene” rispondo… Prende un’altra corda e chinandosi davanti a me inizia ad avvolgermi le ginocchia, legandole unite. “Quale posizione ti ecciterebbe? Quale hai immaginato o magari visto in qualche rivista… ne avrai lette, no?” – “Si, mi è capitato per caso in una rivendita di riviste usate, cercavo tutt’altro ma mi è saltata agli occhi una uscita di SM Stories, dove in copertina c’era una ragazza legata su un letto, così ho comprato qualche numero…” Legate le ginocchia, sopra e sotto, passa a legarmi i piedi e solo il sentire le sue mani toccarmeli per unirli stretti mi trasmette un brivido. “Bene, e in quale posizione ti ecciterebbe essere legato?” Intanto stringe i nodi alle caviglie e prende un’altra corda che passa a cappio tra le caviglie già legate… “La posizione che mi eccita è quella incaprettato, con i polsi uniti ai piedi e magari un bavaglio collegato dietro sempre ai piedi che mi tiene il collo all’indietro… la chiamano hogtied…” – “Ah, sì ho capito, ma è costrittiva, magari dovremo arrivarci per gradi, se ti va…” mentre dice queste parole mi tira i piedi all’indietro sotto la sedia e li collega ai polsi, immobilizzandomi. Ho il pene durissimo e già intriso di umori… sento le pulsazioni aumentare…
“Ecco fatto, sei ben legato… che sensazioni provi?” – “Sono eccitato… molto di più di quando provo a legarmi da solo” – “Bene… ora ti imbavaglio, dimmi fino a che ora puoi fermarti? Immagino tu non abbia detto che venivi qui…” – “Ufficialmente sono a mangiare una pizza con gli amici, quindi fino alle 23/23:30” – “Ottimo, sono le 20:50, in caso poi ti do un passaggio io” Annuisco, cerco di muovermi per sentire le corde, e la sensazione di costrizione è intensa, eccitante. Prende il nastro adesivo: “Anche per il bavaglio iniziamo in maniera soft, solo nastro adesivo, ok? Poi potremo provare a riempire la bocca con qualcosa, ma andiamo per gradi”.
Si mette dietro di me, sento stendere il nastro, poi me lo mette sulla bocca e mi avvolge con diversi giri, tappandomela completamente anche abbastanza strettamente. Ho un brivido, ora sono completamente sotto il suo controllo, legato quasi nudo e imbavagliato. Inizio a desiderare che mi toccasse tra le gambe, che lo prendesse in mano e mi masturbasse, invece si mette davanti a me e mentre mi osserva mi dice: “Ora, per farti assaporare questa situazione, ti lascio qui legato, al buio, per un po’… così potrai pensare a cosa ti eccita e a cosa desideri che accada… ma con un po’ di tempo”.
Spegne la luce, esce dallo studio e chiude la porta. Resto al buio: sento le corde stringermi e ricordo molto bene la sensazione dei piedi nudi, legati, sulla moquette. Ricordo che tentando di muovere i piedi le corde tiravano i polsi… ricordo il mio pene duro dentro i boxer e l’odore del nastro adesivo che mi tappava la bocca.
Resto al buio per una mezz’ora buona, immerso nei miei pensieri, con il cercare di muovermi sentendo i nodi non allentarsi… l’impossibilità di parlare e il pene duro per tutto il tempo, senza rilassamenti. Poi si apre la porta e lui torna, accende la luce e si sofferma a guardarmi. “Bene, spero sia tutto ok e che la situazione sia come la immaginavi… sono le 21:30, abbiamo ancora un po’ di tempo” Si avvicina e controlla i nodi, che sono rimasti ben serrati… “Stavo pensando che, se questa esperienza ti sta piacendo, potremmo incontrarci nel mio studio di Grottaferrata, di sabato, quando non c’è nessuno… per avere più tempo e più spazio, così potresti sperimentare altre posizioni e situazioni… Ora sei imbavagliato, magari ne parliamo dopo, ma non devi sentirti obbligato a fare nulla” Inizia a slegarmi i piedi, prima dal collegamento ai polsi e poi le caviglie, infine mi libera le ginocchia: “Sgranchisciti un po’ le gambe, così ti lego in un altro modo, non ti libero le mani e non ti tolgo il bavaglio, ok?” Annuisco… muovo le gambe in avanti e sento sempre quella sensazione eccitante dei piedi nudi sulla moquette.
“Ok, ora ti lego di nuovo, ma prima ti tolgo i boxer, va bene? Così inizi a sperimentare anche l’essere completamente nudo oltre che legato” Annuisco con un cenno del capo, e in verità era quello che volevo… anzi, a dirla tutta, desideravo che mi masturbasse, non ero mai stato così eccitato.
Si china verso di me e lentamente mi tira via i boxer… il mio pene resta eretto e duro, bagnato sulla punta come non mi era mai successo: “Sei eccitato… vorresti che te lo toccassi, vero?” Non posso fare a meno di emettere un respiro profondo, ma lui si limita a guardarmi, non mi tocca.
Mi prende un piede e avvolge la caviglia con un doppio cappio di corda, fa la stessa cosa con l’altra caviglia, poi passa dietro alla sedia e mi tira i piedi all’indietro, ai lati della sedia, aprendomi completamente le gambe ed esponendo i genitali: mi tira i piedi molto indietro, finché le dita non toccano più la moquette e poi fissa le corde alla sedia. A questo punto con un’altra corda, avvolge dall’interno quella che già mi lega i polsi e fissa anche questi alla sedia… sono nuovamente immobilizzato, e stavolta completamente nudo.
Si mette davanti a me… mi osserva… guarda il mio pene eretto: “Toccami… prendilo in mano” penso, quasi a fargli capire quello che vorrei facesse, ma lui resta a guardarmi. Passa qualche minuto, poi si inginocchia davanti a me e con le mani va ad accarezzarmi i piedi nudi: “Ora ti tocco un po’… senza fare nulla di particolare, solo sfiorarti e farti assaporare qualche sensazione nuova” Io avrei voluto invece che facesse qualcosa in più, ma appena inizia a sfiorarmi le dita dei piedi, le piante, per poi risalire alle caviglie, alle gambe e all’interno cosce, le sensazioni che mi trasmette mi pervadono completamente… me le godo pienamente e il mio pene reagisce ad ogni sfioramento con un sussulto… lui lo nota ma non mi tocca assolutamente né il pene né i testicoli, che sono comunque completamente esposti davanti a lui.
Continua a sfiorarmi tutto il corpo e, oltre ad essere terribilmente eccitante, è al contempo rilassante e godo di continui brividi di piacere, seppur legato e imbavagliato. Inizio a mugolare sommessamente dietro il bavaglio che mi tappa la bocca e il mio respiro aumenta: inizio a pensare che voglia farmi venire solo sfiorandomi in quel modo, e devo dire che era sulla buona strada.
Dopo almeno mezz’ora di questa piacevole tortura, si alza e lo vedo toccarsi sulla patta dei pantaloni, deve averlo durissimo anche lui, tanto che si vede un rigonfiamento notevole. “Lo vuoi in bocca?” Io annuisco, perché vorrei veramente che me lo mettesse in bocca. Lui si slaccia i pantaloni, li abbassa e continua a toccarsi tra le gambe: “Se te lo mettessi in bocca ora sarebbe complicato per te, anche se prima lo hai succhiato e leccato, non credo tu sia pronto a ricevere sperma dentro la bocca” Si abbassa le mutande e se lo prende in mano, mi sembra anche più grosso di prima in quel momento avrei voluto solo che me lo ficcasse tutto in bocca, mentre mi masturbava… invece inizia a masturbarsi, lentamente, mentre mi guarda.
Si abbassa verso di me e, mentre con una mano si masturba, con l’altra ricomincia a sfiorarmi la pelle, a toccarmi i piedi, a toccarmi nell’interno cosce, ma sempre evitando il mio pene… “Che tortura” penso. Passa dietro di me e, sempre inginocchiato, mi mette il pene tra le mani: “Prendilo bene, usa le mani… facciamo una cosa alla volta, dai” Lo prendo nella mano destra e lentamente, avendo i polsi legati e bloccati alla sedia, lo masturbo, mentre lui mi accarezza i piedi. La situazione è terribilmente eccitante, ma non essere masturbato a mia volta è una vera tortura che amplifica a dismisura i sensi.
“Stai imparando a usare le mani, anche se sei legato… so che vorresti di più, ma ogni cosa a suo tempo” Il tempo passa, vedo dall’orologio sulla parete che sono ormai le 22:30 e non c’è molto tempo. Lui si alza, mi gira intorno tenendosi il pene duro in una mano, continuando una masturbazione lenta mentre mi guarda. A questo punto si avvicina e con l’altra mano mi accarezza la punta del pene… quasi mi contorco dal piacere nel sentire quel contatto… mi passa un dito proprio sul prepuzio, per poi prenderlo tutto con il palmo e accennare una masturbazione… “Ora vengo” penso, ma lui si ferma… “No, non ti faccio venire stasera… voglio che il desiderio che provi in questo momento ti resti addosso, così la prossima volta potrai apprezzare a pieno le sensazioni che oggi hai solo iniziato a scoprire”.
Sempre con il pene duro, in piedi di fronte a me, lentamente toglie il nastro adesivo e mi libera la bocca… poi con una mano me la apre e tenendomi la testa poggia il pene sulle labbra, per poi penetrarmi e riempirmi il palato. Si muove avanti e indietro dentro la mia bocca, spingendo ogni volta un po’ di più: “Bene, così… pian piano impari a prenderlo tutto in bocca. La prossima volta forse sarai pronto per ricevere anche lo sperma e magari ingoiarlo, ma per oggi va bene questo… tienilo in bocca e usa la lingua” Lo faccio, ho tutto il suo pene in bocca e con la lingua lo lecco sul prepuzio, per poi succhiarlo e ricominciare. La sua mano tocca il mio e ricordo che con il pollice mi strofinava il glande, premendolo sul prepuzio, come per sentire se stessi per venire e fermarsi in tempo.
Intorno alle 23 mi libera la bocca e rimette il suo pene durissimo e umido nelle mutande, per poi ricomporsi riallacciando i pantaloni. Ricordo ancora il sapore che mi aveva lasciato in bocca, come ricordo la sensazione di fremito che mi trasmetteva mentre mi toccava il pene in quel modo.
“Ti slego, è ora di ritornare alla vita normale” mi dice mentre mi libera dalle corde: “Fatto, ora rivestiti, così ti do un passaggio a casa” Ripone le corde e il nastro adesivo nella 24 ore, mentre io mi rivesto e rimetto le scarpe, ancora con il pene in erezione.
“Ti ha soddisfatto questa esperienza?” – “Molto, anche di più di quanto immaginassi…” – “Stavi per venire, vero?” – “Si, diverse volte” – “Bene, oggi era una sorta di introduzione ma, se lo vuoi, la prossima volta possiamo spingerci un po’ oltre” – “Credo proprio di volerlo” rispondo: “Ok, allora chiamami qui a studio quando vuoi venire a Grottaferrata, chiedi di me e ci accorderemo direttamente” – “Va bene, di sabato, vero?” – “Si, di sabato, così abbiamo tempo e privacy”.
Mi dà un passaggio a casa, che non era molto lontano dallo studio, e in macchina continuiamo a confrontarci su questa esperienza, parlando di cosa mi piacerebbe, di cosa vorrei mi facesse e, in tutta sincerità, non vedevo l’ora di incontrarlo a Grottaferrata. Per diversi giorni ho continuato a ripensare a quanto successo e a quello che avrei voluto succedesse in seguito: aveva ragione, quell’incontro per così dire introduttivo, aveva aumentato il mio desiderio.
Avrei preso quell’appuntamento molto presto.