Mi chiamo Anna. Ho da poco superato i sessanta anni e sono in pensione. Sono sposata con Luca, che ha un anno più di me, ed anche lui è in pensione. Ci siamo conosciuti che io avevo sedici anni e lui diciassette. Il nostro è stato amore a prima vista, intesa forte e tanta complicità. Luca è figlio unico, mentre io ho una sorella. In questi quarantaquattro anni di vita insieme, abbiamo incontrato e conosciuto tante persone che, nel tempo, poi sono sparite, ad eccezione di alcune coppie di amici, i rimanenti sono stati come meteore. Vi è però una amicizia che nel tempo è rimasta sempre la stessa e, anzi, si è trasformata per diventare sempre più forte, intensa e, oggi, è diventata veramente unica. La persona di cui parlo si chiama Carlo ed è un vero amico. Ha tre anni più di Luca e la loro conoscenza era dovuta al lavoro di Carlo che, all’epoca, faceva il rappresentante. Quando giungeva nella nostra città, si sentiva vivo. Gli piaceva passeggiare la sera per il corso, ammirare la gente e vedere la vita che c’era in giro fino a tardi, lui, che veniva da un paesino della Tuscia laziale, dove alle venti erano tutti tappati in casa. Fra loro due c'era stata subito intesa di propositi e gusti, specie in campo femminile. Io e Luca eravamo già fidanzati da circa tre anni, e quando ho conosciuto Carlo, sono subito rimasta piacevolmente affascinata dalla sua educazione, rispetto e gentilezza, ma, soprattutto, dal fatto che anche lui amava parlare di trasgressione. Si, lo so che vi faccio ridere, ma a quel tempo non era come oggi che la parola trasgressione è una cosa quasi banale e di uso comune. A quei tempi, se eri trasgressiva, se parlavi di pillola o divorzio, eri una puttana. Se uscivi con due maschi e non eri sposata con uno dei due, quando entravi in un ristorante, vedevi gli sguardi ironici di chi già ti immaginava a scopare con entrambi, e subito venivi etichettata come una puttana. Si, lo so continuo a farvi ridere, ma chi ha la mia stessa età e viveva in provincia, non in una grande città, queste cose le capisce di sicuro. Per me e Luca, il sesso era stato da subito fonte di grande piacere, curiosità, e sensazione di essere liberi. All’inizio gli facevo solo pompini, mentre lui mi faceva dei ditalini fantastici. Quando gli succhiavo il cazzo fino al godimento finale, lui in genere mi sborrava in gola, e poi io lo baciavo.


Mi piaceva da matti baciarlo dopo che mi era venuto in bocca. A lui piaceva, e mi diceva, che quella era la dimostrazione di quanto fossi stata troia in quel momento. Io ne godevo da morire e poi mi piaceva ad esser baciata da lui, quando ero io a inondare la sua bocca o quando mi leccava fino a sfinirmi.
La sua lingua e le sue mani mi hanno sempre eccitato molto e il gioco del bacio è sempre stato un nostro modo di sentirci uniti, in maniera trasgressiva.
Capirete, quindi, che parlare con una persona che di queste cose ne sapeva già più di noi, era un piacere che noi due condividevamo molto volentieri. Lui ci raccontava di un posto chiamato Saturnia, dove c’era un canale di acqua calda che finiva con una cascata in un torrente. Spesso era frequentato da coppie che si facevano masturbare immerse nell’acqua. A volte anche il marito collaborava a far godere la donna, assieme al maschio di turno, che spesso la scopava oppure si faceva segare. Sentire storie simili, per noi era fonte di grande intrigo, ci eccitava tantissimo e, quando io e Luca, scopavamo, spesso lui mi faceva prendere in bocca le dita di una mano e mi chiedeva di immaginare che fosse un altro cazzo da succhiare.
Impazzivo di piacere, anche se non pensavo di riuscire a farlo mai. Fra di noi, il sesso era tutto un gioco. Lui mi faceva impazzire, mi scopava tantissimo e, poiché non prendevo alcun tipo di precauzione, quando mi aveva fatto godere molto (ha sempre avuto un’ottima resistenza), me lo infilavo in bocca e mi facevo sborrare in gola o, a volte, anche in culo.
Ero vergine quando ho conosciuto Luca, ma, in tre anni, ero diventata una femmina ben aperta sia davanti che dietro, che allorché avvertiva il desiderio di godere, si trasformava in una troia scatenata.
Questo però avveniva solo con lui, altrimenti, quando si ipotizzava di realizzare qualche fantasia trasgressiva, provavo un notevole imbarazzo, che quasi mi bloccava ogni tipo di orgasmo. La mia timidezza aveva il sopravvento e mi inibiva, mentre fra noi due, anche solo giocare di fantasia, era fonte di immenso piacere. Spesso mi scopava più volte al giorno e spesso in posti diversi, e, a volte, anche a rischio di esser scorti o in condizioni da perfetti esibizionisti. Una volta, al matrimonio di un suo cugino, mi ha fatto stare tutto il giorno senza intimo e mi masturbava sotto il tavolo, mentre io lo segavo con le mani sotto la tovaglia. Insomma non eravamo la classica coppia tranquilla, bensì due persone che adoravano giocare e godere. Capirete, perciò, che parlare con Carlo di queste cose, aumentava la nostra libidine in maniera esponenziale. Una sera abbiamo deciso di andare con Carlo a Saturnia. Era la fine di Febbraio, faceva davvero tanto freddo ed io avevo avuto il ciclo mestruale fino al giorno prima, ed i relativi dolori mi avevano stremata. Per tutta la settimana avevo visto Luca solo due volte e gli avevo solo fatto un paio di pompini, con relativo ingoio. Mi sembrava quasi che, ingoiare la sua sborra lenisse un po' i miei dolori, e quel sabato sera avevo tanta voglia di scopare, ma ero molto tesa e insicura per come si sarebbe svolta la serata. Dentro di me volevo godere, però mi sentivo bloccata dal fatto che c’era Carlo; in fondo lo conoscevo da quasi un anno e di chiacchiere ne avevamo fatte tante insieme, però non ero certa di riuscire a lasciami andare. Giunti a destinazione, ci siamo immersi nell’acqua calda e, devo ammettere, che era stupenda. Calda e bianca, non lasciava trasparire nulla di ciò che succedeva appena sotto la superficie. Per prima cosa Carlo disse che, per gustarsi appieno Saturnia, dovevamo immergerci completamente nudi, e si sfilò subito il costume, immediatamente imitato da Luca. Io restai per un breve attimo indecisa, ma Luca mi abbracciò da dietro. Sentivo il suo respiro caldo sul collo, il suo cazzo premere fra le mie natiche e le sue parole mi illanguidirono tutta.



«Lasciati andare, rilassati, e godiamo questa nostra avventura. Per la prima volta, possiamo realizzare una nostra fantasia, io e te, qui, dove nessuno ci vede e in compagnia di un vero amico».



Mi lasciai slacciare il costume e le sue mani presero a scorrere lungo il mio corpo stando dietro di me, e subito ho iniziato a provare una sensazione stupenda. Carlo era ad un passo da me e ci guardava. Essere osservata era una sensazione nuova e molto eccitante. Cercavo di non pensare a quello che stavamo facendo, e assaporavo il piacere che stavo provando, nel sentire le mani del mio uomo su di me, poi la sua voce calda mi fece provare un brivido unico.


 


«Rilassati e godi; pensa che sicuramente lui si sta segando, perché ha capito che io ti sto masturbando; se non lo inviti tu, lui non si avvicinerà, devi chiamarlo tu, e soltanto così lui sarà partecipe con noi.»


Mi sentivo tremare al pensiero di coinvolgerlo, ma poi con un filo di voce l’ho chiamato.



«Carlo avvicinati».



Mentre dicevo questo, Luca, mi aveva infilato due dita nella fica e io già godevo. Sentivo il piacere scorrere lungo tutto il mio corpo e, quando ho sentito la mano di Carlo sul mio seno, ho avuto un brivido così intenso che ho goduto subito. Tremavo e lui mi palpava il seno. Lentamente mi ha preso una mano e l’ha portata sul suo cazzo. In quel momento mi son lasciata andare, ho deciso dentro di me che quella sera, sarei stata una troia senza ritegno. Ho avuto un fremito tremendo quando ho stretto le mie dita su quel palo di carne dura e pulsante, che era simile, in lunghezza, a quello di Luca, ma solo un po’ più grosso. Ho cominciato a segarlo e mi eccitava tanto questa nuova sensazione. Luca mi masturbava con vigore e io stavo quasi per godere di nuovo, quando ho sentito la mano di Carlo, che si univa a quella di Luca, nel toccarmi la fica. Luca ha fatto posto alle dita di Carlo, che si sono unite alle sue. Mi sono ritrovata a essere masturbata in maniera stupenda. Luca mi spingeva dentro le dita, e Carlo mi torturava il clito. Ho goduto e son venuta tremando tutta di piacere.
Ero come impazzita. Li masturbavo con forza e loro mi succhiavano i seni. Mi infilavano le dita dentro, facendomi godere, poi mi sono girata e ho detto a Luca di scoparmi.



«Dai, ti voglio! Scopami! Adesso... lo voglio!»


Lui mi ha preso da dietro. Ho sentito il suo cazzo entrare tutto dentro, con una sola spinta decisa e raggiungere il fondo, sbattendo contro l’utero. Mi ha sempre fatto impazzire il suo cazzo. Lungo quel tanto che basta per solleticarti il collo dell’utero, senza farti male, ma, strusciando sul fondo, mi ha sempre portato a un livello di piacere unico. Appena lui mi ha afferrato per i fianchi ed ha cominciato a pomparmi velocemente, io ho avuto un orgasmo tremendo. Era fantastico esser scopata da lui, mentre segavo Carlo con entrambe le mani e lui mi masturbava la fica da davanti, torturando il clitoride, e la cosa mi faceva urlare di piacere. Luca mi teneva sollevata e, grazie al fatto che eravamo in acqua, non faceva nessuno sforzo, e questo lo agevolava e gli permetteva di scoparmi molto a fondo e con rinnovata vigoria... poi, ... mi ha spinto verso Carlo.



«Abbassati e prendigli il cazzo in bocca, come nelle nostre fantasie».


Carlo ha sentito quello che dovevo fare e si è sollevato, facendo emergere il suo cazzo duro e teso che, senza tentennamenti, ho subito ingoiato fino in gola. Era una bella esperienza e non avevo fastidio ad ingoiarlo; era solo un po’ più grosso in circonferenza rispetto al solito, ma riuscivo a succhiarlo bene e poi mi sono divertita a fare un gioco, che ha sempre fatto impazzire Luca. Mettere il cazzo di lato, avvolgere la lingua lungo l’asta e chiudere il tutto con il labbro superiore. Avvolgerlo e scorrere la testa su e giù. Questo movimento ha procurato subito tanto piacere anche a lui.


«Accidenti, come lo succhia! Avevi ragione, sai, è fantastica! Che bocchinara stupenda! Mai sentito una cosa così bella: cazzo che meravigliosa succhiacazzi!»


Fra me e Luca, nel nostro modo di scopare, il turpiloquio è sempre stato un qualche cosa in più, che mi ha sempre eccitato e, sentirmi dare della bocchinara da Carlo, ha aumentato ancor più il mio piacere. Mi ha preso il viso fra le mani e ha preso a scoparmi in bocca. Mi spingeva il cazzo fin dentro la gola ed io raggiungevo un orgasmo dopo l’altro. Era stupendo esser posseduta contemporaneamente, sia in gola che in fica, poi mi son resa conto che Luca non avrebbe resistito ancora molto e l’ho esortato a venirmi in bocca. Lui è uscito da dietro e si è sollevato, portando il suo cazzo alle mie labbra, mentre Carlo si è abbassato e mi ha messo due dita in fica e uno nel culo. Ho goduto nello stesso momento in cui Luca mi riempiva la bocca di sborra, urlando il suo piacere. Ho serrato le labbra ed ho ingoiato tutta la sua sborra. L’ho munto e spremuto fino all’ultima goccia e, alla fine, quando lui si è abbassato, ho portato una mano dietro la sua nuca e l’ho attirato a me per baciarlo. Carlo si è goduta tutta la scena dell’ingoio e si è meravigliato per la porcaggine mostrata.



«Accidenti che troia! Tutto questo è meraviglioso! Ti ha fatto un ingoio incredibile e poi ti ha fatto assaggiare il tuo stesso sapore! Fantastica! Come non ammirare ed amare una troia del genere?»


Ho baciato Luca con molta passione e libidine. La sua lingua ha giocato con la mia. Ho ripreso a succhiare Carlo. Luca, che era rimasto con il cazzo bello duro, nonostante la sborrata, si è posizionato dietro di me e, per non rischiare una gravidanza, lentamente mi ha infilato il palo in culo. Sentirlo di nuovo dentro, ha intensificato ulteriormente il mio piacere, mentre Carlo mi masturbava la fica, infilandoci le dita. Mi sentivo piena sia davanti che dietro. Mi ha scopato il culo per un bel po’ di tempo, mentre succhiavo Carlo. Mi hanno fatto godere a ripetizione e, in cambio, ho scatenato la mia lingua sul cazzo che stavo succhiando, portandolo all’orgasmo. Quando ho sentito che era al limite, mi sono sfilata il cazzo dalla bocca e mi sono sollevata un poco per ricevere i suoi getti di sborra sul viso, sul collo e sul seno. Lui si segava come impazzito ed alla fine mi ha inondato di sborra. Al momento non ho voluto ingoiare la sua linfa. Ho deciso che l’ingoio era un privilegio riservato solo a Luca, ma che, in ogni caso, farmi sborrare addosso, avrebbe di certo soddisfatto la mia libidine, ma anche il suo piacere. Sentire quelle frustate calde sul mio corpo nudo e bagnato, raffreddato da un vento gelido, mi ha fatto avere un ennesimo orgasmo. Ho spremuto anche il cazzo di Carlo e, solo alla fine, ho aperto la bocca e, con la lingua, ho leccato le ultime gocce e, quando lui si è abbassato, l’ho attirato a me e l’ho baciato in bocca. Pur con un certo stupore, anche lui ha risposto al mio bacio, assaporando un po' la sua crema che, per vero, era appena un po’ più saporita di quella di Luca. Mentre Carlo mi sborrava in faccia, anche Luca mi ha schizzato in culo. Sentirmi piena dietro e sul viso mi ha fatto godere di nuovo. Luca si è sfilato e si è messo di lato ed io ho baciato di nuovo anche lui.



«Fantastica! Meravigliosa! Amico mio, la tua donna è una "troia" meravigliosa. Sei davvero fortunato ad aver incontrato una donna stupenda come lei, spero un giorno di trovarne una così, anche io. Baciare il proprio uomo dopo che le hai goduto in bocca, non l’ho visto fare da nessuna, qui a Saturnia. Al massimo ti fanno sborrare dentro o ti segano, ma quello che ha fatto lei, è veramente unico».


Ero sfinita ma contenta. L’emozione di aver vissuto una simile esperienza mi ha fatto scoppiare in lacrime di gioia, che ha stupito entrami che mi guardavano preoccupati. Luca mi ha stretto forte a sé e mi ha rassicurato.



«Tranquilla, piccola! Va tutto bene, sei stata meravigliosa; va tutto bene e proprio per questo ti amo ancora di più, se possibile».


Ho smesso di piangere e li ho abbracciati entrambi.


«Grazie, siete stati stupendi. Ho provato delle emozioni fortissime. Vi adoro e vi ringrazio. Vi voglio bene entrambi, e per te, amor mio, è riservato tutto di me».


Siamo rimasti ancora un poco immersi nell’acqua e ho scoperto che Luca e Carlo, si erano accordati sul fatto che ero io a dover decidere se lasciarmi andare o meno; lui non avrebbe in ogni caso fatto nulla, se non fossi stata io ad invitarlo. Dopo quella sera, abbiamo ripreso la nostra vita di sempre, ma, quando scopavamo, io e Luca ripensavamo a quello che era successo a Saturnia ed i nostri orgasmi non si contavano più. Godevamo tantissimo. Non mi sentivo troia, ma ero soddisfatta di me, per esser riuscita a superare l'impasse dell'educazione bigotta ricevuta e questo era per me motivo di vero orgoglio.
Nei mesi successivi, abbiamo rincontrato Carlo, ma senza fare sesso; anzi lui si comportava come se nulla fosse successo, e questo era per me una dimostrazione di vera stima, sia nei miei confronti che in quelli di Luca. Fra loro parlavano spesso dell’accaduto e, quando Luca mi raccontava quello che si dicevano, emergeva sempre il fatto che per Carlo, io ero una femmina meravigliosa e non una troia, bensì una donna che solo quando decideva di essere troia, era insuperabile. Ovvio che quel sentimento mi inorgogliva.

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