Con il passare dei mesi, mi son sempre più reso conto che Valentina ha l'indole della troia. Lo avrei dovuto capire fin da subito, ma ho piacere di averlo scoperto adesso, perché ne godo tantissimo. Con l’arrivo di Francesco nella nostra vita e, soprattutto, fra le cosce di Valentina, anche per me la vita, in special modo quella sessuale, è cambiata. Da quando mi permettono di leccare e ripulire sia i suoi buchi, pieni di sborra, o succhiare il cazzo di lui, ho avvertito dentro di me l'aspirazione ad alimentare la mia voglia di esser gay. Sì, da tempo ho cominciato a succhiare altri cazzi e farmelo sbattere in culo. La prima volta che ho realizzato questo desiderio capitò in riva al lago, che dista poco dalla città dove vivo. Ero lì che stavo controllando dei documenti avuti poco prima dal titolare di una azienda e, nel tornare, mi ero fermato a guardare il tramonto, bellissimo. Ero rilassato, quando di fianco alla mia vettura si accostò un grosso SUV. Il tizio all'interno ebbe a farmi una semplice domanda:



«Che stai cercando?»



Io l’ho guardato senza capire, lui ha sorriso e mi ha invitato a salire con lui. Si è spostato un poco, in una zona più tranquilla, e mi ha spiegato che in quel posto è facile trovare coppie o gay, che cercano sesso. Lui ci viene spesso e quasi sempre rimedia una scopata o qualche pompa. Nel parlare ha estratto un bel cazzo duro, che mi ha invitato a segare. Ero ipnotizzato dal quel bel palo e senza stare a pensarci, su l’ho preso in mano e mi sono messo a segarlo lentamente. Lui ha subito gradito e mi ha messo una mano dietro alla nuca, spingendomi in giù a succhiarlo, cosa che ho fatto facendolo gemere.



«Huuhmmm…sì, come succhi bene! Sì, dai, che vengo!»


 


Gli ho detto di non venirmi in bocca, così, quando dopo averlo succhiato parecchio, egli ha sborrato, mi son tolto e lui si è pulito con dei fazzolettini. Ci siamo scambiati il numero di telefono e l’indomani l’ho chiamato; mi ha invitato a casa sua e lì, per la prima volta, l’ho preso in culo. All’inizio è stato un po’ doloroso, ma poi mi sono rilassato e, alla fine, ero io ad incitarlo a sfondarmi il culo, da quanto mi piaceva.
Lui continuava a pomparmi con sempre maggior impeto, mentre insisteva a insultarmi.



«Ti piace troia? Ti sfondo il culo! Vacca!»



Dopo di lui, ne ho avuti altri cinque, non insieme, ma, nel tempo, ho imparato a godere nel farmi sfondare il culo o riempire la bocca di sborra.
Il massimo è stato circa tre mesi fa quando ero impegnato con due clienti che venivano da un’altra città, ma che hanno interessi notevoli che noi curiamo presso lo studio. Luca e Andrea sono due bei maschi. Alti, forti, simpatici e allegri hanno le mogli molto belle, che noi conosciamo e non mi sarei aspettato mi facessero un certo discorso, a cena, dopo una lunga giornata di lavoro.



«Sai, a noi piace molto divertirci, specie quando siamo fuori città, come in questo momento.»



Ho pensato che si riferissero alle donne, invece i loro discorsi sono scivolati sul sesso fra uomini.



«Si, a noi piace anche un bel culo, diciamo... come il tuo e, se ti va, ci piacerebbe giocare con te».



Dopo un momento di puro imbarazzo e un po’ di incertezza, ho accettato di salire in camera loro, ci siamo spogliati e subito loro si sono proiettati su di me facendomi eccitare tantissimo. Mi hanno scopato e fatto succhiare tanto di quel cazzo che, alla fine, ero esausto. Mentre Andrea mi scopava, Luca faceva delle riprese e poi mi ha infilato il cazzo in gola.


 


«Dai succhia, troia! Sì, sei zoccola sfondata! Questa sera ti apriremo questo culo da frocio che hai! Senti come te lo infilo in gola, succhia che sborro!»



Fu una bellissima esperienza, che spero di ripetere presto. Quanto a Valentina, quando l’ho conosciuta, aveva 29 anni. Veniva da due storie finite e, al momento, non ho chiesto gran che sul perché. Poi, col tempo, quando abbiamo incominciato a scopare, le ho chiesto del suo passato e qui lascio a lei il racconto.


Valentina



Mi chiamo Valentina, ho 50 anni e posso dire che, oggi, sono una zoccola felice. La mia vita sessuale prematrimoniale è cominciata quando, a 22 anni, sono stata assunta nello studio di commercialista di un amico di mio zio. Augusto, il titolare, era un maschio stupendo. Alto, completamente calvo, spalle larghe e mani forti, occhi scuri profondi che, ad ogni sguardo, ti mettevano a nudo anche l’anima. Credo di essermene innamorata subito, anche se lui era sposato con una splendida signora. Dopo un mese che lavoravo per lui è successo un casino con un conteggio sbagliato. Per fortuna lui se n'è accorto in tempo e, dopo una sonora lavata di capo, mi ha detto che ne avremmo riparlato la sera. Quando alle sei del pomeriggio lui ha chiuso lo studio, mi ha detto di seguirlo nel suo ufficio. Voltato di spalle a me, ha preso un foglio dalla scrivania e poi si è girato. In una mano aveva il foglio e nell’altra il cazzo. Uno splendido cazzo! Specie per me, che fino ad allora avevo avuto a che fare con solo un paio, per altro di poco conto, vedere quel meraviglioso palo, mi ha fatto tremare le gambe.



«Scegli: o la lettera di licenziamento o me lo succhi».



Mi sono avvicinata e l’ho preso in mano.


Prima di inginocchiarmi davanti a lui, gli ho detto che non avevo molta esperienza, in quanto, essendo figlia di un Carabiniere, i maschi si erano tenuti a debita distanza, quindi avrebbe dovuto insegnarmi tutto.



«Accidenti! Sei vergine! Sì, che goduria!»



Dopo un momento di incertezza, ho imparato a fare dei bocchini stupendi; mi lasciava succhiare il cazzo fin quando non mi riempiva la gola di sborra, che ingoiavo con estremo piacere. Sapendo che ero vergine, mi ha invitato ad andare da una nostra cliente ginecologa, che mi ha prescritto la pillola e, mentre aspettavamo che facesse il suo effetto mi ha fatto il culo. Quell'esperienza, all'inizio, è stata un po’ dura. Lui ha avuto molta pazienza, ma alla fine il mio culo lo riceveva con estrema facilità e, devo ammettere che mi piaceva da matti farmi sborrare dentro. Sentire i suoi getti caldi che mi inondavano l'intestino, mi faceva venire. Poi è stata la volta della fica. Mi ha deflorato con estrema delicatezza e, solo dopo, mi ha pompato come un toro scatenato.
Ho goduto come la più consumata delle puttane. Per tre anni sono stata la sua fedele troia sempre disponibile, anche quando mi ha condiviso con un suo carissimo amico: Piero. Era il direttore di una agenzia statale che, dopo avermi scopato insieme a lui, mi ha desiderato così tanto che mi ha fatto fare il concorso per entrare nella sua stessa agenzia. Ovviamente sono stata assunta, ma, dopo appena un mese, lui ha avuto un infarto e io sono stata spedita in una filiale molto lontano da casa. Senza la mia quotidiana razione di cazzo mi sentivo vuota, dentro.
Dopo un mese mi sono fatta rimorchiare da uno sconosciuto, che mi ha scopato sul sedile di una vettura come una puttana da strada, ma dentro di me era cambiato qualcosa, avevo voglia di avere una famiglia. Quando ho conosciuto Matteo ho pensato che si poteva realizzare il mio desiderio.
Lui era molto dolce e affettuoso, ma, a letto, una vera frana. Mi scopava molto, ma, quando lui era venuto tre volte, io, a mala pena, una.
Per otto mesi siamo stati insieme, poi mi hanno ritrasferito vicino casa e la nostra storia, mai decollata, è finita. Al matrimonio di una collega, tre mesi dopo, ho conosciuto Tommaso. Mi è piaciuto subito e, dopo appena una settimana, eravamo a letto insieme. Non è un super dotato, ma ci sa fare e, cosa non meno importante, è capace di durare il tempo per farmi raggiungere almeno un orgasmo.
Credo di avergli detto prima vengo, che ti amo, ma l’ho sposato l’anno dopo e subito sono rimasta incinta, mettendo al mondo un bel maschietto.


Per diversi anni, la mia vita è scorsa su binari tranquillissimi: moglie fedele con lui che mi ha sempre fatto sentire benissimo. Nel frattempo, lui, insieme a Francesco, hanno rilevato lo studio dove lavoravano, iniziando una collaborazione societaria che ha dato splendidi frutti. Francesco è sempre stato un bell’uomo, ma sua moglie non sono mai riuscita a capirla. Seria, molto silenziosa, non si è mia aperta alla nostra amicizia, specie quando poi ci siamo iscritti alla scuola di ballo, lei non si è mai lasciata andare con noi. Poco dopo i miei 45 anni, è avvenuto un cambiamento nella mia vita. Era estate, eravamo in vacanza al mare, dove avevamo preso un appartamento. Tommaso e mio figlio erano andati a pescare: Quando sono uscita per andare al mare, mi sono ritrovata nel mercatino settimanale che facevano lungo la strada. Ero vestita con un semplice costume a due pezzi, coperta da un trasparentissimo pareo. Mi sono messa a curiosare fra i banchi, alla ricerca di un nuovo costume. In fondo alla via c’era una bancarella che li vendeva. Il titolare era un tizio anziano, con barba incolta e pancetta, aiutato da un giovane ragazzo sulla ventina. Alla mia richiesta di vedere o provare dei costumi, lui mi ha invitato nel retro del furgone, dove era allestita una cabina di prova. Appena dentro, il giovane mi ha teso uno dei due costumi che volevo provare e, quando ha acceso la luce, io avevo la mutandina abbassata, mentre lui era già con il pacco bello gonfio. Mi son sentita bagnare tutta e mi sono inginocchiata davanti a lui che, con un semplice gesto, ha abbassato sia i bermuda che indossava, che le mutande, mettendo a nudo uno splendido cazzo, lungo e di buona circonferenza.
Dopo averlo spompinato un po', mi son messa giù a quattro zampe e lui, da dietro, me lo ha infilato dentro, tutto d’un colpo.



«hhhhaai!! Piano mi spacchi! Ma sì, dai, spingi!»



Lui si è messo a ridere.



«Io ti spacco? Sentirai quando te lo pianta dentro mio padre, allora si che ti spacca! Dai, zoccola, che ti piace».


 


Mi ha pompato per bene e velocemente, fin quando, dopo il mio ennesimo orgasmo, è venuto dento con dei getti bollenti. Una volta venuto, si è sfilato mentre io mi sono distesa sul tappeto, posto sul fondo del furgone a riprendere fiato e lui è uscito. Subito dopo è entrato il vecchio che, con un ghigno divertito, mi ha subito infilato da dietro il suo cazzo. Mi sono girata appena in tempo per vederlo. Cazzo!! Che cazzo. Il doppio di quello del giovane, sia in lunghezza che circonferenza. Me lo ha piantato dentro con una serie di colpi secchi e decisi.



«hhaaii! Sììììì, dai, spingilo tutto dentro!»
«Ti sfondo zoccola!»



Mi sono sentita arrivare quel palo fin dentro lo stomaco, da quanto era lungo. Mi ha pompato per circa una ventina di minuti, facendomi sborrare anche l’anima, poi rapidamente l’ha sfilato dalla mia fica devastata e lo ha piantato direttamente in culo.


«hhaaaiiii…piano! Me lo sfondi!»


«Si troia! Te lo spano questo culo da vacca che ti ritrovi!»



È stato bellissimo. Mi ha limato il buco del culo con una velocità pazzesca, fin quando, dopo che ero venuta per l’ennesima volta, ha sborrato pure lui. Mi ha riversato in culo una quantità industriale di sborra. Non la finiva più di schizzare, al punto tale che io l’ho estratto e lui me lo ha messo in bocca, facendomi bere ancora altri tre schizzi.



«Bevi, troia! Succhia e lecca tutto!»



Dopo questa avventura mi sono sentita diversa, ma non ho realizzato subito che dentro di me si era risvegliata la voglia di esser troia, perché siamo stati distratti dal divorzio di Francesco. Tommaso ed io abbiamo riflettuto molto su questo fatto. Siamo giunti alla conclusione che i due non avevano più nulla da raccontarsi; si erano annoiati a vivere insieme; nel loro rapporto non c’era più nulla di esaltante. Anche se, poi, la verità l’ho scoperta tanto tempo dopo. Per Tommaso questo fatto ha segnato una svolta nel nostro rapporto. Per lui era ora di movimentare la nostra vita sessuale e, quando mi ha chiesto di allargare con lui i nostri orizzonti sessuali, stentavo a crederci. Dentro di me avevo voglia di novità, ma sentirselo dire dal proprio marito che vuole farti scopare da altri maschi, non era proprio nelle mie più remote fantasie. Ci ho messo un poco a realizzare quello che lui voleva e, ben presto, mi son resa conto che mostrare tette e fica mi eccitava tanto e lui mi scopava con rinnovato vigore. Il passo successivo è avvenuto per caso. Una domenica, al mare, lui aveva insistito per andare in una spiaggetta nudista. Vicino a noi si è sistemato un bel ragazzo che ha subito cominciato a segarsi, mentre mi guardava godere, stimolata da Tommaso che mi stava masturbando. Lui lo ha invitato ad avvicinarsi. Ero eccitata già dal gioco e, quando lui mi ha toccato e, poi, su invito di mio marito, mi ha scopato, ho goduto tantissimo, specie quando anche Tommaso mi ha messo il suo cazzo in bocca. Ho ricevuto una doppia sborrata, da lui in bocca e dall’altro, che quando è venuto si è tolto il preservativo e mi ha schizzato in faccia la sua sborra. Una goduria pazzesca! È stato così eccitante che lo abbiamo rifatto alcune volte, anche se, dopo le prime due, Tommaso si limitava a guardare sua moglie montata come una vacca dal toro di turno, che mi sfondava, mentre lui si segava, insultato da noi.



«Cornuto, guarda come la sfondo questa vacca di tua moglie!»



Era eccitante, ma, ben presto, questo gioco ha rivelato i suoi limiti. Sì, il dover sempre cercare un maschio che mi montava, alla fine era snervante e quindi ci siamo messi a cercarne uno fisso. Non è stato facile e, solo per caso, una sera Tommaso è tornato dicendo che, secondo lui, il candidato perfetto era Francesco.



«Ma sei impazzito? È tuo socio, amico».



Secondo lui era perfetto. Divorziato, bello, serio e riservato e, in più, ben dotato. Da tempo mi ero spesso soffermata a guardarlo, specie quando ballava ma, essendo suo socio e amico, non mi era mai passata per la mente l’idea di farlo entrare nel nostro letto. Come ci siamo riusciti ve lo ha raccontato quel cornuto di Tommaso, mentre a me farebbe piacere sapere cosa ne ha pensato Francesco di questa storia.



Francesco



Mi chiamo Francesco, da anni sono socio di Tommaso. Lo scorso anno mi ha stupito allorché ha avanzato la richiesta di essere il bull della moglie e di renderlo cornuto e contento. Non sono nuovo a queste situazioni. Già in passato ero stato il toro di una coppia molto particolare, lui cornuto e sottomesso ai voleri della moglie. Sì, mi scopavo la troia così bene che, quando la figlia è tornata dall’Inghilterra, addestrata da una mistress molto brava, che l’aveva resa una perfetta schiava, me l’ha offerta in moglie. Non l’ho sposata, ma questo non lo sapeva nessuno, e per questo le proibivo di avere amicizie nel gruppo e di avere sempre un atteggiamento serio e distaccato. Per lei non era un sacrificio, in quanto, considerandosi schiava, adorava vedermi giocare con le altre, che riteneva tutte troie indegne. Per diversi anni l’ho tenuta con me, le ho anche fatto partorire una figlia e, per questo, lei mi ha sempre adorato: avevo usato il suo utero per avere una prole, un onore grandissimo per una schiava. Circa dieci anni fa ho conosciuto Luca e Andrea, due industriali che non vivono nella mia città, ma hanno qui dei commerci dove necessitava la mia competenza. Col tempo siamo diventati amici. Ho scoperto che anche loro avevano sottomesso le loro mogli, ma quando hanno visto la mia Irene, si sono resi conto che lei era veramente di un altro livello di sottomissione. Ci abbiamo giocato spesso tutti insieme e, una volta in casa loro, ho conosciuto un signore, uno straniero che è rimasto piacevolmente colpito da come io avevo addestrato la mia schiava. Quando mi ha chiesto se gliela prestavo per un po', io non ho avuto esitazioni.



«Puoi tenerla quanto vuoi».



Così, per tutto il gruppo di amici ho divorziato, senza sapere come stavano in realtà le cose. Avevo già messo gli occhi su di una nuova schiavetta, che già addestro in gran segreto. È la figlia del mio vicino di casa. Una puttanella docile e timida, che lui mi ha affidato affinché la faccia impratichire in studio per diventare commercialista. In realtà, dopo appena la seconda lezione, la troietta stava già in ginocchio, ai miei piedi, a leccarli, sperando che poi avrebbe potuto avere anche il mio cazzo. È vergine e penso che ne farò una schiavetta che mi darà grandi soddisfazioni. In tutto questo stravolgimento di avvenimenti, sono rimasto colpito dalla richiesta di Tommaso di farmi chiavare Valentina. È una bella donna, ma è una zoccola e non va bene per essere sottomessa; è meglio aumentare il suo livello di libidine, mentre invece lui è perfetto per renderlo cornuto e sottomesso. Sono così allettato da questa situazione, che nemmeno io lo speravo. Lo conosco da anni e non mi ero mai soffermato su di lei come donna scopabile, in quanto non volevo creare dissapori nello studio che necessita della sua esperienza in materia di economia e contabilità. Invece a letto è un segaiolo che adesso ho fatto anche diventare frocio e cornuto. Sì, oltre a sfondare la troia mi sono occupato anche di lui. Un giorno, casualmente, l’ho sentito parlare con un tizio e fissare un appuntamento in un luogo che spesso usano i gay. Incuriosito l’ho seguito e quando ho visto che si faceva inculare da un maschio, ho provveduto a invitare i miei amici che, con una scusa anche banale, lo hanno portato in camera loro dove lo hanno scopato e farcito in ogni buco. Hanno anche fatto tanto di video per me che ho potuto notare come il cornuto, dopo essere stato scopato da loro, adesso anela solo di sentire anche lui il mio cazzo nel suo culo, mentre io non sono d’accordo. Il cazzo lo do solo alla troia, altrimenti mi perdo il rispetto del cornuto, che deve sempre sperare. Sono appagato da tutto questo e le calde labbra di Valentina, che mi sta succhiando il cazzo, mi riportano alla realtà. È brava, mi succhia con estremo impegno e poco dopo ho il palo bello diritto e lei ci sale sopra.



«humummm, sì, mi fa impazzire sentirlo fin dentro lo stomaco, sì sfondami».



La scopo, mentre penso che in fondo sono grato al cornuto per aver desiderato una moglie troia e zoccola come lei, in cambio di corna che saranno sempre più lunghe e umilianti. Sì, una vacca così la metterò assieme alla troietta e sarà bello godere di uno spettacolo unico: loro due che mi succhiano e lui che si sega, non ha prezzo!


 

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