Posso offrirle un caffè?
 


Mi trovo, dopo parecchio tempo considerate le chiusure per il lockdown, nel mio bar preferito in centro città. Mi accomodo in uno dei tavolini esterni in attesa che Mauro, il barista, venga a prendere la prenotazione.
Era da tempo che desideravo un caffè espresso così come me li prepara lui, lo agognavo quasi fosse un desiderio di quelli quasi irrealizzabili tanto la vita ci è stata sconvolta dal covid19.
Mentre attendo seduta, intenta ad armeggiare -come il mio solito- con lo smartphone, un signore molto distinto mi si avvicina e, con tono garbato, mi chiede se può sedersi al tavolino (gli altri sono già tutti occupati), in attesa pure lui di poter ordinare qualcosa. 
Normalmente sono una persona diffidente che non accetta volentieri questo tipo di approccio, però questa volta, considerato il modo gentile del mio interlocutore e il fatto che non si possono comunque servire i clienti al banco, accetto volentieri la richiesta.
L'uomo si presenta, dichiara di chiamarsi Alberto (guarda caso come mio marito) e di essere in città per lavoro. E' un ingegnere che si occupa di controllo qualità per una serie di aziende importanti del nord Italia. Mi dice di essere sposato con un figlio teenager e, dall'aspetto, sembra avere poco meno di cinquant'anni (comunque ben portati). Mauro arriva al tavolino anticipando le mie richieste (tanto conosce le mie abitudini) e poi si rivolge al signor Alberto, il quale ordina, pure lui, un caffè espresso con un goccio di latte freddo a parte. 
"Le posso offrire io il caffè?" mi chiede "considerata la sua gentile ospitalità?"
Devo dire che il suo modo garbato e signorile mi ha favorevolmente impressionato, come pure il suo modo gioviale ed aperto, tanto da mettermi fin da subito a mio agio.
La conversazione prosegue e sebbene io non abbia per la verità argomenti interessanti da proporre, Alberto si dimostra essere un uomo eclettico, con una molteplicità di interessi ed è sicuramente molto colto. Ha un vocabolario forbito, non usa mai i termini a caso ed anche sui discorsi più leggeri si dimostra essere comunque attento e interessato a quello che penso.
Questo aspetto, devo dire, mi intriga molto, è una delle caratteristiche che mi hanno fatto innamorare di mio marito, pure lui persona nobile d'animo e di approccio. 
Racconto un po' di me, di mio marito, dei figli e di cosa mi piace nella vita. 
Ovviamente tralascio, considerata l'amicizia troppo superficiale, tutta la parte relativa a quanto sto andando a scoprire della mia sessualità e dei miei desideri più nascosti. Questo non toglie che inizio ad osservare e pensare ad Alberto anche dal punto di vista sessuale: è un bell'uomo, alto poco meno di un metro e ottanta di corporatura normale, non palestrato ma con un fisico piacente. 
Mentre mi parla con la sua cadenza piemontese ed il suo tono basso, mi immagino a come possa essere nell'intimità. I miei pensieri sono ondivaghi, non riesco a decifrarlo bene: me lo immagino focoso ed irruento ma allo stesso tempo gentile e premuroso. Questa dicotomia dentro la mia mente mi innesca ancora di più la curiosità di sapere realmente come sia questo nobile signore. 
Senza essere maleducata, quindi con discrezione e continuando a dare attenzione alla nuova conoscenza, inizio a messaggiare con mio marito: 
"Alberto, sto prendendo un caffè con uno sconosciuto" e al messaggio aggiungo la faccina con l'occhiolino.
Quasi istantaneamente risponde mio marito: "brava la mia mogliettina .. stai attenta a non cadere in tentazione"
Il mio nuovo amico, intento a spiegarmi una delle sue passioni, si ferma un istante e, guardandomi negli occhi, mi dice: "Signora, ma lo sa che non conosco il suo nome? Scusi la mia maleducazione nel non averglielo chiesto"
"Barbara, mi chiamo Barbara
Nello stesso istante mi giunge un altro messaggio: "Amore, ma com'è quest'uomo?"
Ovviamente mio marito inizia ad essere curioso, geloso ma anche interessato: come sapete a lui queste "circostanze fortuite" lo incuriosiscono e lo eccitano molto, ben sapendo quello che la mia "nuova indole", chiamiamola così, va pensando.
"Si chiama Alberto, come te, ed è proprio un bell'uomo, interessante"
Nel mentre scrivo questo messaggio, ovviamente prevedendo cosa il mio lui sta pensando, accenno, involontariamente, un sorrisetto malizioso che non sfugge al mio interlocutore.
"Barbara, sta sicuramente scrivendo qualcosa di interessante, considerata la sua espressione" mi dice accennando uno sguardo provocatorio.
Mi sento presa in castagna, come si sul dire, e percepisco chiaramente il rossore che si fa strada nel mio viso: sono in forte imbarazzo.
Leggo negli occhi di Alberto un'espressione maliziosa, non più interessata a quanto stava raccontando sulle sue passioni, ma indagatrice.
"Non mi consideri maleducato, ma il suo sguardo Barbara mi incuriosisce, leggo nei suoi occhi qualcosa di intrigante."
Rispondo d'istinto: "stavo scrivendo a mio marito di questa nostra conoscenza, che devo ammettere è imprevista". 
"Spero positivamente imprevista" incalza lui.
"Certo che si, lei è un uomo molto galante, d'altri tempi mi verrebbe da dire"
Alberto rimane qualche istante in silenzio, pensieroso, non riesco a comprendere cosa stia pensando. Ad un tratto allunga la mano verso la mia, poggiata sul tavolino, e guardandomi dritto negli occhi dice: "Barbara, forse avrò i modi gentili e garbati di un uomo d'altri tempi, però ti assicuro che conosco assai bene anche questi di tempi". 
Mi sorprende sotto un triplice profilo: si rivolge a me con il tu al posto del lei utilizzato in precedenza; nel porre in evidenza la sua "modernità" mi spoglia con gli occhi; e da ultimo riduce le distanze toccandomi la mano.
Lo sguardo, il tono basso e la sua mano virile che mi accarezza il dorso della mia mi accendono i miei desideri più nascosti.
Sicuramente il mio viso sarà paonazzo, penso tra me e me, quando mi giunge un sms di mio marito: "Amore, siete ancora li? .. non mi racconti nulla?"
"Si caro, stiamo conversando del più e del meno. Anzi, per essere sincera mi sta accarezzando la mano e sento che mi sto eccitando"
Alberto nota la mia difficoltà a messaggiare con una sola mano, essendo l'altra suo ostaggio, ma imperterrito continua ad accarezzarla delicatamente. La cosa non mi dispiace, al contrario. Sento che lungo la coscia sta scorrendo il frutto della mia eccitazione, rallentato dalla fascia delle calze autoreggenti.
Indosso una gonna blu scuro, a pieghe, poco sopra al ginocchio, con calze autoreggenti color nero con una riga che corre posteriormente. Scarpe con il tacco a spillo da dieci centimetri, sempre di colore nero. Porto una canotta di seta chiara semitrarparente sotto ad una giacca, sempre blu. 
Capisco che Alberto sta percependo tutto quanto mi sta passando per la mente. Non serve che parli, il suo sguardo dice tutto. 
"Devo rispondere al messaggio di mio marito, ma non so casa scrivere", dico ritraendo la mano ed abbassando lo sguardo.
"Posso esserti di aiuto se vuoi" risponde lui, "ma devo almeno sapere l'oggetto del discorso".
Sono molto eccitata e devo trovare il modo per sbloccare la situazione.
"Tu sei l'oggetto della conversazione con mio marito" rispondo sfrontatamente.
"Vuole sapere come sei e se mi piaci, cosa dovrei rispondere secondo te?"
Alberto non si scompone più di tanto e con tono sicuro mi dice: "dì la verità, che ti piaccio e che dentro di te vorresti più di una semplice conversazione".
Il cuore mi sta battendo a mille, sento la figa che si sta ribellando al tanga che sfrega tra le labbra orami inzuppate e il liquido già a metà coscia quasi al limite della gonna.
"la verità?, va bene ora scrivo la verità" dico ad Alberto invitandolo a leggere mentre digito il messaggio.
"Amore, si Alberto mi piace, e sai bene cosa faccio con chi mi piace, Tu cosa mi consigli?"
Alberto legge il messaggio, è lui ora un pochino disorientato dalla mia sfacciataggine.
"scusami Barbara, ma cosa fai con chi ti piace?"
Sto per rispondere quando vibra il cellulare, è mio marito: "mi chiedi un consiglio? ... il centro commerciale e la video chiamata"
Alberto legge, io non rispondo. Mi alzo dal tavolino e lo invito a seguirmi.
A cento metri c'è il centro commerciale che siamo usi frequentare per la spesa. 
Percorro i corridoi e mi dirigo al secondo piano, quello meno frequentato. Alberto mi segue, tre passi indietro.
Giungo ai bagni ed entro in quello dei maschi riservato ai portatori di handicap (sono i più spaziosi).
Mi volto ed invito Alberto a seguirmi. Per fortuna non c'è nessuno e vengo assecondata.
"Non dire nulla e vedrai cosa faccio a chi mi piace".
Sistemo lo smartphone in un gancio presente sulla porta del bagno ed attivo la videochiamata con mio marito.
Appena percepisco che la comunicazione è attiva mi avvicino al mio nuovo amico e con la lingua inizio a leccargli l'orecchio sinistro. E' pietrificato, altro che conosce la "modernità"!
Sento le sue mani che mi cingono i fianchi e poi scivolano giù, fino a toccarmi il culo.
L'uomo si sta sciogliendo, per fortuna.
Mi tocca il culo e poi mi solleva la gonna. Lo blocco e me la sfilo come pure mi tolgo la giacca. Rimango con il tanga (un mini tanga) le calze autoreggenti e la canotta semitrasparente.
Le mie mani non sanno, del pari, rimanere ferme e, mentre la mia lingua cerca la sua, loro cercano il cazzo che sento bello duro dentro i pantaloni.
Apro la zip ed infilo entrambe le mani dentro i pantaloni alla ricerca di quel bel pezzo di carne vogliosa. Appena lo afferro lo espongo, provvedendo nel contempo ad abbassare i pantaloni a quel maschio voglioso.
Mi inginocchio. Scosto il tanga in modo che la mia figa sia bella aperta ed esposta.
Prendo il cazzo di Alberto ed inizio a segarlo; me lo avvicino alla bocca e con la lingua lo inumidisco un pochino. Ora è bello pronto, duro come il marmo. Lo scappello davanti alla mia bocca impaziente di ricevere quel bastone del piacere.
Percepisco chiaramente l'eccitazione di Alberto che a mala pena mantiene l'equilibrio. Lo spigo verso il muro in modo che si appoggi con la schiena.
Il cazzo mi si erge davanti, è di dimensioni normali, non è sicuramente un pene da super dotato, ma è bello, dritto e poi ha un buon gusto. 
Avvicino con le mani il glande scoperto alle labbra ed inizio a leccarlo, me lo prendo in bocca: la lingua circumnaviga quella cappella liscia e gonfia che si contrae ad ogni movimento della mia bocca.
Inizio a succhiarlo, prima delicatamente e poi sempre con più intensità, alla ricerca del precum: adoro sentire il liquido prostatico sgorgarmi dentro e gustarlo in attesa dell'eruzione più importante.
Succhio e sego nel contempo quindi, gustato il precum, comincio a leccare l'asta partendo dalla cappella fino alle palle. Le prendo in bocca una ad una e le succhio, le mordicchio e stimolo in modo che producano più sborra possibile. 
Alberto è in estasi, poggiato al muro con una troia che gli sta spompinando il cazzo.
Percepisco, nel contempo, mio marito che sta ansimando dall'altra parte del video: so bene quanto si eccita a vedermi che sbocchino sconosciuti: io lo faccio per lui in fin dei conti (ma non solo ovviamente).
"Alberto, ora siediti!" e lo invito a poggiarsi sulla tavoletta chiusa del water.
Lui ubbidisce. Mi sistemo davanti a lui, sempre in ginocchio, e gli prendo le gambe per le caviglie, una mano per ogni caviglia, e gliele sollevo facendogli piegare le ginocchia. Mi trovo davanti il cazzo bello duro, ma anche il suo culo in bella mostra.
"Ora ti farò un bel servizietto in modo che poi tu mi regali più sborra possibile, devi impegnarti".
Mi appropinquo con la bocca e inizio a succhiare il cazzo, lo insalivo bene, poi tocca alle palle (che prendo i bocca e succhio con avidità) ed infine scendo avvicinandomi al suo buco del culo. Percepisco la sua eccitazione!
Inizio a leccare anche quel pertugio, prima delicatamente e poi cercando di insinuare la lingua dentro a mò di scopata: mi piace il suo gusto. 
Sento che il suo cazzo ha degli spasmi ma non voglio che arrivi subito, desidero altro.
Mi alzo rivolgendogli le spalle; mi metto a novanta e, aprendo le natiche con le mani, lo invito al banchetto.
Alberto non ha esitazioni, si porge dietro di me, e una volta inumidito il mio buchino, poggia la sua grossa cappella ed inizia a spingere. La figa è in un lago e le mie carni troppo vogliose per fare resistenza.
Un colpetto di reni e il gentiluomo mi è dentro il culo; lo assecondo con i movimenti del bacino e dilatando il mio sfintere ad ogni suo assalto. Adoro essere inculata nei bagni pubblici ed ansimo in modo che gli altri astanti possano sentire quello che sta succedendo lì dentro. 
Nel frattempo con le mani mi masturbo la figa, mi infilo prima tre e poi quattro dita che dall'interno sentono il cazzo, sull'altro canale, sfondare lo sfintere.
Sento una cascata di liquido che mi bagna le gambe e le scarpe ed un colpo di calore che mi pervade tutta.
Ho voglia della sborra e non resisto più.
Mi volto e, inginocchiata, riprendo a spompinare quel cazzo marmoreo: succhio e risucchio, sego e risego, finchè non percepisco quella virga nodosa contrarsi e innondarmi la bocca di sborra, densa e gustosa. Me lo infilo fino alla gola e succhio. Pulisco ogni singola goccia di sperma facendo notare ogni singolo movimento al mio nuovo amico.
Prima di deglutire il tutto mi avvicino al cellulare e, rivolgendomi alla telecamera, mostro a mio marito l'ingoio definitivo. 
Sono spossata! Ma soddisfatta.
Alberto non ha fiato per dire nulla, sono convinta di avergli regalato qualcosa di unico ed indimenticabile.
Ci ricomponiamo ed usciamo dal bagno senza proferire parola, allontanandoci.

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