Con una sola mano mi abbasso gli slip e metto a nudo il mio tesoro. Sento la mano calda di Marco toccare goffamente la mia asta, quasi temesse di farmi male. La sua timidezza mi da piacere, lo guido a fare meglio. Poso le mie dita sulle sue e gl' insegno come mi piace. É un ottimo allievo e impara in un attimo. Il contatto si fa piú sicuro ed anche lui gode moltissimo. Ha finalmente cominciato a rendere reale il suo desiderio di anni. In pochi istanti sono nudo e comincio a spogliarlo con destrezza. Io sono piuttosto peloso, lui molto poco. Il boschetto di peli neri e lisci che gli ornano l'inguine sono gli unici in tutto il corpo eccetto la barba e le ascelle. Il suo bellissimo e bianchissimo cazzo con splendido prepuzio si erge dal ciuffo come una palma. I testicoli anch'essi pallidi pallidi sono come due belle palle da biliardo cui lo scroto non riesce a togliere la loro individualità. Lo palpeggio tra le gambe poi comincio a masturbarlo con gusto, subito ricambiato. Mi piace moltissimo dare piacere con la mano, modulare la pressione delle dita e il su e giú. Lo sento rispondere ai miei stimoli, inoltre mi sembra di dominarlo, di "tenerlo" nel vero senso della parola. Ci abbracciamo, ci baciamo e ci carezziamo. Marco ha imparato in fretta come dare piacere ad un uomo e come riceverlo. Il corpo maschile fa godere coi suoi muscoli forti, con la sua voce roca coi suoi gesti decisi, bruschi eppur dolci, col suo peso e poi con il contatto continuo del cazzo duro dell'altro. Il cazzo duro é una meraviglia della natura. I nostri due cazzi sono le nostre spade nel duello amoroso. Si sfregano e si danno fendenti, colpiscono di punta, sembrano voler penetrare nella pancia.Si sa già in anticipo chi vincerà ma il perdente é felicissimo di sostenere il suo ruolo fin dall'inizio. La mia voglia di possesso aumenta attimo dopo attimo e mi faccio piú daterminato nel perseguire il mio obiettivo, incularlo, la tenerezza fa un passo indietro. Marco capisce il gioco e ne trae un piacere immenso. La sua natura passiva non aspetta che di essere penetrata, trafitta, riempita, un po' violata. Mugola e guaisce come una cagna in calore, mi prega: "entrami dentro, aprimi col tuo cazzo caldo". Le sue preghiere mi arrapano ancor piú. Il mio Lui diventa talmente duro che mi fa male, la vena dorsale sembra voler scoppiare. Gli sono sopra e gli afferro i capelli sulla nuca, gli tiro il capo all'indietro e lo costringo ad offrirmi la gola, come un lupo selvaggio. Marco é sempre piú arrendevole, sa cosa gli toccherà e ne é folle di piacere. Le sue gambe si aprono e io ci sono in mezzo e sopra di lui. Sento prepotente la voglia di entrare dentro di lui, la ragione pare non conti piú niente, sono guidato da stimoli che vengono dal mio basso ventre, i miei centri decisionali si sono trasferiti nel mio glande che fruga il mio compagno in ogni recesso, come un cane da caccia quando cerca la pista col naso. La mia cappella si avvicina sempre piú al suo buco del piacere fino a che, felice, vi si appoggia. Lo esplora ed io per aiutarla vi sputo sopra previdente. Lei mi ringrazia e continua a stare sulla soglia per gustarsi lo sfintere anale palpitante di voglia. Marco é fuori di sè per l'eccitazione, mi provoca la cappella con le continue contrazioni e dilatazioni. Certo non é la prima volta che il suo culo viene penetrato, magari anche solo un cazzo finto lo deve aver preso perché ci sa fare. La mia punta comincia a spingere delicatamente durante una delle sue dilatazioni ed ormai é circondata da carne calda e bagnata. Non sono ancora dentro, non ho sentito il cedimento delle resistenze del suo fascio di muscoli sfinterici, sono sulla soglia ma non ho intenzione di chiedere permesso. Sono attimi celestiali per lui e per me. Poi, di colpo, Marco urla di piacere, più nessuna resistenza, il suo culetto ha deciso di cedermi e sono tutto dentro di lui. Inizio la cavalcata selvaggia. I miei colpi d'ariete lo scuotono tutto e gli troncano pure le parole sulle labbra:
-Da.. ai fo... ottimi, so... ono pie... eno di te... e.
Sono su di lui con tutto il mio peso, si abbandona a me, è completamente mio. Lo penetro col cazzo e con la lingua, mi sforzo di entrargi dentro sempre più a fondo ma le mie palle e la mia pancia non mi permettono di andare oltre per cui cerco di sfondarlo con la lingua ma non mi basta. Gli metto due dita in bocca, poi tre, poi tutte cinque e lo costringo ad aprirsi all'inverosimile. Sbava e la saliva gli cola dalle guance sul collo. Il mio cazzo è avvolto, inghiottito dalle sue mucose intestinali. Marco è tutto dilatato, arrendevole, pieno di me. Il contatto dei nostri corpi è totale, un contatto caldo e morbido. Sento ogni suo muscolo arrendersi a me e questo mi fa godere da pazzi, mi da un senso di onnipotenza, mi fa sentire il padrone di un altro uomo che in questi attimi si riduce ad un corpo senza volontà. Lo inculo per il mio piacere, ho voglia di sfondarlo e non me ne frega niente di cosa vuole lui. Torno selvaggio a quando i miei antenati erano scimmie.Il mio cazzo ha sostituito il cervello, l'educazione, la civiltà.
Eppure Marco gode, gode proprio del mio egoismo, della mia prepotenza, della mia violenza. È un passivo e gode ad essere strumento di piacere. Più lo inculo, più lo violento e più gode. Gli faccio anche male ma mi vuole così. Mi carezza la schiena, vuole sentire i miei muscoli indurirsi ad ogni colpo di reni. Suo sommo piacere è palparmi le natiche, sentirle di ferro durante l'affondo, percepire il toro che sono diventato in pochi minuti. Il suo cazzo si ammoscia quasi ad inchinarsi al suo padrone ma non per questo il suo piacere diminuisce, anzi. Le sue palline vellutate mi massaggiano l'inguine ad ogni colpo. Marco mi dice cose dolci, mi chiama "amore, tesoro, ti voglio, sono tuo". Io lo insulto, lo chiamo "porco, checca schifosa, ti spacco bastardo". Stiamo arrivando all'apice del piacere, entrambi. Lo sento sotto di me come scosso da un tremito e una sensazione di bagnato caldo e vischioso si impadronisce del mio pube peloso. Marco è venuto, il suo sperma bollente è fluito dal suo cazzetto. Non è stato uno schizzo potente ma piuttosto una perdita copiosa, quasi un'incontinenza. Quel bagnato è il mio trionfo, il mio piacere non è più contenibile. Sento arrivare l'orgasmo e non potendolo procrastinare lo assecondo, lo accompagno e lo rendo più intenso. Il mio schizzo dentro di lui è potentissimo, interminabile. Sento fluire lo sperma nella mia uretra con una specie di prurito piacevolissimo, lunghissimo. Il mio corpo tutto pare non poter reggere le contrazioni, pare volersi spaccare in tanti pezzi come una statua di ceramica che cade sul pavimento. Poi un attimo di rilassamento che serve a preparare il nuovo spasmo con ulteriore getto di sborra nel retto di Marco. E così ancora per diverse volte fino allo spossamento totale. Mentre il mio cazzo si ammoscia e sguscia fuori dal suo culetto sento il mio sperma colare e impiastricciare i nostri sessi e il lenzuolo. La tenerezza verso il mio compagno di piacere ritorna e lo carezzo dolcemente. Le nostre labbra si cercano e si congiungono in un bacio dolcissimo e ci abbandoniamo l'uno all'altro felici.
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Aggiunto: 6 anni fa
Utente:
«Come vorrei perdere verginità»