Siamo appena rientrati al nostro bungalow dopo una incredibile giornata passata sulla spiaggia insieme a Lisa e Peter, una coppia di maturi canadesi che sono riusciti a coinvolgerci nei loro giochi sino al punto di fare sesso assieme a loro.
Soprattutto mia moglie Patrizia, sempre piuttosto timida e bacchettona, si è fatta trascinare al punto di abbandonare ogni remora e lasciarsi andare del tutto.
Ha acconsentito a fare l’amore con me di fronte a loro ed addirittura ha masturbato l’uomo fino a farsi eiaculare addosso.
Neppure nelle mie fantasie più spinte avevo mai immaginato una cosa simile.
Mentre Patrizia è sotto la doccia mi arriva un messaggio da Michele, il ragazzo poco più che ventenne con i quale ho fatto l’amore da solo prima e con mia moglie poi.
Scrive che gli manchiamo e che ha voglia di vederci, propone di cenare insieme.
Non ne ho voglia, ma sapendo che Patrizia ha sentimenti materni nei sui confronti chiedo anche il suo parere.
Neppure lei è dell’idea di uscire con il ragazzo, dopo la giornata emotivamente impegnativa preferirebbe stare da sola con me.
Lui non accetta il garbato rifiuto ed insiste, per qualche volta gli rispondo in modo educato, alla fine però lo mando a quel paese.
Pochi minuti dopo ricevo un messaggio che mi paralizza: due foto esplicite che mi riguardano, in una mi si vede benissimo mentre prendo in bocca il pene di Michele, nell’altra sono a quattro zampe mentre il ragazzo mi sta sodomizzando.
Riconosco la camera da letto della barca dove ho passato un’intera giornata a fare sesso con lui, l’inquadratura è la stessa, sono state prese dalla porta della stanza, evidentemente da una terza persona, di sicuro Josè il marinaio.
In poche righe di accompagnamento la minaccia di rivelare tutto a mia moglie se non acconsento ad un nuovo incontro di sesso tra noi tre.
Inebetito non riesco a togliere lo sguardo dallo schermo, mi sembra impossibile che sia io quello nelle foto, rabbrividisco mentre osservo la mia espressione carica di libidine e godimento mentre faccio sesso con un uomo.
Non so che fare, penso a tutte le soluzioni possibili, compresa quella di andare da lui ed in un modo o nell’altro sottrargli il cellulare.
A cena praticamente non parlo e non tocco cibo, Patrizia capisce al volo che qualcosa mi turba e me lo chiede più volte senza avere risposta alcuna.
Più tardi sono sdraiato sul letto a guardare il soffitto, Patrizia è accanto a me, la testa appoggiata sul mio petto, mi accarezza piano i capezzoli e ci resta male quando vede che non ho un’erezione.
Si mette d’impegno con le mani e con la bocca ma non c’è nulla da fare.
Alla fine ci rinuncia, sta zitta per un po’ ma poi mi chiede spiegazioni.
All’inizio accampo la scusa della stanchezza, lei però dopo trent’anni di matrimonio mi conosce troppo bene e non la beve.
Insiste sino a che non resisto e comincio a raccontarle tutto dall’inizio: l’eccitazione per il massaggio che le ha fatto Michele, la sua mano che mi ha portato all’orgasmo, l’incontro in camera del ragazzo mentre lei assisteva allo spettacolo, fino al nostro incontro sulla barca dove abbiamo fatto sesso a lungo.
Le racconto tutto d’un fiato, senza omettere alcun dettaglio, quando finisco non oso guardarla in faccia.
Lei è incredula, pensa che stia scherzando, per convincerla le passo il telefono mostrandole le foto con Michele.
Mi guarda stralunata, gli occhi sbarrati, vorrebbe dire qualcosa ma la voce non le arriva, è pietrificata.
Si alza e si chiude in bagno.
Non so proprio cosa fare, credo di averla combinata grossa.
Resta chiusa dentro per almeno mezz’ora, quando esce si siede sul letto voltandomi le spalle.
La sua voce è un sussurro tremolante, mi chiede innanzitutto se sono sempre stato gay.
Le dico la verità, cioè che prima del massaggio di Michele mai e poi mai mi sarei sognato di andare a letto con un uomo.
Dopo qualche minuto di silenzio mi chiede se è la prima volta che l’ho tradita, uomo o donna che fosse.
Anche in questo caso non mento dicendole che le sono sempre stato fedele.
Si volta verso di me e mi chiede se mi è piaciuto fare sesso con un ragazzo più di quanto non mi piaccia farlo con una donna.
Ammetto che con Michele è stato bellissimo, anzi sublime e che non posso confrontare il sesso con un uomo con quello fatto con una donna.
Le confesso però che da alcuni anni il sesso con lei non è stato dei migliori, troppo ripetitivo e scontato, e che quanto è successo in questa vacanza mi è molto piaciuto e che spero sia una svolta nella nostra vita di coppia.
Altra pausa, poi mi domanda cosa ho provato nel prenderlo dietro, se mi ha fatto molto male.
Ripenso a quanto mi ha raccontato, cioè che con Aldo, il suo amante di una notte, ci ha provato ma ha desistito perchè le faceva troppo male, mi viene anche in mente la sua espressione maliziosa quando l’altro giorno ha acquistato un lubrificante.
Replico che Michele si è dimostrato esperto e paziente stimolandomi a lungo con lingua e dita, preparandomi alla penetrazione.
Le confesso di aver provato dolore e bruciore per un brevissimo periodo ma soprattutto che la solo idea di essere posseduto mi ha eccitato al punto di farmi perdere la testa e non sentire più nulla se non un immenso piacere.
Rivivere quell’esperienza e soprattutto condividerla con mia moglie pian piano trasforma il mio grave imbarazzo in eccitazione.
Lei si accorge della mia erezione e con un moto di stizza mi fa notare che poco prima non mi si è rizzato mentre lei me lo prendeva in bocca ed ora è duro solo al pensiero del sesso fatto con un uomo.
Le confesso che l’eccitazione è dovuta più che altro dal raccontarle queste cose e allora me lo prende in mano, massaggiandolo lentamente.
Senza smettere di masturbarmi e fissandomi negli occhi mi chiede se mi piacerebbe rifarlo.
Senza esitare le rispondo che lo farei anche immediatamente, purchè lei sia consenziente e meglio ancora, presente.
Sembra riflettere per alcuni istanti, poi mi passa il telefono e mi sussurra “Chiamalo!”
Fingo di non capire, così lei mi dice di telefonare a Michele e invitarlo in camera nostra.
La guardo negli occhi per capire se mi stia prendendo in giro, ma è dannatamente seria.
Vuole essere sicura che non le stia raccontando fandonie, vuole mettermi alla prova per capire quanto di ciò che le ho detto corrisponda al vero.
Noto però anche una strana espressione nei suoi occhi, la incalzo sino a che mi confessa di essere curiosa di vedere due uomini fare sesso e che la cosa la eccita parecchio.
Non mi fido della mia voce, preferisco mandare un messaggio al ragazzo chiedendogli di venire immediatamente al nostro bungalow.
Due minuti dopo ci raggiunge, è esitante e circospetto.
Resta bloccato sulla porta quando ci vede, io sono completamente nudo ed in erezione, Patrizia è al mio fianco ed indossa unicamente una T-shirt oversize.
Mia moglie lo incoraggia ad avvicinarsi al letto, si alza e gli accarezza il viso.
Lo fa sedere accanto a me.
Lui è imbarazzato, non capisce cosa stia succedendo, il suo sguardo perplesso rimbalza tra me e mia moglie.
Patrizia gli dice che è al corrente di quanto è capitato tra noi e che non ne è affatto contrariata, dopo di che si alza e abbandona la camera lasciandoci soli.
Gli dico che va tutto bene e lo invito a spogliarsi, lui è restio, non ha ancora inquadrato la situazione e non sembra fidarsi.
Mi alzo dal letto per poi inginocchiarmi davanti a lui, gli abbasso i calzoncini, a causa della tensione è completamente flaccido.
Lo fisso negli occhi mentre lo prendo in bocca suggendolo piano.
Sento che lentamente si ingrossa, fino a raggiungere la piena erezione.
Sembra essersi rilassato, lo spoglio completamente.
Ancora una volta la sua bellezza mi fa trattenere il fiato, è abbronzato, il sole ha ulteriormente schiarito i suoi capelli biondi, il suo pene svetta rigido come un picchetto.
Lo impugno e me lo passo sul viso, accarezzo le mie guance con il suo glande, so che mia moglie mi sta osservando dalla soglia della camera e la cosa mi rende ancora più voglioso.
Resto ad ammirarlo per qualche secondo, poi lo butto letterarlmente sul letto e lo prendo di nuovo in bocca mentre gli accarezzo piano i testicoli gonfi.
Finalmente reagisce, la sua mano scorre lungo la mia schiena, sempre più giù fino a sfiorami le natiche, il suo dito scorre lungo il solco fino ad arrivare al mio buchetto.
È molto eccitato ed impaziente, tenta subito di penetrarmi, ma sono ancora serrato e il suo dito non riesce ad entrare.
All’improvviso sento che si contrae, la sua mano mi stringe forte una natica, sento le sue unghie sulla carne morbida, è un dolore piacevole.
Il primo schizzo mi sorprende colpendomi il palato, deglutisco in fretta un sorso dopo l’altro senza smettere di succhiarlo mentre la mia testa va su e giù.
Mi sorprende sempre la quantità di sperma che Michele riesce a produrre.
Dopo giusto un minuto di relax il ragazzo si riprende, mi fa sdraiare a pancia sotto e si inginocchia dietro di me.
Mi accarezza la schiena, sono eccitatissimo, il mio pene è talmente duro da farmi male.
Mi fa mettere un cuscino sotto la pancia per sollevarmi il sedere.
Sento il materasso piegarsi al mio fianco, Patrizia è entrata nella camera.
Saperla così vicina mentre sono così inerme e passivamente offerto al ragazzo mi fa risalire la vergogna, vorrei chiedere a Michele di smetterla, ma non ne ho la forza, il piacere soprattutto cerebrale che sto provando fa passare tutto il resto in secondo piano. 
Giro la testa per osservarla, è concentrata, gli occhi fissi sulle mani di Michele su di me.
Il ragazzo intanto continua ad accarezzarmi tra le natiche, passa il suo dito sul mio buchetto, lo massaggia con lenti movimenti circolari, esercita una pressione sempre più decisa.
Desidero il suo dito dentro di me, ma non riesco a dilatarmi, la presenza di Patrizia mi eccita ma mi innervosisce.
Li sento mormorare, non capisco cosa si dicono, un attimo dopo sento aprirsi il tappo di un flacone.
Mia moglie deve aver preso il lubrificante che ha acquistato qualche giorno prima.
Il dito che mi accarezza è unto e scivoloso e non fa fatica ad entrare, lo sento scorrere piano dentro di me.
Resta fermo un istante, poi si muove piano, sembra esitare.
Qualcosa mi sfiora il viso, è il pene di Michele che cerca di farsi strada tra le mie labbra.
Lo accolgo volentieri, poi realizzo che se il ragazzo è al mio fianco il dito che mi sta penetrando non può essere il suo.
L’idea che mia moglie mi stia infilando un dito mi eccita da morire, spingo i miei fianchi verso la sua mano, le chiedo di metterne un altro.
Pochi movimenti dentro fuori e mi sembra di perdere la testa, e di sua iniziativa Patrizia mi infila il terzo, che entra senza sforzo alcuno.
Li sento di nuovo mormorare, Michele si sfila dalla mia bocca, lo sento dietro di me.
Le sue mani forti mi prendono per i fianchi e mi fanno sollevare sino a farmi restare a quattro zampe.
Sento il glande puntare sul mio buco e spingere, offro ancora un po’ di resistenza.
Altre due mani mi allargano le natiche, sono quello di mia moglie che mi sta oscenamente offrendo al ragazzo.
Mi vergogno da morire, ma la voglia di sentirlo dentro di me è troppa, chiedo ad entrambi di fare in fretta.
Michele mi tira verso di sè, di colpo il mio anello cede e mi ritrovo impalato sul suo meraviglioso pene che si fa strada inesorabilmente nelle mie viscere.
Resta per un attimo piantato dentro di me sino alla radice poi inizia a montarmi con vigore.
Il bruciore iniziale lascia immediatamente il posto al piacere assoluto.
Vedo mia moglie al mio fianco, mi osserva attenta, nel suo sguardo curiosità e libidine.
Le prendo la mano e la ringrazio per aver accettato di farmi vivere questa esperienza.
Mi sorride e si avvicina per baciarmi.
Voglio vedere Michele mentre facciamo l’amore, così mi sdraio sulla schiena, lui mette le mie gambe sulle spalle e senza sforzo alcun torna dentro di me.
È giovane e instancabile, va avanti a lungo prima di irrigidirsi nei prodromi dell’orgasmo.
Lo incito a venirmi dentro, presto sento il getto bollente dentro di me, uno, due, dieci schizzi mi riempiono.
Si accascia esausto sopra di me, le sue labbra cercano le mie per un tenero bacio.
Restiamo tutti e tre sdraiati per qualche minuto.
Il ragazzo si riprende presto, di nuovo semi eretto allunga la mano tra le gambe di Patrizia dicendole che ora è il suo turno.
Lei si rifiuta, gli chiede di andarsene.
Lui reclama, ma mia moglie con decisione lo invita a lasciarci soli.
A malincuore si riveste e se ne va.
Patrizia è sdraiata al mio fianco, la testa sul mio petto.
Mi chiede come mi sento.
Le rispondo che sono l’uomo più felice del mondo perchè ho al fianco una donna straordinaria che amo alla follia.
Mi confessa che assistere al mio rapporto con Michele l’ha eccitata moltissimo, che le è bastato sfiorarsi con la mano per avere un orgasmo.
Dopo una breve pausa mi dice maliziosa che alla fine sono l’unico a non essere venuto, si inginocchia tra le mie gambe e me lo prende in mano fissandomi negli occhi.
Mi masturba lentamente, allunga l’altra mano e mi penetra con le dita.
Mi bastano pochi minuti per venire copiosamente.
La mattina seguente ce la prendiamo comoda, il sole è già alto quando ci svegliamo.
Guardo il letto sfatto, le tracce della nottata di sesso e mi sento felice.
È troppo tardi, il ristorante non serve più le colazioni, chiamo per il servizio in camera.
Mi alzo io per accogliere il cameriere con le ordinazioni, seguo il suo sguardo e vedo che è fissato su mia moglie distesa sul letto completamente nuda.
Gli chiedo di appoggiare il vassoio direttamente sul letto mentre fingo di non trovare il portafogli.
Patrizia sembra ignorare di essere completamente esposta allo sguardo del ragazzo che non fa nulla per nascondere il suo apprezzamento per ciò che vede.
Finalmente trovo una banconota per la mancia ed il cameriere se ne va con un sorriso stampato sul volto.
Non nascondo a mia moglie che ho apprezzato questa sua disinvoltura nell’esibirsi e che adoro questo suo lato birichino venuto a galla in questa vacanza.
Passiamo la mezzora successiva a fare i piccioncini in luna di miele, ci imbocchiamo a vicenda, ridiamo, ci coccoliamo.
Come naturale conseguenza rotolo sopra di lei, la penetro dolcemente, facciamo l’amore in modo tenero e senza fretta alcuna.


 

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