Porca miseria, un’altra notte insonne, per fortuna son venuto in vacanza per riposare. D’altra parte le emozioni sono continue e non mi danno un momento di pausa. Non posso non pensare a quanto mi ha raccontato mia moglie Patrizia ma neppure al fatto che domani potrò passare parecchio tempo da solo con Michele. Sono sempre più eccitato dal fatto che mia moglie dopo trent’anni di matrimonio si sia finalmente (e inaspettatamente!) lasciata andare. Si è lasciata corteggiare e palpeggiare da un maturo seduttore di origini francesi, Marcel, sino al punto di  avere quasi un orgasmo sulle poltroncine del teatro del villaggio turistico in mezzo a decine di persone. Ha accettato di farsi sfilare le mutandine ed ha lasciato che lo sguardo dell’uomo indugiasse tra le sue gambe. Ho scoperto di non essere assolutamente geloso, anzi, la cosa mi ha eccitato al punto che vorrei vedere mia moglie fare l’amore con uno sconosciuto. Ma ho anche scoperto che fare sesso con un maschietto non è poi così male, anzi. Sono stato a letto con Michele, un ragazzo che ha meno della metà dei miei anni, bello come il sole, simpatico, intelligente e sensuale da morire. Proprio con lui domani passerò una giornata che sarà di sicuro memorabile e l’attesa di restare da solo con lui mi rende euforico. È stato lui ad organizzare il tutto, quando ci siamo incontrati per cena al suo tavolo c’era una coppia sui quaranta, lei, Beth, bassetta e cicciottella, lui, Simone, con pancetta e davvero pochi capelli. Michele li ha conosciuti al mattino durante una escursione in bicicletta. Sono spassosi, simpatici e socievoli, lei non la smette un attimo di parlare e quando parte con la sua risata folle il seno enorme le ballonzola come se volesse scappare dal vestito. Lega subito con Patrizia, neppure il tempo di finire l’aperitivo e sembrano già amiche per la pelle. Beth ci invita a partecipare ad un’escursione nella capitale, mattinata culturale e pomeriggio di shopping, mia moglie si fa coinvolgere e stranamente accetta di buon grado senza nemmeno chiedere il mio parere. Sa bene che non sopporto le gite organizzate con i pulmini maleodoranti e le guide annoiate. Anche Simone non è dell’idea e si dimostra ben felice che la moglie abbia trovato compagnia cosa che gli consente di starsene tranquillo per una intera giornata. Michele prende la palla al balzo e si offre di portarmi a pesca con lui, mentre lo dice con finta indifferenza il suo piede sale a sfiorarmi la gamba, un gesto che è tutto un programma. La prospettiva di stare un’intera giornata da solo con lui mi ha talmente eccitato che non ricordo nulla del resto della serata. Suona la sveglia, la partenza del pulmino è prevista per un orario assurdo, fuori sta albeggiando, ma la meta è parecchio distante. Partita Patrizia avrei ancora un paio d’ore per starmene a letto, ma sembro un leone in gabbia. Mi faccio una doccia, mi rado, vado al bar per la colazione e ci trovo Simone. Ho il terrore che voglia venire con noi, sarebbe una tragedia, ma per fortuna dice di soffrire il mal di mare e di avere in programma una giornata di ozio totale. Finalmente è l’ora di scendere al porticciolo dove trovo Michele intento a contrattare l’affitto di una barca. Ha già previsto tutto, aiutiamo Josè il marinaio a caricare cibo e bevande ed anche l’attrezzatura da sub. Mi suggerisce di mettermi comodo, ci vorranno circa trenta minuti di navigazione per raggiungere la rada che ha scelto per la nostra gita. Lo guardo stupito ed un po’ deluso, mi immaginavo una giornata intera a letto ed invece pare che lui voglia davvero pescare. Con naturalezza si toglie il costume e si sdraia a prua a prendere il sole completamente nudo. Mi invita a stendersi al suo fianco, ma io sono in totale imbarazzo per la presenza del marinaio. Michele mi dice di non preoccuparmi affatto di lui, che è abituato a vederne di tutti i colori e che una buona mancia gli farà dimenticare qualunque cosa possa aver visto. Lascio scorrere lo sguardo sul corpo di Michele, una leggera peluria gli copre le gambe, i muscoli ben definiti, il ventre piatto e il suo pene mollemente disteso lungo la sua coscia, così semi appisolato sembra ancora più giovane. Mi giro a pancia sotto, ho vergogna a mostrare la mia erezione, mi vergogno di essere eccitato alla vista di un uomo. Finalmente arriviamo a destinazione, gettiamo l’ancora un una piccola baia deserta. Il posto è spettacolare e suggestivo, la sabbia bianchissima e la folta vegetazione arriva a pochi metri dall’acqua trasparente e cristallina. Indossata la maschera Michele si tuffa per primo, io lo seguo a ruota e nuotiamo seguendo la costa ammirando il fondale da sogno, non ho mai fatto il bagno al mare completamente nudo e la sensazione è fantastica. Arrivati alla spiaggetta scopriamo che è infestata di insetti, deve esserci un cadavere di animale, il fetore è tremendo, dobbiamo tornare a bordo. Chiediamo al marinaio di trovare un’altra insenatura mentre scendiamo sottocoperta per una doccia. L’affitto della barca è costato un sacco di soldi ma ora ho scoperto il perchè, è arredata in modo elegante, ha un salottino di mobili in legno scuro. Il bagno è dietro una porta con fornimenti in ottone lucido che separa il salottino dalla piccola camera da letto. Michele va per primo, lo aspetto seduto sul letto, non c’è altro posto. Quando esce gocciolante dalla doccia coperto solo da un minuscolo asciugamani resto a bocca aperta, colpito ancora una volta dalla sua bellezza. Mi precipito in bagno dove mi dò una semplice sciacquata veloce, non voglio stare un secondo di più lontano da Michele. Lui è sul letto che mi aspetta, la sua pelle ambrata è ancora umida, il suo pene semieretto. Con un cenno della mano mi fa sdraiare accanto a lui, mi sorride, mi accarezza il viso, mi avvicino per baciarlo. I nostri membri ormai duri si sfiorano, si sfregano, si cercano. Allungo la mano e seppure a fatica li impugno entrambi, la muovo su e giù lentamente. La mia bocca scende lungo il suo collo, sul suo petto, lecco e succhio i suoi capezzoli, arrivo all’ombelico. Voglio baciare e leccare ogni centimetro della sua pelle. Lui si contorce, mi mette cavalcioni sopra di lui. Mentre assaggio il suo pene lui prende in bocca il mio, sincronizziamo i movimenti e ci succhiamo allo stesso ritmo lento e sensuale. Le sue mani mi massaggiano le natiche, stringono, impastano, poi un suo dito scorre lungo il solco, arriva alla mia rosellina. Ci gioca dolcemente e a lungo, la lingua intanto scende lungo l’asta e ancora più giù, fino ad arrivare al centro del mio piacere. Sono percorso da brividi, non ho mai provato nulla di più piacevole della sua lingua sul mio buchetto. Lui è davvero bravo e paziente, riesce a solleticarmi al punto che mi sento naturalmente dilatato, a sua lingua riesce a penetrarmi senza sforzo alcuno. Dopo qualche minuto sento di nuovo il suo dito farsi largo tra le mie natiche. Sono talmente preso dalle sensazioni che sto provando che non sto più neppure succhiando il suo pene e resto lì immobile a godere del suo tocco. Lo prende come un invito a continuare. Mi sposta e mi fa sdraiare a pancia sotto, infila un cuscino sotto di me, con il sedere all’aria provo una strana sensazione, mi sento inerme nelle sue mani ed esposto senza vergogna. Affonda il viso tra le mie natiche e lecca ogni millimetro del mio sedere. La sua lingua è umida e bollente., il suo tocco esperto. Muovo i fianchi spingendomi verso di lui, invitandolo a penetrarmi con la lingua, cosa che fa immediatamente ed in modo egregio. Mi sento dilatato al massimo, mi sembra che la sua lingua sia lunga un metro e che mi solletichi le viscere. Si stacca per prendere fiato e mi sfiora con le dita. È un vero tormento, muoio dal piacere, vorrei di più e glielo dico sottovoce. Il suo dito si fa più audace, alterna movimento circolari a leggere pressioni. Gli chiede se abbia intenzione di uccidermi in questo modo e che muoio dalla voglia, anzi dal bisogno di sentire il suo dito dentro di me. Finalmente mi accontenta: una leggera pressione ed il suo dito è affondato interamente in me. Mi accarezza dall’interno prima di muoverlo lentamente dentro e fuori. Non ho mai provato nulla di simile ed i miei gemiti lo dimostrano ampiamente. Mi sento sempre più eccitato e dilatato, non sento quasi più il dito. Michele lo percepisce, lo sfila e rinfila totalmente parecchie volte, poi si ferma, ci rimette la lingua per un breve tempo, poi sento ancora una pressione sulla rosetta che ancora una volta cede senza opporre troppa resistenza. Per un attimo sento un leggero bruciore che però passa non appena realizzo che ora ho due dita dentro. Infilo a fatica la mano tra me ed il materasso per tentare di dare sollievo all’erezione quasi dolorosa. Sono talmente eccitato da non capire più nulla, non riesco a capacitarmi, sono preda di una frenesia sessuale che non ricordo di aver mai provato in tutta la mia vita. Quasi non riconosco la mia voce quando chiedo a Michele di penetrarmi. Senza mettere di lavorarmi con le dita lui mi chiede se ne sono davvero sicuro. Lo imploro di farlo, non posso più resistere, lo devo avere dentro adesso, subito. Sento a malapena il rumore della confezione del preservativo che si lacera, poi il tappo del flacone di crema. MI chiede ancora con dolcezza se sono davvero sicuro, ancora una volta lo supplico di farlo. Sento la frescura della crema lubrificante che mi applica con le dita, mi sembra che ci stia mettendo una vita. Poco dopo mi accarezza tra le natiche con il suo pene ben lubrificato, indugia sempre di più attorno al buchetto, poi lo appoggia. Inizia a spingere piano, poi si tira indietro, ancora una piccola spinta e poi di nuovo indietro. Lui prova ad entrare ma sono troppo stretto, non riesce a superare l’anello anche perchè la tensione me lo fa istintivamente stringere. Gli dico di insistere e di forzarmi ma lui si rifiuta, dice di non volermi fare del male, di avere un po’ di pazienza ancora. Ricomincia con le dita, uno, poi due, poi prova con un terzo dito, che dopo qualche sforzo entra. Mi lavora per qualche minuto, ho un primo orgasmo, vengo copiosamente sulle lenzuola non appena mi sfioro il pene. Mi dice di rilassarmi e di divaricare le natiche il più possibile. Lo appoggia di nuovo e comincia a spingere, io fremo dalla voglia di sentirlo dentro e mi muovo all’indietro, incitandolo a gran voce. Dopo una spinta leggermente più decisa ogni mia resistenza cede, Michele è quasi sorpreso, non si trattiene e mi infila tutto il suo pene fino alla base. Provo una fitta lancinante, come se mi avesse infilato una sbarra di acciaio incandescente. Mi divincolo, gli chiedo di toglierlo immediatamente, ma lui su appoggia alla mia schiena con tutto il suo peso, mi impedisce ogni movimento, la sua bocca è sul mio orecchio, mi dice di restare fermo, mi morde il lobo. Resto immobile, il dolore sta scemando, lo dico a Michele che comincia a muoversi lentissimamente dentro di me, un centimetro avanti uno indietro. Pian piano il dolore si trasforma in lieve bruciore, ma poi il piacere prende il sopravvento. I miei gemiti fanno capire al ragazzo che sono pronto, si muove più velocemente e più intensamente. Mi fa alzare di nuovo a quattro zampe, mette le sue mani forti sui miei fianchi e mi scopa con vigore. Sto avvertendo delle sensazioni mai provate in tutta la mia vita, oltre all’immenso piacere fisico provo anche un orgasmo cerebrale, il fatto di essere penetrato da un uomo mi provoca delle scariche di adrenalina al cervello. Vengo di nuovo, un filo di denso sperma cola dal mio pene flaccido fino a lasciare una pozza sul lenzuolo. Gli chiedo di fermarsi perchè voglio sdraiarmi sulla schiena, voglio guardarlo in viso mentre fa l’amore con me. Con le gambe sulle sue spalle ammiro il suo fisico asciutto, il torace senza un pelo poi perdermi nei suoi occhi. Lui mi sorride e mi dice che sta per venire, gli chiedo di farlo nella mia bocca, voglio riprovare la sensazione dello sperma che mi colpisce il palato. Si sfila da me, toglie il preservativo giusto un momento prima di scaricarsi nella mia bocca vogliosa. Lo succhio a lungo prima di lasciami cadere sul letto sfinito. Ci abbracciamo, lui appoggia la testa sul mio petto, gli passo la mano tra i capelli sudati. Scivola nel sonno, lascio scorrere lo sguardo sul suo corpo, sono sempre più convinto che sia bellissimo. Beata gioventù, io non riesco certo a dormire con quello che è appena capitato. Se solo la scorsa settimana mi avessero chiesto cosa pensassi dei rapporti omosessuali avrei risposto in malo modo. Eppure ora sono qua, steso su di un letto ad ammirare il corpo nudo di un ragazzo di poco più di vent’anni e la cosa mi sembra assolutamente naturale. Un leggero bruciore mi ricorda prepotentemente che ho appena regalato la mia verginità a questo ragazzo, che solo dieci minuti fa ero su questo letto a quattro zampe e lui dietro di me ad affondare il suo magnifico pene dentro di me. Se ripenso al suo comportamento non posso che essergli grato, è stato dolce e paziente, ha saputo portarmi al punto giusto senza forzature, ha saputo eccitarmi al punto di implorarlo di penetrarmi eppure ha avuto la forza chi chiedermi più volte se fossi davvero sicuro di farlo. Provo un moto di affetto infinito per questo ragazzo che è stato generoso ed altruista, si è curato più del mio benessere che del suo piacere. Josè il marinaio rompe l’incantesimo bussando alla porta della cabina, vuol sapere se intendiamo pranzare. Gli chiedo di preparare qualcosa di leggero e veloce, il suo sguardo passa sopra la mia spalla e si ferma sul corpo nudo di Michele, nei suoi occhi noto ammirazione, ne sono geloso e gli chiudo la porta in faccia. Saliamo in coperta dove troviamo uno spuntino a base di pesce fresco. Dico a Michele che dovremmo procurarci del pesce visto che la scusa a con mia moglie per restare solo con lui è proprio la pesca. Mi guarda con un sorriso malizioso dicendomi che abbiamo poco tempo ed è un peccato sprecarlo in quel modo, meglio incaricare Josè di farlo per noi. Mi prende per mano e mi porta sotto coperta. Non sprechiamo un solo minuto, mentre scendiamo i pochi scalini ci baciamo e palpiamo ovunque, bermuda e magliette volano a terra. Ci buttiamo sul letto ridendo come due ragazzini, i nostri falli eretti si sfiorano, la sua lingua è nella mia bocca, resterei così per ore. È lui a staccarsi e spingendo delicatamente la mia testa mi fa capire che vorrebbe che lo prendessi in bocca. Lo accontento con piacere, adoro la sensazione del suo pene tra le mie labbra. Mi chiede di scendere lungo l’asta e poi ancora più giù, tocca a lui ora girarsi a pancia sotto. Lo lecco a lungo tra le natiche e sui testicoli, ha un buon sapore, replico ogni movimento che lui ha fatto a me. Si vede che non è vergine, il suo buchetto si schiude prontamente non appena appoggio il dito e senza sforzo accetta anche il secondo, non serve lubrificante, basta la mia saliva. Vuole che lo penetri, si gira sulla schiena passandomi un preservativo. Mi appoggia le gambe sulle spalle, impugna il mio membro e lo guida dentro di sè. Entra con solo un po’ di fatica, lo affondo il più possibile, poi lo sfilo quasi del tutto. Vado avanti con questo movimento lento per un po’, intanto accarezzo il suo fallo eretto. Facciamo l’amore in modo tranquillo, senza più il parossismo della mattina, ci godiamo ogni momento come fossimo una coppia consolidata. Mi piace penetrarlo, la sensazione è bellissima, non avevo mai praticato sesso anale, neppure con una donna, la stretta dell’ano è decisamente superiore a quella che può offrire una vagina. Eppure non godo appieno, mi piace a livello cerebrale il fatto di possedere un uomo, ma a livello fisico non trovo grandi differenze rispetto al sesso con mia moglie. Lo dico a Michele che scoppia a ridere. Mi confessa che lui non ama essere penetrato, che ha accettato di farlo più che altro perchè pensava che come etero io lo desiderassi. Mi sfilo da lui e mi metto a quattro zampe invitandolo a penetrarmi. Gli basta poca preparazione ed un po’ di lubrificante per riuscire ad entrare. Mi sembra di averlo sempre preso, non provo alcun dolore, solo un piacere immenso, decisamente preferisco il ruolo passivo. Mi piace la sensazione della dilatazione, lo sfregamento delle pareti interne, sentire il suo pube sbattere sulle mie natiche ad ogni colpo. Ma soprattutto adoro l’idea di essere scopato da un uomo, mi sembra una cosa molto erotica e trasgressiva, a livello cerebrale provo un piacere indicibile.  Per la prima volta nella vita amo questo ruolo passivo, mi sento totalmente nelle sue mani, è lui che comanda, che decide cosa fare. Gli chiedo di non avere remore e di prendermi in modo rude, avuto il mio consenso non è più il ragazzo tenero e gentile, ora è un amante focoso e soprattutto energico. Sento le sue mani forti che mi stringono i fianchi e che mi muovono energicamente avanti e indietro mentre sono impalato sul suo membro. Mi cavalca violentemente facendomi affondare la faccia nel materasso, mi sento ancora più sottomesso. Lo sento ansimare mentre mi stantuffa, mi giro a guardarlo da sopra la spalla, è coperto di sudore, gli occhi socchiusi, è concentrato. Ho un sussulto, dietro di lui intravvedo Josè, ha aperto la porta senza rumore, ci sta spiando, la mano è nei calzoncini. Per un solo attimo provo vergogna, è imbarazzante farsi vedere carponi mentre un maschio ti sta sodomizzando in modo brutale, ma poi lo trovo estremamente eccitante, mi sento ancora più sporco e perverso. Michele mi dice che sta per venire e mi dice dove preferisco che lo faccia. Gli dico di fermarsi e togliere il preservativo, lui crede che lo voglia in bocca, ma guardandolo con gli occhi offuscati dalla libidine gli chiedo di venirmi dentro. So bene che è da irresponsabili, ma non posso farne a meno. Lui esita un solo attimo, ma poi lo affonda di nuovo dentro di me senza alcuna barriera. La sensazione del pene a pelle è impagabile. Bastano pochi colpi e sento i fiotti bollenti colpirmi le viscere, dal mio pene flaccido cola un fluido denso mentre provo un orgasmo senza fine. Il ragazzo crolla sfinito sopra la mia schiena facendomi cadere sul letto, resta disteso sopra di me, il suo peso mi soffoca ma non mi importa di nulla, sento il suo pene ancora duro dentro il mio ano e mi basta per essere felice. Sento il materasso abbassarsi da un lato, apro gli occhi, è Josè che si è tolto i calzoncini e mi avvicina il suo pene eretto al viso. È molto più lungo e grosso di quello di Michele, il gonfio glande violaceo è a pochi centimetri dalla mia bocca. Michele mi chiede se ho voglia di prenderlo in bocca, senza esitazioni gli rispondo di no, non me la sento. Il marinaio non insiste, raccoglie i calzoncini da terra e si allontana. Restati soli ci sdraiamo fianco a fianco, dal mio ano dilatato cola un filo di sperma di Michele ma anche un po’ di aria. Ci rilassiamo un po’ prima di fare una doccia. Presto però dobbiamo rivestirci, è tardi e dobbiamo tornare al villaggio.  (fine 3° parte)

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