Praticamente non ho chiuso occhio, sono rimasto lì a fissare il soffitto con mia moglie Patrizia che russava pesantemente al mio fianco. Era già capitato in passato che in vacanza ci si lasciasse un po’ andare, complice la distanza da casa e l’ambiente estremamente rilassato, questa volta però abbiamo passato ogni limite. Non mi aspettavo certo che nel giro di ventiquattro ore mi scoprissi contemporaneamente guardone, cuckold e pure bisex. Ma neppure mi sarei mai immaginato che mia moglie potesse ubriacarsi in compagnia di uno sconosciuto per poi regalargli sia le mutandine che una bella visione della sua patata nuda. Continuo a rivedere come in un film la scorsa giornata, Michele che massaggia mia moglie, la sua mano sul mio pene fino a farmi venire, noi due a letto insieme, per finire con mia Patrizia che si alza la gonna per Marcel. Marcel, appunto. Mai e poi mai mi sarei immaginato che lei potesse farsi corteggiare da un uomo così maturo. Lei è un’esteta, le piacciono le cose belle, i bei corpi giovani, lisci e privi di rughe. Come possa subire il fascino del francese, i suoi baffetti bianchi, la voce roca, la pancetta, il tatuaggio ormai sbiadito, non riesco proprio a capirlo. Certamente è un galantuomo d’altri tempi, il baciamano, il dare del lei, il dare la precedenza alle signore ed aiutarle con la sedia, sono cose ormai scomparse. Credo però che prima ancora dei modi affascinanti a Patrizia sia piaciuto il suo modo di raccontare le innumerevoli avventure, tutta la sua vita così movimentata e tempestosa. Finalmente Patrizia si sveglia, è tardi, il sole è già alto dietro le persiane chiuse. Appare stravolta, dice di avere un mal di testa pazzesco, la sera prima ha bevuto parecchio, Marcel continuava a riempirle il bicchiere. Sento su di lei anche l’odore di sigaro, noto l’abito stazzonato, è vero che ci ha dormito dentro, ma di sicuro il francese l’ha palpeggiata parecchio. Vorrei chiederle della serata, ma non oso parlare nè guardarla in viso perchè sono imbarazzatissimo, temo che lei possa leggermi in faccia quanto è accaduto con Michele. Le porto una pastiglia per il mal di testa, lei mi chiede di chiudere la porta del bagno da dove proviene l’unica luce della stanza. Mi sdraio al suo fianco in silenzio, non oso neppure sfiorarla. All’improvviso lei mi dice che dobbiamo parlare, mi preoccupo, di solito questa frase è un preludio di rompimenti di scatole. Mi accusa di averla trascurata negli ultimi anni, di non farle mai un complimento, di neppure notare se va dal parrucchiere. Mi dice che alla sua età ha bisogno di essere rassicurata, ha la necessità di sentirsi ancora desiderata e desiderabile, perchè si vede e si sente vecchia e brutta. Capisco dove voglia andare a parare: cerca un alibi per essersi comportata in quel modo con Marcel. non tace un attimo, tenta di farmi sentire colpevole, scaricando su di me tutta la responsabilità. Mi dice che Marcel l’ha fatta sentire donna, l’ha corteggiata e coperta di complimenti, l’ha apprezzata e non gliel’ha nascosto, anzi, l’ha ampiamente dimostrato con i fatti. Confessa che quando lui le ha appoggiato una mano sulla gamba ha sentito un brivido correrle lungo la schiena, una prima volta l’ha respinto, ma quando poi è tornato alla carica l’ha lasciato fare perchè la cosa la eccitava molto. Sentire la sua bocca vicino all’orecchio sussurrarle cose spinte ed anche un po’ sconce l’ha mandata in orbita, complice anche lo champagne che lui continuava a versarle. Solo quando la sua mano è arrivata alle mutandine l’ha definitivamente fermato, ma solo perchè non voleva fare nulla di cui si sarebbe poi pentita. Mi racconta poi che lui le ha proposto una scommessa: se avesse indovinato tre suoi segreti intimi avrebbe potuto chiederle di pagare pegno. Patrizia è sempre stata un po’ timida e bacchettona e non ha mai parlato volentieri di certe cose neppure con me, mi stupisco quindi quando mi dice che ha accettato di stare al gioco. Fissandola negli occhi da pochi centimetri ha scommesso che lei non ha mai fatto sesso anale, che le piace fare l’amore da dietro e che aveva la minou (lui chiama così la patatina) completamente rasata. Marcel senza togliere la mano dalla sua coscia, solo un paio di centimetri lontano dalla sua passera, le ha quindi detto che lanciava un’ulteriore scommessa: la sua minou in quel momento era bagnata. Lei gli ha impedito di controllare, ma dopo parecchie insistenze ha timidamente ammesso di esserlo un pochino. Lui ha cominciato a sussurrarle nell’orecchio che aveva una gran voglia di baciarla e leccarla tra le gambe e che il solo pensiero lo eccitava al punto di avere un’erezione che non riusciva ad avere da anni. Le ha preso la mano e se l’è portata sui calzoni per dimostrarglielo. Lei l’ha assecondato solo un momento, ma poi ha levato subito la mano, come se toccare quel pene turgido le avesse dato la scossa, mentre lui continuava a raccontarle di come l’avrebbe presa da dietro. Patrizia mi confessa che in quel preciso istante stava per avere un orgasmo e che se non si fossero trovati in un luogo così affollato avrebbe potuto cedere alla tentazione di lasciarsi andare un po’ di più. Interrompe il racconto, forse pensa di essere andata troppo oltre, teme che io mi possa essere arrabbiato o che la possa giudicare male. La rassicuro, so bene che se in questo momento le dicessi che sono eccitato come un maiale e che se fosse per me andrei personalmente a cercare Marcel per portarlo ora in camera dal letto lei si incavolerebbe da matti e romperei un momento magico. Le dico quindi che non posso assolutamente biasimarla se si è lasciata trasportare dalle emozioni e se si è fatta coinvolgere dal fascino di Marcel, che è assolutamente vero che mi sono comportato male con lei trascurando la sua femminilità e le sue esigenze di donna. Ammetto che apprezzo molto il fatto che sia stata totalmente sincera con me e mi abbia raccontato tutta la verità senza nascondermi nulla, neppure della tentazione di fare davvero l’amore con lui, anzi mi complimento con lei per aver saputo resistere. In trent’anni di matrimonio non siamo mai stati così complici, lei è sempre stata un pochino bacchettona e restia a parlare di cere cose, dove misurare ogni parola per non spezzare questo momento magico. La prendo alla larga, comincio col dirle che c’è modo e modo di fare le cose, che trovo ci sia una grande differenza tra tradire e concedersi una scappatella. Le dico che mi darebbe molto fastidio se lei mi facesse le corna a casa, se andasse a letto con qualcuno di nascosto, se perdesse la testa per un altro uomo, ma che potrei sopportare che lei si permettesse un colpo di testa ogni tanto, soprattutto in vacanza. Le confesso che mi fa molto piacere che qualcun altro la apprezzi e che la trovi ancora seducente, che mi spiace di non farle spesso dei complimenti. Patrizia si schernisce, dice che ormai non ha più il fisico seducente di qualche anno prima. La interrompo dicendole che un donnaiolo come Marcel ha scelto proprio lei e che anche Michele mi ha confessato che ritiene abbia un bel fisico. Mi accusa di mentirle, che è impossibile che un ragazzo dell’età di Michele possa manifestare anche un minimo interesse nei suoi confronti, ma sento nella sua voce un tono compiaciuto. La rassicuro poi dicendole che il nostro rapporto è troppo consolidato perchè possa essere in discussione da una semplice scappatella e soprattutto che la amo ancora come il primo giorno e che non la giudicherei assolutamente una poco di buono. Mentre le parlo però non posso non pensare alla mano di Marcel lungo la sua coscia, così pericolosamente vicino alla sua patata umida e vogliosa. Sono eccitato come un matto, penso a quanto mi piacerebbe che Marcel l’avesse davvero toccata, immagino il suo dito esperto scivolare sulla sua fessura umida per poi entrare a fondo dentro di lei. Me la immagino contorcersi sul divanetto mentre lui la masturba sapientemente. Le sussurro che è una donna sensuale e che ho voglia anche io di fare l’amore con lei. Le vado sopra, nessun preliminare, sono tra le sue cosce, spingo alla cieca. Lei mi prende in mano e mi guida dentro di sè. La trovo bagnata e dilatata, è molto eccitata, ne approfitto e tento il tutto per tutto. Le sussurro nell’orecchio che non solo la perdono, ma che sto al suo gioco, le chiedo di immaginare che Michele e Marcel siano nella stanza e la guardino mentre fa l’amore con me. Di pensarli ai due lati del letto, nudi ed eccitati, smaniosi di toccarla e di prendere il mio posto. Lei non dice nulla, ma le sue mani artigliano i miei fianchi e spinge con forza il bacino contro di me. In realtà è la mia fantasia che le sto raccontando, vorrei davvero che fossero lì e che non si limitassero a guardare ma che la palpassero ovunque, che la sfiorassero con i loro membri duri. Vorrei che a torno la prendessero con decisione mentre sono lì ad aspettare il mio turno. È davvero troppo per me, vengo come una fontana e Patrizia viene rumorosamente assieme a me. Restiamo abbracciati in silenzio, ho paura di rompere il momento magico. È lei a parlare per prima, mi dice che la fantasia è stata carina, ma che non diventerà mai realtà, che quello di ieri sera con Marcel è stato un momento di debolezza che non si ripeterà mai più. Le ribadisco di non pensare a quanto è successo come un fatto necessariamente negativo ma come ad un punto di partenza per rinsaldare ancora di più il nostro rapporto. Per alleggerire il discorso le dico ridendo che proverò a lasciarla sola con il francese per vedere se davvero saprà resistergli. Ridacchia e mi dà del porco, ma mi dice che ci farà un pensierino, dal tono di voce però so bene che sta assolutamente scherzando.   Passiamo la giornata sonnecchiando in spiaggia. Devo assolutamente trovare il modo di parlare con Michele, raccontargli tutto ed escogitare con lui un modo per lasciar sola Patrizia con Marcel senza che sembri una cosa preordinata. In realtà però vorrei anche trovare il modo di restare solo con lui, ho voglia della sua presenza fisica, di toccarlo e di essere toccato. Mentre stiamo tornando in camera lo incrociamo, è stato tutto il giorno in barca e a pescare. Lo invito al nostro bungalow per una birra. Patrizia preferisce andare a farsi una doccia. Michele mi fissa con i suoi splendidi occhi, mi sembra ancora più abbronzato ed ancora più bello, non resisto e glielo dico. Lui si alza lentamente, mi si avvicina e si china per darmi un lieve bacio sulle labbra. Sono perso, credo di aver preso una cotta per lui. Vorrei trascinarlo in camera e buttarlo sul letto, incurante di ciò che possa dire o fare mia moglie. Ovviamente mi trattengo, non potrei certo affrontare un divorzio! Gli dico di andarsene prima che la situazione si faccia irrimediabilmente bollente, ci diamo appuntamento per cena. Patrizia mi chiama in camera, mi chiede dove sia Michele, sembra delusa quando le dico che se ne è andato, forse si aspettava un massaggio. Le faccio notare ridendo che è nuda e che lo ha fatto apposta sperando di farsi ammirare da lui. Ride e scuote la testa, dice che si accontenterà e si farà massaggiare da me, ma i suoi occhi brillano maliziosi, facendomi intendere che ha in mente tutt’altro. Non appena si sdraia sul letto a pancia in giù le sono addosso, le metto un cuscino sotto la pancia e la prendendo da dietro, anche questa volta è pronta e bagnata. La faccio girare sulla schiena, facciamo l’amore con calma, senza fretta e senza troppa foga, guardandoci fisso negli occhi. Mi dice maliziosamente che sono anni che non mi vede così focoso e che non ricorda l’ultima volta che abbiamo fatto l’amore due volte nello stesso giorno. Le rispondo che è tutto merito suo, che la trovo bellissima e sensuale come non mai, che questa vacanza ci sta facendo riscoprire le gioie dello stare insieme. Sto per venire e glielo dico, mi chiede di aspettarla, mette la sua mano sulla clitoride e raggiungiamo un intenso orgasmo insieme.

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