Robe da matti (parte prima) Il ragazzo sembrava seguirci: al check in era dietro di noi, in aereo la fila successiva, al ritiro bagagli al nostro fianco, sullo stesso bus navetta sino all’albergo. Assegnati i bungalow si è fatto avanti rivolgendo la parola a mia moglie Patrizia ed offrendosi di aiutarla con le valigie. Ci ha accompagnati sino alla nostra porta. Meno di mezz’ora dopo lo vedo sulla veranda del bungalow accanto al nostro, eppure sono certo di avergli visto in mano la chiave con un numero decisamente più distante, ho il sospetto che si sia fatto cambiare di posto. Dico ridendo a mia moglie che ha fatto colpo sul ragazzo, lei come al solito mi manda bonariamente a quel paese, affermando che è impossibile che un ragazzo così giovane e carino possa anche solo notare una donna della sua età. Il tempo di un riposino e di una doccia ed è già ora di cena. Lui è al tavolo da solo, agita la mano per farsi vedere e ci invita al suo tavolo, stranamente mia moglie accetta, di solito evitiamo di socializzare in vacanza. In realtà si dimostra una persona piacevole, è educato e simpatico, poco invadente e molto spiritoso. Si chiama Michele, ha 22 anni, è qua solo perché i suoi amici hanno disdetto la vacanza per paura del Covid. È molto sportivo, appassionato di nuoto e subacquea, ha un bel fisico atletico ed un sorriso accattivante. Parla incessantemente, ma non è assolutamente noioso. All’inizio si rivolge ad entrambi, ma presto rivolge tutte le sue attenzioni a mia moglie, le parla fissandola negli occhi, ma spesso il suo sguardo scivola verso il basso, verso il suo seno che intravvede tra le pieghe della camicetta. Appoggia spesso la mano sul suo braccio, sembra cercare un continuo contatto fisico. Finita la cena ci spostiamo al bar del villaggio, ma la musica è assordante e così Patrizia suggerisce di prendere da bere e andare al bungalow. Ci accomodiamo nel nostro patio e mia moglie entra a cambiarsi mettendosi un po’ più comoda. Resto di stucco quando si siede sul divanetto accanto a Michele e non accanto a me. Ricominciano a parlare fitto fitto, sembrano ignorarmi. Mi sorprendo a guardarli, lei ha più del doppio dei suoi anni, eppure con la coda di cavallo, la t-shirt oversize, i piedi nudi ben curati, le unghie smaltate di rosso non stona certo al suo fianco. Mi offro di andare al bar a prendere un altro giro di bevande, al mio ritorno mi sembrano ancora più vicini, la mano di lui è abbandonata con naturalezza sulla sua coscia. Oltre che sentirmi escluso dai loro discorsi comincio anche ad aver sonno, mi alzo per andare a letto e i due non sembrano neppure accorgersi di me. Patrizia mi dà la buonanotte e mi dice che mi raggiungerà tra poco. Appena tocco il letto crollo addormentato. Mi risveglio, Patrizia non è al mio fianco, guardo l’orologio: son passate quasi due ore da quando li ho lasciati. Senza far rumore mi avvicino alla porta finestra, il numero dei bicchieri sul tavolino è raddoppiato, Patrizia è distesa sul divano, la testa appoggiata alle gambe del ragazzo che le accarezza i capelli mentre le parla sottovoce. E ‘un’immagine molto tenera, non mi sembra nulla di volgare o sessuale, non oso disturbarli e torno a letto. Fisso il soffitto e scopro di non essere geloso, anzi, son felice che un ragazzo così giovane apprezzi Patrizia. La mattina, al mio risveglio, la vedo nuda accanto a me, la penombra nasconde i segni del tempo, la trovo adorabile ed irresistibile e allungo una mano ad accarezzarle i fianchi. Lei borbotta ancora assonnata ma non mi respinge quando mi avvicino da dietro e le appoggio il mio pene eretto alle natiche. Muove un pochino il sedere per agevolare la penetrazione, presto sono dentro di lei, la sento calda e bagnata. Improvvisamente mi appare davanti agli occhi l’immagine di stanotte, lei che si lascia accarezzare da Michele, la loro complicità, vengo un secondo dopo. Mentre facciamo colazione lei mi racconta entusiasta di Michele, delle avventure che ha avuto, dei suoi interessi, che è così gentile ed educato, mi ricorda che l’ha aiutata portare la valigia mentre io me ne sono fregato. Scherzando le dico di tornare sulla terra perchè mi sembra abbia preso una mezza cotta per questo ragazzino. Lei mi risponde seccata, dicendomi che non capisco nulla, che penso sempre male di tutto e di tutti, che lui è stato assolutamente cortese e non ha neppure pensato di mancarle di rispetto. Ascolto il suo sfogo sorridendo e mi sorprendo a dirle che se anche ci fosse stato qualcosa più di una semplice carezza non ci sarebbe alcun problema, che se si vuol togliere qualche capriccio l’occasione sarebbe perfetta, lontani da casa e con uno sconosciuto. Mi guarda negli occhi senza dire una parola, più seccata che arrabbiata. Stiamo tutto il giorno in spiaggia, di Michele nessuna traccia sino al tardo pomeriggio, quando appare quasi miracolosamente mentre stiamo tornando al bungalow. Ha in mano tre birre, ci racconta che è stato tutto il giorno in barca per fare snorkeling. Patrizia ci lascia per farsi una doccia e poco dopo si affaccia in accappatoio e mi chiede di metterle la crema. Senza pensarci le rispondo di farsela mettere da Michele, visto che è così gentile e servizievole. Lei mi fulmina con uno sguardo d’odio, so bene che è inferocita perchè in fondo è timida e la sola idea di farsi toccare da uno sconosciuto le crea imbarazzo, ma con aria di sfida senza spostare gli occhi dai miei chiede a Michele se è disposto a metterle la crema. Lui è visibilmente imbarazzato, ha percepito la tensione e non sa come comportarsi. Lo rassicuro dicendogli che non c’è alcun problema e che se non gli dispiace per me va assolutamente bene. Si alza di scatto ed entra in camera. Finisco di sorseggiare la mia birra e poi entro nel salottino. La porta della camera è aperta, Patrizia è sdraiata sul letto con i soli slip addosso, Michele è a cavalcioni su di lei e le sta massaggiando la parte passa della schiena pericolosamente vicino ai suoi glutei. Lei ha gli occhi chiusi ed un’espressione beata sul viso. Dico sottovoce che vado a farmi una doccia. Non so cosa mi sia capitato, in altre situazioni sarei stato geloso e li avrei fatti smettere, avrei interrotto quella complicità palpabile. Invece provo solo piacere e una sottile eccitazione, mi piace l’idea di quelle mani che scivolano sul corpo di mia moglie, che le massaggiano le natiche e poi l’interno cosce, pericolosamente vicino alla fessura che immagino ben bagnata. Magari quasi inavvertitamente un dito sfiora la sua clitoride, e sempre per caso, complice i succhi abbondanti, scivola dentro. Me la prendo comoda, per dar loro più tempo possibile mi faccio anche la barba. Quando finalmente esco dal bagno il mio cuore ha un sussulto, Michele sta massaggiando le caviglie a mia moglie, le mutandine sono abbandonate ai piedi del letto. Forse le mie più folli fantasie sono state tramutate in realtà? Li fisso inebetito per qualche istante, poi faccio dietro front pensando di non essere stato scorto. Invece Michele mi ferma dicendomi che ora tocca a me, Patrizia sembra riaversi da un sogno e mi dice che è stata un’esperienza fantastica, che le doti da massaggiatore del ragazzo sono ineguagliabili e devo assolutamente provare. Mia moglie si alza dal letto, completamente nuda, le sue gambe sembrano tremare, indossa un copricostume e se ne in bagno ad asciugarsi i capelli, almeno così lei dice. Io mi tolgo l’accappatoio e mi sdraio sul letto a pancia in giù, mentre penso che mia moglie possa essere corsa in bagno per rimuovere dalle sue parti intime ogni segno di sesso. Michele è ora a cavalcioni sopra di me, comincia a massaggiarmi lentamente le spalle ed il collo. Mi piacciono molto i massaggi, li faccio molto spesso, devo ammettere che il ragazzo è davvero molto bravo. Scende piano lungo la schiena, arriva ai lombi e scende ancora a sfiorarmi le natiche. In quel momento immagino ancora una volta queste stesse mani sulla stessa parte del corpo di mia moglie, l’eccitazione mi sale alle stelle, senza neppure accorgermi sto ruotando i fianchi per trovare una posizione comoda al mio pene eretto. Michele mi fa girare sulla schiena, ho il pene talmente duro che vibra e mi fa male, mi vergogno, non mi sono mai mostrato in piena erezione ad un altro uomo. Allungo la mano per afferrare una salvietta per coprirmi l’inguine, ma lui mi precede, però anzichè coprirmi il basso ventre me la appoggia sugli occhi. Non capisco cosa voglia fare e cerco di alzarmi, ma la sua mano sul petto me lo impedisce. Ricomincia il massaggio sul petto, poi sempre più in basso, il suo tocco sulle mie cosce sembra bollente. All’improvviso sento la sua mano coperta di crema chiudersi attorno al mio pene, il suo pollice sfregarmi il glande. Sono sorpreso ed imbarazzato, ma non dico nè faccio nulla. La sua mano si muove su e giù, mi bastano dieci secondi per eruttare una decina di fiotti che ricadono sul mio petto e sulla mia pancia, non ricordo quando ho provato un orgasmo di tale intensità. Michele mi toglie la salvietta dal viso e la usa per asciugarmi, sotto il costume ha un’erezione evidente. Mi sorride e senza dire una parola se ne va. Resto sul letto inerte, non riesco a connettere, dieci minuti prima sembrava che fosse sul punto di scoparmi la moglie, poi mi ha masturbato, dieci minuti prima ero eccitato dal pensiero che uno sconosciuto potesse fare sesso con mia moglie ed ora mi godo il post orgasmo provocato da un uomo, proprio io che sono sempre stato sul limite dell’omofobia! Tra una storia e l’altra è già ora di cena, mi alzo a fatica e con poca voglia. A tavola ci raggiunge Michele, ma nessuno accenna a quanto accaduto, parliamo solo dello spettacolo di ballo organizzato dall’animazione, l’unica interessata è Patrizia. Io mi rifiuto di accompagnarla, Michele con poco entusiasmo si offre volontario, ma lei rifiuta, dicendo che l’accompagnerà il tizio francese che abbiamo conosciuto la mattina in spiaggia. Si chiama Marcel ha una settantina di anni, brillante conversatore, una vita avventurosa spesa a girare il mondo, un fisico tutto sommato ancora piacevole ed una voce roca e profonda, credo frutto del sigaro che ha perennemente in bocca. La lasciamo sola e andiamo con qualche bottiglia di birra sulla veranda di Michele. Sentiamo la musica e le grida degli altri ospiti da lontano, non parliamo molto, quello che è successo aleggia ancora nell’aria, io sono davvero imbarazzato come non mai. La sera è molto calda, le zanzare ci tormentano, Michele propone di entrare per evitare di essere mangiati vivi. Esito, ma le birre che ho in corpo mi rendono un po’ più rilassato e lo seguo, lui non si ferma come pensavo nel salottino, ma va diretto in camera dove l’aria è più fresca grazie ad un ventilatore. Non abbiamo altra possibilità che sdraiarci sul letto, io sto lì immobile e fisso il soffitto, non so che altro fare. Ripenso alla sua mano che mi stringe, che scorre su di me, ripenso all’orgasmo che ho avuto e non posso nascondere l’erezione che mi gonfia i calzoncini. Il caldo è davvero afoso e lui propone una doccia, magari anche insieme. Farfuglio un debole rifiuto, così entra lui per primo, dalla porta aperta lo vedo di spalle completamente nudo. Ha davvero un bel fisico, asciutto e non troppo muscoloso, neanche un pelo sul corpo. Mi sorprendo ad ammirargli il sedere, piccolo, ben fatto e soprattutto sodo. Tocca a me e quando esco dalla doccia con un asciugamano attorno alla vita, lui è sul letto, i capelli ancora umidi. Michele si alza a prendere due birre dal frigo e quando torna sul letto spegne la luce principale. La camera è illuminata solamente da una lampada sul comodino. È al mio fianco, un po’ più vicino di prima, l’asciugamano è caduto, è semi eretto. Non posso non fare confronti con il mio, direi che sono abbastanza simili, forse il suo è un pochino più lungo. Senza dire una parola mi accarezza il torace, passa un dito sui miei capezzoli bagnati. Ha un approccio dolce, quasi timoroso di un mio rifiuto, è tenero ma deciso ed i giri della mano sono sempre più ampi e ormai vicini al bordo dell’asciugamano. Ho paura di quanto sta per accadere, sono tentato di fermarlo, di chiedergli per chi mi ha preso, di alzarmi ed andarmene, ma non lo faccio, la tentazione è troppo forte. Chiudo gli occhi e per Michele è il segnale della mia resa, si fa sempre più audace, le dita sfiorano la base del mio pene. Sento che mi osserva, in attesa di un segnale di rifiuto che però non arriva. Sa che può osare di più e mi slaccia l’asciugamano, lasciandomi completamente esposto. La sua mano va a stringermi ancora il pene, la lascia lì ferma ed immobile per qualche secondo, io ho un sussulto, muovo i fianchi per spronarlo a muovere la mano. Mi masturba lentamente, poi si avvicina al mio orecchio e sussurrando mi chiede se va tutto bene. Annuisco e deglutisco in un sol gesto. Mi passa la lingua sull’orecchio e poi sul collo, scende a succhiarmi i capezzoli e poi giù e ancora più giù. Socchiudo gli occhi, la sua testa è sul mio ventre a pochi centimetri dal mio pene, sento il suo alito caldo sul glande. All’improvviso realizzo che non mi interessa più che sia a letto con un uomo, ho solo voglia di sesso. Gli accarezzo la testa, ancora una volta lui lo interpreta correttamente come un segnale di via libera e me lo prende in bocca. Non capisco più nulla, sento solo la sua lingua, le sue labbra, la sua bocca su di me, mi lecca, mi succhia, mi ingoia, mentre la sua mano mi accarezza e mi stringe dolcemente i testicoli. Sempre leccando ogni centimetro della mia pelle risale con la bocca fino al mio collo per poi chiedermi sottovoce se mi va di fare l’amore con lui. Annuisco lentamente, anche se non ho capito bene cosa intenda. Allunga una mano verso il comodino, pesca qualcosa dal cassetto, strappa l’involucro con i denti e mi infila il preservativo. Si mette a cavalcioni sopra di me e guida il mio pene dentro di sè. Offre solo un poco di resistenza, presto l’anello cede e lui si lascia scivolare verso il basso fino ad appoggiarsi a me. Sono tutto dentro di lui, la sensazione è bellissima, lo dento duro eppure morbido, caldo e liscio. All’inizio si muove piano poi aumenta il ritmo, appoggio le mani sui suoi fianchi, mi piace da morire. Appoggia il suo petto al mio, la sua bocca è a pochi centimetri dalla mia, lui non osa farlo, lo faccio io per lui, mi avvicino e lo bacio. Le nostre lingue si intrecciano, le labbra giocano. Sto per venire e glielo dico a mezza voce. Si sfila da me, mi toglie il preservativo e si china a prenderlo in bocca. Mi irrigidisco, mia moglie me lo prende in bocca davvero di rado e guai a venirle dentro. Lui mi esorta a farlo, aumenta il ritmo e con un dito scende a solleticarmi il buchetto. Anche questa è una cosa che a Patrizia non piace fare, nonostante le abbia detto più volte che lo apprezzo molto. Mi basta solo spingere un po’ verso il dito per far capire a Michele che può andare avanti. Lo umetta con la saliva e ritorna alla carica. Lo fa in modo esasperante, carezze in tondo, leggere pressioni, mi sta facendo impazzire, più spingo per farmi penetrare, più lui si allontana dal centro del piacere. Non resisto e gli chiedo per favore di metterlo dentro. Finalmente sento che si fa strada dentro di me, lo infila fino in fondo, lo ruota e lo fa scorrere. È davvero un bravo amante che sa come prolungare il piacere dosando abilmente bocca e dito. Lo sfila e lo rinfila, fa l’amore con me con il suo dito e questo per me è davvero troppo eccitante, vengo copiosamente nella sua bocca. Come mai nessuna donna ha fatto con me lui continua a lappare e succhiare lentamente spremendo ogni goccia del mio seme che ingoia senza alcuno sforzo. Continua a tenerlo in bocca sino a che perde quasi totalmente la sua rigidità. Solo allora di solleva e si sdraia al mio fianco, appoggiando la testa sul mio petto. Mi rilasso totalmente e mi godo il momento, faccio scorrere pigramente la mia mano sulla parte bassa della sua schiena e poi ancora più giù ad accarezzare le sue natiche sode. Mi viene naturale passare il dito nel suo solco fino al buchetto che sento ben depilato e senza alcun pelo. Lo accarezzo piano sino a che non sento il suo pene eretto appoggiato alla mia gamba. Mi sembra naturale ricambiare le attenzioni che mi ha dedicato, dolcemente lo faccio sdraiare sulla schiena. Il suo pene svetta impaziente ed ha un fremito quando lo sfioro timidamente con la mano. È la prima volta in tutta la mia vita che faccio una cosa del genere e mi sento impacciato, non so bene cosa fare o come comportarmi. Poi però la natura segue il suo corso, mi sembra di averlo sempre fatto, muovo la mia mano su e giù. Quando lo sento muovere i fianchi mi sembra naturale avvicinarmi con la bocca. Mi fermo un solo momento ad ammirarlo, noto il glande gonfio e scuro, ammiro ogni singola vena in rilievo, assaporo il suo profumo. Allungo la lingua a sfiorarlo, la faccio scorrere lungo tutta l’asta più volte fino a che non riesco più a resistere e lo prendo in bocca. Provo una strana sensazione, mi sembra enorme, mi sento quasi soffocare, la saliva mi cola dall’angolo della bocca. Scendo piano, lui ha un movimento brusco, credo di avergli fatto sentire i miei denti. Sto più attento, spalanco la bocca il più possibile e riprendo la discesa. Non riesco proprio a prenderlo tutto, mi sembra di averlo fino allo stomaco. Inizio a muovere la testa sue giù, le labbra che lo avvolgono e la lingua che lo accarezza. Mi piace e mi eccita avere un pene in bocca, sono di nuovo in erezione. Lui inizia ad assecondare i miei movimenti con il bacino fino a che mi sussurra che sta per venire e cerca di sfilarlo. Resisto, ormai voglio andare fino in fondo e assaggiarlo sino alla fine. Il primo schizzo che colpisce il mio palato mi sorprende, è abbondante e bollente, ma non ho il tempo di capire, ne arriva un altro e poi un altro ancora. Cerco di deglutire ma non è facile con la bocca spalancata e la sua asta a metà gola. Buona parte casca fuori e mi scivola lungo il mento, la assaporo, è salata ed ha un sapore più acre della mia che qualche volta ho assaggiato dopo essermi masturbato. Anche io mi gusto il suo pene, succhiandolo sino a che non perde buona parte dell’erezione. Michele mi prende la testa e mi fa risalire al suo fianco. Restiamo semi abbracciati per qualche minuto, io comincio solo ora a capacitarmi di quanto è appena successo. A cinquant’anni suonati ho scoperto quanto può essere divertente fare sesso con un altro uomo, sono quasi sconvolto, mai e poi mai avrei pensato di arrivare a questo punto. Mi viene da ridere e Michele mi chiede il perchè. Gli racconto che ero convinto che facesse la corte a mia moglie, perchè mi sembrava facesse di tutto per compiacerla e starle vicino. Gli confesso che mi aveva turbato il vederli in intimità sul divanetto del nostro patio, che mi aveva eccitato tantissimo vedere le sue mani sul corpo nudo di mia moglie, che ho fatto di tutto per lasciarli soli il più possibile sperando che il massaggio si trasformasse in qualcosa di più, ma soprattutto che l’idea che lui potesse fare sesso con Patrizia mi eccitava da matti. Michele mi rivela che è davvero attratto fisicamente da mia moglie, che l’ha colpito non appena l’ha vista in aeroporto, che la trova molto bella e sensuale e che non gli spiacerebbe affatto portarsela a letto, magari insieme a me. Lo interrompo, escludendo a priori di poter farmi vedere da mia moglie a fare sesso con un altro uomo, mi vergognerei da morirne. Però gli ribadisco che farò di tutto per facilitargli il compito se davvero volesse far sesso con Patrizia. Mi chiede se quindi l’erezione che ho avuto durante il massaggio era solo per il pensiero delle sue mani che toccavano mia moglie. E’felice quando li confesso che in realtà il motivo iniziale era quello, ma che è stato il suo magnifico tocco sulle mie natiche a mandarmi in estasi e a farmi acconsentire a lasciarmi masturbare da un uomo. Stiamo un po’ a chiacchierare, ci stiamo eccitando di nuovo, avremmo voglia entrambi di ricominciare tutto daccapo, ma guardo l’orologio e scopro che lo spettacolo sta per finire, che mia moglie presto verrà a cercarmi e che non è il caso che mi veda a letto con un altro uomo. Mi rivesto a malincuore e torno al mio bungalow, mi faccio una doccia veloce per togliere il profumo di sesso dalla mia pelle. Mentre aspetto il ritorno di mia moglie me ne sto a fissare il soffitto, ripensando all’ esperienza che ho vissuto, rivivo ogni momento, ogni gesto, ogni parola. Sono sconvolto e combattuto, ma alla fine decido che no, non sono affatto pentito, anzi, cercherò l’occasione per restare ancora solo con Michele. Guardo l’orologio, lo spettacolo è finito ormai da quasi un’ora e Patrizia non è ancora tornata. Mi preoccupo e decido di andare a cercarla. Arrivato sulla soglia del bungalow la sento ridacchiare. E‘ con Marcel, appena fuori dell’alone di luce del lampione del nostro vialetto. Sono molto vicini, lei è appoggiata a lui e non smette di ridere, sembra una ragazzina timida ed imbarazzata. Resto a spiarli, lui le parla nell’orecchio mente le palpeggia il sedere. Sempre ridacchiando lei scuote più volte la testa, ma si alza lentamente la gonna. Lui le si inginocchia davanti, le abbassa le mutandine poi le fa ruotare il bacino in direzione della luce. Guarda a lungo tra le sue gambe, poi si rialza con in mano le sue mutandine che porta al viso per annusarle con voluttà infilandosele poi nel taschino della giacca. Patrizia si abbassa la gonna e si avvia con un passo incerto verso il nostro bungalow. Corro in camera e mi sdraio sul letto fingendo di dormire. Lei crolla sul letto ancora vestita e si addormenta di colpo. Non riesco a dormire, ciò a cui ho appena assistito mi lascia stupefatto. Patrizia totalmente ubriaca che si fa sfilare le mutandine e si lascia guardare da vicino la patata da un altro uomo oltretutto di quell’età, robe da matti. Ripenso a Marcel che ammira la patata nuda di mia moglie da non più di venti centimetri e soprattutto la rivedo che si alza lentamente la gonna, con un movimento da provetta spogliarellista e mi eccito da matti. Vorrei masturbarmi ma non oso, ho paura di svegliare Patrizia che dorme beata con un sorriso sul viso. Quante, troppe emozioni per un solo giorno! E pensare che le vacanze sono appena iniziate!
Robe da matti (Prima parte)
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Aggiunto: 3 anni fa
Utente:
«Devo dirti che ci è piaciuto. Credo che molti di noi maschietti abbiano un pizzico di ì omosessualità nel segue come anche la voglia di farci scopate la moglie per vari motivi. La mia non vuole neanche parlarne, in fondo ne sono lusingato. Non so se il racconto é vero o frutto di fantasia. Se ti va di parlarne con uno di noi due , scrivici in privato.
Continuo a leggere piano piano perché scrivi molto bene. Scorrevole e intrigante. Bravo.»
«un bel racconto ottimo inizio»