Mi chiamo Ornella, abbiamo preso la metropolitana nell'ora di punta, io e il mio adorabile marito Gilberto,  finalmente posso soffiargli in un oreccchio:
"Qualcuno mi ha appoggiato il cazzo sul culo"
Lui si volge lievemente verso di me e accenna un sorriso, io mi sposto un po' per accogliere il cazzo dell'uomo tra le chiappe e comincio a premere e a sfregare pian piano.
Sento una voce mashile nell'orecchio dirmi:
"Ti piace troia"
Mio marito che ha sentito mi rivolge un altro sorriso.
La voce riprende:
"Vieni con me, che ti sbatto per bene"
Alla prima fermata l'uomo con il cazzo appiccicato al culo mi spinge verso l'uscita.
Faccio un gesto d'intesa a mio marito e seguo l'uomo.
vedo Gilberto  con la coda dell'occhio sedersi su uno dei sedili della metro e giocare con il telefonino: si prepara a una lunga attesa.
Vedo in faccia l'uomo, dal'abbigliamento sembra un individuo di bassa estrazione, il linguaggio rivela scarsa cultura, ma il suo fisico robusto mi riempie di voglia, in realtà è gia un po' che mi sto bagnando tutta.
Mi chiede:
"Non è che poi vuoi i soldi?"
"No, stai tranquillo"
Mi fa salire su una macchina scassata, mentre guida, non dice niente si limita a mettermi le mani su per le cosce.
La fica mi brucia sempre di più.
Arriviamo a una specie di officina chiusa, mi fa scendere e mi mette una mano in culo. La fa da padrone e questo mi piace.
E' così diverso dal mio dolce Gilberto.
Apre una porticina laterale, attravesiamo uno stanzone buio e mi ritrovo in piccolo lacale, accende la luce, non c'è nulla, tranne un sudicio materasso.
Io senza dire una parola mi spoglio e getto i miei vestiti firmati sul pavimento sporco. 
Apro le braccia e gli dico:
"Vieni!"
Lui dice:
"Sei una vera troia"
Mi afferra, mi ficca la sua lingua in bocca, e sento le sue grosse mani calde percorrermi il corpo, le sento sulle tette e sui capezzoli ormai duri da impazzire, mi afferra la fica e mi penetra con le dita. Passa al solco tra le chiappe e mi forza il buco del culo, in realtà c'è poco da forzare, perchè cede subito.
Io cerco di liberare, dai pantaloni, il cazzo dell'uomo: ho voglia di prenderglielo nella mano, di succhiarglielo.
Dopo aver soddisfatto questi miei desideri, mi stendo sul materasso e apro le gambe. 
Lo sento penetrare nella mia fica, resa scivolosa dalla copia di umori che ho emesso, dal nostro primo contatto in metropolitana
La sua irruenza accresce la mia eccitazione, grido:
"Sbattimi, fottimi, riempimi di sborra, ancora così più forte, non ti fermare"
L'uomo mi fotte senza pietà, mi chiama troia, puttana, zoccola. mi piace!
Precipito in lungo orgasmo che mi lascia senza forze.
Lo sento ansimare. I suoi movimenti mi sborra più fluidi e finalmente mi sborra nella fica, per me è un nuovo orgasmo.
Il piacere mi ha sfinita e anche lui si abbatte su di me.
Quando mi riprendo, succhio il suo uccello e lo ripulisco con la lingua.
Si riveste e anch'io lo imito, mi chiede il numero di cellulare, glielo nego. 
Si arrabbia, mi prende per un braccio e mi sbatte fuori e Grida:
"Vattene zoccola, se ti riprendo... "
Dalle finestre dalle case vicine, molti assistono allo spettacolo.
Mi allontano a piedi, poi telefono a mio marito, lui mi dice:
"Non faccio in tempo a prendere la macchina per venrti a prendere, chiama un tassì, ti aspetto a piazza *** "
Salgo sul tassì, intanto le forze mi sono ritornate e anche la voglia, guardo il conducente e penso di farmi sbattere anche da lui. Rinuncio perché non voglio far aspettare troppo il povero Gilberto. Pensi:
"Certo che un'altra scopata me la farei"
Arrivata in piazza *** , scendo, Gilberto è seduto su una panchina, appena mi vede gli ridono gli occhi, lo abbraccio e lo accarezzo sui capelli.
Decidiamo di andare in una sala da thé nelle vicinanze, per stare un po' insieme.
Mi sento un po' giù, ordino un cocktail, poi un'altro, me ne scolo cinque o sei e più sono sbronza piu mi stringo a Gilberto, ubriaca gli voglio un gran  bene.
Gli chiedo di raccontarmi una storia che ci riguarda, me l'ho sentita molte volte, ma non ho capito bene, mi pare una cosa troppo intellettuale, per una come me.
Voglio sentirla però, perché da quel momento è cominciata la nostra felicità
Gilberto, nei primi tempi del nostro matrimonio, non faceva la libera professione come adesso, era dovuto partire per lavoro, io ne avevo approfittato per portarmi qualcuno a letto.
Il servizio ferroviario era stato interrotto per la neve, Gilberto era tornato a casa e aveva trovato la porta della stanza da letto, chiusa.
In preda alla gelosia, aveva sbirciato dal buco della serratura e mi aveva visto a letto nuda con un tale. 
Stava soffrendo molto, poverino, quando alla vista del cazzo eretto del mio occasionale pertner, aveva desiderato toccarlo, baciarlo, leccarlo.
Gilberto andò in cucina a riflettere, lo trovai là quando il mio occasionale amante se ne andò.
Ero nuda disfatta dagli orgasmi, lui mi abbracciò, e mi disse:
"Amore mio, ho riflettuto, hai ragione tu, porta in casa chi vuoi, fai l'amore con chi vuoi, fai tutto quello che ti fa piacere"
Mi spiegò un'altra cosa, c'erano dei piccoli problemi tra noi: non mi piace farmi scopare da Gilberto e  troppo dolce e non mi dà i brividi di cui ho bisogno. Lui ha capito e ha rinunciato a avere rapporti con me.
E qui capisco poco, non si sentiva di andare con le altre donne, sentiva però bisogno di fare sesso, e ha ripiegato sui maschi, so che preferisce fare la parte della donna.
Mio marito è molto carino e per cui, molti uomini lo desiderano... Deve essere una vera goduria per loro metterglielo nel culo.
  


 

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Categorie: Racconti Cuckold