Quelle parole di mia madre mi hanno messo un po’ in difficoltà perché non ero abituata a dire le bugie e lei sembrava che avesse qualcosa di morboso per insistere così tanto ma alla fine non mi ha chiesto esplicitamente se avessi fatto sesso con qualcuno. Se fossi stata costretta avrei detto di averlo fatto con un fantomatico ragazzo il cui nome poteva essere un generico Mario.


A tarda sera ho sentito e visto Gino in chat sul tablet e subito mi ha passato Amina con cui ho avuto un lungo scambio con cui è riuscita a far esplodere il mio sesso in un orgasmo incredibile stimolando la forza della fantasia. Le mie dita sono passate sui tasti per scrivere l’inenarrabile.


Nell’oscurità sono bastati pochi tocchi sullo schermo per accendere i miei occhi. Con lei ho fatto sesso ma come se non mi fosse bastato, la vedevo eccitante e soprattutto eccitata; il solo sapere che lei mi vedeva ha risvegliato i miei sensi. Lei ha capito subito la mia voglia e mi ha scritto. Non la potevo ovviamente toccare ma mi è sembrato di percepire le sue voglie e le sue emozioni. Mi rendevo conto dalle prole che Amina aveva una forza sconosciuta ed un desiderio mi ha spinta un’altra volta nel suo mondo molto affascinante.


“Ti voglio. Vorrei che i miei desideri ti possano eccitare”


Ero stata sfacciata ma con lei le remore sparivano.


Amina mi ha risposto scrivendo “Una ragazza perbene cerca di mantenere il controllo e tu l’hai perso”


“Cioè?” rispondo ma lei non da seguito e mi ha scritto “Ti sto slacciando la camicetta. Non voglio che tu sia una ragazza perbene, voglio che tu abbia una nuova identità, lussuriosa, diretta e decisa a prendere il piacere che meriti, tu ora sai che non potrai controllare l’istinto, non puoi riuscire a controllarlo, ma la paura di non poter più tornare indietro ti accompagna in questo momento così come ti accompagnerà in futuro”


Mi ha preso alla sprovvista e non sapevo che dire, non sapevo come comportarmi. Sono rimasta ferma senza niente da dire ma molto sa pensare. I secondi sono passati e gli istanti si sono trasformati in minuti. La voglia è salita al top e la paura di essere scoperta da mia madre è stata grande. Mi rendevo conto per la prima volta che ero diventata una nuova giovane donna passionale, istintiva e mi sono posta delle domande “Cosa fare? Come comportarmi?”


Ci ha pensato la passione a distrarmi e prendere il sopravvento. Il mio cuore ha accelerato il ritmo e mi sono sentita come una ragazzina al primo appuntamento. Un calore ha pervaso la mia figa che, come fosse una macchia d’olio, si è estesa nel mio corpo arrivando al cervello.


“Eccomi!” è stata la mia risposta quando pensavo che lei non fosse più in chat. Con quella esclamazione non mettevo più limiti al nostro gioco ed ho chiuso gli occhi come in trance lasciandomi guidare dalle parole dei messaggi vocali che mi ha mandato ed ascoltato negli auricolari. Nell’ascoltarli ho chiuso per qualche breve istante gli occhi, ho immaginato la sua mano muoversi lentamente e slacciare, uno dopo l’altro, i primi bottoni della mia camicetta, mi è parso di sentire la sua mano sfiorare la mia pelle ed un brivido percorrere il mio corpo. Istintivamente ho aperto gli occhi e mi è sembrato di sentire il suo respiro sulla mia pelle.


“Sono con te, ci sei?” mi dice Amina che riprende a parlare.


“Sì, ti sento” ho replicato e tra di noi è come non fosse esistito più nulla, come se fossimo nella stessa stanza, uno accanto all’altra consce di quello che stavamo per fare: liberare il nostro istinto e godere.


Nella mia mente che non ho visto più il buio della stanza e neanche la luce azzurrognola dello schermo, ho immaginato la sua mano scorrere leggera sul mio collo, spostarsi in basso verso le mie tette.


Ho sognato di chinarmi per farle sentire il mio respiro stando alle tue spalle. Nella mia mente la testa di Amina si è inclinata leggermente piacendole il mio alito sul suo collo mentre la mia mano ha proseguito a giocare con la sua pelle avvicinandosi sempre più alle sue tette senza mai toccarle.


Ho immaginato la bocca di Amina aprirsi e aspirare profondamente il piacere che lentamente si era impadronito di lei.


Ero eccitata ed arrapata anche io ed in un istante le mie mani si sono insinuate sotto la bianca camicetta da notte, hanno afferrato le mie tette libere da ogni costrizione, ho stretto i capezzoli tra le dita e mi sono goduta la loro dolce pienezza, i capezzoli si sono irrigiditi, la respirazione si è fermata per un istante ed alla ripresa mi ha fatto ansimare.


Le mie mani hanno iniziato un lento e caldo movimento sulle tette giocando con i capezzoli stringendoli lentamente fino a procurarmi piccoli brividi di piacere. Il massaggio è proseguito per diversi minuti. 


Avevo perduto ogni controllo, Amina non esisteva più. La mia testa era piena di Gino ed allora ho spostato il piccolo e casto tanga bianco da notte non pensando ad altro che alle sue dita cercando le sensazioni che lui mi aveva dato facendo ripetere alle mie dita i movimenti che aveva fatto lui tra le mie grandi labbra giocando sul clitoride.


È riaffiorato di prepotenza il ricordo delle sue labbra appoggiate sulla mia pelle, il suo alitarmi sulla pelle, i baci sul collo. Il buio della mia camera ha favorito la formazione di immagini di Gino che continuava a slacciare la camicetta, bottone dopo bottone, a sfilarla e poi, dal basso, le dita si sono insinuate giù tra le gambe.


Ero eccitatissima e la voglia era dirompente.


Ho lasciato il tablet non curandomene più e sono corsa a regalarmi il piacere tra le gambe.


Avrei voluto che le sue labbra o quelle di Amina fossero lì con me a stuzzicare il collo.


Ho divaricato al massimo le gambe, un dito è affondato in me e ne l’ho fatto seguire da un secondo, erano l’indice ed il medio che scavavano nel mio intimo con la speranza di scoprire e regalarmi un orgasmo liberatorio.


La mia immaginazione mi ha fatto sentire una mia mano raggiunge quella di Gino che premeva fino a far entrare le mie dita nella profondità della mia figa non più vergine.


Il respiro si fa fatto nuovamente più affannato, gli occhi si sono aperti trovando il buio dandomi la sicurezza di giovane donne non più vergine che fino a pochi giorni prima non avevo.


aprono e si chiudono al ritmo di quella semplice quanto coinvolgente …


Ho continuato da sola la penetrazione, il ritmo del mio cuore e della masturbazione erano diventati incessanti e continuavano a crescere.


Le mie narici sono diventate sensibilissime e mi è parso di sentire l’odore del sesso di Gino ed anche quello molto diverso di Amina che ci guardava.


Ho ricordato quando lui mi ha appoggiato il suo sesso, lungo e turgido alla mia guancia avvertendo per la prima volta l’odore del suo desiderio di maschio che si era fatto strada nelle mie narici un attimo prima che girassi la testa per appoggiare le mie labbra al suo glande. 


Ho rivisto lo sguardo di Gino ed i suoi occhi che cercavano i miei, forse in cerca del mio consenso di ragazza perbene, oppure forse in tono di sfida per la nuova donna che si stava impadronendo di me.


Ma la voglia di avere un orgasmo e di sesso non mi ha dato tregua. Mentre le mie dita sono sul clitoride a titillarlo sempre più furiosamente andando anche dentro senza un ritmo, ho desiderato avere tra le labbra, che si schiudevano e si richiudevano, il suo glande, succhiandolo, assaporandolo, godendo del suo sapore e della sua consistenza.


Senza che me sia accorta le mie dita dentro di me sono diventate tre e subito dopo si è aggiunto un quarto dito mentre il ritmo è aumentato.


In pochi istanti il ritmo del mio respiro si era fatto alto, dalla mia gola sono usciti gemiti di piacere dovuti ad una maggiore stimolazione del clitoride e una più profonda penetrazione delle dita.


Senza curarmi di chi potesse sentirmi, i sospiri si sono trasformati in ansimi ed infine quegli ansimi in grida.


Intanto l’altra mano è corsa a stuzzicare i capezzoli.


Ho proseguito così fino a quando dalle mi labbra non è uscito un urlo di piacere e dal mio sesso gli umori dell’orgasmo.


Lentamente i respiri ed i battiti hanno decelerato e mi sono ritrovata sola ma felice e sodisfatta di esserci riuscita senza Gino e senza Amina.


Ho riaperto gli occhi e mi sono ritrovata a leggere i commenti della chat. L’imbarazzo della ragazza perbene che ero è riaffiorato.


Mi sono detta “Che cosa penseranno? Che figura!”


È stata Amina a tranquillizzarmi “Nessuna figura, nessun giudizio, tranquilla. Nessuno, all’infuori di te può soddisfarti! Ricordalo sempre” subito seguite da “Alla prossima, Cocca bella!” a cui rispondo “Alla prossima, Cioccolatino” ed ho aggiunto “Grazie”


Subito mi è venuto da dormire e mi sono risvegliata a metà mattina, mi sono vestita in modo diverso ai giorni precedenti mettendo in evidenza le forme del mio corpo. Mio padre diceva di non gradire che indossassi quei vestiti che erano decisamente aderenti alla mia pelle. Stavolta non ho indossato reggiseno e le mutandine da liceale le ho sostituite con un tanga pur sapendo che non era di moda ma non avevo altro. Lui era fuori città e sarebbe rientrato la sera tardi, lo aveva detto la sera prima a cena. Volevo fare una sorpresa alla mamma tornando a casa con un regalo nel giorno del suo onomastico. Sono entrata in casa silenziosamente ma quasi subito ho sentito dei gemiti provenire dalla sua camera. Mi è venuto da pensare che stesse male ma non mi sembravano gemiti di dolore ma di piacere. Ho supposto che si stesse masturbando ed il solo pensiero ha fatto salire il mio livello di libidine. Mi sono avvicinata alla porta appena socchiusa e ciò che ho mi ha sorpreso e lasciato senza fiato.


Mia madre era nuda sul letto e su di lei lo zio Gino che la stava penetrando quasi brutalmente. I suoi colpi intensi facevano gemere di continuo la mamma, sembravano gemiti più di dolore che di piacere e poi ne ho capito la ragione.


Mentre osservavo la scena ed avevo già messo una mano dentro i leggings ed anche dentro il tanga andando dritta sul grilletto, Gino si è sollevato estraendo un cazzo dalle dimensioni da fare invidia ad un negro che giustifica i lamenti di mia madre quando entrando a fondo nella figa le toccava il collo dell’utero. 


Nonostante fossero passati solo quattro giorni da quando mi aveva sverginato, non ricordavo che lui avesse un cazzo di quelle dimensioni e solo dopo ho intuito che avesse spalmato qualcosa per farlo ingrossare.


Le mie dita stavano giocando con la mia figa e, stando in piedi, piegavo le ginocchia sperando di non cadere a terra per effetto delle scariche di adrenalina mentre seguivo la scopata che mia madre ed il mio fidanzato si stavano facendo. Intanto per non farmi né vedere né sentire, ho levato le scarpe ed avevo ai piedi solo i fantasmini.


Mi ha sorpreso udire Gino dire, mentre le stava infilando nuovamente il cazzo nella figa ”Adesso ti sborro nuovamente nella pancia e speriamo che sia la volta buona che rimanga incinta. Lo sai che voglio un figlio da te! Uno non mi è bastato”


A quelle parole mi sono ricordata che avevo sentito dire, prima che divorziassero, che la moglie di Gino era sterile.


‘Uno non mi è bastato?’ che cosa stava dicendo?


Quelle parole mi hanno colpito ma la scena era troppo erotica e non ho riflettuto.


I gemiti ed i rantoli di Gino che sborrava nel ventre di mia madre mi hanno riportato alla realtà.


Si agitavano entrambi, io ero eccitata e per sgrillettarmi sono cappata di corsa in punta di piedi.


Nei giorni che seguirono, dalla finestra ho visto l’auto di Gino parcheggiata sotto casa ed ogni volta sono andata di soppiatto ad appoggiare un orecchio alla porta o sulla parete per ascoltare sentendoli sempre scopare.


Dopo cica due mesi, mentre eravamo tutti riuniti per un pranzo domenicale a cui era invitato anche Gino, mia madre ha dato la notizia della sua gravidanza. Mio padre ha sorriso ed ha detto felice che si era ‘distratto’ e che le distrazioni si pagano aggiungendo che anche io ero stata una distrazione, una bellissima distrazione.


Non ero dello stesso parere ed ho pensato che il cazzo di Gino aveva funzionato a dovere.


Il rapporto con Gino non si era interrotto ma proseguiva in gran segreto di tutti in famiglia ed io me lo tenevo ben stretto perché stare con lui era vivere una favola.


Al termine del pranzo Gino ha detto che sarebbe andato due settimane alle terme e, come sempre, ha chiesto se potessi andare con lui. Mio padre ha detto che non poteva permettersi di pagarmi il soggiorno ma lui si è quasi offeso perché era lui ad invitare me e quindi ero sua ospite; mio padre non ha avuto altro da dire ed ha acconsentito. Ero la ragazza più felice della Terra perché avrei potuto stare con il mio amore, con colui che mi ha sverginato, per ben due settimane e non per tre giorni.


Gino aveva 48 anni ed era un tipo sportivo di bell’aspetto ed anche affascinante.


La sera siamo partiti ma non siamo andati alle terme “L’idea di andare alle terme era una scusa per andare in villa al mare. Ti va?”


“Certo che mi va! Io con te sto sempre bene” gli ho dichiarato.


Appena entrati in casa mi ha meravigliato che fossero già aperte le finestre e che le luci fossero accese.


“È venuta Lucia prima di noi per un servizio fotografico, forse è nello studio ad esaminare le foto ed i filmati fatti” mi ha risposto lui ed improvvisamente mi ha preso in braccio lanciandomi sul letto. ”Ma che vuoi fare?” ho gridato”


”Adesso lo vedrai” ha risposto e si è spogliato mettendo in mostra quel cazzo che già avevo visto all’opera. Era grande e me lo ricordavo più piccolo, invece sembrava una mazza.


Sono rimasta sul letto quasi paralizzata ma la voglia di essere scopata era tanta e mi sono lasciata togliere il perizoma senza reagire e poi ho levato il vestitino restando nuda non avendo indossato reggiseno.


Guardavo quel cazzo che aveva fatto gemere molto mia madre e speravo che a breve avrebbe fatto gemere anche me.


Gino è salito sul letto, si è messo a cavalcioni sulla mia pancia, ha messo il cazzo fra le tette e l’ho avvolto solo in parte essendo ancora non grosse.


Lui lo ha fatto scorrere ed il glande è arrivato a toccarmi le labbra che per istinto ho aperto invitandolo.


Lui non si è fatto pregare ed in breve me lo sono trovato dentro la bocca.


Nella mia bocca nessun cazzo era mai entrato ma avevo visto molti filmati su internet e sapevo cosa fare.


Mi sono quasi smascellata per accogliere quel glande fino in gola, mi ha causato dei conati di vomito e questo non me lo sarei aspettato perché nei video visti le ragazze non li avevano. Alle prime penetrazioni mi è mancata l’aria e l’ho fatto levare quasi subito ma lui ritirandosi un po’ mi ha detto di respirare con il naso per evitare i conati e l’asfissia ed ha aggiunto “Non saranno sempre così delicati”. A chi si riferisse in quel momento non l’ho capito, presa com’ero dall’amore per lui.


Gino è sceso dal letto, mi ha afferrato le gambe per tirarmi sull’orlo; i miei umori avevano bagnato la figa essendo l’eccitazione alle stelle e quando ho sentito la cappella appoggiarsi all’ingresso della figa le cosce hanno iniziato a tremare per il piacere come se stessi per venire. Il piacere è aumentato sempre più sentendo la cappella farsi largo nella figa che si adattava man mano che mi penetrava. Non mi interessava che quel cazzo fosse entrato molte volte nella figa di mia madre che ne ha ricevuto anche la sborra. A me interessava che mi chiavasse e non aspettavo altro. 


Dopo avermi leccato la figa facendomi impazzire quando mi ha leccato i clitoride, mi ha spinto il cazzo dentro la figa fino a quando non ha sentito, ma l’ho sentito anche io, che mi toccava l’utero.


È stato quello il segnale dell’inizio di una scopata con cui mi ha fatto gemere ad ogni colpo profondo. Per quanto mi abbia aperto ulteriormente dopo la prima volta in cui mi ha sverginata non lo so proprio perché mi è sembrata una cavalcata molto lunga al termine della quale Gino, dopo averlo ben piantato che di più non poteva, si è fermato e guardato negli occhi dicendo ”Chissà se questo cazzo ti darà anche un figlio?” e subito dopo ho sentito il calore della sborra che stava invadendo la vagina provocandomi un intenso orgasmo. Il piacere provato è stato davvero tanto. Lui teneva il cazzo dentro di me senza quasi muoversi forse per far combaciare la bocca dell’utero con il foro dell’uretra da cui usciva la sborra.


Ho accettata di buon grado di farmi inseminare perché sapevo che i giorni fertili erano passati e che la possibilità di attecchimento erano praticamente nulle.


“più tardi te lo metto anche in culo. L’ultima volta te l’ho allargato bene e non dovrebbero essere problemi, vero?”


“Sì amore. Te lo darò volentieri”


Era vero. A casa prima di addormentarmi me lo sono toccato sempre in ricordo della notte in cui me lo ha aperto per la prima volta con grande piacere da parte di entrambe.


Passai 2 settimane come una sposina, mi scopava tutte le mattine sborrandomi dentro anche 3 volte, 


Finita la scopata mi ha chiesto se volessi andare a cena nel solito ristorante. A me non è parso vero ed ero contentissima perché la volta scorsa avevo mangiato bene e per di più c’erano dei bei ragazzi che mi riempivano gli occhi con la loro bellezza.


Dopo cena abbiamo fatto una passeggiata nel centro della cittadina ed ho curiosato nei negozietti finendo per entrare in uno di loro che vendeva abbigliamento, lingerie, costumi e piccoli oggetti di bigiotteria.


Gino si è diretto verso una rastrelliera a muro con catenine e braccialetti.


Il negoziante, un uomo oltre la cinquantina, aveva sul bancone alcuni mini completini intimi e sexy che alcune clienti avevano voluto vedere ma che poi non hanno acquistato.


Mi sono avvicinata per curiosare e lui mi ha sorriso ed o ho fatto altrettanto. Lui notando che guardavo un perizoma che stava ripiegando, mi ha detto “Starebbe molto bene sul suo corpo, non crede?”


Ho annuito sorridendo, mentre Gino aveva scelto un braccialettino sulla rastrelliera e si è avvicinato a noi. Gli ho detto per scherzo “Mi regaleresti questo completino intimo?” ed il negoziante mentre parlavo e guardavo Gino, lo ha riaperto e lo ha mostrato sollevandolo per aria e deponendolo sul bancone.


Praticamente era un triangolo in pizzo traforato estremamente sexy e un reggiseno anch’esso di pizzo con coppe a mezzaluna.


Il negoziante si è allontanato per qualche istante per cercare qual cos’altro da propormi e Gino mi ha bisbigliato “È da puttana ma ti ci dovrai abituare“


Mi sono sentita offesa ma non troppo da quelle parole e per rimarcare la diversità di chi potesse indossare quegli indumenti ho risposto ”Io sono una ragazza seria e spero che tu non dica sul serio”


Il negoziante ha sorriso facendo finta di nulla, in realtà aveva ascoltato divertito ed anche se bisbigliavamo aveva capito tutto.


Gino ha ribattuto che mi sarebbe stato molto bene ed ha informato l’uomo che io intendevo acquistarlo.


All’uscita dal negozio Gino mi ha detto subito, affrontando l’argomento, che lo avrei indossato per lui in privato in camera sua e che il mio corpo non aveva niente da invidiare a nessun’altra ragazza, neanche alle puttane a cui lui aveva accennato.


“Ci mancherebbe altro” ho risposto infastidita ”Non paragonarmi a una di loro. Figuriamoci se metto quelle cose lì nella vita di tutti giorni. Tu mi vedresti con indosso quella lingerie mentre sono a scuola o all’università?”


“Ebbene sì! Non c’è nulla di male ad indossare quei capi o qualcosa di simile. Tu sei sempre bella ed hai un corpo eccitante e attraente. A parere mio dovresti esporlo come fosse un’opera d’arte“


“Piantala!” ho sussurrato poco convinta ed un po’ imbarazzata ma avrei voluto discutere con lui di lingerie ed anche di quel tipo di donne. Quella discussione mi aveva eccitato  e lui ha dato l’impressione di averlo capito.


Gino ha insistito ed io gli ho detto sorridendo in segno di resa “Se lo compri non lo metterò mai!”


“Neanche in privato solo per me?”


“Nemmeno!” ho replicato facendo la smorfiosa. Lui mi ha sorriso ed ha capito il mio gioco. Stavo tentando di sedurlo ed ho ceduto un attimo É molto sexy” e lui prontamente “E se te lo chiedessi come prova d’amore, lo metteresti per me in camera?”


La risposta non c’è stata perché il negoziante ha interrotto la nostra discussione ed ha preso dalla mia un braccialetto che a me piaceva.


”Molto bello!” ho detto ma lui non era dello stesso parere “ Certamente ma non come te! Non è degno della tua bellezza, né di accarezzare la tua pelle. Per te ci vuole qualcosa di speciale, che si intoni con il tuo fascino ed anche con il tuo animo”


Quelle parole del negoziante mi hanno messo in imbarazzo e lui subito ha aperto un cassetto estraendo un bracciale molto più bello e raffinato di quello che avevo poco prima tra le mani.


Era un bracciale dorato formato da due spirali a forma di serpente per formare una esse ed agganciata una medaglietta anch’essa dorata, anche la coda del bracciale formava una piccola esse.


Il negoziante mi ha spiegato che poteva essere portato sia come braccialetto largo al polso o indossato come bracciale aderente a metà braccio.


L’ho guardato con attenzione affascinata dalla bellezza ed incuriosita dalla testa di serpente rivolta in alto a formare una esse.


Il negoziante mi ha fatto osservare che quella esse era di buon auspicio poiché poteva essere l’iniziale di un nome ma poteva significare qualcos’altro.


“Cioè, ad esempio?” ho chiesto incuriosita.


La risposta è stata laconica “Lo scoprirai da sola portandolo al braccio”


Ho poi guardato la medaglietta ed i segni incisi che formavano un’immagine inconsueta che sapeva di misterioso e di enigmatico.


Il negoziante mi ha preso alla sprovvista e mi ha detto “Posso?” e me lo ha infilato nella mano spingendolo in su portandolo a metà braccio sul bicipite e lo ha fermato quando lo ha sentito aderente alla pelle. Era vero che mi stesse molto bene ed ha insistito nel dire che era un ottimo ornamento per una ragazza seducente come me e mi ha spiegato che nell’antica Roma era portato al braccio come segno distintivo.


Sapevo dagli studi fatti che le ancelle nelle case patrizie ne portavano almeno uno in quella posizione per distinguersi.


La storia che avevo studiato ed anche il latino imparato al liceo mi rassicuravano e mi hanno fatto venire in mente una domanda “Diverrò anche io un’ancella se Gino lo acquisterà per me?“


L’essere sua ancella con totale devozione ai suoi desideri era eccitante e già mi sentivo tale al solo indossare per prova quel bracciale.


Pochi istanti dopo il negoziante ha fatto sfoggio della sua cultura spiegando che la medaglia raffigurava un simbolo di appartenenza con cui immedesimarsi ed anche simbolo di profonda passione, che rappresentava il sacrificio del proprio corpo per la felicità, devozione e vincolo ad altri.


Gino ha chiesto il prezzo ed il negoziante ha fatto una proposta: se Gino avesse acquistato il completino il bracciale lo avrebbe regalato.


Nonostante non portassi quel genere di intimo, Gino ha deciso “Va bene, prendiamo il completino sexy e così avrai anche il bracciale“


Tra me dicevo “Tanto non lo metterò mai!” però ho tenuto su il bracciale.


Il negoziante ha messo la lingerie acquistata in una busta di plastica e mi ha guardata insistentemente in viso fino a farmi diventare rossa perché mi quell’oggetto e l’atmosfera che si era creata mi dava un sottile piacere erotico.


Usciti dal negozio mi sono guardata il bracciale e la medaglia dorata che luccicavano sul braccio. Era davvero molto bello ed elegante e mi dava un tono di sensualità.


Camminando ho preso Gino sottobraccio e gli ho chiesto “Chissà cosa avrà voluto dire il negoziante con quelle parole di appartenenza, vincolo e devozione”


“Mah! Non so! Sono argomenti per vendere. L’unica persona a cui appartieni sono io. Avrà voluto dire che appartieni a me”


Ero veramente felice e spensierata.


Tornati a casa ci siamo preparati per la notte, io e Gino ci siamo abbracciati e l’ho baciato. Lui mi ha chiesto di indossare la lingerie acquistata ma ho risposto subito di no.


Gino ha insistito chiedendomi di farlo per lui facendo una piccola trasgressione.


”Te l’avevo detto di non acquistarlo che non l’avrei mai messo!” ho risposto ironica.


“Dai, siamo soli io e te, dai! Indossali per me!” e vista la mia titubanza “Sarai ancora più bella e sexy. Sono già eccitato, guarda!“ ed ho abbassato lo sguardo ed ho visto il gonfiore del suo cazzo che spingeva con forza e poi per invogliarmi provocatoriamente ha detto“ Non hai visto come ti guardavano per strada in centro?”


“Chi?” ho chiesto fingendo di non essersene accorta.


“In molti ti guardavano con insistenza desiderandoti e stavano anche spogliando con gli occhi!” e si è avvicinato eccitato, mi ha baciato e all’improvviso ha infilato una mano dentro lo slip ed è sceso fino alla figa accertandosi con le dita che stessi producendo umori, con l’altra mano è andato su una mia mammella per stringere i miei capezzoli turgidi.


“Sei eccitata anche tu!“ ha esclamato ed abbassando ancora di più la voce “Di chi è il merito? Del negoziante, del completino o di quelli che ti guardavano con insistenza per strada?” e dopo qualche istante “Indossalo, fallo per me!” quasi implorandomi.


“Non mi piace mettere queste cose, lo sai, non dovevi acquistarlo!“


Ero testarda ma era falso perché a me quel completino piaceva moltissimo e poi con quel bracciale mi sentivo tutta sua.


Lui sembrava si fosse arreso e si è messo sotto le lenzuola facendo l’offeso.


Io sono andata in bagno senza dirgli niente ed ho indossato quel completino indossando anche scarpe a tacco alto e zeppa. Sembravo una vera escort.


Mi sono messa davanti ai suoi occhi che erano aperti e subito lui si è consolato regalandomi un bel sorriso.


“Ecco come ti vorrei!” ha esclamato “Lo sai che ne indosserai tanti di questi capi ed anche di molto più belli e preziosi”


“Perché? Dove dovrei indossarli a davanti a chi?” ho chiesto.


“Ora non te lo dico ma presto lo saprai, te ne parlerà Lucia.


Gino ha allungato una mano e mi ha fatto stendere sul letto.


Sdraiati sul letto abbiamo deciso di guardare un porno ed ha deciso lui quale.


Era completamente diverso dalle categorie che io vedevo in segreto a casa: era un threesome, sesso a tre con due ragazzi di colore e una donna di carnagione chiara.


Ero senza parole non solo per il video ma anche per i cazzi enormi che avevano. Erano belli grossi ed ho supposto che potevano avere un diametro di 6 centimetri e circa venti di lunghezza. I corpi di quei ragazzi erano bellissimi, alti e muscolosi.


All’inizio del video la ragazza si è messa in ginocchio per succhiare con maestria i due cazzi i quali essendo enormi non riusciva a metterli bene in bocca.


Per un attimo mi sono chiesta il perché Gino avesse scelto proprio quella categoria ma ero troppo eccitata per farmi simili domande.


Uno dei due ragazzi ha preso la ragazza e gli ha messo il cazzo nella figa. Quella penetrazione mi ha lasciato senza parole perché era entrato tutto senza difficoltà al primo tentativo.


La ragazza ansimava per ogni botta che riceveva dal ragazzo che la chiavava e lei, allo stesso tempo, non smetteva di succhiare.


Dopo un po’ il ragazzo che si è fatto succhiare il cazzo si è sdraiato' sul letto. La ragazza ha smesso di farsi scopare dall’altro e si è impalata sul cazzo enorme del ragazzo sdraiato il quale aveva il cazzo di circonferenza un po’ maggiore dell’amico ma, poiché era stata appena allargata, a lei è entrato perfettamente riempiendola tutta.


?e stato in quel momento che mi sono sentita toccare ed ho visto che Gino aveva il cazzo svettante e mi ha detto "Vedo che il video ti sta piacendo, sei bagnata ed anche bollente"


Non sapevo che dire ma non ero in imbarazzo, mi piaceva vedere Gino e mi è tornata in mente l’immagine di mia madre scopata da lui ed anche le parole intercorse fra loro.


Gino stranamente sorrideva ed io non capivo che cosa gli stesse passando per la testa.


Mi ha detto di continuare a guardare il video.


Ho visto la ragazza con la figa lucida e tutta bagnata per l’eccitazione. Il cazzo del ragazzo di colore era diventato bianco per qualcosa che aveva cosparso sopra e che non capivo cosa fosse ma intuivo essere un lubrificante.


Quelle immagini mi hanno arrapato molto perché non avevo mai visto video porno con altre persone e Gino era il primo dandomi una strana fiducia che mi faceva sentire libera e sfrontata, in quel momento mi sentivo di chiedergli di scoparmi da dietro per non perdermi nessuna scena ma non volevo fare la figura della troietta e mi sono limitata a toccarmi lievemente e lentamente tra le gambe per darmi un po’ di soddisfazione.


Una una scena del video mi ha lasciato davvero senza parole. Infatti un altro ragazzo si è messo sopra la ragazza e l’ha penetrata nel culo scopandola entrambi. Avrei pensato che dovesse urlare per il dolore di essere aperta in due invece erano forti urla di piacere.


Ho portato la mano alla bocca per non far vedere la mia bocca aperta per la meraviglia ma in quel momento non vedevo la ragazza ma vedevo me in mezzo a quei due cazzi neri con figa e culo impegnati da due cazzi enormi con tanto di sperma dentro.


A video finito ero eccitatissima.


Gino era molto eccitato, mi guardava con occhi maliziosi.


L’ho guardato fisso e, non so perché, gli ho detto-" voglio che riempi di sborra" e non c’è stato neanche il tempo di dirlo che mi ha preso per i capelli, mi ha messo alla pecorina e mi ha scopato in culo.


Era il luogo che a lui piaceva maggiormente perché il suo cazzo era stato lì già tante volte mentre nella figa, nonostante mi avesse sverginata, era entrato solo tre o quattro volte, comunque ero eccitata e mi è piaciuto accoppiarci anche così.


Mi ha scopato con violenza.


Con una mano mi ha toccato la figa tutta bagnata e mi ha detto "Qui ci starebbe un altro cazzo. Se fosse dentro faresti un lago sul letto!"


Mai lo avesse detto! Ho scoperto all’istante che mi sarebbe piaciuto, anzi lo desideravo!


Tra respiri profondi, trattenute del fiato ed urletti miei, gli ho risposto "Sì! Lo voglio! Nella figa e nel culo! Però adesso riempimi il culo di sborra"


Lui ha proseguito la scopata ed ho stretto un po’ lo sfintere ed ho sentito il suo cazzo pulsare.


Mi sentivo piena e pensavo che lo sarei stata di più con un cazzo anche nella figa e Gino nel culo.


Le scene di sesso del video non erano finite, nel filmato seguente non si vedeva il viso della donna che non era una ragazza ma una donna matura apparentemente di circa quarant’anni 


Quelle scene di sesso hanno fatto salire la pressione anche a Gino che mi scopava guardando anche lui. Il suo cazzo era diventato veramente duro.


Con la coda dell’occhio ho visto che la porta della stanza era rimasta socchiusa e dietro c’era Lucia che mi guardava con gli occhi presi dalla libidine.


In quel momento mi sono sentita come pietrificata, nessuno mi aveva mai visto fare sesso con Gino. Lucia, vistosi scoperta, pian piano si è avvicinata “È così che si scopa, vero, guardando film porno e facendoti inculare? Brava! E tu mio bel maschione non è che ti degni di farmelo sapere!”


Incredibile ma vero, la presenza di Lucia invece di disturbarmi mi ha eccitato e tranquillizzata.


Lei si è avvicinata a Gino e si sono limonati per un po’ mentre lui ha proseguito la scopata con me.


Poi Lucia si è seduta sul letto e mi ha detto “Ti piace essere aperta in culo e sfondata. Mi fa piacere. Ora puoi capire che essere inculate è un gran vantaggio ed anche un bel valore”


Rivolgendosi a Gino gli dice “Vieni qua tesoro mio” ed estrae il cazzo dal mio culo facendo un rumore di bottiglia stappate, prende il cazzo in mano e lo stringe forte. Gino si abbandono sul letto e la lascia fare, io guardo attonita ed eccitata nella speranza di averlo nuovamente dentro ma lei si sbottona la camicetta ed escono le sue belle tette. Con un rapido movimento si solleva la gonna, si sposta le mutandine e se lo mette a smorza candela andando su e giù.


Lei è molto eccitata, la trasgressione di un rapporto con me che guardo è sconvolgente per tutti e poiché è brava nel muoversi Gino schizza velocemente nella sua figa.


Appena colui che era il mio amore finisce di sborrare, Lucia si rivolge a me per dirmi “Tesoro bello, non ti preoccupare, la prossima volta sarà molto più bello!”

Visualizzazioni: 6 625 Aggiunto: 3 anni fa Utente:
Categorie: Etero Trio
Tag: Culo Sarde