Quella che state per leggere è una storia vera, completamente vera, senza nessuna aggiunta di fantasia. E se avrete voglia e pazienza di leggere, capirete che non c'è bisogno di aggiungere nulla alla realtà. E' la storia di una svolta, della trasformazione di un matrimonio. Perchè a volte si giunge a un bivio: o si ha il coraggio di cambiare, o c'è la separazione per logoramento. E nel nostro caso il cambiamento è stato radicale e per questo è stato necessario molto, molto coraggio.


Avrete capito che in questa storia il sesso, pur essendo centrale, non è il solo argomento trattato. La cosa principale sono le emozioni, i sentimenti, le sensazioni forti, la complicità. Ma lo scoprirete.


Siamo una coppia di coetanei, 42 anni, ci siamo conosciuti a scuola e lei, Monica, è diventata la mia ragazza da quando avevamo 15 anni. A 26 le nozze, dieci anni dopo l'inizio della svolta che state per leggere. Lei è una bella donna, non la classica bona tutta curve ma piuttosto un tipo fine, alta 1,67, mora, capelli lunghi lisci con frangia, seno piccolo, una seconda scarsa, molto carina di viso.


Il nostro rapporto, fino a sei anni fa, era stato caratterizzato dalla mia fortissima gelosia, dall'eccessiva possessività, che ha rischiato di farlo naufragare. Per fortuna questo non è successo, ho avuto il merito di riuscire a imprimere per tempo la svolta necessaria. Mia moglie è interprete di francese e inglese, il suo lavoro consiste soprattutto in traduzioni di carattere tecnico, per cui è spesso in contatto con aziende. Spesso le è stato richiesto di lavorare dal vivo a degli incontri, di tradurre conversazioni sul momento, ma questo le avrebbe richiesto di spostarsi e a volte di viaggiare, assentarsi, e io non gliel'ho mai consentito. Sempre a causa della mia soffocante gelosia.


Mi era insopportabile vederla parlare con uomini che spesso la guardavano con desiderio e questo mio aspetto caratteriale è stato più volte causa di violenti litigi. Fino all'orlo della separazione. Non sapeva, però, Monica, che spesso i suoi innocenti rapporti con l'altro sesso proseguivano nella mia fantasia con lei che si concedeva e che queste fantasie mi provocavano violente erezioni che il più delle volte trovavano sfogo nelle mie mani, in bagno o sotto la doccia. Nella mia mente Monica che spompinava un dirigente d'azienda, Monica presa a pecorina dal vicino di casa, Monica palpeggiata sul bus, Monica, il mio amore di tutta la vita, una troia.


Ho lottato a lungo contro queste fantasie, le ho represse sotto la spinta dei condizionamenti sociali, dell'educazione, del pensiero delle corna come estrema vergogna (così mi avevano insegnato), e le ho trasformate nella patologica gelosia che vi ho descritto. Quella stessa gelosia che aveva trasformato in un inferno le nostre vite e il nostro matrimonio, arrivato ormai sul punto di rottura, fino a quel violento litigio, fino a quella sera in cui lei mi disse che l'indomani avrebbe parlato con un avvocato per avviare le pratiche per la separazione.


Fu allora che in me scattò la molla e che le dissi: “Monica, andiamo a letto. Devo raccontarti un episodio di tanti anni fa, ma a freddo me ne manca il coraggio. Ti dirò tutto a letto, mentre lo facciamo. Magari rischierò di peggiorare la situazione, ma potrebbe anche farci tornare vicini”.


Lei mi seguì, dubbiosa e perplessa, ma mi seguì. E fu allora che le raccontai dell'unica volta in cui, in qualche modo, avevo lasciato che le mie fantasie da cornuto avessero la meglio e diventassero realtà. Le dissi di quella volta in cui, avevamo 17 anni, eravamo al parco, appartati. Io appoggiato con la schiena contro un albero, lei abbracciata a me. La baciavo e le strofinavo il cazzo tra le cosce, sotto la gonna sollevata. Lo facevamo spesso in quel modo e in quel posto: non avevamo ancora la macchina, non avevamo la casa a disposizione e all'epoca si andava a pomiciare al parco. Quella volta però vidi qualcosa muoversi dietro la siepe di fronte a me, a una decina di metri di distanza. Era un guardone. Mentre raccontavo a mia moglie quest'episodio di tanti anni fa il solo pensiero mi aveva provocato la solita violenta erezione e avevamo cominciato a scopare, alla missionaria, e io alternavo le parole con la lingua nella sua bocca.


Anche lei era molto più ricettiva del solito, la sua fica era un lago. Aveva ormai compreso che stavo per confidarle un segreto eccitante e sconvolgente e prendeva il cazzo con voglia, mi chiedeva di proseguire. E allora le dissi di quando il mio sguardo incrociò quello del maschio che ci guardava, di come lui, accortosi che io continuavo senza reagire lo sfregamento del mio cazzo contro la fica di Monica, cominciò a segarsi allo scoperto. Di come mi mostrasse la sua cappella gonfia per te, Monica. Del momento in cui mi fece cenno di sollevare la gonna della mia ragazza, ignara di tutto, per fargli vedere bene il culo. Di come io ubbidii, con la scusa di palparle le natiche. Lui si avvicinò allo scoperto, a pochi metri da noi, per vedere meglio, si segò il cazzo, notevole, fino a schizzare più volte il suo seme denso guardando il culo della mia fidanzata. Poi si rimise l'uccello nella patta, mi fece un cenno di saluto e volò via.


Nel sentire quelle parole Monica venne, venne violentemente e mi disse: “E tu saresti quello che mi ha reso la vita impossibile per la gelosia? Tu in realtà sei un cornuto”. Sentendola parlare così non seppi più trattenermi e la riempii con il mio sperma. Fu bellissimo, meraviglioso, travolgente. Non era mai stato così bello.


E fu allora, con il mio cazzo che cominciava ad afflosciarsi nella sua fica, che le dissi: “Ti libero, Monica. Restiamo insieme, da oggi sarà tutto diverso. Potrai essere te stessa e fare quello che vuoi. Niente scuse, niente bugie, potrai sempre dirmi tutto, proviamoci.”


Lei mi disse di sì. Sì, proviamoci. Ma io sarò molto, molto diversa dalla Monica che conoscevi. Nei suoi occhi vidi una strana luce. Era la luce di chi voleva riprendersi la sua vita, vivere le esperienze perdute in questi lunghi anni per colpa mia, conoscere altri maschi. Ma questo lo capii successivamente.


Andò così. Ma i particolari dei tempi che seguirono saranno oggetto di altri capitoli di questo racconto, se capirò che vi sarà piaciuto.


Graditi commenti sia qui sul sito, che alla mia mail curioso65na@gmail.com

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