Irina è da più di cinque anni la mia governante. Di origine georgiana, è una gran bella donna, quasi cinquantenne, con pochi grilli per la testa e la grande speranza di poter portare sua figlia in Italia definitivamente. Infermiera di formazione, è stata sposata con un medico che quando era ubriaco la picchiava e che si è dissolto nel nulla dopo la nascita della loro figlia Katarina. Perciò si è ripromessa di non avere più storie fisse con gli uomini e di voler vivere la sua vita in tutta libertà.


Poco dopo che l’assunsi, mi raccontò dei suoi passati da infermiera e ovviamente, portai il discorso sui clisteri nel suo paese dove, sono cosi venerati da addirittura dedicargli una statua gigantesca all’uscita dell’ospedale russo di Zheleznovodsk.
Mi disse che il klizma, come lo chiamano loro, è un vero toccasana perché risolve e previene molte malattie che altrimenti costerebbero denaro e tempo per risolverle. Gli spostamenti nell’ex Russia rurale, erano quasi impossibili e perciò andare dal dottore era una sfida quasi impraticabile . Il klizma perciò era diventato il rimedio ricorrente. Lei stessa ne aveva praticati a centinaia nella sua veste d’infermiera.


Irina, sapeva benissimo della mia passione e piacere verso i clisteri. Aveva pulito e riassettato più volte tutto il mio materiale che ogni volta doveva essere disinfettato per diverse ore a bagno nell’Amuchina.


Così una volta che era un po’ su di giri, a Irina piaceva condividere con me qualche buon bicchiere di vino, mi disse se volessi che mi desse dei klizma alla georgiana…. Sorrisi per la sua battuta e accettai alla sola condizione che io poi avessi potuto restituire il piacere con un Clistere all’italiana.
Irina rispose “Ma certooooo”, con la sua inflessione georgiana.


Ricordo di un suo primo clistere di due litri, che mi hai dato per fortuna nella vasca da bagno con una grossa pera da mezzo litro, ma che non sono riuscito a trattenere e ho lasciato fuoriuscire tutto a un litro e mezzo. Penso che l'abbia fatto apposta, spremendo energicamente la pera in modo che questi clisteri mi attraversassero come una tempesta furiosa.


Quindi, con il pretesto che non avevo saputo tenere questi clisteri, me ne preparò un altro versandolo nell’enorme sacca trasparente da quattro litri, aggiungendo ai due litri canonici, il mezzo litro rimasto del precedente. Ho dovuto fare uno sforzo incredibile di resistenza per arrivare a contenerlo sino all'ultima goccia in una sfida da cui sono uscito sfinito ma orgoglioso.


Le chiesi quello che aveva messo nei clisteri e mi disse che era una ricetta infallibile russa: zenzero per tonificare, camomilla per lenire e una pianta estratta dall’ortica per disinfettare. Mi si rizzarono i capelli!!!!!


Presi la sacca da quattro litri la risciacquai e la riempii con acqua fresca che sgorgava dal miscelatore del bagno e mi ripulii gli intestini riempendoli e svuotandoli almeno quattro volte….


Le dissi…”ma tutti voi sopportate pere di questo tipo?...siete matti” Sorrise e mi disse che forse aveva rinforzato un po’ la dose ma che spesso erano questi gli ingredienti.


Decisi si rispondere pan per focaccia!!!!!


Preparai un decotto a base di camomilla, glicerina calda e un pizzico di un ingrediente speciale che aveva bisogno di essere riscaldato e diluito….. del Vicks Vaporub in gel. Lo usavo spesso per i clisteri di punizione e questa volta volevo vedere come reagiva Irina.


Allungai Irina sulle mie gambe e presi nel palmo della mano la stessa pera che aveva usato per me, con una capacità di mezzo litro, dotata però di una cannula più grande e molto più lunga. Non appena le ho schiacciato con forza nell’intestino la prima pera, è come se le avessi sparato un razzo infuocato. È stato veloce. Ha emesso un ululato sinistro. Mentre lottava, si ritrovò sul pavimento del bagno e il razzo che le avevo appena spedito, andò nella direzione opposta, con uno slancio che lo gettò a più di un metro di distanza. Ci fermammo li. Irina mi confessò che aveva dovuto impiegare tre giorni per lenire le contrazioni che erano rimaste in Lei.


Da allora, si è convinta che dei buon clisteri con la giusta temperatura, la giusta miscela e la giusta pressione erano forse i migliori.


Delle volte, quando ero solo, mi svegliava con le sue visite mattutine mentre ero in dormiveglia nel mio grande letto.
In una semi-incoscienza sentivo la sua mano strisciare sotto le coperte e cercare l’interno delle mie cosce che allargavo lentamente. Poi Irina si infilava sotto le coperte e cominciava masturbarmi abilmente con la sua bocca e le sua mani fino all'orgasmo. Immediatamente ricambiavo, facendola sedere sul mio viso, dove metteva a disposizione le sue grandi labbra spalancate che diventavano preda della mia lingua infuocata sino a un orgasmo liberatorio. Poi Irina, usava le sue secrezioni vaginali per inumidire il mio piccolo buco, era il segno che un clistere avrebbe seguito questo buongiorno mattinale. Aprii gli occhi e trovai la borsa già appesa a uno dei ganci, oltre il mio armamentario di plug di ritenzione.


Quindi spostava le coperte, metteva a nudo la mia anatomia intima e mi faceva assumere la posizione più adatta al clistere.


Una di quelle mattine, mi hai fatto mettere sul ventre, con la parte superiore delle cosce appoggiata su un cuscino in modo che le mie natiche fossero leggermente sollevate. Il clistere che aveva abilmente preparato fluiva rapidamente nella mia pancia senza troppi problemi. Il problema era che nella mia posizione, il cuscino premeva contro la mia vescica che si era riempita durante la notte. Di conseguenza, ho trovato estremamente più difficile controllare il bisogno schiacciante di urinare rispetto al clistere stesso. Ero in panico…. pensavo di non essere in grado di contenere lo stimolo di pisciare… un disastro insomma.
In modo sommesso, le ho detto del mio sgomento. Ha risposto:
- Aspetta che finisca il clistere per sbarazzarti di entrambi allo stesso tempo?
- Quanto è rimasto?
- Mezzo litro.
- No Irina, non supererò entrambi. La pipì è così pressante che non sento più le spinte del clistere. MI SCAPPA IRINAAAA !!!!!!
- Beh, ragazzo mio! faremo in modo che tu ti occupi solo di una delle tue seccature.


Quindi ha fermato il clistere e hai ritirato la cannula. Poi ha sfilato il cuscino da sotto il mio ventre e lo hai sostituito con un vaso da notte che pensavo avrebbe traboccato visto i potenti getti e senza fine che generavo.
Quando ho finito, ha messo il vaso sul comodino e mi hai fatto mettere questa volta sulla schiena, sollevando le natiche con un cuscino più grande di quello precedente, che ha messo in piena visione tutti i miei gioielli. Il mio pene era di nuovo duro come un sasso. Mi ha fatto piegare le gambe sul torace e allargare le cosce, il che non era il presagio migliore.


Il clistere seguì questo pendio e, infastidito per essere stato trascurato fino ad allora, partì con rabbia per conquistare luoghi inesplorati.
Con le mani ho massaggiato il ventre per cercare di calmare la sua passione, ma i miei occhi si spalancarono per l'orrore. Stava svuotando il vaso notturno nella sacca, poi hai sostituito la cannula con una lunga sonda di gomma, e si è voltata verso di me e mi hai detto dolcemente.


- Ragazzo mio, questo è un trasferimento…


Nonostante la mia aria inorridita, si è impegnata a mettere in me questa sonda che è sembrata due volte più lunga del normale.
Mentre avanzava, scatenò una fastidiosa colica che il clistere, che già era in me, ha interpretato come un messaggio che annunciava i rinforzi.


Quando ha riattivato il rubinetto, l'effetto è stato immediato. Per me è stato come un tornado, accompagnato da fulmini, cupi ruggiti fragorosi e potenti improvvise precipitazioni. Non riuscivo a trattenere le mie urla, i miei sussulti e le mie contrazioni convulse il cui fremito delle mie mani e dei miei piedi cantavano la cadenza infernale dei miei insopportabili spasmi.


Irina si commosse e mentre mi accarezzava la fronte e la faccia bagnata di sudore, mi ha proposto di interrompere questa terribile iniezione.
Tra due spasmi ho risposto energicamente - NO !!!! con la voce strozzata. In questa stessa determinazione ho attinto il coraggio, la resistenza, la dignità della mia resistenza e la risoluzione per affrontare questa prova inaspettata.


Mi ha ringraziato per l’attenzione a non rilasciare il clistere e mi ha persino portato un plug nero che ha inserito una volta rimossa, questa miserabile sonda che nella mia angoscia mi sono assimilata in una manichetta antincendio che sputava liquido infiammabile in un punto caldo del mio dolore.


Corsi in bagno a svuotare i mie intestini dalla miscela inaspettata.


Al mio ritorno, trovai Irina sdraiata sul letto, pronta, con la cannula già inserita nel suo splendido sedere e con l’esigenza di godere un clistere fatto da me.
Le sue esigenze e anche la sua dolcezza si sono fuse in me nello stesso ricordo fatto di piaceri intensi e dolori potenti.


Irina è ancora oggi la mia governante …


Clis a tutti voi…. clisterium2020@gmail.com

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