Quanto scritto è un racconto di fantasia. 


 


Dopo il flashback andai a comprare le ciotole per darle da mangiare. Quando più tardi tornai, la trovai stesa sul letto come una cagnolina che aspetta tranquilla il ritorno del suo padrone. Era pacifica, serena. Sembrava che essere trattata come una cagnolina non le importasse, anzi sembrava lo ritenesse una cosa normale. 
Era sera tarda e le preparai la cena. Petti di pollo a scaloppina tagliati sottili e feci degli spinaci. 
Le misi per terra di fianco alla sedia dove mangiavo io. Una ciotola con le cibarie e una con l’acqua. Tutte cose che da brava mangiò senza usare posate o le mani. La vidi mentre abbassava la faccia nella ciotola e, aiutandosi con la lingua e il bordo della ciotola, prendeva il pollo tagliato sottile e lo masticava.  
La sera la passammo sul divano a guardare la tv con lei accoccolata come una cagnetta sulle gambe del padrone che si godeva i grattini sulla testa. Ero soddisfatto di quel pomeriggio, perciò decisi di lasciarla dormire in fianco a me nel suo letto. 
Per il sabato avevo in mente qualcosa da farle fare, ma il mio programma fu bruscamente interrotto dal suono del campanello. Sua madre aveva avuto la geniale idea di farle una visita a sorpresa. 
Fummo presi di sorpresa. Lei era completamente nuda con il guinzaglio al collo e la colazione nella ciotola. Corse a vestirsi, mentre io sistemavo le ciotole, nascondendole. La madre ovviamente non sapeva nulla delle nostre “avventure”, e non avrebbe dovuto saperlo. Trovammo una scusa plausibile, ripetizioni mattutine. Cosa che fece guadagnare anche dei complimenti da parte della madre che scopriva una figlia dedita al lavoro. 
Tornai a casa deluso per come era andato il weekend. 


«Padrone, sono Claudia.»


«Dimmi tutto.»


«Volevo chiederle scusa per l’intromissione di mia madre. Non vedevo l’ora di essere la sua cagna fedele…»


«Non preoccuparti! Ci sarà modo di farti fare la cagnetta.».


«Padrone, non si arrabbi… ho brutte notizie. Mia madre si trasferirà da me per qualche mese, per cui…»


«Che rottura di coglioni! Cosa dovrei fare con tua madre in mezzo al cazzo tutto il tempo?».


«La prego non si arrabbi con me, padrone. La casa ha dei problemi e non sa dove andare fino a che non finiscono i lavori. Non posso lasciarla per strada.».


«Certo che no! Mi inventerò qualcosa. Ora ti saluto!».


«A presto, padrone.».


La telefonata della prof Claudia mi fece incazzare ancora di più. A casa mia non si poteva fare nulla per via dei miei genitori, a casa sua nemmeno dato che era arrivata quella rottura ambulante di sua madre. 
Fu lì che mi venne in mente quello che era successo qualche settimana prima a scuola, il giorno dopo averla scopata per la prima volta. Decisi che il lunedì dopo avrei fatto qualcosa di simile. Le inviai un messaggio con i miei ordini per il lunedì successivo quando ci saremmo visti a scuola. 


 
La terza ora di lunedì avevo un’ora buca e già sapevo che la prof non aveva lezione in quel momento. Le inviai un whatsapp: “Bagno degli maschi al terzo piano, entra nell’ultimo bagno vicino alla finestra, fai il punto 2 della lista.”. 
“Si, padrone!” fu la risposta che ricevetti subito. 
Stava aspettando i miei comandi. 
Andai nel bagno. L’ultima porta in fonda era socchiusa. Entrai. Trovai la prof pronta, come le avevo ordinato di farsi trovare. Era seduta sul water con la tavoletta abbassata, una gonna a tubo nera alzata intorno alla vita e le gambe aperte che mostravano la sua bella fighetta rasata senza intimo (le avevo ordinato di venire a scuola senza mutandine e con quella gonna aderente) già bella lucida e bagnata. Indossava una camicetta bianca completamente sbottonata che mostrava il bel reggiseno di pizzo nero e la pancia piatta con il bel piercing all’ombelico che le feci fare la settimana prima. 


    «Vedo che non ti fai più problemi a farti trovare nel bagno dei maschi!».


Sorrise. Entrai e chiusi la porta a chiave. 
Misi la mia mano in mezzo alle sue gambe e inizia a masturbarla. Due dita nella sua fessurina bagnata e il pollice sul clitoride. Iniziava a gemere. Le tappai la bocca. Non dovevano scoprirci!
La feci alzare in piedi e le ordinai di masturbarsi da sola. Intanto io con un mano tenevo la sua bocca tappata e con l’altra, dopo avere inumidito bene il medio, glielo infilai nel suo bel culetto sodo. Ebbe un orgasmo. Incredibilmente era vergine di culo. E li decisi che avrei dovuto prepararla, considerando sia che avevo voglia di scoparle il culo, sia perché aveva preso un set di plug con la coda per giocare a fare la cagna. 
Il mio cazzo esplodeva nei pantaloni. Volevo scoparla. 
La feci abbassare con la faccia all’altezza del cavallo. Prese l’iniziativa. Mi slacciò i jeans e tirò fuori il mio amico rosa. Lecco le mie palle come una cagnolina (si vede che era nella sua natura) e dopo passò all’asta. La cappella non la leccò, la ingoiò proprio letteralmente. Avevo il cazzo nella sua gola. Si stava strozzando e le piaceva. Non voleva levarsi di bocca il mio bastone. 
Fummo sul più bello fummo interrotti di nuovo. Questa volta non da sua madre, ma da uno studente che era entrato nel bagno a fumare di nascosto. 
Non potevamo fare rumore e la prof quando scopa è peggio di un batterista impazzito. Avevo troppa voglia però e l’idea di essere beccati era eccitante, sia per me sia per lei che, dopo essersi alzata, si era girata dandomi le spalle e mi aveva indicato il mio pisello e la sua passera. Voleva che la scopassi lo stesso. 
Così feci. Le tappai la bocca e, dopo aver puntato la sua fessurina, la inizia a pompare prima lentamente e poi sempre più veloce. Era un lago. I miei colpi erano accompagnati da un inequivocabile ciaf ciaf che il ragazzino non poteva non aver sentito. 
Aumentai sempre di più il ritmo. Una sveltina in piena regola. Non durai molto, ero già al limite a causa del pompino interrotto sul più bello. Venni dentro la prof, non prima però di aver fatto venire lei. Questa volta fui io a essere troppo rumoroso e il ragazzino ci sentì. 


    «Amico, non so chi sei … ma hai tutta la mia stima! Ahahah, ti sei fatto une bella scopata eh!?!» disse uscendo dal bagno. 


Beccato! Ma non importava. Non sapeva chi eravamo e soprattutto avevo riempito la prof con il mio seme. Avrebbe finito la giornata con la gonna, senza intimo e con il mio seme che colava nonostante si fosse ripulita alla bene e meglio. 
Un’esperienza eccitante che rifacemmo parecchie volte durante il periodo in cui sua madre rimase da lei.

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Categorie: Etero