Me la ricordo bene quella giornata, era un giorno di sole insolito per essere febbraio. Stavo per incontrare un uomo conosciuto in rete. Un annuncio, qualche mail, poi qualche messaggio. Ed ora ero lì, a pochi metri dal civico che mi aveva indicato. Ero agitato, un po’ nervoso era la prima volta che incontravo qualcuno in quel modo. Suono il campanello e attendo. Dopo poco una voce gracchiante risponde “Sesto piano”, seguito dal clac del portone che si apre. Salgo alcuni gradini e sono nella zona ascensore, mi stringo sulle spalle lo zaino, salgo sull’ascensore e assalito da pensieri e idee arrivo al piano. Una porta è aperta ed entro, tutto è come convenuto, le luci sono soffuse.  Chiudo la porta, mi lascio ogni rimorso e rimpianto. Mi dirigo in bagno che come mi ha detto sarebbe stata stanza con la luce accesa. Entro e mi spoglio in fretta, comincio a indossare le autoreggenti nere e il perizoma, poi una canottierina nera trasparente. Mi trucco velocemente e sciolgo i lunghi capelli neri. Guardandomi allo specchio sono soddisfatta, eccomi nella versione che amo e più vera di me. Sono sempre stato così, fin da ragazzo. Guardavo i porno e sognavo di essere lei. Avevo cominciato presto a travestirmi e in seguito a frequentare uomini più grandi di me, che mi facevano sentire ciò che desideravo essere, ovvero una troia. Infilo i tacchi ed esco dal bagno. Entro nella stanza e sculettando sui tacchi mi dirigo al centro di questa, gli occhi iniziano ad abituarsi al buio. Vedo finalmente il mio ospite che nudo davanti a me mi guarda, è bassino sul metro e sessanta con una pancia abbastanza prominente, ha il cazzo in mano e si sega piano guardandomi. “Sei bella” mi dice col suo accento meridionale e aggiunge “Non credevo”.  Avanzo verso di lui, e subito le sue mani scorrono sul mio corpo. “Vai e appoggiati al tavolo e mostrami il culetto” mi dice con voce con un tono dolce ma deciso, obbedisco e mi appoggio con le mani al tavolo, inarcando la schiena per mettermi in mostra. Lui dietro di me comincia a far scorrere le mani sotto la gonnellina e la canottiera. Un dito si appoggia sulle mie labbra, inizio a succhiarlo mentre lui si appoggia a me. Il dito che ho inumidito bene, comincia a farsi strada tra le mie natiche, e pian piano scivola nel buchetto. Inizia così un furioso ditalino al mio buco, mentre con l’altra mano mi tocca ovunque. Lo sento ansimare “Inginocchiati”. Lo faccio e so benissimo cosa fare, inizio a leccare il suo cazzo e le sue palle. Grugnisce mentre mi decido a prenderlo in bocca. Inizio a spompinarlo con foga. “Ti piace proprio succhiare” e aggiunge “Sei una troia vero?” Mi sfilo il cazzo dalla bocca rispondendo con un sì sommesso. “Brava ora mettiti a 4 zampe come una cagna” obbedisco, eccitato ancor di più dalla sua personalità che stava emergendo. Mi afferra per i capelli e mi fa cenno di seguirlo, cammino a carponi, entriamo in cucina e arriviamo fino ad una porta finestra. Mi lascia i capelli, per tirare su la tapparella “Ti piacerebbe che tutti vedessero quanto sei troia vero?” la tapparella si alza, e poco più sotto posso vedere un cantiere edile, pieno di persone intente nel loro lavoro. Mi afferra di nuovo per i capelli e mi mette il cazzo in bocca. Stavolta e lui a condurre il gioco, me lo infila dentro con prepotenza e irruenza. La cosa va avanti per un po’, io ogni tanto butto lo sguardo per vedere se qualcuno sta vedendo la scena, la cosa mi ha ormai eccitato talmente che non mi contengo più. Così mi ritrovo poco dopo in ginocchio su una sedia con lui da dietro che comincia a spingerlo dentro. Tirata su la gonna, scostato il perizoma il suo cazzo ormai entra tutto dentro di me, mi pompa con vigore e io riesco solo ad ansimare. Mi sculaccia e grida “Troia, troia, troia” mentre continua a scopare con forza. Mugolo e ansimo sotto i suoi colpi, capisco che l’idea che qualcuno possa vederci eccita entrambi. Decido di prendere l’iniziativa e mi alzo, andandomi ad appoggiare alla porta finestra, lui mi segue e mi sistema in modo da potermi scopare in piedi. Affonda il suo cazzo con un colpo secco che mi fa scappare un gridolino, poi strizzandomi i capezzoli comincia a scoparmi senza sosta, l’eccitazione la fa da padrona in quel momento. Inarco la schiena e lo lascio fare mentre sento le gambe che mi diventano molli, lui continua senza pietà. Sentiamo un fischio, giù dabbasso un tizio ci fa un cenno con la mano sorridendo. La cosa si fa sempre più eccitante. Ora sono un paio di persone che parlano indicando il nostro balcone. “Ti piacerebbe li facessi salire a scoparti vero?” non rispondo, “Dai dillo che ti piacerebbe” e alla fine ansimando dico “Si”. Lui si sfila e mi spinge in ginocchio “Lo sapevo che sei una troia” e mentre lo dice sborra copiosamente sul mio volto e sui vestiti. Resto li seduto a terra per un po’ a rifiatare. Poi ci vestiamo. “Ci rivediamo ancora?” mi chiede mentre sono sulla porta. Io sorrido “certamente”. Così iniziò la mia relazione con Andrea.

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