Qualcosa attira la mia attenzione. Un movimento alla periferia del mio campo visivo. Così mi tolgo le cuffie, mi alzo da terra e mi volto nella direzione da cui proviene il richiamo. "Ciao, vuoi qualcosa da bere, un bicchiere d'acqua?", dice un signore sulla sessantina. "Grazie! Volentieri, fa un caldo oggi.....", gli rispondo. "Ti vedo sempre venire qui ad allenarti..", prosegue il signore. Rispondo affermativamente e iniziamo a chiacchierare. Siamo alla fine di una strada asfaltata ai piedi di una collinetta. La sua è l'ultima casa, una graziosa villetta indipendente con giardino. Entriamo dal cancello che lui richiude alle nostre spalle. Tutte le mattine finivo i primi venti minuti di corsa in quel posto, facevo un po' di stretching in un campo lì vicino e totnavo indietro. Il signore, che si chiamava Mario, disse che era da un po' che mi vedeva e che una volta anche lui era uno sportivo. Quando Mario entrò in casa mi invitò a seguirlo e così feci. Mi guardai intorno seguendo l'uomo. Era una villetta come tante, senza nulla di particolare. Arrivati in cucina mi disse di sedermi pure ma declinai perché ero sudato marcio. Mario, come già detto, era un uomo sulla sessantina, asciutto con un po' di pancia i capelli corti e bianchi e due meravigliosi occhi blu. Ci misi un attimo a capire dove lo avevo già visto. "Ma tu sei quello della farmacia all'angolo, giusto?", gli dissi. "Sì, sono proprio io", mi rispose con un sorriso cordiale e iniziammo a parlare del più e del meno. Dopo pochi minuti Mario esclamò: "ti offro dell'acqua e non te la do..". Si alzò ed andò al frigorifero. "I bicchieri sono dietro di te", mi disse e così mi voltai a prenderli. Sotto i pantaloncini aderenti indossavo un perizoma da donna rosso che, in quel momento, mi usciva un po' dai pantaloni. Quando mi voltai qualcosa nell'espressione di Mario era cambiata. "Belle mutande", mi disse avvicinandosi a me. Ero talmente abituati a portarle che ci misi un attimo a capire e, quando capii, fui attraversato da un brivido e riniziai a sudare. Mario si avvicinò ancora e poi mi disse che avvo preso i bicchieri sbagliati, di prendere quelli più a sinistra. Così mi girai di nuovo e posai i bicchieri. La mano di Mario mi accarezzava ora il culo. Chiusi gli occhi, inarcai la schiena e mi abbassai fino a metà delle chiappe i pantaloni. Mario mi strizzo le chiappe nude e giocherellò un po' con il perizoma. "Hai proprio delle belle mutandine, ma ancora più bello è questo culone", mi disse palpandomi vigorosamente. Poi mi abbassò del tutto i pantaloni, mi accarezzò i fianchi e salì, sfilandomi la maglietta. Allora mi girai lo guardai negli occhi e mi inginocchiai. Gli tolsi la cintura, gli sbittonai i pantaloni e liberai il suo cazzo. Avevo davanti due palle grosse incorniciate da un groviglio di peli bianchi e un cazzo lungo e sottile. Lo guardai negli occhi dall'basso verso l'alto mentre spalancavo la bocca e tiravo fuori la lingua. Iniziai a masturbarlo lentamente mentre gli succhiavo avidamente la cappella. Sentì quel cazzo allungarsi e indurirsi ancora ma non divenne mai più spesso. Mario iniziò a godere. Con le mani mi prese la testa spingendola delicatamente. Più di meta non riuscivo a prenderlo. Era davvero lungo. Gli accarezzavo i coglioni quando il suo piacere si fece più intenso. Mi afferrò oer i capelli e mi invitò ad alzarmi. Con un movimento deciso mi girò e mi spinse il busto in avanti. Allargai le gambe, inarcai la schiena e spinsi il mio ano verso di lui. "Siiiiiiii", iniziai a gemere mentre con la mano bagnata di saliva mi forzava il culo con un dito. "Ti piace è?", disse affondando tutto il dito dentro di me. "Siiiiiii", risposi muovendo e contraendo il culo. Mi iniziai a masturbare. Lui sputava e trafficava ora con due dita. Poi sentii il caldo della cappella e le sue mani sui miei fianchi. Non fece fatica ad entrare anche con la sola saliva. Era stretto, ma era lungo. Quando lo ebbi tutto dentro mi sentii pieno come mai prima. "Oddio come mi riempi, cazzo siiiiii", gridai. Me lo sentivo in pancia. Mario mi scopava lentamente ma in profondità, facendomi assaporare ogni centimetro del suo lungo cazzo. Non potevo far altro che gemere e dire siiiiii. Poi il ritmo si fece più serrato. "Cazzzoooooo, riempimiiiii!", gli gridai. Mi martellò sino a riempirmi l'intestino. Nel mentre venni anche io. Entrambi esausti stettimo un po' così. Poi mi voltai e vidi il volto di Mario. Ci guardammo negli occhi e sorridemmo. Quando mi sfilò il cazzo dal culo sembrava non finire mai. "Ti va una doccia?", mi disse Mario grondante di sudore. "Certo che sì", gli risposi. Da quel giorno l'appuntamento con Mario è un appuntamento, quasi fisso

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Categorie: Gay e Bisex
Tag: Amatoriale