Mi chiamo Giulia, adesso ho 25 anni, vivo a Roma e voglio raccontarvi l’incredibile storia nella quale sono stata coinvolta quando avevo 17 anni.


Premetto che sono sempre stata considerata una bella ragazza e ho sempre avuto tanti ammiratori e corteggiatori, soprattutto per via del mio corpo procace e formoso che ha sempre ispirato lussuria in giovani  e meno giovani.


Di viso sono carina, ma non è che sia splendida, ho i capelli mori lunghi, occhi verdi (porto gli occhiali), labbra carnose, ho un piccolo piercing al naso, ma non è che ho il viso di una bellezza straordinaria; però fisicamente sono molto formosa, sono alta 1.75 mt, ho una sesta di seno, ed un culo molto alto, gonfio e sporgente e leggerissimamente in carne, ed è per questi motivi che probabilmente ho sempre ispirato sesso.


Quando avevo 17 anni, fisicamente ero ormai pienamente sbocciata, frequentavo il quarto liceo scientifico e verso marzo di quell’anno (2013) scolastico conobbi Paolo, mio coetaneo di qualche mese più grande di me, che frequentava la stessa scuola e dopo un paio di volte che uscivamo insieme ci fidanzammo ufficialmente.


Paolo è stato il ragazzo con il quale ho perso la verginità un paio di mesi dopo che ci eravamo fidanzati, e fino ad allora non avevo esperienze sessuali, qualche pompino, qualche ditalino, ma nulla di approfondito, nonostante di avanche ne ricevevo ormai in continuazione a scuola e fuori.


Paolo aveva i genitori separati, viveva con la madre, che ebbi modo di conoscere un paio di settimane dopo che ci eravamo fidanzati, mentre il padre non lo avevo mai visto, e Paolo ne parlava abbastanza di rado e quelle poche volte anche con un certo fastidio perché, mi spiegò, la colpa della separazione era tutta del padre che era stato beccato più di una volta con altre donne.


Ero abbastanza innamorata di Paolo, con il quale avevo trovato anche una buona intesa sessuale, anche se però mi restava sempre, dopo aver fatto l’amore con lui, un certo senso di insoddisfazione, non tanto per colpa sua che mi scopava bene, aveva un discreto uccello ed era duraturo, quanto piuttosto perché in me cresceva la voglia di avere esperienze con uomini più maturi.


Infatti, quando andavo in giro magari nei centri commerciali o in luoghi pubblici, spesso mi capitava di essere osservata soprattutto da uomini sulla quarantina/cinquantina, forse per via delle mie forme generose, e così fantasticavo spesso di trovarmi in situazioni spinte con uomini maturi e non con i miei coetanei, e la cosa mi eccitava parecchio.


Iniziai anche, quando mi capitava di uscire da sola, o con mia madre (mio padre è morto da qualche anno purtroppo) o con le mie amiche, ad usare un abbigliamento più vistoso e audace, minigonne cortissime, canottiere con ampio scollo che mostravano bene le mie tettone, leggings aderenti che lasciavano trasparire perizomi o mutandine al di sotto, e notai che erano soprattutto gli uomini di una certa età a guardarmi con insistenza, e la cosa mi provocava sensazioni di eccitazione davvero enormi, e spesso mi sentivo bagnata tra le gambe e piena di desiderio.


Fu cosi che verso il 20 di luglio, una mattina andai da sola al centro commerciale di Parco Leonardo, facile da raggiungere con il trenino da Roma, perché volevo andare a comprare il regalo di compleanno a Paolo che il 28 avrebbe compiuto 18 anni, in un negozio di quel centro che a lui piaceva molto; indossavo un leggings nero tirato bene su fino in vita che mi fasciava il sedere a meraviglia, e sopra un toppino corto che mi lasciava la pancia scoperta ma mi strizzava per bene il seno grande, sicuramente non passavo inosservata, ed ebbi cura di legarmi una felpa leggera in vita di modo che mi coprisse il culo.


Arrivai verso le 11 da sola, non avevo trovato nessuna disposta ad accompagnarmi, e andai direttamente nel negozio dove comprai ciò che mi serviva e poi mi misi a passeggiare per il centro commerciale.


Ero rimasta d’accordo che me ne sarei tornata a casa con la madre di Paolo, che alle 13 finiva il turno di lavoro in aeroporto di Fiumicino e avremmo preso il treno insieme; così dato che avevo ancora un’ora e mezza abbondante mi misi a girare per negozi; non c’era tanta gente, e  mi fermai al bar per bere un caffè e notai al tavolino di fronte al bancone un bell’uomo brizzolato sulla cinquantina, in giacca e cravatta, molto elegante, abbronzato, fisico asciutto, due splendidi occhi celesti ed un pizzetto sale e pepe molto curato, insomma davvero un bell’uomo.


Mentre aspettavo che mi venisse servito il caffè, mi chinai per riporre la mia borsetta nella busta col regalo ed la felpa che avevo legata in vita mi scivolò via e cadde ai miei piedi, così mi chinai a raccoglierla e notai l’uomo seduto a pochi metri che mi osservava, sicuramente nel chinarmi aveva visto per bene le mutandine nere che indossavo sparirmi tra le chiappe; tirai su la felpa e riposi anch’essa nella borsetta, presi il caffè, pagai e mi incamminai e vidi che l’uomo mi stava osservando.


La cosa mi stava eccitando da matti, così mi misi a passeggiare lentamente fermandomi alla prima vetrina oltre il bar e notai l’uomo alzarsi, andare alla cassa, e poi incamminarsi nella mia direzione senza mai distogliere gli occhi da me; mi fissava, ed a me la cosa piaceva ed eccitava….così proseguii la mia passeggiata in modo molto lento e mi ritrovai con l’uomo che mi seguiva ad una decina di metri, anche lui si fermava per vetrine e si girava spesso nella mia direzione, fino a che, mentre ero ferma davanti ad una vetrina di abiti da sera femminili, l’uomo mi arrivò accanto e si fermò a pochi passi da me.


Io facevo finta di guardare un abito in vetrina, ma con la coda dell’occhio vedevo l’uomo che mi fissava e si avvicinava piano piano; quando giunse ad un paio di passi da me mi giunse il suo profumo intenso, e la cosa mi fece entrare in uno stato di eccitazione mai provato, sentivo la mia fichetta pulsare, desideravo quell’uomo come mai mi era capitato, mi sentivo in preda ad una eccitazione incontrollata, non riuscivo quasi più a muovermi…


Lui mi passò accanto e mi fece “staresti benissimo con quel vestito” (stavo di fronte ad un vestito lungo verde smeraldo con uno spacco enorme fino all’inguine ed un corpetto tempestato di paillet luccicanti e molto scollato); io mi girai verso di lui e rimasi preda di quegli occhi celesti… “dice davvero?”, lui mi sorrise e aggiunse “certo, bella come sei staresti bene con tutto, ma scommetto che con quel vestito saresti irresistibile”; mi sentivo infuocata, ero diventata rossa, mi sentivo la fichetta in fiamme…. “davvero trova che sono bella?”; l’uomo mi sorrise e si avvicinò, era a meno di mezzo metro da me, il suo odore riempiva l’aria, ero sconvolta per quanto lo desiderassi “perché non te lo provi?”, lo guardai, ormai non volevo altro che farmelo, sentivo le mutandine bagnate “no non adesso…”.


Rimanemmo impalati li per 5 minuti, con lui che mi fissava ed io fissavo lui incapace di distogliere lo sguardo, fino a che lui mi sorrise, mi passò dietro e mi sussurrò all’orecchio “ho la macchina qui sotto al parcheggio se ti interessa….” e si incamminò; non esitai nemmeno un istante e lo seguii, scendemmo nel parcheggio e salii sul un mercede nero GLE nuovissimo, gli dissi che non potevo allontanarmi, così lui mi sorrise e si andò a mettere con la macchina in un angolo remoto del parcheggio sotterraneo che era semi deserto…scese dalla macchina e mi fece cenno di salire di dietro…


Come ci sedemmo sui sedili dietro mi avvinghiai a lui, iniziai a baciarlo  mentre lui mi palpeggiava il seno, mi infilava una mano nel reggiseno e mi strizzava i capezzoli, poi mi tirò fuori le tette ed iniziò a succhiarmele ed a mordicchiarle e quando mi infilò la mano nei leggings e nelle mutande mi trovò bagnata fradicia, e bastarono due minuti con le sue dita nella mia fichetta che ebbi il mio primo orgasmo…; lui si sbottonò i pantaloni e fece fuoriuscire un cazzo enorme….erano almeno 25/28 cm, largo e nerboruto, con una cappella notevole, e subito iniziai a succhiarglielo come un’ossessa, l’uomo mi spingeva sul suo uccello e mi apostrofava “mmm…si…succhialo puttanella…non vedevi l’ora di succhiarlo è troietta?” ed io mi eccitavo come una pazza…poi mi spogliai, gli salii sopra e mi feci impalare da quel cazzo gonfio e grande; l’uomo ci sapeva davvero fare, mi scopò a lungo, era prestante e duraturo, non avevo mai goduto così tanto in vita mia, e sentirlo chiamarmi troia, puttana, succhiacazzi etc…mi eccitava ancora di più, ebbi ancora altri due orgasmi fino a che lui mi fece scendere e mi piantò il cazzo in bocca, e dopo pochi secondi mi riempi la bocca con la sua sborra calda…


Mi ripulii alla meglio e l’uomo mi accompagnò davanti l’ingresso e se ne andò; non sapevo nemmeno il suo nome…risalii al piano dei negozi ed andai in bagno a sciacquarmi e sistemarmi, si erano fatte le 12.30, così andai alla stazione e mi sedetti su una panchina in attesa della chiamata della madre di Paolo; mi sentivo sporca, avevo tradito il mio fidanzato con uno sconosciuto, mi ero fatta sbattere come una puttana in una macchina da uno sconosciuto, ma mi sentivo anche terribilmente soddisfatta ed appagata, quell’uomo mi aveva fatto godere, mi aveva fatto sentire donna e troia allo stesso tempo, fu per me un’esperienza incredibile, anche se il bello doveva ancora venire!


La sera stessa ed i giorni seguenti, mi vidi con Paolo e quelle volte che facemmo sesso non riuscivo a togliermi dalla testa quell’uomo del centro commerciale; le scopate con il mio fidanzato erano diventate robetta di routine, non appaganti, poco coinvolgenti, il mio chiodo fisso era diventato quello sconosciuto del quale non sapevo nemmeno il nome, né avevo un numero di telefono, niente….ma che mi tormentava nel pensiero al punto che durante la notte mi masturbavo al solo pensare a quel cazzo grande, al suo modo di trattarmi e di scoparmi.


Giunse il 28 luglio, giorno del 18° compleanno di Paolo; la festa era stata organizzata dalla madre, che aveva affittato un casolare famoso a Ostia Antica, dove tutti gli invitati sarebbe giunti per le 19.30 ed era prevista prima la cena, e poi musica e ballo a bordo piscina fino a notte inoltrata; passai la giornata al centro estetico, tra capelli, mani, piedi e trucco, indossai un vestito comprato per l’occasione, un abito lungo blu smeraldo, con corpetto rigido con schiena e spalle scoperte, che mi tirava ancora più su il mio seno prorompente, sopra un bolerino dello stesso colore, gonna lunga con spacco laterale, tacco 15 cm, capelli raccolti….insomma, facevo la mia bella figura; mi madre mi accompagnò da Paolo e insieme a sua madre andammo alla location per le 19.


Tra le 19.30 e le 20, arrivarono tutti gli invitati (parenti, amici, compagni di classe) e prendemmo posto a tavola, il nostro tavolo era da quattro con Paolo da un lato con la madre alla sua destra, ed io di fronte; accanto a me, alla mia sinistra, c’era una sedia vuota  e Paolo mi disse che era riservata al padre “semmai si fosse degnato di venire”; non avevo mai visto il padre di Paolo, nemmeno in foto, sapevo che i rapporti con il figlio erano minimi, si sentivano qualche volta al telefono e Paolo non ne parlava volentieri, però su insistenza della madre lo aveva invitato, visto che almeno con la mamma i rapporti erano tornati civili da qualche tempo; ma almeno fino alle 21 del papà di Paolo nemmeno l’ombra.


Mi alzai per andare in bagno per sistemarmi il trucco e fare i miei bisogni, in attesa che servissero uno dei secondi piatti, e quando tornai al tavolo da lontano vidi che la sedia alla mia sinistra era occupata, quindi doveva essere arrivato il padre di Paolo, e quando mi avvicinai per poco non ebbi un mancamento, e dovetti appoggiarmi ad una sedia….il padre del mio ragazzo era lo sconosciuto che mi aveva scopato nel centro commerciale!!!


Per poco non svenni, mi sentivo in un imbarazzo totale da un lato, mi ero scopata il padre del mio ragazzo, e se Paolo l’avesse saputo? Si sarebbe scatenato un putiferio…già mal sopportava il padre, figuriamoci se fosse venuto a sapere che suo padre si era fottuto la fidanzata e la sua fidanzata si era fatta sbattere come una troia dal padre, anche se non sapeva che fosse proprio lui…ma dall’altro lato ero contenta, mi sentivo eccitata ed euforica come una dodicenne…lo avevo ritrovato….


Cercai di essere più naturale possibile, così ritornai al mio posto e mi sedetti cercando di ostentare sicurezza, Paolo ci presentò “lei è Giulia, la mia fidanzata…Giulia lui è Andrea, mio padre!”; anche lui fece finta di nulla, si presentò mi strinse la mano e fece l’indifferente, anzi all’iniziò non mi degnò nemmeno di uno sguardo, forse così truccata, con i capelli acconciati, non mi aveva riconosciuta; cercai di mantenere il contegno ed il controllo, cercavo di non girarmi verso il padre di Paolo, ma averlo a due centimetri mi faceva sentire terribilmente eccitata…scambiammo qualche frase di circostanza, ma lui non dava il minimo cenno di interesse, fino a quando ci ritrovammo seduti soli…


Paolo e la madre si erano alzati a fare il giro di ringraziamenti e saluti ai tavoli dei parenti e degli amici; ed io ed il padre eravamo rimasti seduti, ci girammo in contemporanea l’uno verso la l’altra, lui mi sorrise


Andrea: non sapevo di certo fossi la fidanzata di mio figlio


Io: mi hai riconosciuta?


Andrea: certo, come dimenticarti


Io: oddio che imbarazzo, che situazione assurda


Andrea: vabbè dai, non potevamo saperlo


Io: si, ma adesso tu sai che la fidanzata di tuo figlio si è fatta scopare da uno sconosciuto in macchina


Andrea: e sia, non sarò certo io a dirglielo visto che sono io lo sconosciuto


Io: beh ci credo


Andrea: anche se devo dire che mi fa estremamente piacere incontrarti, sei bellissima


Io: oddio ti prego, quello che è successo rimane morto e sepolto li, ti prego


Andrea: e tu vuoi che sia cosi?


Io: si..certo……..la verità è che….oddio no basta


Andrea: la verità è che? dai non essere timida….non mi sei sembrata timida l’altra volta


Io: oddio….la verità…è che….che….mi piaci…ecco….ti ho pensato spesso in questi giorni…ho pensato spesso all’altro giorno….ecco…penserai che sono solo una troietta adesso


Andrea: niente affatto, quello che è stato è stato….dai non pensarci più


Io: e tu vuoi che io non ci pensi più? per te è stata una delle tante scopate?


Andrea: se vuoi saperlo…si….sei bellissima, è stata una gran scopata…ma io ho 49 anni, tu 17….che altro poteva essere?


Io: ho capito….quindi adesso che sai che sono la fidanzata di tuo figlio, la cosa è morta qui


Andrea: perché tu vorresti continuarla scusa?


Io: sei uno stronzo…adesso capisco perché Paolo non ti sopporta…ti sei fatto la ragazzina e ciao…ma vaffanculo


Andrea: ehi…avevo capito che anche a te stava bene così…visto che ora sai chi sono…tu vorresti continuare a vedermi?


Io: e tu?


Andrea: no…o meglio si, certo che mi piacerebbe….ma non posso…non possiamo, sei la fidanzata di mio figlio cristo…


Mi alzai e lo piantai li, e raggiunsi la madre e Paolo in giro per i tavoli; finimmo il giro e tornammo nuovamente al nostro tavolo, in attesa che fossero servite le ultime portate, io mi sentivo terribilmente eccitata, di nuovo, avere quell’uomo al mio fianco mi provocava uno stato di confusione ed eccitazione mai provata, e la cosa si accentuò ancora di più con i 3 bicchieri di  vino che mi feci in pochi minuti.


Andrea faceva il disinvolto, conversando del più e del meno col figlio e con la ex moglie, che però non davano cenno di apprezzare troppo la sua compagnia, mentre io ero in uno stato di eccitazione quasi febbrile, lo guardavo, lo desideravo, volevo che mi facesse sua, nemmeno guardavo il mio fidanzato…; fu così che quando Paolo fu chiamato da alcuni suoi compagni di classe ad un nuovo brindisi, e la madre si alzò e si diresse fuori a fumare, io in preda all’eccitazione furiosa, presi la mano di Andrea e me la appoggiai sullo spacco del vestito…lui iniziò ad accarezzarmi la coscia, si insinuò nello spacco, mi accarezzava nell’interno coscia, quell’uomo era perverso e spudorato, altro che ragazza del figlio….trovò le mie mutandine all’altezza dell’inguine, fece scivolare un dito sotto l’elastico, lo infilò ancora più giù lungo lo spacco del monte di venere fino a che giunse sulla fica…iniziò col mignolo a solleticarla….io che ero già bagnata fradicia non potevo resistere…sentivo fiumi di umori colarmi tra le gambe…lui tirò fuori il dito completamente fradicio “mmm…che troietta succhiacazzi che sei…” si leccò il dito “vorresti farti sbattere di nuovo è puttanella? dai vieni in bagno che ti riempio la passerina da troietta che c’hai…”


Andrea si alzò e si diresse verso i bagni, io aspettai un paio di minuti, e lo seguii, volevo essere scopata e basta, pensavo solo a quello, così scesi le scale che portavano ai bagni, per fortuna non c’era nessuno nel bagno delle donne, Andrea mi aspettava sulla porta…lo presi per mano, ci infilammo nel primo bagno, chiudemmo la porta e ci avvinghiammo, mi misi a pecorina con le mani sulla tazza, lui mi sollevò il vestito, mi abbassò le mutandine e mi piantò quell’enorme palo nella fica….che sensazione stupenda…ero avida, mi sentivo riempita e dilatata da quell’enorme palo che mi penetrava con violenza, lo sentivo a voce bassa “si..si…tieni troietta…che puttanella che sei…dai prendi il cazzo zoccoletta….così…ti riempio tutta mignottella che non sei altro…si…si…cazzo…tieni zoccola” ed io mi arrapavo, ansimavo e venni copiosamente dopo pochi minuti, così mi sedetti e glielo presi in bocca fino a che non ingoiai tutto il suo nettare cremoso….


Lui usci dal bagno per primo, per fortuna non c’era nessuno, cosi a distanza di qualche minuto riprendemmo posto a tavola.


La cena si concluse una decina di minuti dopo, con la torta e le foto di rito, così mentre gli invitati si dirigevano ai tavoli allestiti a bordo piscina per la parte musicale, Andrea ci venne vicino e ci disse che doveva andar via, ci salutò, mi strinse la mano e se ne andò, non prima di avermi infilato nella borsetta il suo bigliettino da visita…


 


 


 


 


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