Mi chiamo Billy ho 25 anni e da più o meno sempre ho un rapporto speciale con mia zia Nikki, lei ha 41 anni ed è single da più o meno sempre. È la sorella minore di mio padre. Lei abita nel mio paese, ma per un periodo, dopo il burrascoso divorzio con lo zio ha vissuto da noi, aveva 20 anni e lui la tradiva con tutte e ne rimase talmente scottata che non volle più avere mai più nessun altro tipo di relazione.


Con lei ho sempre avuto un grandissimo rapporto, la considero come se fosse mia sorella maggiore e passo, e ho passato nel corso degli anni, molto più tempo con lei che con i miei coetanei, tanto che la mia prima e vera fidanzata è stata Sasha, una sua cara amica…lei aveva 37 anni, io appena 21, ma è durata ben 3 anni. Per lei ero il suo toyboy, finchè ai 40 si è resa conto che la cosa non poteva continuare per sempre così e mi ha mollato. Non so cosa scatta esattamente ai 40 nelle donne…ma appena ha compiuto 40 anni anche mia zia ha cominciato ad avere un tarlo…qualcosa che la perseguitava, voleva avere assolutamente un bambino prima che fosse troppo tardi.


Ricordo bene il pomeriggio che me lo confidò…era aprile e aveva finito 40 anni da 2 settimane. Andai a trovarla come facevo sempre, e parlando di un argomento e un altro saltò fuori quello del bambino “sai Bill, vorrei tanto avere un bambino. Ormai non avrò più molto tempo per averne uno e non voglio avere questo rimpianto” mi confidò. Io ridacchiai “Mai sentito parlare della banca del seme”, lei però sbuffò “ma per favore, il seme di uno sconosciuto non lo voglio!” esclamò contrariata “vuoi che ti trovi un donatore?” continuai divertito, mentre lei mi fulminava con lo sguardo, “sono serissima…Billy vorrei chiederti un favore” esclamò guardandomi “mi dai il tuo seme?”. Rimasi spiazzato, credevo stesse scherzando, invece era serissima “non ti chiederò di essere padre, vorrei solo che fossi tu a darmi un bimbo…sono mesi che ci penso” continuò convinta. Ero imbarazzato e balbettai “cioè…come dovremmo fare…” lei mi guardò arrossendo “beh…lo sai no?”. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto. “A parte che sarebbe imbarazzante…E poi…Non ci sarebbero rischi? Sei mia zia...” domandai imbarazzato, “poco più di un normale concepimento, non ti preoccupare mi sono già informata” mi rispose convinta, tuttavia la cosa sarebbe stata comunque imbarazzante “sei mia zia…insomma ci conosciamo da sempre…e poi, ripeto…sei mia zia cavolo” esclamai imbarazzato, “per me sei speciale Billy, sei l’unico uomo al quale potrei di nuovo concedermi…” mi rispose dandomi un bacio sulla guancia.


 Ci dormii sopra, alla fine però la assecondai. Aveva fatto i calcoli, per concepire un bambino avremmo dovuto avere diversi rapporti all’interno dei giorni che mi indicò. Il primo rapporto fu un martedì…ero imbarazzato…arrivai a casa sua, aveva preparato un’atmosfera molto sensuale con candele, luce soffusa e profumi. Lei si era lavata e profumata, e indossava solo l’asciugamano molto stretto che risaltava le sue forme, era bellissima: la sua seconda di seno sembrava molto più grossa con quell’asciugamano stretto, le sue lunghe gambe liscissime e i lunghi capelli biondi sciolti, mentre col suo sguardo magnetico fatto da splendidi occhi blu mi fissava, accennando a un sorriso un po’ imbarazzato. Non doveva essere un rapporto romantico, tuttavia per prendere coraggio iniziamo col scambiarci prima qualche bacio, poi qualche limone e infine ci spogliammo. Lei era nuda in tutta la sua bellezza di fronte a me, con le gambe divaricate pronta ad accogliere il mio pene. Esitai qualche secondo, mi sembrava impossibile che ci stessimo spingendo così in la, poi lo infilai con delicatezza nella sua vagina. Non so se fosse la situazione, proibita ma eccitante, ma venni dopo nemmeno 30 secondi. Era davvero imbarazzante, fare sesso con la zia e venire pure subito? Sarebbe stato meglio non farsi nemmeno più vedere. Lei ridacchio “Billy…non ti preoccupare, ti capisco…sono già tutta bagnata anche io”. Il mio pene però era ancora eretto “Se te la senti di continuare andiamo avanti” sussurrò Nikki toccandosi la vagina. Lo rinfilai dentro, questa volta durai molto di più, stavo godendo davvero e credo piacque parecchio anche a lei visto che gemeva eccitata. Al temine del rapporto, dopo essere venuto altre 2 volte, ci rivestimmo. Restammo in silenzio per alcuni minuti, poi lei mi baciò alla guancia “grazie per quello che stai facendo. Ti voglio bene” esclamò accarezzandomi poi anche in testa. Per i giorni successivi replicammo, anche più volte al giorno. Passata la finestra smettemmo e tornammo ad avere il rapporto di prima, nonostante quello che c’era stato.


Passò un mese, Nikki aveva un ritardo, comprò un test di gravidanza e fu subito positivo. Mi avvisò allegandomi una foto seguito da un “grazie”. Fui felice dell’esito, quasi fiero, “Meriti più di chiunque altra di essere mamma” le risposi realmente contento. La sua gravidanza venne presto nota, in famiglia tutti ne erano felici, anche se tutti ignoravano chi fosse il padre. Mi madre soprattutto cercò in ogni modo di scoprire chi fosse il padre, ma Nikki fece sempre la vaga, lasciava intendere di sapere benissimo chi fosse il padre, ma dava versioni sempre distinte a tutti “l’amore di una notte con un uomo con la quale si era frequentata per pochissimo”, “un vicino di casa”, “il suo primo amore che aveva rincontrato per caso”.


Rimasi vicino alla zia durante i mesi di gestazione, eravamo gli unici a sapere che quella, perché si scoprì una bambina, fosse mia figlia e spesso quando la andavo a trovare, le accarezzavo la pancia. Inoltre zia intorno al 5/6 mese, aveva un certo appetito sessuale e come padre della bambina convenni fosse mio compito di appagare la madre. Io e la zia, dunque, abbiamo avuto altri rapporti sessuali, circa una decina. Quando partorì le stetti vicino, chiamò la bambina Billie, in mio onore, e mi chiese di essere il suo padrino, cosa che accettai con grande gioia. Ora Billie ha un anno, la vado a trovare quasi tutti i giorni ed è una bambina sanissima…che mi assomiglia, mentre con sua madre…beh di tanto in tanto abbiamo qualche rapporto, soprattutto quando resto da loro a dormire, d'altronde è la madre di mia figlia.

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