Ciao a tutti. Mi presento … sono Alessio e voglio raccontarvi i miei cinque anni di vita universitaria. Sono sempre stato un tipo brillante e di bell’aspetto. Non sono il figo per cui tutte perdono la testa, ma la spalla su cui piangono e con cui poi lo dimenticano – ci siamo capiti, no? Chiodo schiaccia chiodo! Fondamentalmente sono uno stronzo che approfitta del fatto che, fino al raggiungimento della maturità maschile (stimata intorno ai 55 anni), la maggior parte dei fighi che fa tanto colpo è la causa del 90% delle lacrime di ragazze e donne.
Qual è la differenza tra me e loro? Loro ci provano con le ragazze, io faccio in modo che siano loro a provarci con me. È un gioco difficile e c’è il rischio di cadere nella disastrosa friendzone, ma quando funziona …
Dopo anni di esercizio con le compagne del liceo, con l’iscrizione al primo anno di biologia era giunto il momento di spostarsi verso più ampi e verdi terreni.
L’università è un mondo fantastico e crudele allo stesso tempo. Hai finalmente le libertà che sogni sin dal primo giorno di liceo, ma sono libertà false. Si perché nel momento in cui arriva il periodo mostruoso delle SESSIONI D’ESAME, la tua libertà tanto decantata si trasforma in una clausura forzata causa studio e con essa, rasenta lo zero anche la tua vita sessuale.
In questo periodo infernale, ecco che si materializza una delle esperienze più cercate dagli studenti maschi. Il POMPINO NEI BAGNI DELL’UNIVERSITA’. Su Instagram le pagine di studenti con meme sull’argomento sono innumerevoli, e ogni essere dotato di cazzo, entrato in quei bagni, ha sperato di trovarci dentro una bella maiala pronta all’ingoio.
Questa esperienza posso fieramente dire di averla vissuta proprio durante la prima sessione invernale della mia vita.
Lo ricordo come fosse ieri. Esame di fisica. Da bravo studente modello ho deciso di non posticipare fisica al quinto anno, ma di fare tutti gli esami di volta in volta.
Prima dell’esame faccio la conoscenza di una ragazza. Come spesso succede fuori dall’aula ci si confronta e scopro che la poveretta va a fare l’esame, ma non so proprio un cazzo. Io invece ho fresche le conoscenze del liceo e quindi l’esame non dovrebbe essere troppo complesso per me.
Entriamo nell’aula e il destino vuole che sia troppo piccola, per cui la ragazza non è molto distanziata da me, anzi è proprio attaccata dietro di me. Io inizio a cannone, mentre lei è in evidente difficoltà. Mi chiede di passarle un paio di esercizi, mosso da compassione (in realtà in quel momento ero solo un morto di figa che voleva fare colpo) le passo quei due esercizi.
Finito l’esame l’aspetto fuori dall’aula dove non smette di ringraziarmi e abbracciarmi. Scopro che ha 25 anni, è dell’ultimo anno e probabilmente non la rivedrò più dopo quel giorno.
«Ti andrebbe di andare a prendere un caffè? Offro io che mi devo sdebitare.» mi propone.
«Veramente …».
Non mi fa finire la frase. Sto per dirgli se non preferisce andare a fare aperitivo, ma alla fine la sua proposta è migliore.
«Ho capito, ho capito. Siete tutti uguali voi ragazzi!».
Mi prende per il braccio e mi trascina su per le scale. Entriamo nel bagno dei ragazzi dell’ultimo piano dell’edificio. Mi spinge in un gabinetto, chiude la porta rossa dietro di se e, abbassata la tavoletta, si siede sul water e io resto in piedi davanti a lei ancora incredulo.
Mi abbassa i pantaloni. Infila la mano nelle mie mutande e mi tira fuori il cazzo.
«Complimenti, mi piacciono i ragazzi col cazzo depilato. La trovo una forma di rispetto nei confronti di noi ragazze amanti del pompino.».
Non rispondo, perché lei senza aspettare una risposta si infila il cazzo barzotto in bocca e con sapienza usa la lingua. Lo sento crescere nella sua bocca. Bello al calduccio. Che bella sensazione.
La situazione è molto eccitante e lei è davvero fantastica.
«Sto per venire …» le dico.
Lei non fa una piega. Anzi, aumenta il ritmo. Ben presto vengo nella sua bocca, quattro o cinque schizzi belli potenti.
Lei non ingoia. Apre la bocca e mi fa vedere il mio sperma che gira intorno alla sua lingua. Chiude la bocca e ingoia. Apre per farmi vedere che non c’è più niente in bocca.
Il mio cazzo non accenna ad ammosciarsi.
Le prendo la testa e guido di nuovo la sua bocca sul mio cazzo. Stavolta guido io.
Il cazzo è di marmo e lo spingo bene in gola alla ragazza che lo prende tutto come se fosse la cosa più normale del mondo. Ogni volta che lo prende in gola, vedo una lacrima che scende dagli occhi. Che bella visione.
«Ti piace averlo in gola?» le chiedo.
Fa cenno di sì. E continua a succhiarlo.
Questa volta il pompino dura di più e, dopo esserle venuto di nuovo in bocca, lei ingoia di nuovo tutto.
Si alza. Mi bacia in bocca e senza dire nulla se ne va.
Non la rivedrò più, ma nella mia testa il ricordo dei suoi pompini resterà ben impresso.