La mattina dopo ripiombai nell'imbarazzo più assoluto. Non riuscivo minimamente a non pensare a quello che avevo visto la sera prima; mi ritrovavo loro due che tranquillamente facevano colazione, le classiche risate tutti insieme, rilassati in gruppo, a parlare del più e del meno, lei davanti a me, vedevo la forma del suo seno sotto il pigiama, e subito l'immagine delle sue tette che ballavano in su e giù, palpate dalle mani di lui...Il suo sedere in spiaggia coperto dal costumino mentre faceva il bagno, e subito l'immagine di quell'enorme pisello che lo penetrava e sbatteva senza pietà.
Era un susseguirsi di ricordi che non mi facevano pensare ad altro. Non riuscivo a guardare l'uno o l'altro che subito nella mente si riaffacciavano prepotentemente i ricordi.
Ero come persa e rapita da loro due, e da quello che avevo visto. Joseph ormai non era più il ragazzo appena conosciuto di Elisa, ora era quel ragazzo lì, stampato nelle azioni e nelle movenze spiate le sere prima. Mi ritrovai, senza volerlo, a comportarmi in maniera diversa anche con lui; lo guardavo con occhi diversi, ridevo alle sue battute, lo guardavo più spesso e con uno sguardo del tutto diverso. Ero innegabilmente attratta da lui, o meglio dalla sua prestanza sessuale, da quel che gli avevo visto fare.
Sentivo dentro di me che ero diventata molto sensibile nei suoi confronti, mi rendevo conto di sentire una emotività forte in tutto quel che faceva, ed avevo paura di questo. Sentivo che la mia tempra fedele nei suoi confronti era diventata debole, flebile e percepivo il serio pericolo che potermi perdere se fosse successo qualcosa di strano e anormale. Era come aver perso un po' di controllo di me stessa nei suoi confronti e non sapevo come affrontarlo.
Per fortuna lui, nei miei confronti, non aveva logicamente modificato il proprio comportamento, anche perché non ce n'era motivo.
Tre giorni dopo però, come ovviamente succede sempre in questi casi, avvenne il primo salto in quel baratro di cui avevo tanta paura.
Avevamo deciso di andare a fare una piccola gita in barca in una spiaggia un po' lontano dai nostri bungalow; era stato organizzato tutto da Elisa che la mattina presto aveva già raggiunto la spiaggia da dove saremmo partiti per organizzare il tutto. Noi restanti cinque quindi l'avremmo raggiunta in macchina con l'accompagnatore che ci avrebbe guidato nell'escursione.
Come succede sempre in queste occasioni, la disorganizzazione venne fuori poiché calcolammo male i posti in macchina, essendo noi in cinque più l'accompagnatore.
Dovevamo quindi arrangiarci in un modo o nell'altro; l'unico con la patente a portata di mano era Alessio che quindi si mise alla guida con ovviamente il tipo che ci avrebbe guidato in barca accanto a lui, nel posto davanti, per dargli le indicazioni e dietro ci dovevamo incastrare in quattro, l'altra coppia io e Joseph.
Ragionevolmente la coppia di amici si mise da una parte, lei a sedere sopra le ginocchia di lui, e dall'altra parte mi dovevo mettere io, seduta nelle ginocchia di Joseph.
La mia mente era già un miscuglio di pensieri e paure, avevo già il cuore a mille e quasi non sentii Alessio chiedermi “Mi dispiace amore, devo guidare io, va bene lo stesso?” “Si si non ti preoccupare, se va bene a Joseph...” gli risposi, mentre Joseph allargava le braccia e faceva un gesto come per scusarsi.
Lui allora si sedette, io trattenni il respiro, cercando di nascondere il turbinio di pensieri che galoppava nella mia testa, e mi misi seduta sopra le sue ginocchia. Eravamo logicamente già in costume ed al contatto del mio sedere con le sue gambe sentii subito un brivido misto ad un po' di imbarazzo.
In mezzo, tra noi due e l'altra coppia avevamo sistemato tutti i nostri zaini che in pratica facevano quasi da separé, non dando quasi modo di vedersi da una parte all'altra.
Mentre la macchina dava i primi colpi di motore, nella mia mente sentivo e vedevo i suoi occhi che, da dietro, mi squadravano la schiena tutta scoperta ed il sedere appoggiato a lui con solamente un semplice costume che mi copriva la parte interna.
Quel pensiero, l'immagine fantasticata di lui che mi guardava il culo, mi fece aumentare l'eccitazione che iniziò a salire incontrollata; ero seduta sopra Joseph, il contatto con la sua pelle, il fatto di non essere visti da nessuno ma comunque di essere vicinissimi a tutti; mi ritrovai nella mente l'immagine di quel suo pisello enorme, quel pezzo di carne così grosso, largo, imponente, e quei colpi forti con i quali aveva sbattuto l'altra sera Elisa, e sentii che stavo perdendo il controllo, non sapevo minimamente come mi sarei comportata in questa situazione ambigua.
La macchina partì, e la situazione era, si, strana ma ancora apparentemente normale.
Ad ogni buca del terreno rimbalzavo con il sedere nelle sue ginocchia e lo sentivo schiacciarsi su di lui. Ogni tanto mi giravo sorridendo un po' imbarazzata verso Joseph quasi a scusarmi, con lui che contraccambiava il sorriso.
Poi una buca più grossa e cado senza volere completamente all'indietro; mi ritrovo distesa sopra di lui con il viso accanto al suo e schiaccio completamente il sedere sopra di lui. Sento l'aderenza totale con tutto il suo corpo, ero completamente distesa sopra di lui. Girando il viso a pochi centimetri dal suo gli dico sorridendo in maniera frastornata “Oh dio, scusa..”, “Vai tranquilla” risponde lui ed io imbarazzata mi rialzo in maniera un pò goffa, rimettendomi nelle sue ginocchia.
Il contatto completo con lui mi aveva reso del tutto eccitata, ormai ero partita completamente con la mente a fantasticare; i movimenti non rispondono più ad una razionalità che avrebbe dovuto accompagnarmi nel viaggio, con molta malizia inizio, ad ogni dosso, ad arretrare impercettibilmente con il sedere sempre più all'indietro verso di lui.
Non sapevo neanche io cosa stavo facendo e dove sarei voluta arrivare, ma come un gesto automatizzato, continuavo a farmi scivolare il sedere, centimetro dopo centimetro, verso di lui.
Inizialmente Joseph non si accorge di nulla, pensando che siano movimenti dovuti ai dossi.
Io mi avvicino sempre di più, ora sono a metà delle sue gambe, mi sorreggo al sedile davanti ed a ogni dosso sono sempre più vicina a lui. Più vado all'indietro, più mi piego leggermente verso il basso e mi rendo conto che ogni movimento che faccio verso di lui mi porta a mostrargli sempre più chiaramente la rotondità del mio sedere davanti alla sua vista.
La situazione è tremendamente pericolosa, a pochissima distanza da tutti, da Alessio, ma la mia mente è ormai partita e non pensa più a niente se non a Joseph dietro di me.
I miei glutei sono ormai a qualche centimetro dal suo costume, mi girò e lo guardo negli occhi; non sorrido più, ho un espressione seria che lo fissa negli occhi. Sposto le mani dal sedile davanti e le appoggio sulle sue cosce davanti a me per afferrarmi meglio, ora lui non può più credere che siano i dossi a farmi arretrare.
Sono in pratica seduta quasi sopra al suo pene, inarco la schiena, è come se stessi simulando di essere penetrata. Vedo le sue gambe allargarsi piano piano, facendo in modo di farmi scendere completamente sopra di lui. Quel gesto mi fa capire che Joseph ha intuito cosa sto facendo e non si sta di certo tirando indietro.
Il suo silenzioso gesto di approvazione mi porta ad un livello ancora più alto di eccitazione.
Ora sono seduta in pratica sopra al suo pisello e sono eccitatissima, le mie mani si appoggiano al sedile sotto di noi, inizio a muovermi lentamente sopra di lui, l'idea di star strusciando il mio sedere sopra al suo cazzone mi manda in estasi. Capisco che l'immagine di me che mi metto sopra di lui, quasi a simulare la penetrazione, lo faccia sicuramente eccitare, perché sento le sue mani allungarsi verso le mie cosce e le sento stringermi la pelle in maniera da spingermi verso di lui.
Iniziò a godere in silenzio, ora lo sento, distinguo nettamente la forma del suo pisello sotto di me, sento che si sta eccitando anche lui, mi stringe le cosce e mi fa muovere sopra di lui roteando lentamente e simulando una penetrazione. Sento il clitoride e le grandi labbra strusciarsi su di lui, mi sento bagnata e tremendamente porca, cosa che mi fa inaspettatamente eccitare ancora di più.
Non posso fiatare, resto con la bocca semiaperta e godo in silenzio mentre le discussioni dentro la macchina continuano senza minimamente sapere di cosa parlano.
Ora le sue mani vanno a stringermi direttamente le natiche e le guidano nei movimenti. Sento Joseph, con i suoi gesti, cercare chiaramente di farmi sentire l'importanza del suo pisello, mi schiaccia con decisione verso di lui, tutta la larghezza imponente di quel grosso cazzo struscia sotto la mia passera e tra le mie chiappe, sto godendo da impazzire, prendo confusamente gli occhiali da sole e me li metto per poter chiudere gli occhi e mascherare le espressioni di eccitazione nel mio volto. Mi guardo dietro e mi sorprendo nel vedermi il sedere in pratica quasi del tutto scoperto, con il costume che è diventato un filino che scompare tra le mie chiappe. Ho come un senso di appagamento nel vedere i suoi occhi spalancati ed il suo sguardo eccitato guardarmi il culo in pratica nudo sopra il suo costume mentre con le mani mi palpa con forza.
Vedo i miei glutei stretti tra le sue dita che vengono allargati e schiacciati in un gesto di completa possessione e mi eccito terribilmente.
Poi una sua mano si sposta davanti, la guardo sotto di me e la vedo stringermi con decisione la passerina. Mi scappa quasi un gemito, mi porto la mano alla bocca per soffocarlo, la sua mano mi stringe con forza, sento le sue dita che premono sulla mia vagina, sulle grandi labbra ed il clitoride, godo ancora di più.
E' il gesto che mi fa perdere completamente la ragione, mi lascio andare totalmente al suo volere e passivamente mi lascio guidare da lui che mi fa strusciare tutto il sedere sopra al suo pisello, simulando una penetrazione, mentre con una mano lentamente mi masturba davanti.
Mi sento tutta bagnata, guardo sotto di me la sua mano che mi masturba spudoratamente da sopra il costume. Poi come un lampo sposta il costumino da una parte, liberandomi la passerina al vento ed in un secondo le sue dita mi penetrano le grandi labbra. Ancora una volta mi porto la mano alla bocca, sento le sue dita che mi entrano dentro con ritmo e contemporaneamente la dimensione del suo pisello preme dietro di me.
La mente disegna le fantasie nella mia testa, immagino il suo pisello enorme penetrarmi da sotto, le sue mani che mi stringono il sedere, le tette, mentre lo cavalco con ritmo.
La sua mano mi preme nella passerina, mi sta penetrando con due dita e le vedo entrare ed uscire con ritmo provocandomi attimi di goduria forti. Poi le sento fermarsi totalmente dentro di me, mi guardo sotto, vedo il palmo della sua mano completamente aderente, le sue dita si muovono da tutte le parti dentro di me facendomi traballare tutta. A breve sento l'orgasmo arrivarmi come un fulmine nel cervello, inizio a tremare e stringo le gambe con le sue dita ancora dentro di me, mi porto la mano davanti alla bocca per soffocare i gemiti che partirebbero incontrollati nella macchina.
Poi mi lascio andare sopra di lui che continua a penetrarmi con le dita. Vado con le mani a fermare la sua azione mentre mi ritrovo con il viso accanto al suo, girata verso di lui, e gli dono inconsapevolmente un espressione di goduria nel viso.
Poi gli stringo le braccia attorno al suo collo , mentre respiro affannosamente in silenzio e concludo l'orgasmo così. Mi sento completamente spossata, mi scappa sottovoce un “oddio...” mentre lo guardo negli occhi, lui sorride guardandomi.
Poi giro lo sguardo davanti e mi vedo completamente sdraiata sopra di lui, a gambe aperte, con il costume spostato da un lato e le sue dita ancora dentro la mia passera completamente all'aria indifesa.
In quel momento, mi rendo conto della situazione estremamente pericolosa che stiamo vivendo, la razionalità quasi esplode nella mia mente ed in un attimo tolgo la mano di lui dalla mia vagina, rimetto a posto il costume e risalgo con il sedere nelle sue ginocchia cercando di ritrovare un minimo di equilibrio.
Ho il cuore a mille e mi appoggio con la testa al sedile davanti a me, cercando pian piano di riprendermi mentre il viaggio sta per terminare.
Non rivolgo più lo sguardo verso Joseph quasi come a scacciare, dimenticare quello che avevo fatto, ben sapendo dentro di me che il tutto mi aveva fatto godere in maniera pazzesca. Desidero fortemente, quasi prego che il viaggio termini il prima possibile. Poi, appena la macchina si ferma, quasi salto giù, allontanandomi immediatamente da Joseph, cercando di non pensare a quei lunghissimi minuti di follia dentro quella macchina.
Per tutto il resto della giornata non rivolgo più lo sguardo verso Joseph, ho paura di vedere i suoi occhi, di sentirmi il suo sguardo addosso, sono completamente terrorizzata e spaventata da quel che ho fatto.
So che lui mi sta osservando, che mi cerca con gli occhi, anche senza guardarlo, ma io evito del tutto qualsiasi minimo contatto, e resto in disparte per tutto il tempo.
La giornata sembra non finire mai, ho bisogno di restare sola, di tirare un sospiro di sollievo.
Poi la sera ed infine la notte arrivano; da sola nel letto, ripenso, rimugino, cerco di rielaborare il tutto, sento che dentro di me questo fuoco pazzesco sta prendendo il sopravvento, riassaporo delle sensazioni che non sentivo più da tanto tempo e mi maledico per il solo fatto di sentirle dentro di me.
La paura del non sapere cosa potrà accadere nei giorni successivi mi accompagna fino a perdermi in uno dei sonni più agitati di sempre..