Provate ad immaginarvi la scena.
Sono in ginocchio, con la testa fra le gambe di una donna mentre, con tanta devozione, mi applico affinché possa raggiungere un orgasmo memorabile e, cosa mi viene in mente? La mia vecchia prof. di Italiano che ripete il solito cliché dello studente svogliato alla madre:
- il ragazzo è intelligente, ma non si applica!!!
Vedesse come mi sto applicando ora.
Non so se posso definirmi, come fanno certi uomini nei siti di incontri, "un abile linguista", però è certo che a me piace davvero tanto leccare la fica, suggerne gli umori, annusarne gli effluvi, gustarne lentamente il sapore... e poi, sarà che sono fissato, ma a me sembra che l'orgasmo che ne deriva è decisamente più dirompente di quello da penetrazione.
Scusate, non mi sono presentato.
Sono Gianni, libero professionista, da qualche anno ho superato i cinquanta e li dimostro tutti, sposato con tre figli, però la donna ansimante che trattiene la mia testa fra le sue gambe, in questo frangente, non è mia moglie.
La incontrai in una famosa profumeria del Corso Magenta a Milano.
Cercavo un profumo per mia moglie e volevo un consiglio più che da una commessa da una donna e lei fu molto gentile con me. La gentilezza per me è un potente afrodisiaco. E così, preso da un temporaneo impulso seduttivo, mi vestii di un illegittimo fascino, e tentai di ammaliarla.
Caso volle che, l'appartamento da poco acquistato, fosse ubicato proprio sopra il suo.
Praticamente la vedevo tutti i giorni e, ogni volta che la vedevo, cercavo invano di provare ad invitarla per un caffè. Cercavo di fare il tipo affascinante ma non sapevo proprio come arrivare al dunque. Poi, una sera mi cadde un calzino nel suo balcone e così scesi per prenderlo. Il mattino seguente mi inventai la scusa di volere un flacone del suo profumo, quello che avevo sentito la sera prima. Vallo a sapere che una commessa di una delle più famose profumerie di Milano non usa il profumo. Comunque, col tempo sono riuscito a rompere gli indugi e da allora, ogni nostro incontro, è pregno di erotismo allo stato puro.
Non è certo quel che si definisce una Venere ma, quella che durante la vita di tutti i giorni sembra essere una comune donna, come si suol dire, "casa e chiesa", quando è a letto con me si trasforma in una tigre selvaggia.
Il sesso con lei è diverso, sarà la clandestinità a renderlo più appagante, sarà la sua completa disponibilità nei confronti delle mie richieste, sarà che quando gode lo sentono anche su Marte, fatto sta che sono circa dieci anni che ogni tanto veniamo in questo albergo a consumare una passione che sembra non voler finire mai.
Mi dispiace dover interrompere l'idillio che si è creato tra noi ma temo che, per evitare di farle scoprire la realtà, dovrò chiudere questa relazione. Anzi, mio malgrado, temo che dovrò vendere l'appartamento e sparire dalla circolazione.
Se scoprisse cosa è successo in casa sua finirebbe in tragedia, per la sua e per la mia famiglia.
Certo è, che la mamma fa dei pompini da favola!

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