Una calda sera estiva ero da un’amica nel suo appartamento al secondo piano di una villetta a schiera da cui si vedeva in lontananza il mare. Ci stavamo godendo entrambe la terrazza e si sa com’è, tra donne, la nostra timidezza non la esprimiamo di sicuro con i vestiti.


Il sole era appena tramontato ed eravamo insieme a parlare, pettegolare e bere qualche bicchiere di vino sardo fresco che alla giusta temperatura fa sentire tutti i suoi aromi.


Dopo qualche drink, è calata la notte ed avevamo caldo, allora ci siamo sistemate su un grande divano a dondolo e tra baci, carezze ed altro vino abbiamo cominciato a mostrare il piacere di una per l’altra. non abbiamo fatto i conti con i rumori; a dire il vero ci eravamo dimenticate che avevamo un vicino di casa che, affacciatosi per aver sentito i nostri guaiti, ha chiesto se eravamo malate.


Sul momento non abbiamo capito chi stesse parlando ma poi abbiamo individuato che era lui dal suo terrazzo e che parlava con una voce strana.


Ho risposto “No, non sono malata. Sono solo un po' sola e ubriaca” e lui mi ha risposto “Quindi se portassi un'altra bottiglia molto fredda per condividere le vostre solitudini?”


Era un autoinvito e noi due ci siamo guardate in faccia.


La mia amica mi ha sussurrato “Chi è? Mi sembra che la voce venga dalla terrazza accanto. Ma se si inchina può vederci?”


Non ho risposto ma in un attimo di tregua fra le frasi del discorso le ho detto “Ma che dici? Siamo di notte!”


La mia amica gli ha chiesto se ci fossimo già conosciute ed in effetti quel giovane uomo lo avevamo Incrociato due o tre volte per le scale ed anche in giardino con la moglie.


“sapete, questa settimana sono solo. Mia moglie è dovuta rientrare per attendere ai nonni. È stata una emergenza”


La mia amica con calma, annegando i suoi pensieri in un bicchiere di vino di Anghelu Ruju, ha sentito tutto lo scambio tra me e lui ed alla fine ha dato il suo benestare a condividere una bottiglia con lui.


Non potevamo accoglierlo in a accappatoio ma abbiamo pensato che sarebbe stato meglio che riceverlo nude così come stavamo iniziando a fare sesso e lei è andata ad aprire la porta d’ingresso.


Il giovane uomo che avevamo supposto era un ragazzo che per quanto giovane era già sposato. Lui è entrato in soggiorno con in mano una bottiglia di rosé ghiacciato di Dorgali.


Gli abbiamo detto che sarebbe stato meglio andare in terrazzo e lui ci ha seguito. La mia amica ha spento velocemente le luci per le zanzare e siamo tornati in terrazza per sederci sulle poltrone e divano da giardino. Il nuovo amico si è dato da fare ed ha aggiunto cuscini al divano a dondolo, ha stappato la bottiglia ed ha versato il vino ghiacciato nei bicchieri puliti e ci ha servito. Abbiamo bevuto tutti insieme e poi ci ha raccontato cosa aveva sentito della nostra conversazione.


Abbiamo scoperto che aveva ascoltato molto ma non ha ritenuto di intervenire perché all'inizio tra noi due donne si parlava di niente e soprattutto di tutto ma è stato quando siamo andate a sistemarci sul divano che il nostro discorso è degenerato e lui allora è intervenuto.


Noi lo abbiamo ascoltato estasiate. Lui oltre ad essere bello aveva una voce molto ammaliante, chi non si sarebbe fermato ad ascoltarlo ed a porre attenzione alle sue parole?


Il nome del ragazzo era Michele.


Abbiamo bevuto i nostri bicchieri con lui in mezzo tra di noi.


Noi due, molto sfacciatamente, gli abbiamo detto che stavamo prendendo il fresco sulla terrazza  quando, forse per il caldo, abbiamo detto parole fantasiose e poco veritiere “Vedi Michele, il caldo ci ha fatto delirare. Volevamo per fare un bagno di luce lunare. Ciò che hai sentito erano le nostre voci soffocate. Stavamo ridendo della nostra stupidità!”


Lui non si è lasciato ingannare dalle parole che avevano anche un tono adulatorio ed è stato sfacciato anche lui ricordando la mia amica Anna e gli sguardi che lei gli aveva dato quando l'ha incrociata precisando che "Una volta mi sono sentito spogliato!"


Anna ha riso ed io ho pensato che lei era stata molto poco carina con lui. Poteva anche dirmelo che qual ragazzo le piaceva!


Lui ha versato ancora quell’ottimo vino nei bicchieri di tutti e tre perché li avevamo già svuotati e così in pochi minuti abbiamo finito la bottiglia.


Anna gli ha detto che aveva trovato sua moglie molto bella. Lui le ha risposto "Sì, bella ma assente ... in tutto!"


Sembrava una battuta pronunciata per scherzo e per ironia.


“Perché?” ha chiesto Anna “È la mancanza di tempo, di tenerezza, d’amore, non le piace il sesso?”


Michele ha risposto un po' a tutto con la lingua sciolta dal vino.


Ha raccontato che la loro vita lavorativa è cambiata poiché spesso lei lavora di notte. Abbiamo sentito che lei fa l’infermiera in ospedale ed è da quel momento che i loro mondi si separano, si dividono e li dividono.


Poi Michele ha concluso la discussione non volendo aggiungere altro.


Il silenzio è calato su di noi e ci è venuto da guardare la luna, in quel momento tonda ed enorme e così per goderci meglio quel disco argenteo molto luminoso, lo abbiamo invitato a condividere il nostro nido per contemplarla meglio e condividere le nostre follie.


Gli abbiamo chiesto di mettersi comodo nel senso che se avesse voluto avrebbe potuto restare in intimo. Lui ha gradito l’invito restando solo con la maglietta intima ed i boxer. Noi due ragazze abbiamo rinunciato ai nostri accappatoi.


Da lì sono iniziati i dettagli intimi tra noi tre.


Brille com’eravamo per il vino, gli abbiamo spiegato che la luna ci rendeva più giovani e parlando parlando ci siamo sentiti liberi, ci siamo sentiti di stare in intimità con lui come fosse il ragazzo di ognuna di noi due.


Anche lui preso in mezzo tra noi due dopo un po', ci stava accarezzando e ci ha anche guardato.


Appena me ne sono accorta, gli ho detto di provare.


Non avevamo programmato niente ma è stato come se tra noi ci fossero delle comunicazioni telepatiche. Ci siamo stesi, Michele in mezzo, ed abbiamo liberato la mente da tutte le nostre preoccupazioni, pensieri ed anche di tutto ciò che ci circondava. Potevamo essere in Sardegna come a Milano oppure in Oriente, eravamo solo noi tre e niente altro.


Sono passati pochi minuti ed ecco che sento Anna sospirare nello stesso momento in cui una mano mi sfiora le tette facendomi tremare. La mano si sollevata ed è iniziata una dolce sfilata sul percorso che unisce i punti erogeni del corpo.


Quel primo contatto è stato adorabile.


Michel a poco a poco con la mano è sceso sulla pancia e poi le dita sono scivolate sul pube finendo tra le cosce.


Anna ha cominciato a gemere sommessamente, impercettibilmente, le sue labbra si sono posate sulle mie poco dopo.


La mano di Michele si è avventurata ulteriormente e l’ho sentita ancora più tenera ma anche più decisa. Le mie cosce si sono aperte per offrirgli la mia privacy.


Quel momento è stato di un piacere unico.


Ho sentito un suo dito premere sul mio clitoride e poi tutto diventare divino.


Lui è stato bravissimo toccando, sollevando, solleticando ed ho cominciato a gemere per il piacere che stava procurando ed ho lanciato parole di piacere


"Oh! Sì! ... Oh! .... Va bene ... continua, sì entra dentro. Sgrillettami! Fammi godere!”"


Non mi sono interessata di Anna che si era dedicata ad assaporare il sesso di Michele mettendoselo nella sua bocca. Ricordandomi della sua presenza e che dovevano dividerci quel giovane uomo, mi sono voltata ed ho visto le sue labbra scivolare, ingoiare l'asta eretta e bagnarla di saliva.


Ho lanciato un piccolo grido di sorpresa quando un dito mi è entrato e quando lo ha estratto sono stata inondata di qualcosa di bagnato.


Senza dire alcuna parola, Michele ha proseguito a prendermi a fondo girando nella mia vagina per prepararmi alla scopata.


Quel pensiero mi ha dato una scossa e non ho visto più niente, ho chiuso gli occhi, mi sono concentrata su ciò che sia Anna che Michele mi stavano facendo.


Per parte mia ho allargato le mie cosce e l'ho chiamato dentro di me "Sì! Vieni! Prendimi adesso! Oh! Sì!"


Le sue dita hanno accelerato, erano due o tre, non ricordo ma so che mi hanno fatto tremare di desiderio, volevo sentire il suo cazzo possedermi, volevo sentirmi penetrata alla luce della luna con al fianco la mia dolce amante Anna.


Lui si è avvicinato, ha sollevando le mie cosce con le ginocchia piegate, ha visto la mia figa offerta con le labbra aperte ed il clito ad assistere alla chiavata.


Ho sentito il glande contro la mia figa, il fresco della saliva di Anne e la mano di lei che lo guidava.


Mi ha penetrato lentamente scivolando senza alcuna difficoltà nella mia figa gocciolante di piacere.


L’ho sentito muoversi e sono venuta, venuta ed ancora venuta artigliando il materassino della seduta del divano.


Anna era sopra di me ed io ho baciato la sua figa che lei stava masturbando lamentandosi.


Eravamo due troie arrapate, due fighe arrapate che fanno le fusa di piacere.


Poi abbiamo cambiato posizione ed Anna si è offerta nella mia stessa posizione: cosce aperte, sollevate, ginocchia piegate e sottomessa al cazzo fradicio dei miei umori.


Io mi sono alzata, mi sono piegata, ho leccato ed accarezzato.


Le dita le ho portate alla bocca di Michel per fargli assaggiare ed odorare gli umori di Anna e poi sono andata sulla bocca di Anna per fare la medesima cosa scambiandoci un lungo e profondo bacio con la lingua.


Mi sono poi messa dietro di lui, gli ho preso il cazzo che era ben turgido e gonfio, potenziato dai nostri scambi di baci da lesbiche quale eravamo ed ho guidato, lentamente in modo dolce, il glande tra le grandi labbra di Anna spalancate per l'eccitazione.


All'improvviso Anna ha fatto un movimento verso di lui e se lo ha preso tutto dentro fino alla radice strappando a lui gemiti di piacere accompagnati dai suoi.


Michele nel chiavarla ha aumentato notevolmente il suo ritmo fino a quando ha avuto un fantastico orgasmo ed è esploso dentro la mia amica che a causa della quantità di sborra ne ha fatto colare una parte sulle natiche.


Io ero eccitata e mi divertivo insieme a loro. Non avevo mai partecipato ad una sessione di sesso a tre ma speravo di essermela cavata bene.


Quando è uscito dalla figa di Anna, sia io che lei, ci siamo letteralmente avventate per leccargli il cazzo pieno delle nostre secrezioni e, finita la ‘pulizia’, tutti e tre ci siamo sdraiati su un lato condividendo Michele per qualche istante di riposo e fare con lui un brindisi sollevando i bicchieri di vino.


Ma la notte non era ancora finita. La mia non è stata tranquilla perché, nel riposare alla luce della luna, ho sentito un debole calore nella schiena, era Michele che mi ha abbracciato. Ero in un dormiveglia quando è entrato in me, il suo sesso si è accoppiato con il mio ancora aperto e bagnato dalle nostre scopate precedenti.


Come un'onda, senza tregua, fino alla fine, mi ha portato verso il piacere.


La luna se n'era andata, era tramontata e mi stavo divertendo tranquillamente senza svegliare Anna.


Ho sentito il suo seme irradiarsi nella mia pancia e sembrava veramente tanto.


Al mattino, mi sembrava di sentire rumori, voci, suoni. Ero sola nel letto di Anna e non ho capito cosa possa essere successo ma ho capito che erano Anna e Michele che discutevano.


Con Michele non ci siamo più rivisti, Anna è partita qualche settimana dopo dicendomi di essersi innamorata di un italiano.


Per me è stata la mia prima esperienza con una donna e Michele è stata la mia prima relazione extraconiugale.


Avevo 43 anni.

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Categorie: Trio Lesbo Etero
Tag: Bisex