Eravamo gelosi l'un dell'altro sia io che la zia, eravamo gelosi, e questo ci faceva sentire uniti, ci rendevamo conto, che lo stare lontano, come accadde il mese di Novembre provocava sentimenti diversi, ma alla fine uguali, e se da una parte io avevo il desiderio, di averla vicina, ed ero geloso, anche fisicamente di lei, lei aveva paura di perdermi, e si sentiva smarrita, e per di più, il periodo, che era tornata a Monza, aveva subito l'indifferenza del marito, e dei suoi figli, e si era resa conto, che io ero la sua unica ancora di salvezza. Invidia, tristezza, inadeguatezza, era sentimenti che quando era in Molise non le appartenevano, bensì si sentiva apprezzata, complice e si era resa conto, che lo stare giù, il vivere lontano dalla sua città natale, l'aveva rigenerata, sia mentalmente che fisicamente, e questo fu uno motivi, per il quale le persone a lei care, le consigliarono, di tornare giù, almeno per un' altro periodo, di tempo. Lei torno con la sua macchina.
Una sera piovosa di Novembre, al suo ritorno, mentre cenavamo, affrontammo molti argomenti, la vidi piangere per come era stata accolta a casa sua, ed lo zio, che aveva fatto del suo stare in Molise, solo un fatto economico, i figli inesistenti, i suoi genitori, e la sorella che gli avevano consigliato, di tornare qui, ma i sentimenti erano contrastanti, e quindi ridemmo tanto, di quel signore al paese, che le aveva offerto da bere, e di cui io ero stato gelso, l'unica cosa di cui non parlavamo era degli incontri, avuti, con gli altri uomini.
Cari amici, la zia, in quel periodo, era veramente bella il correre il dedicarsi alla palestra, aveva rassodato il suo corpo, e il benessere mentale si rifletteva su di lei e sul suo fisico.
Fu cosi che quella sera con la sua vestaglia, provocava in me un'eccitazione, che non provavo da tempo, e cosi, mi alzai, mi avvicinai a lei, abbassai i pantaloni della tuta, ed il mio pisello eretto e gonfio si presento dinanzi al suo viso, lei ancora seduta, cominciò a succhiarlo, e vedevo la sua testa, fare su e giù, accompagnata dalle mie mani, poi sfilandolo, dalla sua bocca lo passai, sul suo viso, e poi di nuovo, in bocca, pure lei metteva un passione tale, che il mio pisello, era prigioniero, nella sua bocca, mentre lo succhiava, strinsi i suoi capezzoli, e le sue tette, in breve eravamo nudi, il mio pisello, era bagnato dalla sua saliva, era duro nella sua bocca, la vedevo con il mio pisello in bocca, contenta e soddisfatta, la presi, la misi sul tavolo, e con impeto, la penetrai, sentivo le sue gambe fare presa, sui miei fianchi, la vedevo gemere, ad ogni colpo, i suoi seni si muovevano, la stringevo per i fianchi, ero consapevole che la possedevano, e il suo volto, con gli occhi chiusi, ed i suoi gemiti di piacere, mi facevano aumentare sempre di più il ritmo, la sua fica, si apriva, e i suoi umori vaginali, li sentivo scivolare sulle mie gambe. Al contrario delle altre volte non avevo perversioni, o altri, istinti, avevo solo voglia di stare dentro di lei. Lancio un'urlo di piacere, aveva raggiunto l'orgasmo, io continuai a spingere, sentivo il mio pisello, più grosso, delle altre volte una sensazione mai provata, poi la portai, sul divano, nella più classiche delle posizioni, continuai la mia opera, eravamo, vicino, i nostri respiri, si mischiavano...
La zia mi disse " Dario, ti sento tantissimo stasera, sono due volte che raggiungo il piacere, ti voglio sempre di più, ti desidero, non posso perderti"..
Le risposi " sono qui dentro di te"
La zia mi disse " amore dai vienimi in bocca..."
Le dissi " zia aiutami a venire...sfilai il mio pisello, e lei comincio a segarmi, ecco sto venendo, chino il viso, apri la bocca e una serie di schizzi, entro dentro, la sua bocca, ingoio e mi puli la cappella con la lingua, e poi bi baciò.
Poi mi accompagno in camera da letto, e mi addormentai tra le sue braccia....
Quella sera ambedue avevamo la certezza che avevamo bisogno, l'un dell'altro.
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