Siamo alla casa dello studente, è un caldissimo pomeriggio di luglio.
Prima di bussare alla sua porta mi soffermai un attimo a scrutare fuori dalla finestra, preso da quel giallo e da quel calore che solo l'estate del sud sanno dare.
Bussai, mi rispose e poi venne ad aprire. Mi disse di aspettare un secondo prima di entrare per evitare che io la vedessi in mutande.
Lasciò socchiuso e corse, in punta di piedi, ad infilarsi sotto il lenzuolo. Vidi comunque le sue gambe slanciate e il suo bel sedere coperto da un paio di sottilissime coulotte rosa.
Entrai, mi sedetti sul letto accanto la suo e cominciammo a parlare.
Probabilmente lei aveva già intuito che avevo bussato alla sua porta con un fine diverso dai suggerimenti sullo studio che dicevo di necessitare e, nonostante i suoi occhi trasmettessero chiaramente desiderio, continuava a tenere il lenzuolo tirato su fino al collo, lasciandomi solamente intravedere il profilo dei suoi seni...
Io, che indossavo una magliettina e dei semplici pantaloncini da corsa, non riuscivo assolutamente a nascondere la mia eccitazione (e forse nemmeno lo volevo).
Mi resi conto che il suo sguardo si alternava tra i miei occhi e i miei pantaloncini.
In silenzio, la guardai fissa negli occhi, per qualche secondo. Poi mi alzai; lei comprese subito le mie intenzioni e strinse forte il lenzuolo cercando quasi di proteggersi.
La dicotomia tra il suo sguardo di qualche secondo prima e la sua reazione mi accese ancordipiù la voglia di farla mia.
Appena poggiai il ginocchio su suo letto, chinandomi su di lei, si girò di scatto. Il suo goffo tentativo di proteggersi mise in evidenza, attraverso il sottile lenzuolo aderente, le sue bellissime forme. Le sue natiche, sode e rotonde, erano sotto di me, accompagnate da una bellissima schiena.
Mi misi su di lei, in ginocchio, con le sua cosce tra le mie e il suo culo che mi invogliava a possederla.
Sembravo ubriacato dalla passione. Non riuscivo a trattenermi.
I suoi inviti a considerare che la sua compagna di stanza sarebbe potuta entrare da un momento all'altro sembravano un lontano sottofondo.
Le sue parole dicevano di smetterla, ma il tono della sua voce, quando le mie mani la accarezzavano ed iniziavano a farsi largo tra le lenzuola e le sue mutandine, era inequivocabile: Stava provando piacere, il suo corpo vibrava ed io lo percepivo.
Misi una gamba a terra ed un ginocchio sul letto. Lei era ancora sotto di me. Dalle lenzuola spuntava solo il suo culo. Le diedi uno sculaccione e lei gemette.
Tirai fuori il mio membro dai pantaloncini, spostai le sue mutandine e la penetrai, lentamente, arrivando fino in fondo e sentendo da subito che iniziava a contrarsi.
Mentre mi muovevo dentro di lei vidi le sue mani stringere le lenzuola.
I suoi gemiti si fecero piu forti, erano sicuramente udibili fuori dalla stanza nonostante la sua faccia fosse completamente affossata sul cuscino.
Io ero completamente trasportato da lei... sentivo i suoi umori che gocciolavano.. i suoi gemiti mi avevano completamente rapito.
Non ci misi molto di più a raggiungere l'apice del mio piacere....
Appena lei si rese conto che stavo per esplodere si giro di scatto e mi prese il cazzo tra le sue mani e mi fece venire.
Fú un piacere lunghissimo.
Mentre il mio cazzo ancora gocciolava sulle sue lenzuola si inchinó e me lo sfiorò con la punta della lingua guardandomi con un sorrisino beffardo.
Io, ansimante e sudato, tirai la testa all'indietro e sentii la sua mano calda che mi accarezzava delicatamente le palle.... continuai ad avere spasmi ancora per parecchi secondi...
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Categorie: Etero