Quel pomeriggio Alice era come sempre, anzi ancor di più, intenta a prepararsi, così come suo marito Paolo, in attesa che sopraggiungesse l’orario della gara di danza alla quale essi erano iscritti.
Quella passione per la danza era nata tra loro un po’ per caso, Paolo ne aveva colto un accenno sul luogo di lavoro, lui che era quasi sempre in giro, sentì parlare dai colleghi che c’era questa scuola di ballo dove qualcuno di loro aveva avuto occasione di rimediare alla noia delle proprie relazioni appiattite dal poco tempo passato con le rispettive compagne, trovando nella danza un nuovo modo per convogliare i propri sentimenti e aumentare l’affinità di coppia.
Dopo averne discusso con Alice che dapprima risultò essere un po’ riluttante vista la sua natura introversa, almeno in situazioni pubbliche, decisero infine di intraprendere quel percorso che li avrebbe portati alla prima fatidica gara ufficiale che stavano per affrontare.

La competizione si sarebbe svolta nella sede della scuola di ballo che frequentavano e la loro insegnante Wilma, una donna tutta d’un pezzo come già il sol nominarla faceva presagire, non voleva scuse… bisognava non ben figurare, bensì vincere!

Wilma era stata una ballerina di rango internazionale fino a quando un infortunio non l’aveva bloccata ma tutta la determinazione che essa stessa, da buona donna di origine tedesca, metteva nell’allenarsi la pretendeva da tutti gli allievi della sua accademia che non a caso era tra le più seguite e premiate dell’intera provincia.

La gara in questione avrebbe garantito alla coppia vincitrice di partecipare a successivi eventi di rango nazionale e quindi di conseguenza portare tanta pubblicità e guadagno a Wilma e suo fratello Ivan, un uomo villoso e burbero con un fisico statuario da generale delle SS e spesso con modi altrettanto scarsamente garbati, che gestivano quel piccolo regno di bellezza e leggiadria che tanto stonava col grigiore del paesino sperduto alle pendici dei monti alpini nel quale si trovava e che non aveva certo come prerogativa quella di attirare grandi orde di visitatori e turisti.

L’ora della partenza arrivò e Alice, preparatasi con cura indossava un abito lungo rosso fuoco, con delle onde di tessuto che le infiorivano le spalle affusolate e che terminava in basso con una larga gonna ondulata anch’essa dello stessa sfumatura di rosso della parte superiore.
La sua figura era slanciata, ben proporzionata nelle sue curve, gambe affusolate ma muscolose e toniche al punto giusto per risultare perfette per una ballerina.
Paolo dal canto suo di certo non sfigurava, alto e slanciato, fisico ben allenato come d’altronde ci si aspetta da un uomo impegnato nel settore crocieristico (ma con una giovinezza di addestramento in marina militare) come lui, perfetta immagine dell’uomo che molte donne vorrebbero al proprio fianco ma che solo Alice aveva saputo conquistare lasciando a tutte le altre solo l’invidia e la gelosia.
L’abito dell’uomo era un vestito tipo completo di cui però non indossava la giacca, ma solo i pantaloni neri con una camicia bianca inamidata recante una rosa rossa nel taschino in alto.

Vedendoli non si potevano avere dubbi sul ballo che avrebbero dovuto affrontare… li aspettava la sfida delle sfide, il tango argentino.

Giunti in sede di gara immediatamente Wilma li prese da parte e con una valanga di consigli e raccomandazioni iniziò ad assicurarsi che fossero pronti per affrontare al meglio la competizione, il loro ballo sarebbe probabilmente risultato essere quello decisivo per aggiudicarsi un punteggio medio alto poiché il tango era una delle discipline maggiormente tenute in considerazione dai giudici.
Arrivo il momento della loro esibizione, a chiusura di tutte le altre, entrambi misero in pista tutto quello che avevano, il gioco di sguardi, sorrisi studiati alla perfezione e passi calibrati… durante l’intero ballo Alice seppe tener duro alla pressione degli sguardi di tutti coloro che c’erano intorno, riuscendo ad estraniarsi dal mondo esterno così come Wilma le aveva sempre raccomandato con tanta decisione e fermezza.
Giunsero quindi alla rotazione finale e l’ultima figura, la musica terminò e l’atmosfera fu immediatamente riscaldata dallo scrosciare di applausi e complimenti, ce l’avevano fatta!
Dopo un’attesa di oltre mezz’ora, che per Alice sembrò interminabile, il verdetto fu quello che tutti speravano. La vittoria era loro, Wilma esplose di gioia dando pacche sulle spalle a tutti ma senza lasciarsi andare a particolari effusioni o abbracci, la sua natura era contro tutto quello, il suo atteggiamento rimase fermo e autoritario seppur pervaso dalla soddisfazione.

Terminati i festeggiamenti e ritirati i premi Alice le si avvicinò, con un’aria innocente e introversa come sempre, nonostante il tempo trascorso lì era ancora intimorita di fronte alla sua insegnante, alla sua figura decisa e autoritaria che nulla sembrava in grado di scalfire “Wilma… volevo annunciarti che per me e Paolo stasera è stata l’ultima. Purtroppo lui deve partire per una lunga crociera ai tropici e senza di lui non avrò più possibilità di continuare.” disse con voce soffice e aggraziata esattamente come erano stati i suoi movimenti durante l’esibizione di poco prima.
Wilma scosse leggermente la testa “Mi delude molto sentire tutto ciò, tu sei la punta di diamante di questa accademia… ma tranquilla, sono sicura che riusciremo a trovare una soluzione. Lascia fare a Wilma!” disse lei accennando uno strano sorriso di cui Alice solo in seguito avrebbe capito il significato, visto che non poteva immaginare che proprio Wilma, tramite un giro di conoscenze si era impegnata affinché il malcapitato Paolo andasse via per il lungo viaggio di lavoro che lo attendeva proprio in quel momento.

Alice annuì gentilmente non avendo la forza emotiva di contrastarla o anche solo osare chiedere il significato di quello strano sorriso, ora voleva solo tornare a casa con suo marito, per quell’ultima notte insieme durante la quale festeggiare la propria vittoria nella gara nel modo più intimo e passionale possibile.
Si voltò quindi verso il suo uomo ideale, nella vita come nella danza, un radioso sorriso incorniciava le labbra di entrambi mentre le loro mani si univano e le loro dita si intrecciavano “E’ ora di andare ora, bisogna festeggiare… come si deve.” Paolo mormorò sporgendosi in avanti quasi a sfiorarne l’orecchio con le labbra e lei arrossendo leggermente annuì; nonostante gli anni di matrimonio lei ancora arrossiva quando capiva che lui parlava di cose intime, non poteva farne a meno.

Il viaggio in auto sembrò durare un’eternità e non i pochi minuti reali, durante il percorso i loro sguardi si fusero più volte e la crescente eccitazione traspariva e preludeva a ciò che di lì a poco sarebbe successo.
Appena giunti alla dimora entrambi con studiata “fretta” recuperarono i propri premi e li portarono dentro.
Lei sgusciò dentro per prima con un sorriso e uno sguardo malizioso e mentre lui ancora stava girandosi per chiudere la porta alle loro spalle, lei aveva già riposto i premi sul primo mobile a sinistra e con un colpo del suo tacco a spillo spinse la porta che si chiuse con uno schiocco, ci volle meno di un attimo che le soffici labbra di lei raggiungessero quelle di lui sciogliendo la passione da tutti i vincoli che durante quella danza appassionata e vittoriosa ella aveva cercato di sopire faticosamente, ignorando quanto le mani di lui che la toccavano e la accarezzavano come solo il suo Paolo era in grado di fare la ponevano in una condizione che solo la sua timidezza pubblica le aveva impedito di terminare quel ballo con un bacio lungo ed appassionato… ora erano liberi, dagli sguardi e dai giudizi altrui.

Mentre i baci diventavano sempre più lunghi, profondi ed appassionati Alice iniziò a spogliarlo della giacca e sbottonando quella camicia che copriva il petto muscoloso che tanto la faceva impazzire; Paolo allo stesso modo le pose le mani dietro le spalle e le lasciò scivolare lungo lo spacco posteriore del lungo abito proseguendo lungo la colonna vertebrale di lei con una studiata pressione che lei non potè nascondere di apprezzare con un leggero ansimo ma che ben presto mutò in un soffice e delicato gemito quando lui le sfiorò il sedere e terminò la sua corsa sulle sue cosce sollevandola dal pavimento cosìcchè lei potesse stringere le sua gambe affusolate attorno ai suoi fianchi mentre lui fece poche passi per spingerla lungo la parete e premendo il suo corpo contro quello della donna iniziasse a coprirle il collo di baci, dolci colpi di lingua e sapienti morsetti nei punti in cui sapeva che lei avrebbe apprezzato maggiormente.
I gemiti di lei iniziarono a susseguirsi e il suo ansimare aumentava di pari passo “Mhmm, Paolo, amore si… ti prego.” lo invitava Alice a continuare già immaginando le azioni di lui che infatti ben presto si inginocchiò di fronte a lei e sollevandole il lungo vestito le tirò via sapientemente il piccolo tanga rosso che faceva da unica barriera alla sua vagina, depilata di fresco, già più che umida di umori che la lingua di Paolo non tardò ad assaporare con passione e voglia mentre lei ansimando e gemendo ancor di più si sfilava per intero il vestito e lo lasciava cadere lì nel bel mezzo dell’ingresso principale incurante di essere sentita da qualche passante mentre gemeva implorandolo di continuare a leccare e succhiare i suoi umori che sempre più copiosi nascevano dalla fonte della sua intimità, tanta era la beatitudine che neppure la sua timidezza poteva far fronte all’assoluto piacere che provava in quel momento.

Le mani di Alice raggiunsero il retro del reggiseno di pizzo nero che sganciato cadde ai loro piedi mentre le gambe della donna si mossero, grazie all’appoggio che il muro le concedeva di avere durante quei momenti di profonda estasi, e si posero sulle spalle di Paolo che reagì spingendosi ancora più a fondo dentro di lei con la sua lingua che vorticava e raggiungeva i punti che la sua Alice sapeva l’avrebbero ben presto portata ad un orgasmo che a lungo avrebbe ricordato durante i mesi che il suo uomo sarebbe stato lontano e che avrebbe accompagnato, lei almeno così immaginava nella sua innocente ignoranza dei futuri risvolti, le notti di piacere autoindotto che loro non avevano mai rifiutato di darsi nelle reciproche assenze.
Le mani di Alice raggiunsero i capelli di Paolo e li scompigliarono amorevolmente, tirandoli in preda a spasmi di piacere che la fecero quasi sobbalzare contro la parete, chiudendo gli occhi, inarcando la schiena e che ben presto portarono le parole a fuoriuscire dalle sue labbra inesorabilmente “Oh si… Paolo, ti prego… sto per venire… fammi venire amore!” disse lei prima di esplodere in un lungo ansimo che culminò in un forte gemito di piacere mentre le mani di lui cingevano i sensuali fianchi per assicurarsi di tenerla ben ferma e in equilibrio durante il picco più alto di piacere e che permisero a lui di assaporare e far sua ogni singola goccia dei liquidi umorali che lei le stava offrendo.

Ripresasi dal piacere e incurante degli abiti lasciati nel corridoio Alice afferrò la mano di Paolo e rapidamente lo trascinò in camera da letto dove liberandolo del resto dei suoi abiti non tardò a restituirgli il piacere con le sue labbra e la sua lingua dapprima stimulandone solo la punta del grosso membro e poi successivamente ingoiandolo sapientemente mentre con la lingua continuava a stimolarlo nella maniera migliore affinché raggiungesse il massimo turgore strappandogli gemiti di piacere accompagnati dalle dita forti di lui che le afferravano e tiravano i capelli dimostrandole tutto l’apprezzamento ricevuto da quei rapporti orali che tante volte si erano donati durante la loro vita di coppia.
Appena ciò avvenne la donna si distese sul letto e spalancò le gambe, invitando lui a porre il corpo al di sopra del suo e il membro profondamente dentro di lei, cosa che le procurò quasi più piacere di tutte le volte precedenti, tanta era la passione di quello che entrambi sapevano essere l’ultimo prima di un lungo e forzato “digiuno” dai rispettivi corpi.
L’orgasmo giunse per entrambi molto in fretta, ma ancora non erano sazi di piacere e ciò porto le loro posizioni ad invertirsi così che lei potesse cavalcarlo rapidamente e continuare a far echeggiare nella stanza le loro voci ansimanti e gementi quasi all’unisono ancora ed ancora.

Quando il nuovo orgasmo li raggiunse ebbero appena l’energia residua necessaria a coprirsi parzialmente con le bianche lenzuola prima di cadere entrambi in un sonno profondo, consapevoli di avere solo poche ore prima che la sveglia tiranna del cellulare di Paolo segnalasse l’inevitabile, la partenza di lui.

Alice ancora non sapeva cosa stesse per significare realmente quell’evento nella sua vita e nel suo modo di concepire e convivere le proprie emozioni, passioni e sentimenti.





Spero che apprezzerete questo nuovo racconto, si tratta stavolta dell’inizio di un lavoro ispiratomi da una lettrice e che porterà alla stesura di successivi capitoli ma… solo se continuerete a leggere saprete fino in fondo cosa accadrà. Non vi resta quindi di continuare a seguirmi e, perché no, di contattarmi alla mia mail personale madip@hotmail.it suggerendomi nuovi spunti per i miei racconti che a brevissimo saranno pubblicati qui e spero potranno accompagnare tutti voi durante momenti di eccitazione e passione.
Un saluto a tutti e un ringraziamento per l’apprezzamento che sto ricevendo, il vostro Madip.
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Categorie: Etero Sentimentali