La prof Claudia era una trentenne bellissima, capelli biondi e lunghi, occhi azzurri e due labbra da pompinara, ma la cosa che davvero mi faceva diventare matto era il suo fisico, un quarta piena che sfidava la forza di gravità e un culo che definirlo perfetto era riduttivo. Ero ossessionato da lei. La volevo.
Alla festa di Halloween in discoteca le mie speranze di averla svanirono, quando la vidi contro il muro a limonare duro con quello che più tardi scoprirò essere il suo ragazzo. Ero incazzato e ubriaco, mi gettai nella pista da ballo e non so come mi ritrovai nel bagno dei disabili con la lingua di una delle tante vampirelle sexy che si vedono nelle discoteche il 31 ottobre in bocca.
Il bagno dei disabili di quel locale o, come lo chiamavano noi, lo Scopatoio, era del tutto indipendente dagli altri servizi. Dal locale si entrava in una specie di antibagno la cui porta non aveva la chiave e da lì attraverso un’altra porta in un separé in legno al bagno vero e proprio che invece si poteva chiudere a chiave. Il bagno era grande e la parte superiore del separé era aperta. Quando sentii chiaramente la voce della prof nell’antibagno smisi di limonare Anna (la vampirella).
«Vuoi provare un roba nuova?». Era la voce del tipo della prof, lei ansimava.
Nel bagno c’era un sedia, la presi e ci salii in piedi per spiare dalla fessura in alto cosa succedeva. La prof aveva la gonna alzata fin sopra l’anca e una mano del tipo nelle sue mutande. Ero sempre più incazzato, ma allo stesso tempo il cazzo mi era tornato in tiro. Anna che nel frattempo non capiva cosa stesse succedendo notò però il bozzo nei miei pantaloni e iniziò ad accarezzarmelo col palmo della mano.
Presi lo smartphone dalla tasca e inizia a fare un video alla prof, mentre con una mano tirai giù la patta dei pantaloni.
«Tirami fuori il cazzo e inizia a succhiarlo!» ordinai ad Anna.
Anna era bravissima. Si vedeva che era abituata a fare pompini. Nel frattempo il compagno della prof tirò fuori una boccetta di vetro e verso un po’ di polvere bianca sul lavandino e la sniffò.
«Vuoi provare? Dicono che scopare dopo essersi fatti una striscia di coca sia fantastico.».
La prof fece cenno di sì, sniffò e i due iniziarono a scopare. La faccia della prof era in estasi e i gemiti che emetteva mi fecero tirare il cazzo ancora di più. A quel punto il video compromettente ce lo avevo e avevo in mente cosa farci. Spensi la registrazione e mi dedicai ad Anna.
La presi per la testa con due mani e inizia a scoparle la bocca, piantandole il cazzo in profondità in gola. Spingevo in profondità e quando sentivo che faceva fatica a respirare lo tiravo fuori. Continuai così per diverse volte. Fino a quando sentii che stavo per venire, mi fermai e scesi dalla sedia. Anna aveva il fiatone, gli occhi le lacrimavano e aveva tutto il trucco che colava sulle guance. La sua faccia era coperta di saliva che colava anche sulla maglia. Il mio cazzo era durissimo e pieno di saliva calda che mi colava sui coglioni. Una sensazione bellissima. Non avevo mai usato così la bocca di una ragazza, ma scoprii che mi piaceva da matti.
«Tutto bene?» le chiesi vedendo la faccia stravolta che aveva.
Fece di sì con la testa e tirò fuori da una tasca un preservativo, voleva essere scopata.
«Mettimelo tu!».
Così fece. Intanto presi la saliva che aveva sulla faccia con due dita e gliele infilai in bocca. Le succhiò. Poi ci infilai la lingua. La accompagnai contro il muro del bagno, le abbassai di colpo gonna e mutandine (erano fradice).
«Allarga le gambe!» eseguì.
Presi in mano il cazzo, lo puntai sulla sua fessura e con un colpo secco glielo infilai tutto dentro e stetti fermo. Rifeci la stessa cosa per cinque volte. Alla quinta spinta ebbe un orgasmo. Tolsi il cazzo e la feci girare con la faccia contro il muro, sempre a gambe larghe. Aveva dei rivoli di umori che colavano lungo l’interno delle cosce. Il mio cazzo in tiro era coperto dal preservativo fradicio dei suoi umori come anche tutto il mio basso ventre. Le puntai il cazzo sulla figa e inizia a scoparla velocemente. Sentivo il ciaf ciaf delle sue chiappe bagnate contro il mio pube. La sua figa grondava di umori e sentivo che si avvicinava ad avere un altro orgasmo. Io, complice il preservativo che mi toglieva molta sensibilità, non ero ancora arrivato al limite. Ebbe un altro orgasmo, ma stavolta non mi fermai. Continuai a scoparla fino a che non sentivo che mancava poco anche per me. Lo tolsi dalla sua figa e mi levai il preservativo. La girai e le feci togliere maglietta e reggiseno, mentre mi segavo. Quando fu svestita le presi le mani, le portai al mio cazzo e iniziò a segarmi fino a che non svuotai i coglioni sulle sue tette (una seconda abbondante). Mi ripulì il cazzo con la lingua e mi disse:
«Mi piacerebbe rifarlo ogni tanto!». Sorrisi e mentre lei si puliva le tette io registrai sul telefono il suo contatto.
Continua…
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Aggiunto: 3 anni fa
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